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Fashion blogger ed influencer sotto attacco

Risale a qualche giorno fa “l’attacco” sferrato da Vogue.com verso fashion blogger ed influencer. La dichiarazione di guerra è stata affidata alle opinioni di quattro note firme della testata, impegnate a seguire le sfilati milanesi. Così facendo la Condé Nast ha aperto uno scontro, strutturale, che probabilmente era inevitabile vista l’ormai sovrapposizione di interessi tra l’editoria classica e quella parcellizzata dei nuovi media. 

Sally Singer, creative digital director, si è rivolta ai diretti interessati senza mezzi termini: “Blogger che cambiate outfit dalla testa ai piedi ogni ora: per favore smettetela. Cercatevi una altro lavoro. State proclamando la morte dello stile”. Nicole Phelps, Vogue Runway director, ha additato anche le aziende: “Non è solo triste per le donne che si pavoneggiano davanti all’obiettivo indossando abiti in prestito. È angosciante vedere così tanti brand collaborare”. Alessandra Codinha, Vogue.com news fashion editor, ha precisato quanto sia ormai poco corretto definirli blogger dato che ormai quasi tutti si limitano a farsi fotografare per aggiornare i propri profili social senza scrivere nulla”.

Immediate le reazioni dei più famosi BryanBoy e Susie Bubble, entrambi fashion blogger della prima ora, che hanno espresso il loro punto di vista attraverso vari tweet. “Bullismo da cortile, semplice ed evidente”, è stata la risposta di Bryanboy. Mentre Bubble ha invitato i propri follower a riflettere sul coinvolgimento economico che lega i magazine ai propri inserzionisti e paragona l’essere pagata per indossare alcuni outfit ai credits presenti sulle riviste per specificare i marchi fotografati.

Non solo Vogue però, anche Neiman Marcus si scaglia contro i fashion blogger, scatenando reazioni globali da parte del popolo social. Il department store apre su un altro fronte puntando espressamente il dito contro i nuovi media e la rete per il calo di vendite. “Oggi le sfilate sono trasmesse in diretta in tutto il mondo attraverso i social media. Quando la merce arriva sugli scaffali, molti mesi dopo, il fascino della novità e l’eccitazione sono già logore e il cliente è passato oltre”, ha dichiarato Karen Katz, CEO Neiman Marcus Group, durante una conference call con gli investitori.
Le vendite a parità di perimetro sono diminuite sia per Neiman Marcus, che per i competitori quali Macy’s, Saks Fifth Avenue e Nordstrom a favore degli e-tailer come Yoox Net-a-Porter. Per limitare i danni Neiman Marcus sta cercando di accorciare i tempi di consegna e potenziare il suo e-commerce, canale che attualmente rappresenta il 25% delle vendite online.

fonte pambianconews, foto Bryanboy.com