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Contestazione generale

“IL CORRIERE della SERA”, giovedì 10 novembre, riportava, con ampia offerta di commenti, l’idea emergente in ambienti didattici diversi, secondo la quale gli studenti di ogni grado e livello devono diventare i protagonisti, e non più i fruitori, della scuola.

Si tratta di coinvolgere di più i distratti e svogliati discendi invitandoli a parlare dell’argomento scelto per la disciplina in aula, dividerli in gruppetti per svolgere i lavori, non assegnare compiti a casa e, per i più piccoli, ispirarsi al metodo di Steiner, lasciando che siano essi a scegliere di cosa vogliano parlare o di cosa vogliano occuparsi, dal cucire i cappelli o a costruire oggetti in creta o legno. In sostanza, una rivoluzione, una contestazione ai vecchi metodi.

Non si nega che già qualche sistema nuovo per evitare sbadigli e giochi informatici di basso livello e di altissima diffusione è in uso: il docente, ad esempio, chiede ai ragazzi di verificare a casa l’argomento di spiegazione per poi svolgere in aula un test scritto o un dibattito, corredato di citazioni, date, ricorso a fonti varie, e qui si afferma che è ottimo, meno il caso di qualche partecipante che abbia voglia di far nulla o sia disabile psicologicamente. In questo caso, il livello familiare è, spiace dirlo, ma consta direttamente, basilare: solo un soggetto su sei, che abbia i genitori disinteressati alla cultura o addirittura ostili ad essa e con sarcasmo, riesce a tuffarsi con amore in almeno qualche materia. Qualcuno ancora ci prova, ma se c’è un altro in aula nelle sue condizioni, egli viene trascinato verso la vagabondaggine spirituale per fare gruppo, stare con un simile.

Parlando per conoscenza di causa, il metodo esposto è ottimo, così come è buono quello consueto: la cultura, la professione, l’arte, nascono dallo spirito umano e questo si trasmette a seconda della densità posseduta, la scuola è un aiuto, non un principio creativo.

sef Ed ancora per lunga esperienza si afferma che il buon cittadino nasce e si forma  sulle ginocchia di padri e madri, origini che vengono prima imitate, poi  contestate, poi capite ed onorate; è essenziale non difendere i giovanissimi  come se gli insegnanti fossero dei boia quando effettivamente i pargoli si  dimostrano carenti. Viziare i figli, portandoli sul passeggino fino alla barba, sostenere che “il mio è meglio di tutti” ed imitare la Madonna con Gesù bambino, non fargli fare nulla perchè : “c’è la mamma”, bloccare il traffico per andarli a prendere con due gocce di pioggia, è il metodo migliore per fare di essi una grigia massa rammollita buona solo ad essere medici malasanitari e ingegneri, infermieri, avvocati, potenzialmente ed inconsciamente possibili autori di omicidi colposi.

Marilù Giannone