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Autore: Redazione

LOMBARDIA: Piani Integrati del Commercio

Con i PIC – Piani Integrati del Commercio è previsto un sostegno alle PMI della Lombardia, tramite lo stanziamento di 12,4 Milioni di  €uro. Tali contributi saranno destinati anche al Credito per il Turismo e l’Accoglienza, per l’abbattimento dei tassi d’interesse > per informazioni contattare:  www.regione.lombardia.it  # www.commercio.regione.lombardia.it

Tutti al voto

TUTTI AL VOTO  ?  IMMIGRATI ED EXTRA IMMIGRATI

Riteniamo che un immigrato comunitario, ovviamente munito di certificato elettorale può, a buon diritto votare: un diritto sancito e regolato da trattati dell Unione Europea.

Per quanto riguarda tutti gli altri immigrati extraconunitari, per l’ appunto,  è necessario, allo scopo di accedere alle liste elettorali, raggiungere il traguardo della cittadinanza. Chi può dichiarare che la popolazione extracominitaria , in toto, residente, autorizzata o meno, ha il diritto-dovere del voto? Un diritto riconosciuto al cittadino comunitario, per alcune elezioni, ma non è detto che questo diritto possa essere esteso anche ad altri. A questo proposito riportiamo integralmente un comunicato stampa di ANOLF “Associazione Nazionale Oltre Frontiere”

Sede legale e Presidenza:

Via Monte Velino n.63 67051 Avezzano (AQ)

Iscritta con il n° A/14/2000/RM al registro delle associazioni che svolgono attività a favore degli immigrati (art. 54 D.P.R. n° 394/99)

DATECI IL DIRITTO DI ELETTORATO ATTIVO………..

La febbre delle elezioni comincia a sentirsi  dappertutto,  ma quelli che non si preoccupano più del dovuto  sono solo gli immigrati e, in modo particolare, gli extracomunitari i quali possono partecipare solo alle primarie.

In queste consultazioni non si va votare per i programmi che presentano i candidati ma  solo sulla base delle  conoscenze e l’amicizie che ognuno di noi stranieri  ha sul territorio.

Poi la “storia” finisce  e ce ne  torniamo ad essere degli invisibili.  Siamo quelli  che portano solo i problemi,  con il dovere di pagare le tasse e  nessun diritto  di partecipare alla vita pubblica,  essere scelto o scegliere.

Da un po’ di tempo, ci è stata data la possibilità di partecipare  ad alcuni concorsi ma  non possiamo farlo  in quelli dove viene esercitata la potestà  statale, ciò in Magistratura  e nelle forze dell’ordine.  Ma perché non possiamo votare? E’ giusto che un comunitario, che, magari, è presente nel territorio  italiano da soli tre mesi, può votare se è munito solo di una  tesserina elettorale e un immigrato, che ha cinque, otto e dieci anni di residenza in Italia,non può esercitare  questo sacrosanto  diritto?  Un comunitario che non conosce nessuno, che non sa la lingua, che non ha dato niente all’Italia  ha il diritto di votare  e un immigrato che vorrebbe tanto essere parte attiva nella scelta dell’Organismo Amministrativo  dello Stato, anche se vive da tanti anni, non può? Chi ci rappresenta?  Speriamo che qualcuno provvederà a sanare questa situazione proponendo,  magari, che  chi ha una carta di soggiorno potrà  essere cittadino con tutti  i Diritti Fondamentali  riconosciuti  dalla Nazione Italiana. Forse le problematiche si comincerebbero  a risolversi  e la discriminazione  sarebbe meno profonda…… ( Dott.ssa Nusha ZHUBA Mediatrice Culturale A.N.O.L.F.)

foto elvis

Va da se che tutto si puo modificare e adattare alle nuove esigenze demografiche e geografiche.

Lega Nord e Front National

A PADOVA LA LEGA CON SALVINI CANDIDA BITONCI A SINDACO

DISSENSI SULL’INTESA CON IL FRONT NATIONAL DI MARINE LE PEN

_______________________________________di  Riccardo ABBAMONTE

Prosegue l’iniziativa per le primarie del centrodestra lanciata nella città di Padova della LEGA NORD, tesa alla candidatura di MASSIMO BITONCI a Sindaco e a combattere le situazioni di degrado nella città. Sabato 18 gennaio, a fare vista ai militanti, presso il gazebo di piazza Garibaldi, è intervenuto il segretario federale MATTEO SALVINI

Al motto di “Prima Padova”, Bitonci – già ex sindaco di Cittadella e presidente dei senatori della Lega Nord – ha  illustrato il suo programma per Padova, incentrato su 5 importanti punti:

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La Confederazione Elvetica e lo Stato di Milano

L’Associazione Culturale Terre Insubre ha organizzato per lunedì 3 febbraio, presso il Consolato Svizzero di Milano (via Palestro, 2) alle ore 18.30, la prima conferenza del ciclo Tra Lombardia Piemonte e Svizzera.

Ingresso libero, prenotazione obbligatoria al numero 02.76000093società.svizzera@fastwebnet.it

8-4-2014 a Roma: convegno LAPET

L’8 aprile, alle ore 9.00, presso la LUMSA Complesso Giubileo (Via Porta Castello 44) si svolgerà il convegno organizzato da LAPET Verso la ricerca dell’equità fiscale.

Info www.iltributarista.it

AltaRoma la rincorsa all’eleganza

MODA: VIAGGIO NELLA CAPITALE, ITINERARI SENZA SENSO

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Affrontare lunghi percorsi per vedere, sapere e capire la moda… capire come affrontare percorsi collegati con il nulla, quando il tempo tiranno si diverte con noi, costretti a trasformarci in pendolari e perdersi nei labirinti degli accrediti, sfilate con gli stessi orari e, in luoghi lontani fra loro. Un’altra occasione persa per congiungere il settore ad altri comparti, vedi: turismo, settore agroalimentare, sport, cultura, un’innegabile base comune che non esiste.

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Mariella Nava in concerto a Roma

Mariella Nava domenica a Roma, Caffè Letterario, incontro musicale all’insegna della canzone d’autore.

by wbmscs

La brava cantautrice tarantina da oltre vent’anni scrive, canta e suona le sue canzoni con uno stile inconfondibile. Ma è anche autrice di grande spessore quando scrive per i suoi colleghi, come ad esempio Renato Zero al quale regala Spalle al muro, o per Andrea Bocelli, star internazionale che ha inciso Per amore, un brano che grazie al bravo tenore toscano ha fatto il giro del mondo. Pianista raffinata dalla voce potente e morbidissima al tempo stesso, Mariella saprà giocare con le parole e con i tasti del suo immancabile pianoforte e presenterà brani della sua storia in uno spettacolo semi-acustico che porterà lo spettatore nel suggestivo mondo della canzone d’autore al femminile.

Musica, Amicizia,
Soffiare su un desiderio
e poi vedervi felici anche un po’ per me.
Mariella Nava

La line up è quella acustica con
Mariella Nava [pianoforte e voce]
Roberto Guarino [chitarra]
Salvatore Cauteruccio [fisarmonica]
Sasà Calabrese [contrabbasso]
ci saranno altri graditi ospiti…

serata con concerto

  • 10euro incl. consumazione alcolica
  • 12euro incl. cocktail
  • 15euro incl. apericena [openbuffet & cocktail]

si può cenare fin dall’inizio del concerto
previsto dalle 21,30 fino alla mezzanotte
per il taglio della torta e festeggiamenti
segue djset musica per ballare tutta la notte.

ElettroTangoBar su facebook *** info evento e prenotazioni
3355913434nava

Chiodi e martello, rimbocchiamoci le maniche

 

Un lavoro a portata di mano: martelli, pennelli, colori e chiodi…
NASCE IN PERIFERIA UN NUOVO CENTRO DI AGGREGAZIONE PER I GIOVANI. FAUTORI
DEL
PROGETTO EDOARDO VIANELLO E ALESSANDRO D’ORAZI, IMPEGNATI PERSONALMENTE NELL’
OPERA DI RESTAURO DEI LOCALI DOVE SORGERA’ LA SCUOLA “SOTTO I RAGGI DEL SOL”.
INAUGURAZIONE
CON TANTI AMICI DELLO SPETTACOLO
28 GENNAIO 2014 ORE 18.00
VIA DONATO MENICHELLA 104 (TORRACCIA)

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Gallorum Insubrum antiquae sedes

Di nuovo disponibile la ristampa del Gallorum Insubrum antiquae sedes di Monsignor Bonaventura Castiglioni.

Si può richiedere in libreria o all’indirizzo mail segreteria@terraisnubre.org

Fabrica Festival: Bevano Est in Concerto

FABRICA FESTIVAL 2014 
XI EDIZIONE

DOMENICA 26 GENNAIO 2014

BEVANO EST
Una musica “popolata”

Stefano Delvecchio, organetto diatonico
Davide Castiglia, violino
Giulio Cantore, chitarra
Giampiero Cignani, clarinetto, clarnetto basso
Stefano Fabbri, percussioni

TEATRO TENDA PALARTE
Fabrica di Roma (VT)

Ore 17.30

Ingresso € 5,00

Organizzazione:
Comune di Fabrica di Roma, consigliere con delega Giorgio Francola
in collaborazione con
Associazione Proloco di Fabrica di Roma, presidente Stefania Stefanucci

Direzione Artistica:
Maurizio Gregori ed Emiliano Di Vozzo

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Conferenza Nazionale dell’Avvocatura

 

 “Ordinamento Professionale”

  A cura degli avvocati PAOLO BOGONI e BARBARA LORENZI  (*) Napoli 16-17-18 gennaio 2014  

L’attuale legge professionale 247/2012, voluta non senza dubbi e perplessità dal Congresso Nazionale di Bari, mostra già molte criticità.  Così a posteriori un numero crescente di componenti dell’avvocatura si sono resi  conto della inadeguatezza di un testo spesso superato dalla realtà socioeconomica, che chiede oggi un’avvocatura per molti aspetti diversa da quella su cui e per cui la legge è stata disegnata. Purtroppo però intanto il quadro politico è molto cambiato rispetto a quello che ci si poteva aspettare quindici mesi fa, e, contrariamente a quanto immaginava possibile il deliberato congressuale, oggi non ci sono i presupposti politici o maggioranze parlamentari per procedere nell’ immediato a modifiche della legge. Sarebbe quindi dispersivo, illusorio e velleitario chiedere a un’avvocatura già molto provata mobilitazioni o iniziative per ottenere modifiche di livello legislativo politicamente impraticabili prima di una prossima legislatura, cioè da due a quattro anni.

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7-4-2014 a Roma: Austerloo

Austerloo
di Daniela Crasnaru
In occasione dell’uscita della traduzione svedese

Dall’iniziativa dell’Istituto Svedese di Studi Classici a Roma alla quale hanno aderito l’Istituto Rumeno di Cultura di Stoccolma e l’Accademia di Romania in Roma, nasce la presentazione del volume di poesie Austerloo di Daniela Crasnaru, presentazione che avrà luogo il 7 aprile, ore 18.00, presso la sede dell’Accademia di Romania – Sala Conferenze (Piazza Josè de San Martin 1).
La manifestazione si terrà nei suoi bellissimi spazi in presenza degli Ambasciatori di Svezia e Romania: S.E. Ruth JacobyS.E. Dana-Manuela Constantinescu.

Intervengono:
Dan Shafran, Istituto Rumeno di Cultura, Stoccolma
Angela Tarantino, Università La Sapienza, Roma

La poetessa Daniela Crasnaru ha partecipato insieme ad una ventina di scrittori rumeni alla Fiera del Libro di Göteborg l’anno scorso.
Daniela Crasnaru nata nel 1950 è una delle figure centrali della poesia rumena. Dal debutto, nel 1973, ha pubblicato una dozzina di raccolte di versi, nonché racconti e libri per bambini. L’anno scorso è uscito il suo primo romanzo. Le sue poesie sono tradotte in circa 15 lingue e, proprio in occasione della presenza dell’autrice alla fiera del Libro di Göteborg, D. Crasnaru è stata presentata in lingua svedese con la traduzione di Dan Shafran presso l’Istituto Rumeno di Cultura. (Alcune poesie erano già state tradotte per l’antologia di poesie rumena della casa editrice Tranan, Omjagintefår tala mednågon nu) Austerloo comprende una settantina di poesie tratte da precedenti raccolte, pubblicate tra gli annii ’80 e ’90 del Novecento, vale a dire nel periodo della dittatura romena e nel decennio successivo. La poesia della D. Crasnaru non viene considerata una particolarmente “politica”, ma per il sistema di censura di Ceausescu era già sospetto il fatto stesso di essere poetessa.

Ingresso libero.

Accademia di Romania
Piazza José de San Martin, 1 – 00197 Roma
Tel.: 00-39-06-320.80.24;  00-39-06-320.15.94;
00-39-06-323.67.72; Fax: 00-39-06-3216964
E-mail: accadromania@accadromania.it;
Web site: www.accadromania.it

Camorra e Calcio Criminale

CALCIO CRIMINALE…. Un “Libro Inchiesta” in una recensione di Adelfia Franchi, ricca di osservazioni ed interviste.

“Il calcio criminale è una minaccia seria, concreta e attuale, sia per chi opera onestamente nel mondo del pallone, sia chi ne è sinceramente appassionato”. Viene cosi presentato il libro scritto da Pierpaolo Romano, ricercatore e giornalista pubblicista, attualmente è coordinatore nazionale

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Un’ idea per la testa…Sinteg

Un’ idea per la testa … Sinteg = Francesco Di Castri

“Occorre inventare una nuova conoscenza per una nuova epoca”. E’ tutto da costruire…. Dalla gestione degli immobili ai servizi alla persona, nuovi servizi per clienti già acquisiti. Non e’ il momento di cercare nuovi clienti per i servizi (e quindi più immobili da gestire)… Non più il solito amministratore di condomini ma,un gestore imprenditore.

Spesso novità significa maggiori costi e oggi le belle idee si ammirano ma magari non si comprano…
Ha dimostrato che si può non pagare il condominio, che la logica “dare di più costa di più'” abbia fatto il proprio tempo. SINTEG è un network di networK. Sotto il marchio SINTEG si sviluppa 
la rete portante, quella degli Amministratori Immobiliari, una rete di 410 manutentori qualificati , una rete di 26 agenzie immobiliari e 130 negozi aderenti al progetto Sinteg Shop.
La vera essenza di Sinteg è lo sviluppo delle persone tramite la formazione e l’esaltazione della conoscenza. Questo mercato è rimasto sottosviluppato dalla nascita, per oltre 70 anni. Come ha detto Keynes “occorre inventare una nuova conoscenza per una nuova epoca”.
Decisamente Shophttps://www.sintegshop.com  azzera i costi condominiali…. è uno straordinario risultato.
La gente non sa di poter richiedere e quindi non chiede. C’e’ invece molto bisogno di servizi alla persona.
Siamo il paese al mondo con la popolazione più anziana. Gli anziani hanno bisogno di molto e sempre meno potranno contare sulla pubblica amministrazione. Quale migliore opportunità per la fornitura di servizi direttamente dall’interno dell’immobile? Nel 2007 faceva in 
Sicilia proposte per introdurre la figura della Governante Condominiale, la spinta a pensare ad un servizio di questo tipo Francesco Di Castri l’ ha avuta semplicemente da un bisogno personale: “Ne ho fruito personalmente ed in quel caso mi e’ venuta l’idea. Nel 2006, seppur giovane, single, con la gamba ingessata , non potevo prendermi cura di alcuni aspetti di igiene ambientale (anche solo pulire la lettiera del mio gatto). Ho chiesto alla badante del signore del piano superiore di darmi una mano per una ora al giorno. Dopo qualche tempo io sono guarito ma la signora è stata poi richiesta da altri condomini. Il servizio è utilissimo. Avere una persona conosciuta, che conosce luoghi e persone, porta ad avvalersi con più facilità dell’apporto di terzi ed anche il costo diviene sostenibile”.

Un progetto applicabile ovunque. I servizi che funzionano sono richiesti e graditi da nord a sud. Ovviamente le grandi città si prestano in quanto non permettono di ricorrere ai rapporti di conoscenza personale favoriti nei piccoli centri urbani.

Indubbiamente un uomo di comunicazione da idea di essere un po’ un coach per i professionisti della gestione immobiliare. Probabilmente solo per aver avuto il coraggio di mettere in discussione un modo di amministrare rimasto cristallizzato per lunghissimi anni.

Il fondatore del gruppo Sinteg, Francesco Di Castri,  con un breve cenno racconta la nascita del progetto, sorprendendo poi la platea arrivata al congresso nazionale affermando che:” in ogni ambito, compreso il condominio, il marketing può fare la differenza e, una volta raggiunto un livello di efficienza prestazionale nella fornitura dei servizi, in un futuro mercato di nuovi grandi attori, il vantaggio competitivo verrà ad essere determinato dalla capacità di arricchire i servizi di una componente emozionale“. Cosa oggi apparentemente impossibile in un ambito condominiale fatto in larga parte di improvvisazione e che tutt’ora fa registrare alle cronache fatti di ordinaria follia, intasando i tribunali con un volume di contenziosi raccapricciante

Sinteg, acronimo di Servizi Integrati, si propone come struttura di riferimento in una nazione il cui ordinamento giuridico non richiede ai gestori di immobili alcun requisito né abilitazione che possa costituire una benché minima garanzia di qualità e di tutela per il cliente. Infatti, in un mercato privo di regolamentazione la qualificazione degli operatori e l’adozione di mezzi adeguati per la prestazione dei servizi è prerogativa dei pochi che si propongono di portarsi a condizioni di efficienza al fine di fornire un servizio adeguato al cliente.

Alla base del progetto l’incedibile potenziale sviluppato dalla assoluta sinergia e comunione di intenti dei membri del network che con una reale politica comune sono riusciti a raccogliere mezzi ed a beneficiare di economie determinate dall’acquisto di gruppo. Lo scambio di esperienze maturate in diverse aree del paese ha permesso di sviluppare conoscenze e servizi unici. La convinzione che il condominio potesse essere qualcosa più di un luogo nel quale regna la dequalificazione e l’approssimazione ha portato i membri dal gruppo a credere in un diverso modo di gestire, per la soddisfazione propria e dei propri clienti.

SINTEG è il primo network di servizi immobiliari integrati d’Italia. Il progetto è stato presentato il 27 maggio 2005 a Prato. Nell’arco di pochi mesi il progetto ha incontrato l’interesse di professionisti ed aziende di tutta Italia ed ha visto accrescere velocemente il numero dei propri affiliati. 
La strategia societaria ha puntato, sin dall’ inizio, alla erogazione di servizi esclusivi e moderni e ad una interpretazione completamente nuova del ruolo e delle prerogative dell’amministratore. Sinteg è il prodotto di fatti ed esperienze maturate dai membri fondatori del gruppo in oltre quindici anni di attività, molti dei quali condotti in maniera tradizionale. 
Non è un inizio da manuale, ma è stata la propria insoddisfazione e quella dei propri clienti a portare i componenti del team Sinteg a condividere questo progetto. Da una parte gli amministratori avvertivano una allarmante precarietà, l’amministratore è infatti nella condizione di perdere in poco tempo il frutto di sacrifici in caso di infortunio o malattia o, più semplicemente, è soggetto al logorio determinato dal volume di lavoro necessario per generare un introito che giustifichi la mole di responsabilità ed incombenze. 

www.sintegshop.com – www.sinteg.org – info@sinteg.org

Adelfia Franchi

Chi comanda in Europa?

L’Europa dell’austerità

UN COLPO DI STATO

C’è un idolo pagano, una specie di vitello d’oro, che domina gli animi neoliberisti dei nostri dirigenti europei. Una divinità appesantita dalla quantità del prezioso metallo adoperato per costruirla, con quelle sembianze di moderna Sfinge, con occhi vuoti e indifferenti sull’agonia del continente.

I tanti, troppi cittadini italiani, che, in questi ultimi, tormentati anni non hanno potuto far fronte alla pressione di tasse, balzelli e crediti insoluti e le schiere di tutti quelli, e sono milioni di individui, forzatamente allontanati da una vita dignitosa, per finire nella palude della miseria, oggi sanno chi è l’artefice di tanto disastro.

A chiarire il dubbio è intervenuto il sociologo Luciano Gallino con il suo ultimo lavoro “il colpo di stato di banche e governo”, un’opera circostanziata sulla corrente ideologica del neoliberismo, con tutte le note conseguenze, molto simili, per gli effetti prodotti, alle distruzioni materiali e morali di una guerra mondiale. Gallino riconduce la genesi del “colpo di stato” nel superamento, da parte di Unione Europea, Banca Centrale Europea e FMI, delle volontà popolari, nello scavalcamento di parlamenti e governi nazionali, assumendo, questa “triplice alleanza”, le sembianze di un direttorio. Tutto questo, come ci è stato detto, perché non esistono alternative.

Certamente, nel tempo di questa lunga crisi, di fatti ed immagini sconcertanti siamo stati testimoni: il viaggiare in auto dalle campagne, ancora ben curate, ordinate e dove niente, o quasi, fa pensare alla tragedia che ha piegato il nostro Paese, alle città del nord est, ai nuclei industriali, fino a pochi mesi fa, in fervore di produzione e di lavoro, si ha l’impressione di essere dei sopravvissuti ad una letale epidemia. Capannoni abbandonati, opifici silenziosi, insegne spente o divelte, borghi commerciali dove le serrande dei grandi magazzini sono scese, da molto tempo, per l’ultima volta. È qui che l’idiozia ideologizzata, leggi “il mercato si autoregolamenta”, ha compiuto la sua opera nefasta. Se guardiamo attentamente i dati statistici del periodo, constatiamo che il ceto medio, rappresentato da un insieme di categorie storicamente dedite al lavoro in tutte le sue varietà, ha pagato con imposizioni fiscali, già di per se capaci di indurre un incremento della povertà, e, con la disoccupazione, in modo particolare quella giovanile, i misfatti dell’ottusità burocratica europea.

La Grecia, sempre presa come caso limite del meridione europeo, sotto lo schiaffo di un direttorio inflessibile, sta vivendo i giorni più tragici dal periodo della seconda guerra mondiale, quando, comunque, le autorità d’occupazione, fecero intervenire la croce rossa internazionale per salvare dalla denutrizione gli abitanti del Paese balcanico. Oggi, a giudicare da certe immagini e da certe informazioni, Atene è sotto la pioggia di indiscriminati licenziamenti, specie nel settore pubblico, gli ospedali non coprono le cure per coloro che hanno perduto il lavoro e le grandi multinazionali farmaceutiche non riforniscono di medicinali gli stessi nosocomi, nel timore di non poter recuperare il credito, tutto questo con il risultato di un aumento considerevole della morbilità e con l’abbassamento delle aspettative di vita.

La Grecia non è un Paese commissariato dalla “Troika”, è una nazione sottoposta a quella pulizia etnica di non lontana memoria in quelle terre oltre l’Adriatico, e gli artefici di questa pulizia non sono le milizie serbe, croate o bosniache, sono, invece, dei signori in giacca e cravatta che siedono ai vertici della finanza e che, da Bruxelles, decidono cosa imporre a quei governi a sovranità limitata. Questi padroni delle vite e delle anime, a loro volta, sono stati convinti dalle banche internazionali a sostenere il sistema, soccorrendo gli istituti prossimi al fallimento, anche se questi non rappresentavano, per dimensioni, un serio pericolo per l’economia continentale. Tutto questo è pesato sui bilanci, aggravando una situazione già compromessa, dunque, sempre sotto la spinta della triplice finanziaria i governi dell’Europa mediterranea hanno cominciato una vera e propria guerra contro i loro cittadini, reclamando una severa austerità, quasi i buchi di bilancio fossero determinati da un eccessivo dispendio per mantenere l’impalcatura delle garanzie sociali.

Su questa pressione, o meglio, diktat sotto il nome di “Trattato di stabilità”, con l’approvazione a maggioranza, senza alcuna discussione o riflessione, del nostro Parlamento, si è accettato un patto di sicura rovina, per noi e per le future generazioni. Nessuno degli addetti ai lavori ha voluto o potuto ricordare quel “Memorandum” sottoscritto dal Governo Ellenico, dove addirittura vengono stabilite le razioni alimentari per l’infanzia e le riduzioni di salario, intorno al 32%, da imporre nei contratti nazionali di lavoro. Insomma si è ratificata una carta di stabilità congegnata da Bruxelles, come un infallibile rimedio, per superare la stasi economica: al contrario, queste misure imposte ed accettate da una categoria di tecnici miopi e da una classe politica inesistente, hanno prodotto una recessione di incalcolabile gravità.

Soltanto gli illusi e gli animi semplici, i ridanciani ascoltatori delle barzellette di ieri e dei sogni visionari di oggi, possono credere alla rapida conclusione di questa crisi. Il “Colpo di Stato” c’è, è già stato effettuato, nell’ignavia più assoluta dei responsabili politici ed economici: il diktat che strangola l’Italia, imposto dalla “Troika finanziartedesca” prevede, allo scopo di ridurre il debito pubblico in vent’anni, un salasso fiscale di cinquanta miliardi di euro l’anno, ripetiamolo, per vent’anni. Qualora si riuscisse a far fronte a quanto sottoscritto, la miseria insanabile, scaturita da questa decisione, farà impallidire il ricordo delle miserie dell’ultimo conflitto mondiale.

Un referendum, lo dichiara il sociologo Gallino in una recente intervista al quotidiano “La Repubblica”, sarebbe stato necessario per decidere un impegno di questa portata. Ma il colpo di stato, una volta compiuto, non ha bisogno di popolari ratifiche. Anche questo voleva l’Europa?

Alessandro P. Benini – IL BORGHESE / consulpress.eu

La crisi nascosta è uscita da sotto il tappeto: la partita ce la giochiamo con Romania e Grecia


Crisi: peggio solo Romania e Grecia

Secondo Bruxelles, il Belpaese è il peggiore d’Europa per chi perde il lavoro: le possibilità di trovarne un altro entro un anno sono tra 14-15%, cioè le più basse di tutti i 28 Stati membri dell’Ue

L’Italia è il Paese che ha conosciuto dal 2008 il declino più elevato della situazione sociale di chi lavora: oltre il 12% degli occupati non riesce a vivere del suo stipendio. Solo Romania e Grecia fanno peggio (oltre il 14%) ma la loro situazione era grave già nel 2008: lo afferma lo studio Ue sull’occupazione. “Dal 2010 gli stipendi delle famiglie nell’Unione europea sono diminuiti, e i cali sono stati particolarmente profondi (oltre cinque punti percentuali in due anni) in Grecia, Spagna, Italia, Irlanda, Cipro e Portogallo”, si legge nel rapporto. In generale in Europa dal 2008 al 2012 il numero di persone a rischio di povertà ed esclusione sociale è salito di 7,4 milioni, ovvero oggi è un quarto della popolazione europea (125 milioni) ad essere a rischio indigenza. Italia, Grecia e Irlanda sono i Paesi dove la situazione si è deteriorata maggiormente, il numero delle persone in difficoltà di oltre cinque punti percentuali in quattro anni. la Commissione conclude che “nonostante i primi segnali di ripresa economica, mercato del lavoro e situazione sociale restano una grande sfida e il carattere inclusivo della possibile ripresa è incerto”.

“In Italia non cresce solo la disoccupazione ma anche la povertà”: lo ha detto il commissario Ue al lavoro Lazlo Andor presentando il rapporto 2013 su occupazione e sviluppi sociali dove l’Italia spicca per

alta disoccupazione e povertà di chi lavora, con stipendi con cui non si riesce a vivere:
Con l’aumento della disoccupazione, aumenta in Europa il rischio di povertà; secondo Bruxelles, testimoniano i dati commentati da Andor, un quarto dei cittadini Ue è a rischio di povertà ed esclusione sociale: si tratta di una percentuale più alta rispetto a quella dei disoccupati, perchè il rischio deriva anche dai bassi livelli di reddito. Il fenomeno è presente anche in Italia, ha confermato Andor

Fotografia di una povertà che in molti vogliono ignorare

Guadagnano meno del 60% del reddito che porta a casa la metà delle famiglie del loro Paese. Non possono allo stesso tempo permettersi l’acquisto in un anno di una lavatrice, di un televisore, di un telefono e pure affrontare una spesa imprevista. Oppure faticano a pagare l’affitto, riscaldare l’abitazione, mettere in tavola sufficienti proteine e andare in vacanza per una settimana. Ancora, vivono in una famiglia dove si lavora due mesi su dieci, mentre per il resto del tempo non si ha un’occupazione degna di tal nome. Sono questi i tratti della povertà in Italia ed Europa, che si celano dietro la definizione di “persone a rischio povertà o esclusione sociale”. Il potere semplificante della statistica ci dice che vi rientrano 18,2 milioni di persone in Italia, il 29,9% della popolazione contro una media Ue del 24,8%.

Scivolare sotto la soglia del rischio:

Secondo la definizione di Eurostat, le persone “a rischio di povertà o esclusione sociale” sono quelle che ricadono in almeno una delle tre seguenti categorie: sono “a rischio povertà”, sono in stato di “severa deprivazione materiale” o vivono in famiglie con una “bassa intensità di lavoro”. Queste definizioni svelano una foto in bianco e nero della povertà. s famiglia) che magari garantiscono ai nuclei possibilità di spesa superiori a quelle che deriverebbero solo dalle entrate. Motivo per cui l’Istat calcola le soglie di povertà (tanto relativa quanto assoluta) sulla base della spesa. Accorgimento che anche Eurostat fa proprio aggiungendo gli altri due parametri.

Per “a rischio povertà” si intende infatti la fetta di popolazione che ha un reddito disponibile che si colloca al 60% del reddito medio disponibile nel Paese di riferimento(quel livello che divide in due gruppi uguali i redditi del Paese). In Italia, secondo i dati Istat del 2010, quest’ultimo corrisponde a 2037 euro mensili e pone la soglia a 1.200 euro circa. Questo parametro – ponderato per i componenti della famiglia – serve a indicare il basso livello di reddito in rapporto a quanto avviene nel Paese in cui si vive, non necessariamente una situazione di povertà o ricchezza in termini assoluti.

Diverso il procedimento che porta gli statistici a definire le persone che sono materialmente indigenti, che non si misurano in base al reddito ma alla possibilità di spesa e con un ragionamento qualitativo. Nella “severa deprivazione materiale” vi ricade, infatti, chi non riesce a garantirsi quattro delle nove seguenti incombenze: pagare l’affitto, il mutuo o le bollette; mantenere la casa sufficientemente riscaldata; affrontare spese impreviste; mangiare carne, pesce o proteine equivalenti ogni due giorni; andare in vacanza via di casa per una settimana; mantenere un’auto; una lavatrice; un televisore; un telefono o un cellulare. Si tratta quindi di una situazione di ristrettezza economica durevole, che porta all’incapacità forzata (non frutto di una libera scelta di consumo) di soddisfare alcune di quelle esigenze.

Da ultimo, si guarda al lavoro svolto in famiglia. L’allarme scatta quando i membri del nucleo familiare hanno un coefficiente di “intensità del lavoro” inferiore alla soglia di 0,2. In pratica, si tratta dei nuclei dove le persone in età lavorativa (18-59 anni ad esclusione degli studenti fino a 24 anni) hanno lavorato in un anno meno del 20% dei mesi durante i quali potevano teoricamente essere occupati. 

Questi tre parametri, , rendono l’idea di come la recessione economica abbia modificato i tratti della povertà in Italia. Nei sei anni di crisi, tra il 2007 e il 2012, la fetta di popolazione con bassa intensità di lavoro è rimasta in linea con la media europea intorno al 10%. Nel povero Belpaese la quota delle persone a rischio di povertà ha oscillato intorno al 19% / 19,4% lo scorso anno). Ma a peggiorare è stata la qualità della vita, rappresentata dall’indigenza e dalla deprivazione materiale. Nel 2007, mentre il 19,9% degli italiani era “a rischio povertà”, quindi con reddito di gran lunga inferiore alla media, solo il 6,8% aveva problemi sul versante della spesa. Significa che il sistema era iniquo in quanto a distribuzione del reddito, ma tutto sommato la qualità della vita era un problema limitato a pochissimi casi; lo squilibrio opposto, come quello dell’Ungheria, rappresenta invece una società meno iniqua ma nella quale chi ha un reddito basso soffre veramente. Oggi, in Italia, le persone indigenti sono balzate al 14,5%: la rete di protezioni – come quella familiare – non basta più e anche nelle statistiche si certifica che la qualità della vita è pessima per una parte importante della popolazione .

Nel frattempo agli italiani rimane in bocca solo un pò di belpaese: il formaggio, perchè morbido e, poterlo masticare anche senza denti , fa rimanere vivi, in attesa di morire di fame , di freddo , senza luce, impossibilitati a fare la spesa, pagare gli specialisti per curarsi e, pagare le bollette.

Adelfia Franchi

Australian Open: vittoria nel segno delle donne

Tennis:la terza finale consecutiva di doppio femminile degli Australian Open è tutta italiana

Melbourne, 22 gen- La coppia azzurra numero uno del mondo composta da Sara Errani e Roberta Vinciconquista (il cognome è di buon augurio) difende il titolo conquistato lo scorso anno, ha battuto in semifinale la ceca Kveta Peschke e la slovena Katarina Srebotnik, teste di serie numero 6, per 6-1, 6-4. In finale affronteranno le russe Ekaterina Makarova e Elena Vesnina, teste di serie numero tre. Per le due azzurre è la sesta finale di Slam in doppio: hanno vinto tre titoli (Roland Garros e US Open nel 2013 e Australian Open nel 2013).
Mentre sarà semifinale tra Rafael Nadal e Roger Federer. Il primo ha sconfitto il bulgaro Grigor Dimitrov per 3-6, 7-6 (7-3), 7-6 (9-7), 6-2 mentre lo svizzero ha superato lo scozzese Andy Murray per 6-3, 6-4, 6-7 (6-8), 6-3. ”Ho paura di perdere la racchetta. Mi scappa di mano”, spiega lo spagnolo numero 1 del mondo. In ogni match deve affrontare due avversari. Uno è al di là della rete, l’altro è sulla mano sinistra: una fastidiosa vescica che non dà tregua e rischia di complicare i progetti del campione.Dopo aver persa la prima partita, il mancino di Manacor ha vinto la seconda al tie-break e la terza, in un pesantissimo set-point sprecato da Dimitrov. ”Vincere il secondo e il terzo set al tie-break è stato fondamentale, l. Sapevo che avrei avuto le mie chance e per fortuna il parziale è stato decisivo. Se anche lui avesse vinto il terzo, io avrei continuato a lottare. Ero stanco, ma non così tanto”, spiega lo spagnolo,.
”Dopo una vittoria del genere, magari capita di giocare poi molto meglio nel match successivo. In ogni caso, non penso di aver fatto una brutta partita. Il problema principale è stato il servizio e quando la battuta non funziona tutto il resto ne risente -ribadisce-.Riuscire ad eseguire gli altri con la solita tranquillità è fondamentale. Cercherò di risolvere la questione e di migliorare. Se non ci riesco, non avrò la possibilità di andare in finale”.
Dimitrov, rimasto impressionato dall’energia dell’avversario nel quarto set dichiara. ”Mi stanco anche io, ma alla fine conta la resistenza mentale -dice Nadal-. Certo, serve anche la condizione fisica ottimale. Le motivazioni spingono a resistere sempre un po’ di più. Quando sono stanco, penso ‘posso farcela’. In passato ho portato a termine partite durissime e questo mi ha dato fiducia: posso farlo ancora”.
Adelfia Franchi

6-4-2014 a Roma: Fabrizio Santori

Domenica 6 aprile, alle ore 10.30, presso l’Hotel Life (via Palermo 12) ci sarà un convegno con Fabrizio Santori, unico consigliere eletto con la lista de La Destra alla Regione Lazio, è ora nel gruppo misto ed è in attesa di collocazione.

6-4-2014 a Roma: mostra d’arte Bianco e Nero

Fino al 6 aprile la Sala Esposizioni (Viale delle Belle Arti, 110) ospiterà la mostra d’arte Bianco e Nero di Matei Luca Stoian.

Apertura ogni giorno ore 17.00- 19.00

                                                            

Simoncini (Regioni) su ammortizzatori sociali in Audizione al Senato

Roma, 21 gennaio ’14 (comunicato stampa) “Bisogna superare la deroga verso un sistema di protezione universale che non faccia differenze tra lavoratori di serie A o di serie B, e cioè in relazione al numero di addetti della loro azienda”. Lo ha dichiarato il coordinatore della materia lavoro della Conferenza delle Regioni, Gianfranco Simoncini, in sede di Audizione al Senato sugli ammortizzatori sociali in deroga, esprimendo il parere negativo della Conferenza delle Regioni sul decreto sui nuovi criteri di accesso.

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