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Autore: Redazione

Convegno a Napoli per la tutela delle proprietà immobiliari

Il 14 luglio, alle ore 16:00, presso la sala riunioni del Consorzio Del Bo Ascensori – sita in via Pisciarelli 79, Agnano (Pozzuoli) – si svolgerà il convegno “L’immobile: un bene da tutelare. Conoscere per migliorare”. Scopo dell’evento è presentare a livello territoriale Confabitare Napoli, associazione senza scopo di lucro che offre ai proprietari immobiliari svariati servizi e consulenze che vanno dal campo amministrativo fino a quello assicurativo. L’associazione vuole inoltre essere un tramite con le istituzioni, per sottoporre problematiche legate al mondo delle abitazioni e favorire la promozione di leggi a tutela della proprietà immobiliare.

Durante il corso del convegno, sarà presentato inoltre Confamministrare Napoli, ente che – ai sensi del Decreto Ministeriale 140/2014 – si occupa dell’organizzazione di corsi di formazione ed aggiornamento per amministratori condominiali, figure professionali da scegliere sempre con grande attenzione. Dopo la relazione introduttiva di Luigi Grillo, presidente di ConfabitareConfamministrare Napoli, il convegno procederà con gli interventi del presidente nazionale di Confabitare Alberto Zanni e quello del Vicepresidente Nazionale di Confamministrare Giuseppe Rigotti.

Nel corso dell’incontro, inoltre, è previsto l’intervento di alcuni esponenti del mondo imprenditoriale che tratteranno di prodotti e servizi innovativi dedicati alle proprietà immobiliari. Particolarmente significativo quanto afferma al riguardo l’organizzatore del convegno, l’Avv. Luigi Grillo: «A causa della crisi economica che ha caratterizzato gli ultimi anni, la tutela della proprietà immobiliare ha assunto sempre più valore e questo ha spinto i proprietari di immobili ad orientarsi verso servizi di aziende e professionisti sempre più qualificati, al fine di salvaguardare e valorizzare il patrimonio faticosamente acquisito.»

Tuscania FLeB 2015

L’Assessorato alla Cultura e Politiche giovanili della Regione Lazio e A.T.C.L – Associazione Teatrale fra i Comuni del Lazio, in collaborazione con il Comune di Tuscania presentano la prima edizione del FLeb – Festival della letteratura breve, che si svolgerà dal 16 al 19 luglio 2015 nella splendida cornice architettonica e naturalistica di Tuscania, antica cittadina in provincia di Viterbo.

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GREXIT ? ! ?

Paolo Savona, J’accuse. Il dramma italiano di un’ennesima occasione perduta 

La crisi greca conferma che l’architettura istituzionale europea è difettosa e le politiche economiche che da essa promanano non consentono di attuare gli obiettivi di sviluppo dettagliatamente previsti dall’art. 2 del Trattato di Lisbona. Questa è la tesi di fondo del pamphlet J’accuse edito da Rubbettino, in libreria da pochi giorni, nel quale Paolo Savona chiama in causa Juncker, Draghi, Padoan, Visco, il Governo italiano e la Banca d’Italia accusandoli della miopia con cui affrontano la crisi europea e invitandoli a prendere atto del vero problema e a impegnarsi a cambiare i modi d’essere delle istituzioni europee per la sopravvivenza dell’euro e dello stesso mercato comune. 

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Maurice Duverger…. la politica come scienza

Il 5 giugno 1917 nasce ad Angoulême, Maurice Duverger,  futuro scienziato della politica.
Negli anni ’30 è militante del Parti Populaire Français (PPF), il più importante dei partiti “fascisti” francesi, nel quale è anche responsabile della sezione giovanile a Bordeaux.
Durante il Governo Pétain e l’Occupazione, è docente nella Facoltà di Legge nell’Università di Poitiers e insegna anche nell’Institut d’études Corporatives et Sociales, scuola quadri per la formazione delle élites della Révolution nationale.

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Il dramma italiano dell’ennesima occasione mancata

J’accuse
Il dramma italiano dell’ennesima occasione mancata

di Paolo Savona

Facendo seguito alla sua diagnosi delle eresie e degli esorcismi della politica economica italiana, pubblicata nel 2012 per gli stessi tipi, che ha raccolto molti consensi e ricevuto due riconoscimenti autorevoli, con questa nuova raccolta di scritti l’Autore traccia un quadro organico dei problemi urgenti che l’Italia deve affrontare al suo interno e in Europa.

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….. quando c’era il P.C.I.

16 giugno 1952. Il Generale statunitense Matthew Bunker Ridgway, soprannominato “Generale Peste”, arriva a Roma in visita al Presidente della Repubblica, Luigi Einaudi e al Capo del Governo, il democristiano Alcide De Gasperi (ministro della Difesa è Randolfo Pacciardi e dell’Interno Mario Scelba; un bel gruppetto di atlantisti).
Si tratta solo di una delle tappe di un suo giro europeo. Pochi giorni prima in occasione della sua visita francese, a Parigi si è tenuta una imponente manifestazione antiamericana contro il “Generale Peste”.

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La Guerra d’Algeria e il Piano Pouget

Il sillogismo imperfetto: La guerra d’Algeria e il «piano Pouget», un’alternativa dimenticata  di GIANFRANCO PERONCINI  (Edizioni Mursia)  

Recensendo la riedizione (finalmente in versione integrale) de “I CENTURIONI”, livre de chevet della giovane destra degli anni sessanta, STENIO SOLINAS osservava con favore che la Casa Editrice Mursia aveva affidato “ la traduzione, per il progetto che includeva anche la pubblicazione de “I PRETORIANI”, a uno  specialista in materia, Gianfranco Peroncini, autore per la stessa casa editrice di “Il sillogismo imperfetto. La guerra d’Algeria e il “Piano Pouget”….. monumentale ricostruzione non solo di quel conflitto, ma delle componenti politiche, sociali, ideali e psicologiche che ne fecero il paradigma dell’incontro-scontro fra imperi e colonie”.

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Invito alla danza a Villa Pamphili

Per conoscere, prendere coscienza, per non dimenticare, per rendere consapevoli che, chi ha un briciolo di possibilità in più, deve dare di più. Oggi, in un ambiente carico di storia e bellezza al Museo Teatrale del Burcardo Via del Sudario, 44, è stato presentato l’ evento più atteso  di questa caldissima estate: “INVITO ALLA DANZA” , la più antica manifestazione romana dedicata a quest’arte che festeggia nel 2015 il suo XXV anniversario realizzando, com’è nel suo stile, spettacoli di innovazione culturale, grande danza e multidisciplinarietà secondo un cartellone variegato.

Per valorizzare questo importante anniversario, il Festival ha riconquistato il suo spazio storico a Villa Pamphili.
Apre il cartellone, il 16 luglio, la Nueva Compañia de Tango Argentino di recente formazione e al suo debutto romano con lo spettacolo El ultimo Tango, dedicato alla musica di Piazzolla mirabilmente eseguita dall’Orquestra Minimal Flores del Alma.
A seguire il 21 luglio, in prima assoluta, lo spettacolo L’ultimo rifugio realizzato in collaborazione con la compagnia Egri Bianco Danza e il sito archeologico museale delBunker del Soratte. Lo spettacolo interdisciplinare con musica live, testo recitato, video multimediale e filmati d’epoca, unico nel suo genere, realizza un’interessante innovazione teatrale. Dopo il debutto romano, la performance verrà riproposta il 26 luglio all’interno del Bunker del Soratte. Bunker Soratte 2

Il 23 luglio appuntamento stabile con la primaria compagnia di danza Aterballetto che presenterà lo spettacolo Certe notti su musiche e poesie di Luciano Ligabue e coreografia di Mauro Bigonzetti. La performance rappresenta un cammino nella notte intesa come rigeneratrice di una realtà intima personale.
Invito alla Danza apre quest’anno a un nuovo genere teatrale in cui si mescolano momenti di clownerie,  cabaret , street-dance, mimo e proiezioni video. Tutto questo è lo spettacolo Scotch imBALLATI vivi che arriva a Villa Pamphilj il 28 e 29 luglio e coinvolge i Bandits Crew e i Falappa Project.
In questo momento è particolarmente fragile la situazione della danza classica che sempre meno viene rappresentata e che, per non sparire definitivamente dai palcoscenici italiani, ha bisogno di essere tutelata: nel cartellone 2015 l’appuntamento col balletto è il 31 luglio e viene rappresentato dal Gala Giuseppe Picone e i grandi della danza. Con l’étoile partenopea si esibiscono i migliori danzatori dello scenario internazionale, attualmente principals nei più importanti teatri e compagnie.
Chiude il cartellone, nell’ambito dell’Estate Romana, la Spellbound Contemporary Ballet con una serata a lei dedicata. Il 3 agosto la compagnia guidata da Mauro Astolfi si esibirà infatti nello spettacolo Serata Spellbound formato da tre diverse coreografie.
All’inizio dell’autunno, con date ancora da definire, Invito alla Danza proporrà due progetti realizzati in collaborazione con l’Accademia Nazionale di Danza. Il primo, Formidabili quegli anni, ricostruisce le performances dei grandi coreografi che hanno introdotto in Italia, e a Roma in particolare, la Modern Dance americana (Elsa Piperno, Joseph Fontano e Nicoletta Giavotto) e delle tecniche di riferimento per la conoscenza e la diffusione della danza contemporanea nei suoi linguaggi fondamentali (Graham, Limòn e Cunningham). Il progetto si articola in un triennio e ripropone nel 2015 le coreografie più significative degli anni ’70 e ’80.
Il secondo, Trenta e’ Bello (il titolo prende spunto dall’età dei partecipanti) è frutto di un programma ideato da Invito alla Danza nel 1996 atto a stimolare e supportare la creatività giovanile, promuovere i giovani coreografi e rinverdire la danza degli anni a venire.
Un giro di boa, questo venticinquesimo di Invito alla Danza, che conferma la passione, la determinazione e la qualità delle scelte per una proposta articolata e sempre allineata con i nuovi linguaggi della contemporaneità. Come afferma Marina Michetti, direttrice artistica della rassegna: “La freschezza, l’entusiasmo, l’ingenuità degli esordi hanno negli anni ceduto il passo ad una volontà ferrea e ad una professionalità a volte esasperata, grazie alla quale però siamo cresciuti e andati avanti. Grandi però le soddisfazioni, il piacere insostituibile di aver realizzato nella maggioranza dei casi qualcosa di bello o di unico, confortante l’accoglienza e la richiesta del pubblico. In tutti questi anni di lavoro non ci siamo mai allontanati dai nostri obiettivi: dare pari dignità ai diversi stili di danza, presentare nuove proposte, artisti e compagnie esordienti nel nostro paese, senza dimenticare i grandi eventi. In altre parole creare una ‘cultura della danza’.”

IGiovedì 16 luglio 2015 – Ore 21,30

NUEVA COMPAÑIA DE TANGO ARGENTINO EL ULTIMO TANGO ,coreografia: Neri Piliu e Yanina QuinoñeMusica: Autori VariCon Orquesta Minimal Flores Del Alma

Ormai da molti anni Invito alla Danza ha un appuntamento stabile con la danza folklorica-popolare o di carattere. Quest’anno propone lo spettacolo di tango argentino El ultimo Tango con gli eccezionali ballerini Neri Piliu e Yanina Quinoñes, un cast di interpreti straordinari, nonché canto e musica dal vivo della “Orquestra MinimalFlores del Alma”. Si deve proprio all’orchestra l’ideazione dello spettacolo dedicato in gran parte ad Astor Piazzolla nei vari momenti della sua vita: come direttore di un’orchestra tipica, come compositore, come autore di colonne sonore da film e, infine, come autore di alcune fra le più belle pagine del secondo 900. Parallela si sviluppa inoltre una storia liberamente tratta da “L’ultimo Tango a Parigi” di Bernardo Bertolucci. El ultimo Tango è una serata indimenticabile di mondi lontani e solitudini che si incontrano. La musica struggente e l’intensità del ballo accompagnano il pubblico in un flusso costante di emozioni. Compagnia, fondata recentemente, è diretta da Neri Piliu e Yanina Quinoñes che sono considerati fra i più rappresentativi interpreti del Nuevo Tango Argentino. Al loro attivo vantano esperienze internazionali ed un importante curriculum che li vede continuamente protagonisti di festival, tournée e seminari in tutto il mondo. La loro tecnica eccezionale è il risultato di studi importanti, si sono infatti formati presso l’Academia de Estilos de Tango Argentino con famosi milongueros e maestri tra cui Pupi Castello, Gloria y Eduardo Arquinbau, Pablo Veron, etc.. Hanno approfondito el Tango Escenario con Vanessa Villalba e David Leguizamon, fondatori della famosa Compagnia For Ever Tango. Nel 2006 vincono il “Pre-mundial di tango”, nel 2007 sono vincitori al Festival de Baradero e al Concorso Internazionale di Tango di Buenos Aires del 2008 ottengono il secondo posto.Hanno lavorato con le più importanti orchestre di tango argentino e sono richiesti in Europa, Usa e Sud America, anche per la loro eccezionale competenza didattica, sono infatti invitati in tutto il mondo per stages, workshop eseminari. La compagnia da loro fondata si esibisce per la prima volta a Roma.

Certe notti02_Aterballetto - 23 luglio - ph. Alfredo Anceschi

ORQUESTA MINIMAL FLORES DEL ALMA

L’orchestra è la naturale evoluzione del gruppo originario “Tangoseis” che ha accompagnato Milva per tredici anni nel suo recital su Piazzolla, presentato in numerose tournèe internazionali. Quando la cantante ha cessato la sua attività artistica, l’ensemble ha realizzato questa sua nuova dimensione e subito si è imposto nel panorama nazionale. In Italia ha partecipato ai più importanti festival di tango; di particolare spessore la tournée realizzata con lo spettacolo Baires Tango prodotto dal Teatro Lirico di Cagliari che ha toccato numerose città italiane oltre a debuttare in Florida, Slovenia e Svizzera. I suoi musicisti hanno accompagnato per cinque anni la compagnia “Tango por dos” diretta da Miguel Angel Zotto. Spettacoli di solo musica o di tango li hanno visti protagonisti in Europa, Sud America e Giappone.

Martedì 21 luglio 2015 – Ore 21,30 COMPAGNIA EGRI BIANCO DANZA L’ULTIMO RIFUGIO

Progetto speciale in collaborazione con il sito archeologico e museale del Bunker del Soratte Coreografia Raphael Bianco

In collaborazione con la compagnia Egri Bianco Danza e il sito archeologico e museale del Bunker del Soratte,è stato realizzato il Progetto Speciale L’ultimo Rifugio, spettacolo interdisciplinare con musica dal vivo, testo recitato e  multimediale.

Gli attentati di varia matrice scatenati in tutto il mondo, fino all’ultimo folle sterminio di Parigi o di Tunisi, ci fanno vivere, forse inconsapevolmente, una Terza Guerra Mondiale non dichiarata. Tale scenario rende tristemente attuale il termine: Rifugio. Rifugiarsi dove?, Da chi?, Perché? Questo stato d’animo prende corpo, si sviluppa e  nel Tunnel del Soratte, rifugio dell’Alto Comando Tedesco nel 1943 e successivamente bunker antiatomico negli anni 70’. Il coreografo Raphael Bianco, in questo particolarissimo contesto storico-turistico, rappresenta situazioni di attesa, fuga, scampo, in un luogo che è stato testimone di sofferenza, strategie militari e scenari apocalittici. Danza e musica dal vivo interagiscono evocando suggestioni e stati d’animo consolidati dalle testimonianze recitate che, raccontando molteplici vicende umane, contestualizzano questi luoghi in momenti storici ben definiti.

Il video dal vivo del regista Stefano Rogliatti riprende azioni danzate in tempo reale in alcune gallerie del tunnel; immagini che verranno proiettate durante lo spettacolo e permetteranno di valorizzare ulteriormente questo sito rendendo visibile un patrimonio storico-turistico poco conosciuto.

Non meno importanti le attività collaterali realizzate in collaborazione con l’Associazione Bunker Soratte. Prima dell’inizio dello spettacolo verranno proiettati alcuni filmati gentilmente concessi dall’archivio del Sito Museale, a testimonianza delle attività svolte nel 1943/44 dall’ Alto Comando Tedesco e del bunker antiatomico voluto dal Governo Italiano durante la Guerra Fredda.

N.B: Lo spettacolo, dopo il debutto a Villa Pamphili verrà riproposto il 26 luglio a S. Oreste presso il Bunker del Soratte unitamente ad una visita guidata e ad una degustazione di prodotti locali.

BANDITS CREW 28-29_luglio_

COMPAGNIA EGRIBIANCO DANZA

Nata nel 1999, eredita l’esperienza trentennale della precedente compagnia diretta da Susanna Egri “I Balletti di Susanna Egri” unica ammessa alle celebrazioni del centenario dell’Unità di’Italia nel 1961 e da allora regolarmente sostenuta con sovvenzioni ministeriali. Intensa l’attività in trasmissioni televisive, spettacoli lirici e di prosa significative le collaborazioni con compositori e artisti come Goffredo Petrassi, Paul Arma, Lele Luzzati, Jean Cébron, Luciana Savignano, Giancarlo Menotti, Amedeo Amodio, etc… La Compagnia, formata attualmente da sette elementi stabili provenienti da esperienze professionali di alto livello, si esprime secondo uno stile contemporaneo basato su una solida tecnica classica. Numerose le tournèe sia in Italia che all’estero, in Sud America, Europa e Russia. www.egridanza.com

RAPHAEL BIANCO Studia danza classica e contemporanea alla scuola di Susanna Egri e nel 1988 entra in compagnia.

Matura esperienze all’estero presso la Compagnia Nazionale Norvegese quindi collabora con l’Ensemble di Micha Van Hoecke e successivamente col Ballet du Nord in Francia. Presto si dedica alla coreografia e produce diverse creazioni sia per la Compagnia “I balletti di Susanna Egri” che per il Verdi Teatro Comunale di Pisa e la Televisione di Stato Ungherese. Nel 1999 la compagnia muta il suo nome in “Compagnia EgriBiancoDanza” di cui Raphael diventa co-direttore e coreografo residente. Alcune sue coreografie sono nel repertorio di importanti compagnie come la Compagnia Nazionale Contemporanea di Györ in  Ungheria, nel Balletto Nazionale di Skopje in Macedonia. I suoi ultimi lavori sono di taglio teatrale come “Mystery Sonata” presentato al MAXXI di Roma.

Venerdì 23 luglio 2015 – Ore 21,30

COMPAGNIA ATERBALLETTO CERTE NOTTI coreografia: Mauro Bigonzetti Musica e poesia: Luciano Ligabue

La compagnia ATERBALLETTO, ospite stabile di Invito alla Danza, quest’anno propone lo spettacolo Certe Notti con la coreografia di Mauro Bigonzetti su musiche e poesia di Luciano Ligabue. Scrive il coreografo…. “L’incontro con Luciano è stata una di quelle strane alchimie alle quali non si sa dare una spiegazione … Subito si è creato un forte legame… ci siamo trovati a guardare uno nell’opera dell’altro e a capire che ne poteva nascere un’opera unica …”. Nasce così la coreografia di Certe Notti: un cammino attraverso la notte intesa non come un’oscurità reale e mentale, ma come rigeneratrice di una realtà intima personale, come il buio che precede l’apertura di un sipario, momento magico che ci sospende e ci spinge entro il luogo in cui il reale ed il consueto si trasformano. Nellospettacolo si fondono danza, musica, poesia e proiezioni video.

Certe notti03_Aterballetto - 23 luglio - ph. Alfredo Anceschi

COMPAGNIA ATERBALLETTO

Principale compagnia di produzione e distribuzione di spettacoli di danza in Italia, ATERBALLETTO è la prima realtà stabile di balletto al di fuori degli Enti Lirici. Fondata nel 1979, in quasi 40 anni di attività si è arricchita diun vastissimo repertorio coreografico che comprende opere create appositamente da Amedeo Amodio, che della compagnia è stato il direttore artistico fino al 1996, da Mauro Bigonzetti che l’ha sostituito per 10 anni, oltre che dei più importanti artisti della coreografia internazionale. La compagnia, formata da danzatori solisti di altissimo livello tecnico, ha ottenuto riconoscimenti internazionali e i suoi spettacoli vengono rappresentati in tutto il mondo. Cristina Bozzolini, già prima ballerina del Maggio Musicale Fiorentino e fondatrice dello storico. Balletto di Toscana, ha assunto la direzione artistica di Aterballetto nel febbraio 2008. https://www.aterballetto.it/

 

Martedì 28 e Mercoledì 29 luglio 2015 – Ore 21,30 FALAPPA PROJECT e BANDITS CREW SCOTCH im-BALLATI vivi

Spettacolo multidisciplinare ideato da Marina Michetti Coreografia Froz e Bandits crew Regia Alessio Tagliento e Walter Leonardi

Se è vero che la danza è un linguaggio per manifestare e comunicare sentimenti ed emozioni, ne fanno parte anche il sorriso, l’ironia, la joie de vivre, quasi mai rappresentati dalla danza italiana. Proiezioni video, animazione, mimo e danza caratterizzano lo spettacolo SCOTCH im-BALLATI vivi in un crescendo di ritmo ed energia che coinvolge il pubblico in un vero e proprio happening comico surreale. In un mondo dove tutto ormai sta andando in pezzi, tre uomini visionari cercheranno di trovare una risposta al problema testando le soluzioni più disparate, ma alla fine scopriranno e cercheranno di far capire che basta poco per aggiustare le cose: pezzi di scotch comico al posto giusto e un po’ di fantasia riusciranno a tenere unito il mondo e a far tornare il sorriso! La comicità, la gestualità ed il mimo di Enzo Polidoro, Andrea Viganò e Didi Mazzilli sono costantemente dalla danza scatenata dei Bandits, una crew di breakdance fra le più affermate a livello nazionale ed europeo che, in duetti ed ensemble, travolge gli attori ed il pubblico.

BANDITS CREW

Il gruppo di breakdance nasce nel 2001 a Milano e rappresenta oggi una delle più affermate formazioni europee. I 7 componenti Mad Lucas, Esom Rock, Froz, Japo, Base, Alex Kidd e Philgood, hanno vinto numerosi premi sia nazionali che internazionali come il Bboy Event, il Freestyle Session, il Born to the Floor ecc… Hanno partecipato a diverse trasmissioni televisive come Hip Hop Generation su Rai3, Mtv Dance Show su Mtv, Rapture su Alla Music, Hip Hop Tv su Sky ecc… Hanno inoltre partecipato al video musicale Da Grande della cantante Alexia oltre che allo spot pubblicitario Tribe di Breil. Da diversi anni realizzano tournée in tutta Italia presentando spettacoli di grande impatto visivo e musicale.

FALAPPA PROJECT  Andrea Viganò

Studia danza, mimo, recitazione e tecniche circensi. Nel 2004 partecipa a numerosi festival di teatro di strada e cabaret per approdare poco dopo al teatro. Durante una lunga tournée che lo vede in numerose capitali europee incontra a Barcellona Jango Edwards, un genio dell’arte mimica con il quale perfeziona la tecnica del nouveau clown  lo spettacolo Art Wars. Nel 2008 debutta, da protagonista, al Teatro Nuovo di Milano con lo spettacolo Flying Clown; nello stesso periodo inizia la collaborazione con Didi Mazzilli ed Enzo Polidoro con i quali parteciperà a numerosi  programmi televisivi, di cui curerà spesso anche musica e costumi.

Didi Mazzilli ,la sua comicità prevede l’uso della provocazione come arma principale con cui sgretolare il pregiudizio. Il suo lavoro si avvale delle contaminazioni più varie che vanno dal mimo alla gestualità, al canto. Nei suoi spettacoli, spesso surreali, la quarta parete viene demolita con il contributo attivo del pubblico, in un vortice di gag, depistaggi, avventatezze espressive. Dal 2009 collabora con Enzo Polidoro ed Andrea Viganò sia in televisione che in spettacoli teatrali.

 

  Lunedì 3 agosto 2015 – Ore 21,30

SPELLBOUND CONTEMPORARY BALLET

SERATA SPELLBOUND

Coreografia: Mauro Astolfi

Musica: Autori Vari

La chiusura della tranche estiva del festival Invito alla Danza, che proporrà in autunno nuovi spettacoli, è affidata all’ensemble del coreografo romano Mauro Astolfi. Tre i brani in programma che manifestano sfaccettature diverse della creatività dell’autore: Small Crime, un duetto che evidenzia la conflittualità che spesso emerge nella coppia; She is on the ground, performance ironica ed inconsueta per le corde del coreografo che sottolinea, divertito, il gran lavoro che gli uomini a volte devono fare per conquistare le donne; la seconda parte dello spettacolo Dare, novità 2015, creazione che segue al debutto della prima parte avvenuto lo scorso anno. Lo spirito di questo lavoro è un ringraziamento alla vita, al pubblico e ai danzatori che hanno permesso la crescita della Compagnia.

SPELLBOUND CONTEMPORARY BALLET

La compagnia nel 2011 modifica il suo storico nome Spellbound Dance Company in Spellbound Contemporary Ballet. Fondata e diretta da Mauro Astolfi tra il 1994 e il 1995, rappresenta una delle più interessanti espressioni della coreografia italiana. La compagnia utilizza una tecnica ed una gestualità in continua sperimentazione ed Mauro Astolfi ha infatti costruito un suo stile nato dalla elaborazione di diverse forme espressive del movimento contemporaneo. La compagnia si avvale di un cast di interpreti di inconfondibile qualità stilistica, che si sono formati presso le più importanti scuole nazionali e internazionali. Numerose le tournée nei principali festival italiani ed europei tra cui la Biennale di Venezia, il Festival di Biarritz, il Madrid en Danza ecc… La SCB é stata inoltre invitata in Thailandia dove ha partecipato al prestigioso International Dance and Music Festival di Bangkok e negli Stati Uniti all’APAP Conference di New York. Nella stagione 2012/2013 ha realizzato cinque settimane di tournée nelle principali città degli States, a seguito del conseguimento di un NDP subsidy, assegnato a Spellbound come unica compagnia europea.

https://www.spellboundance.com/

Venerdì 31 luglio 2015 – Ore 21,30GiuseppePicone_Gala 31luglio

GIUSEPPE PICONE E I GRANDI DELLA DANZA

Coreografie e musica di autori vari. In questo momento storico ci appare particolarmente fragile la situazione della danza classica che sempre meno viene rappresentata e che, a nostro avviso, ha bisogno di essere tutelata per non sparire definitivamente dai palcoscenici italiani. Nel cartellone 2015 la danza classica viene rappresentata dal Gala Giuseppe Picone e i grandi della danza. Nel programma, ideato dall’étoile partenopea, si alternano le più importanti coreografie del repertorio classico accanto a produzioni contemporanee. Si spazia infatti da Bayadere a Le Corsaire da Le bourgeois a Bolero. Interpreti ne sono i migliori danzatori dello scenario internazionale con iquali Picone si è confrontato durante la sua carriera, provenienti dai più importanti teatri e compagnie internazionali: Liudmilla Konovalova dall’Opera di Vienna, Nicolai Gorodiskii dal Teatro Colon di Buenos Aires, Ana Sophia Scheller dal New York City Ballet, Sara Renda dal Balletto di Bordeaux, Kateryna Kukhar e Alexander Stoyanov dal Teatro dell’Opera di Kiev,Avetik Karapetyan dal Balletto di Toulouse.

INVITO ALLA DANZA: Storia e concept della Manifestazione Venticinquesimo anniversario per il Festival Invito alla Danza, nato quasi per caso per colmare una grave lacuna del sistema spettacolo: la mancanza scandalosa di luoghi idonei per la danza, che potessero accogliere degnamente i più diversi stili e generi. Tanti gli anni trascorsi e tanti i ricordi in un mondo che, in quarto di secolo, è profondamente cambiato. La freschezza, l’entusiasmo, l’ingenuità degli esordi hanno negli anni ceduto il passo ad una volontà ferrea e ad una professionalità a volte esasperata, grazie alla quale però siamo cresciuti e andati avanti. Comune denominatore di questa mia vita dedicata alla danza è il coraggio a cui bisogna appellarsi giorno dopo giorno per far fronte alle difficoltà create da una gestione, spesso scriteriata, del pacchetto arte – cultura – spettacolo da parte delle Istituzioni. Grandi però le soddisfazioni, il piacere insostituibile di aver realizzato nella maggioranza dei casi qualcosa di bello o di unico, confortante l’accoglienza e la richiesta del pubblico che ti sostiene. In tutti questi anni di lavoro non ci siamo mai allontanati dai nostri obiettivi: dare pari dignità ai diversi stili di danza, presentare nuove proposte, artisti e compagnie esordienti nel nostro paese, senza dimenticare i grandi eventi.in altre parole creare una “cultura della danza”. In altre parole creare una “cultura della danza”.Un grande e complesso lavoro che tuttavia ci è stato riconosciuto sia all’Estero che in Italia. Invito alla Danza, infatti, è diventata negli anni un riferimento certo per compagnie straniere ed italiane.Michetti02

L’amore e l’impegno investiti hanno portato i loro frutti: nel 2010, in occasione del anniversario del festival, Invito alla Danza ha ricevuto il Premio Anita Bucchi come Miglior Festival dell’anno.

 

 

14-7-2015 a Roma: La Riforma della P. A.

CONVEGNO

LA RIFORMA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Il DDL n. 1577/2015
Confronto tra lavoro pubblico in Italia e in Europa Area Quadri P.A.: ricorso alla Corte Europea

Martedì 14 luglio 2015, ore 16

Senato della Repubblica – Istituto Santa Maria in Aquiro Piazza Capranica 72, Roma

Intervengono

Andrea Augello – Senatore, Componente Commissione Affari Costituzionali del Senato Roberta Angelilli – ex Vice Presidente del Parlamento Europeo

Antonino Galloni – Economista
Fabio Frattegiani – Avvocato esperto in Diritto dell’Unione Europea

Davide Velardi – Segretario Confederale CISAL
Raffaella Micucci – Segretario Nazionale CISAL FPC Ministeri, Agenzie Fiscali, P.C.M. e Sicurezza Raffaele Pinto – Segretario Nazionale CISAL FPC Ministeri, Agenzie Fiscali, P.C.M. e Sicurezza

Rita Bontempo – Segretario Generale Feder Public Managers Giancarlo Barra – Segretario Generale Dirpublica

Conclude

Paola Saraceni – Segretario Generale CISAL FPC Ministeri, Agenzie Fiscali, P.C.M. e Sicurezza

Info: p.saraceni@cisal.org – 347.0662930 Obbligo di giacca e cravatta

TUSCIA FOOD VALLEY

TUSCIA FOOD VALLEY

Produzione e cultura del cibo tra passato, presente e futuro

Venerdì 3 Luglio 2015  h.18

Università della Tuscia complesso di Santa Maria in Gradi

Via S. Maria in Gradi 4 – Viterbo

 Il tema di EXPO 2015 diventa a Viterbo un’inedita rassegna sulla scienza e la cultura legate al cibo, nel corso della storia.

tuscia_food_valley

Venerdì 3 luglio alle ore 18 l’Ateneo della Tuscia inaugura l’esposizione Tuscia Food Valley – Produzione e cultura del cibo tra passato, presente e futuro, primo appuntamento di un ampio progetto espositivo.

L’iniziativa parte dall’Università degli Studi della Tuscia, impegnata ormai da decenni nello studio, nella ricerca e nella messa a punto di tecnologie innovative per l’ agroalimentare – con l’intenzione di proporre uno spazio espositivo multimediale destinato a divenire permanente.

Il progetto, finanziato dalla Regione Lazio tramite LazioInnova spa, riunisce le diverse esperienze di ricercatori dell’Università della Tuscia, dell’Università della Sapienza e dell’Università di Roma Tre, che diventano i contenuti della mostra, organizzati in sezioni tematiche.

Abbiamo colto il tema di Expo 2015, con l’idea di riuscire a creare un’esposizione sintetica ed emozionale della scienza e della cultura del cibo, che stimoli la divulgazione delle esperienze più virtuose della ricerca applicata e dell’innovazione di prodotto in campo alimentare.                                    E in questo senso, l’intento principale è indurre il confronto e lo scambio di conoscenze sia storiche che scientifiche tra ricercatori, giovani studenti e laureati ed imprenditori, per favorire il coinvolgimento delle risorse ed eccellenze locali, in modo che emergano idee imprenditoriali utili, per esempio, a progetti di startup.” così il Professore Marco Esti, curatore della mostra.

 I circa cinquanta contributi di ricerca, suddivisi in sei sezioni tematiche (cultura, colture, trasformazione e conservazione, consumo, sicurezza e qualità, sostenibilità) sono proposti secondo percorsi che permettono di approfondire come scienza e cultura da sempre accompagnino l’evoluzione del cibo nella storia dell’uomo, condizionandone i sistemi produttivi e il paesaggio.

Le modalità allestitive della mostra sono molteplici: teche, pannelli espositivi, immagini, video, tablet, installazioni percettive e multimediali forniscono diversi approcci cognitivi ai contenuti esposti.

Un ambiente della mostra accoglie due modelli dalla Collezione MAXXI Architettura dell’architetto coreano Soon-In Yang, creati per un recente progetto di ricerca architettonica che indaga la possibilità di produrre energia attraverso l’agricoltura.

Infine, il database dei risultati scientifici e dei progetti tecnologici presentati, sarà incluso in un catalogo multimediale, fruibile mediante installazioni interattive permanenti, ed aggiornabile anche successivamente al semestre di EXPO2015, grazie al sostegno finanziario dell’Università della Tuscia e della Fondazione CARIVIT.

 L’ALLESTIMENTO

Il progetto allestitivo  propone sei sezioni tematiche, di cui quattro legate al processo produttivo del cibo.

Colture:  che include ricerche  relative  alla produzione delle materie prime (la ricerca che ha fatto nascere il ‘SunBlack’ pomodoro nero)

Trasformazione e conservazione: tecnologie e processi  applicabili  all’industria agroalimentare  (come sensori ottici applicati al controllo della disidratazione di frutta biologica)

Consumo :  l’economia, la distribuzione e l’acquisto dei prodotti alimentari, secondo il punto di vista e le scelte del consumatore.

Sicurezza e qualità : strumenti  e  biotecnologie  capaci di  migliorare la  produzione e il consumo del cibo .

Inoltre, con la sezione Cultura, si racconta l’archeologia come strumento per la ricostruzione del paesaggio e dell’alimentazione antichi.

Infine la sezione Sostenibilità, che include vasti ambiti tematici, dalla modalità di recupero di scarti alimentari, ad interventi di cooperazione internazionale, al costo ecologico dei nostri consumi.

Un percorso veloce attraversa tutte le parti dell’esposizione fornendo un quadro sintetico e completo, per una visione rapida dei contenuti.

Un percorso di approfondimento, caratterizzato da stazionamenti in corrispondenza dei diversi temi, permette una conoscenza dettagliata dello stato di avanzamento delle ricerche.

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Particolare importanza nella veicolazione dei contenuti in mostra, hanno le installazioni percettive che si avvalgono di tecniche interattive e coinvolgono la sfera sensoriale, rivolgendosi così ad ogni tipo di visitatore. Ne risulta un’esperienza suggestiva e capace di catturare l’attenzione più profonda del visitatore .

La MOSTRA in sintesi

Titolo :: Tuscia Food Valley. Produzione e cultura del cibo tra passato, presente e futuro.

Sede :: Università della Tuscia complesso di Santa Maria in Gradi – Via S.Maria in Gradi 4 – Viterbo

Curatore :: Prof. Marco Esti – Università della Tuscia

Consiglio scientifico  :: Prof. Marco Esti – Università della Tuscia

Prof. Armando Montanari (Università La Sapienza)

Prof. Alessandro Guidi (Università degli Studi di Roma Tre)

Progettazione Allestimento / Installazioni / Progetto grafico :: Stalkagency – Roma

Inaugurazione ::  Venerdì 3 Luglio h. 18

Durata ::  fino al 31 Ottobre 2015

Orari ::  Lunedì / Venerdì h. 9 – 18

Sempre più violenza: se ne parla una volta in un anno

”Solo un piccolo uomo usa violenza sulle donne per sentirsi grande”(cit.)

L’amore,  la dipendenza, la violenza: hanno in comune forse la  perdita della ragione?  Inteso come desiderio che deve venir soddisfatto, come se fosse l’ acquisto di un oggetto? Anni di convegni, fiumi di parole, leggi non fatte o, non applicate… sangue che continua a macchiare i nostri vestiti.

L’idea che tutto si può avere , negli ultimi anni, ha leggittimato uomini,  a prendere nonostante i rifiuti. Tutto il peggio che nei secoli passati  ci è stato confermato  dalla letteratura,oggi lo ritroviamo in cronaca neraVIOLENZA 2

La violenza è un modo per compensare la mancanza di amore?  Valgono ancora le teorie che si leggono nei  testi universitari e come lo stesso Freud afferma che”nella psicogenetica della personalità il passato determina il comportamento attuale, cosi come le forme nevrotiche dipendono da traumi e conflitti di cui spesso il soggetto è inconsapevole”?

In nome dell’amore,  sentimento  tanto forte quanto distruttivo l’uomo sfoga a volte il suo malessere  sulla donna, nei casi più gravi andiamo incontro al” femminicidio”   parola divenuta ormai, soltanto un termine per indicare un crimine qualsiasi

Con il termine femminicidio si intende: “qualsiasi forma di violenza esercitata sistematicamente sulle donne in nome di una sovrastruttura ideologica di matrice patriarcale, allo scopo di perpetuarne la subordinazione e di annientarne l’identità attraverso l’assoggettamento fisico o psicologico, fino alla schiavitù o alla morte”.

Spesso questi atti di violenza avvengono nell’ambito del proprio nucleo familiare per opera di, padri, partner e uomini da cui ci si aspetterebbe cura e protezione; nell’ ultimo decennio moltissimi sono i figli che picchiano le madri,  . Ma cosa spinge a perpetrare queste gravi forme di violenza?

La violenza è un comportamento influenzato dalle norme e dalle regole di ogni cultura, spesso di natura patriarcale, a cui si aggiungono aspetti sociali, , tratti patologici, predisposizione all’agire aggressivo, alcolismo ed abuso di sostanze stupefacenti, sistemi legislativi e giudiziari ancora poco punitivi o inefficienti. Di solito si tratta di situazioni denunciate che però finiscono in tragedia senza essere giunti ad una soluzione.Si tende sempre a pensare che la violenza avviene, in ambienti economici sfavorevoli; negli ultimi anni, i casi di femminicidio , abusi, violenza sessuale su minori , è emerso da un mondo dove i soldi non mancano, dove in abbonda e dilaga la rabbia, il senso del possesso,   spesso la violenza è solo frutto di un narcisismo perverso, di un continuo desiderio di innamoramento, di un piacere relazionale che comporta solo parziale appagamento per il soggetto con personalità narcisistica.VIOLENZA 4

Spesso le donne accettano queste forme di violenza per dipendenza economica, affettiva, per paura, perché sperano di ritrovare ” l’oggetto perduto” riprendendo ancora un concetto freudiano, o perché e l’unica modalità relazionale che conoscono e che pensano di meritare.

 Nelle loro narrazioni emerge chiaramente come esse tendano a considerarsi inferiori e a percepire sé stesse sempre in relazione all’altro. Sono donne umiliate, che provano sentimenti di paura e vergogna con profonde ripercussioni sull’autostima.

Spesso tendono ad attribuirsi la responsabilità di ogni violenza subita e rimangono ancorate al passato come se non potessero vivere anch’esse un futuro. Altre volte vanno incontro alla morte a causa di un sistema legislativo ancora poco consono e ad una società che si rifiuta di accettare il nuovo ruolo della donna, troppo emancipata ed indipendente, o ancora ad opera di soggetti con personalità patologiche o semplicemente violente.

Sono significativi i dati dell’ultimo Rapporto Istat 2015 La violenza contro le donne dentro e fuori la famiglia che fa capire quanto ci si trovi di fronte a un fenomeno grave e diffuso. Secondo i dati del Rapporto, 6.788.00 donne hanno subito una qualche forma di violenza fisica o sessuale, il 31,5%delle donne tra i 16 e i 70 anni, quasi una su tre.

 I dati Istat segnalano che negli ultimi cinque anni la percentuale di donne vittime si è abbassata di due punti, passando dal 13,3 all’11,3%, ma questi numeri vanno visti in controluce, disaggregando il dato:  e così si scopre che sono aumentate, e notevolmente, le violenze più gravi, ovvero, quelle violenze dove sono state riscontrate più ferite nel corpo. Sono aumentate di quasi 15 punti percentuali, dal 26,3 al 40,2%. Però sono aumentate anche le donne che prendono coraggio: è aumentata dal 67 al 75 la percentuale delle donne che parlano con qualcuno della violenza subita, le donne che cercano aiuto presso i servizi specializzati, i Centri Antiviolenza, quelle che escono allo scoperto, mettendoci la faccia, spesso denigrate, spesso non credute, spesso abbandonate; poi di nuovo violentate e molte di loro: uccise.

La violenza di genere affonda le proprie radici in un modello culturale non ancora superato, che si alimenta e si riconduce a una disparità di ruoli dettati dal genere, a stereotipi anacronistici, tramandati di generazione, in generazione, eppure di così difficile sradicamento. Le battaglie femministe iniziate nel lontano Ottocento, che avevano portato all’attenzione le dinamiche di oppressione di genere, rivendicando una necessaria e universale parità di diritti e dignità, riecheggiano ancora oggi, quando si parla di auspicato rinnovamento culturale, di una rivoluzione sociale necessaria a smuovere quel fondo di immobilità di pregiudizi che impregna le relazioni uomo-donna, dilagando ed estendendosi a vari ambiti, a cominciare da quello più intimo, familiare, fino a giungere a quello lavorativo e a diversificati contesti pubblici.

La violenza di genere si annida e scivola sottilmente all’interno delle relazioni affettive. La letteratura internazionale parla di Verbal AbuseEmotional Abuse e Financial Abuse, riferendosi alle dinamiche quotidiane, intrafamiliari in cui si manifesta un’asimmetria di potere, che sconfina o può sconfinare in gravi situazioni di limitazione, controllo e svalorizzazione del partner, fino ad arrivare a vere e proprie minacce e intimidazioni.

Se è vero, come dimostra l’ultimo Rapporto Istat 2015, che è cresciuto il numero di donne che cerca aiuto presso i Centri Antiviolenza, è anche vero che per queste donne rimane un passaggio non semplice, che attiene alla consapevolizzazione del ciclo della violenza in cui sono coinvolte per uscirne davvero. In questo senso a queste donne viene chiesto molto: è richiesta forza e spesso “freddezza” nel riconoscere, e in un’ultima analisi, assegnare  un nome a tale vissuto devastante, agito, come le statistiche dimostrano nella maggior parte dei casi, dal proprio partner, lo stesso nel quale tanto avevano precedentemente investito.

In questo delicato passaggio sono chiamate in causa in primis le operatrici dei Centri Antiviolenza e le interlocutrici e gli interlocutori che rientrano a vario titolo negli interventi di prevenzione, sensibilizzazione e contrasto al fenomeno: è richiesta attenzione profonda, sensibilità e professionalità nell’approccio con le donne per evitare, tra i vari rischi, che subiscano il deleterio processo di “vittimizzazione secondaria”.

Sensibilità e “approccio di genere” richiamano quei mutamenti culturali che devono partire innanzitutto dalle operatrici, dalle Istituzioni e da tutti i soggetti che si approcciano al fenomeno della violenza contro le donne, le cui azioni di contrasto risultano ancora deficitarie: un gap profondo è stato individuato proprio nel Piano straordinario contro la violenza sessuale e le vittime (art.5 della Legge n.119 del 2013), presentato dal Governo lo scorso 7 maggio in Conferenza Stato-Regioni econtestato da numerosi Centri Antiviolenza e Associazioni che l’hanno giudicato “un’occasione storica persa di cambiamento”, poiché in esso il ruolo dei Centri Antiviolenza ne esce svuotato, essendo considerati “alla stregua di qualsiasi altro soggetto del privato sociale, senza alcun ruolo, se non quello di meri esecutori di un servizio”. Sorvolando sugli aspetti inerenti il sistema di governance delineato dal Piano, l’impostazione risulta essere, complessivamente, di tipo “sanitario-securitario” e le donne considerate “soggetti da prendere in carico”, in evidente contraddizione con le premesse che parlano della necessità di empowerment e con l’irrinunciabile autodeterminazione.ora non ci si è resi conto, dunque, di quanto non sia sufficiente che una donna si rivolga al pronto soccorso o sporga denuncia per uscire dal proprio vissuto di violenza. C’è bisogno invece di luoghi in cui le donne vengano accolte, si sentano realmente ascoltate e finalmente riconosciute in tutto il vissuto complesso che a fatica esse portano. Occorre capacità di comprensione e ascolto che muove dalla professionalità etica e, dall’onestà di ogni singola operatrice, tenuta a sradicare schemi concettuali acquisiti per non incorrere in “interpretazioni” arbitrarie e contaminate di un sentire che non rispecchia quello espresso dalle donne in tutti i suoi svariati significati.VIOLENZA3

 

La sfida è ardua e implica un altro passaggio obbligato, seppure ancora poco riconosciuto, vale a dire un uso corretto del linguaggio, un linguaggio che sia anch’esso “di genere”. Al di là di ogni rivendicazione o estremismo esasperato, il valore del linguaggio e l’importanza di adottarlo si rifà alla funzione propriamente semantica di esso, ovvero alla capacità di assegnare non solo un nome alle cose, ma di significare mondi e relazioni: è proprio in quest’attribuzione libera di significati che si disegnano, si negoziano o si negano anche rapporti, condizioni di uguaglianza (implicite), conferme e disconferme sociali. La negazione di declinazione al femminile per numerose professioni continua a veicolare asimmetria di ruoli, rispecchiando una forma mentis colma di retaggi culturali difficili da cancellare.

 Dall’ osservatorio sulle tendenze e sui consumi degli adolescenti

 Violenza e maltrattamento anche all’interno delle coppie di adolescenti.
  Il problema della violenza e delle prevaricazioni all’interno delle coppie di adolescenti è in continua crescita e ha importanti rivolti a livello psicologico e reazionale perché i ragazzi coinvolti sono ancora in fase di sviluppo. I dati riportati sono i risultati preliminari di un lavoro condotto in alcune scuole sul territorio nazionale che indaga l’attualissimo problema delle prevaricazioni all’interno delle coppie di adolescenti, a partire dai 13 anni di età. I dati sono stati rilevati all’interno del lavoro svolto dall’Osservatorio sulle Tendenze e sui Consumi degli Adolescenti presieduto dalla dott.ssa Maura Manca. È stato creato uno strumento che permette di rilevare differenti manifestazioni di controllo, forza e prevaricazione all’interno delle coppie, le forme di oppressione, controllo e prevaricazione perpetrate attraverso l’uso distorto della tecnologia come per esempio il controllo attraverso i social network, le minacce tecnologiche, con le chat di instant messaging, la gestione dei profili privati e altre forme legate agli oggetti tecnologici. Dato il massiccio utilizzo di smartphone, tablet e pc, le ore eccessive trascorse da questi ragazzi in rete diventa di fondamentale importanza monitorare il fenomeno anche da questo punto di vista. Il primo studio pilota è stato condotto su un campione di 562 adolescenti della provincia di Roma, proseguito poi in altre città italiane. Il campione è composto da adolescenti di età compresa tra i 13 e i 20 anni (età media 16,07). Il 40,3% del campione ha un fidanzato e il 25% ha conosciuto il proprio partner su internet.

Secondo circa l’80% degli adolescenti intervistati esiste il maltrattamento tra partner anche in adolescenza e quasi il 40% del campione totale sostiene di avere un amico/a che subisce o ha subito qualche forma di prevaricazione nella coppia.

Il 13% dei ragazzi ha paura o ha avuto paura qualche volta del fidanzato/a e, il 23%, si è sentito intrappolato nella sua relazione sentimentale. Un dato molto interessante è che il 13% si è sentito maltrattato.

Un dato allarmante è che il 63% si sente solo ad affrontare questo tipo di problemi perché a scuola se ne dovrebbe parlare di più e a casa, si ha paura che i genitori non possano comprendere determinate situazioni.

Risulta fondamentale analizzare questi aspetti fin dalle prime relazioni di coppia soprattutto in termini preventivi per contrastare la violenza domestica e gli omicidi all’interno della coppia perché i segnali possono essere identificati precocemente fin dalle prime relazioni affettive.____

Gli argomenti e i rimandi alle questioni culturali sono infiniti: rimane da riflettere sul perché si arresti una rivoluzione sociale che apre ad un grado più alto di civiltà, evidentemente, allo stato attuale quasi del tutto assente.

Nel frattempo , mentre si continua a fare statistiche, nel  substrato dove nessuno vuole arrivare fino in fondo , dove si annida quel fenomeno della violenza contro le donne, il ” problema”  rimane,  tanto che, ancora continua a fare discutere l’Organizzazione Mondiale della Sanità…ma, dove troppi interessi gravitano sulla pelle delle donne

E quindi? Come difenderci? Dove trovare risposte? Si rimanda alla responsabilità di altri o, ci riprendiamo il coraggioe, il potere decisionale sulle nostre vite? Nella speranza che le nostre storie vissute,  storie di coraggio e solitudine, non vadano perse nei talk shoow televisivi,parole perse nel vento,  per  uso e consumo del politico di turno; tragedie familiari, personali, che dopo qualche ora  cedono  velocemente il passo ad argomenti che fanno audience e scalpore. Un detto popolare , raccontato da  RAFFAELE, il babbo della mia amica Rita, recita cosi:” quando un albero cade, tutti a fare legna”.

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 https://www.solideadonne.it

 Istituzione Solidea è una Istituzione di genere femminile e di solidarietà della Provincia di Roma. Istituzione Solidea nasce nel Luglio del 2004 per volontà del Consiglio Provinciale di Roma allo scopo di sviluppare interventi di sostegno a donne italiane e straniere oggetto di violenza o in condizione di disagio e ai loro figli minori, nei confronti dei quali si propone di “risarcire il danno subito” riconoscendo che sono soggetti portatori di diritti e di risorse. In tal modo la Provincia di Roma si è dotata di uno strumento gestionale ad elevata autonomia introducendo, nel panorama degli Enti locali, la prima e tuttora unica istituzione italiana di genere. Dal primo gennaio del 2015, la Provincia di Roma, in base alla legge nazionale n.56/2014, è stata cambiata, in un nuovo ente territoriale la “Città Metropolitana di Roma Capitale”. Il nuovo ente, sostituirà la Provincia nella gestione di tutte gli attivi e passivi, così come ottemperando a tutti gli obblighi derivanti da contratti precedenti. Istituzione Solidea ha elaborato e messo a punto un vero e proprio piano provinciale teso a prevenire, contrastare e combattere il fenomeno della violenza attraverso azioni concrete: promozione di campagne di informazione e sensibilizzazione rivolte alla popolazione e alle Istituzioni; creazione di un Osservatorio provinciale per donne che subiscono violenza e i loro bambini per approfondire la conoscenza del fenomeno e per meglio progettare gli interventi, mettendo in rete i centri e gli sportelli anti-violenza di Roma e Provincia; accoglienza e ospitalità attraverso i tre centri di Istituzione Solidea a donne che subiscono violenza e ai loro bambini; prevenzione delle condotte aggressive nelle scuole superiori di Roma e provincia per, diffondere la cultura della parità, della solidarietà e del rispetto delle differenze all’interno della relazione ragazzo-ragazza; formazione degli/le operatori/operatrici sociali, sanitari, pronto soccorso degli ospedali, forze dell’ordine e privato sociale, per sensibilizzarli/le e metterli in grado di riconoscere i segnali della violenza subita dalle donne, sviluppando adeguate capacità di approccio ed inoltre acquisire conoscenze per indirizzare le donne ai servizi competenti; messa in rete tra le Istituzioni e gli/lei operatori/operatrici, che a vario titolo sono preposte alla messa in carico delle donne che subiscono violenza. Contatti Istituzione Solidea – Città Metropolitana di Roma Capitale Viale di Villa Pamphili 71/c 00153 Roma Tel. 00390667668045-4835-4938 fax 00390667667728 Email : solidea@cittametropolitanaroma.gov.it Facebook: Solidea Istituzione web site: www.solideadonne.itplurale

www.maschileplurale.it

Maschile Plurale L’Associazione nazionale Maschile Plurale è stata costituita a Roma nel maggio del 2007 e rappresenta una realtà di uomini con età, storie, percorsi politici e culturali e orientamenti sessuali diversi, radicati in una rete di gruppi locali di uomini più ampia e preesistente. I componenti dell’Associazione sono impegnati da anni in riflessioni e pratiche di ridefinizione della identità maschile, plurale e critica verso il modello patriarcale, anche in relazione positiva con il movimento delle donne. L’idea dell’Associazione è nata dopo la pubblicazione di un Appello nazionale contro la violenza sulle donne, scritto da alcuni dei promotori nel settembre del 2006 e controfirmato in pochi mesi da un migliaio di altri uomini di ogni parte d’Italia. Nel corso del 2007 si è arrivati alla costituzione dell’Associazione, come esigenza di una forma ancora, leggera, ma adeguata a un impegno nazionale più strutturato (come il lavoro per progetti, in vari contesti). Maschile Plurale, attiva in alcune regioni italiane (Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Campania, Puglia), realizza diversi interventi, quali: – la produzione di riflessioni e, di documenti con una valenza politica, sui temi della maschilità e delle relazioni tra uomini e donne, offerti alla discussione attraverso il suo sito e una pagina Facebook – gli incontri pubblici, sugli stessi temi, di sensibilizzazione e promozione culturale sul territorio – l’educazione e la formazione per le scuole, le università, gli operatori socio-sanitari e le forze dell’ordine – la collaborazione con alcuni Centri Antiviolenza, anche all’interno di reti di prevenzione e contrasto della violenza maschile sulle donne – la ricerca-azione in tema di percorsi degli uomini maltrattanti – la partecipazione ad analoghe iniziative di molte altre realtà associative e istituzionali. Contatti sito web: www.maschileplurale.it e-mail: info@maschileplurale.it

Adelfia Franchi

“Io sono originale”, le associazioni unite contro la contraffazione

 lug. 2015) – Grandi eventi in programma per “Io Sono Originale”, l’iniziativa finanziata dal Ministero dello Sviluppo economico Direzione Generale per la Lotta alla Contraffazione – UIBM e realizzata dalle associazioni dei consumatori (ACU, Adiconsum, Adoc, Adusbef, Asso-consum, Assoutenti, Altroconsumo, Casa del Consumatore, Cittadinanzattiva, Codacons, Codici, Confconsumatori, Federconsumatori, Lega Consumatori, Movimento Consumatori, Movimento difesa del Cittadino, Unione Nazionale Consumatori, Utenti Radio Televisivi), che mette in campo attività di informazione e di sensibilizzazione per i cittadini sulla contraffazione e sulla tutela della proprietà industriale.MINISTERO  ECONOMICO

Per questa campagna di comunicazione nazionale, “Io Sono Originale” girerà l’Italia con un coinvolgente road show e divertenti flash mob  per arrivare dritto al cuore e alla mente delle persone con il suo importante messaggio: la contraffazione è un fenomeno che va combattuto, fa male alla nostra economia e alla nostra salute, scegliere prodotti originali è invece sinonimo di sicurezza e di garanzia.

Il primo a partire sarà il road show, un tour che toccherà 19 città italiane per un totale di 20 eventi pubblici. Con l’obiettivo di coinvolgere il maggior numero di persone, gli eventi saranno organizzati in luoghi di grande aggregazione e durante manifestazioni pubbliche. Il road show non passerà inosservato: gazebo, totem e un pick up personalizzato “Io Sono Originale” compongono la struttura mobile dove si potranno ricevere materiali informativi sulla lotta al falso e simpatici gadget. Non mancheranno inoltre spettacoli e giochi per i bambini.

Dopo il primo flash mob dello scorso 29 giugno a Milano, i prossimi appuntamenti saranno a Brindisi, Como, Parma, Marsala e Viareggio. Prima di ogni evento verranno allestiti dei punti informativi che potranno fornire informazioni sul progetto e distribuire materiale sulla contraffazione. I flash mob, cui daranno il là scuole di street-dance locali, coinvolgeranno i consumatori in un frenetico ballo collettivo.

Per la comunicazione dell’iniziativa verrà realizzata anche una campagna di guerrilla marketing “green” che nelle zone prossime all’evento segnalerà la presenza dei punti informativi e del flash mob. Sfruttando la sola azione dell’acqua verrà impresso sui marciapiedi e nelle piazze il logo dell’iniziativa per una comunicazione spettacolare e “ecologica”.

I calendari del road show e dei flash mob sono disponibili sul sito www.iosonoriginale.it.

Autore: Unione Nazionale Consumatori

Marino game-over

—–Messaggio originale—–
Da: fdelillo@regione.lazio.it [mailto:fdelillo@regione.lazio.it]
Inviato: martedì 30 giugno 2015 18:48
Oggetto: Mobilitazione in Campidoglio – 2 luglio ore 16.45

Cari amici, giovedì 2 luglio parteciperemo alla manifestazione indetta da associazioni e comitati di quartiere a cui ha aderito Alfio Marchini, per chiedere, a gran voce, le dimissioni del sindaco Marino.  Ci ritroveremo alle 16.45 dinanzi la Chiesa di S.Marco (Piazza di S. Marco 52) per poi avviarci, insieme a tutti voi, verso il Campidoglio. Roma ha bisogno di serenità, legalità e soprattutto interventi concreti per superare il degrado e la crisi che la nostra città sta vivendo. Per questo è fondamentale la tua presenza alla mobilitazione di giovedì, per chiedere al peggior sindaco della storia di Roma Capitale di far un passo indietro, per il bene di Roma e dei romani.

Un cordiale saluto – Fabio De Lillo

 

Teatri di Pietra

 

 

Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo

Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale

Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma

Regione Lazio – Assessorato alla Cultura

Città di Sutri

Comune di Roma – XV Municipio

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La Casta di Piefrancesco De Robertis

La casta invisibile delle regioni
Costi, sprechi e privilegi

di Piefrancesco De Robertis

Numerose erano le «caste» finite sotto la lente di ingrandimento, ma mai nessuno aveva raccontato con una analisi approfondita e attenta quella delle regioni. Eppure tutti sappiamo che buona parte degli sprechi di cui tanto si discute si annidano proprio in questi piccoli venti stati che compongono il nostro Paese. Un «giro d’Italia» tra costi, sprechi e privilegi, auto blu, disservizi, società partecipate, enti inutili, viaggi merenda, sedi all’estero, maxi-stipendi e debiti record, pieno di risvolti sconosciuti e dati inediti. Divertenti da un lato e inquietanti da un altro. Al nord, al centro e al sud, nelle regioni «normali » e in quelle speciali. È lì che si annida la vera e voracissima «casta invisibile», che forse dopo questo libro sarà un po’ meno sconosciuta.

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Ferrovie dismesse e piste ciclabili:turismo sostenibile

L’Italia ha un cuore verde, ricco di bellezze naturali, patrimoni artistici, spiritualità e prodotti tipici: l’Umbria. Caratteristiche ideali per una valorizzazione turistica slow e sostenibile.

Rientra in questo ambito la recente inaugurazione della pista ciclo-pedonale Spoleto-Norcia, seguita al recupero della vecchia ferrovia Spoleto-Norcia, dismessa nel 1968, dopo 42 anni di onorata carriera.

Si trattava di un vero capolavoro di ingegneria ferroviaria, con un susseguirsi di gallerie, ponti e viadotti lungo il percorso di 52 Km (pendenze massime del 45 per mille), che univa il Comune noto per il Festival dei Due Mondi alla città natale di San Benedetto.

Quella linea secondaria a scartamento ridotto, immersa nel verde delle vallate, è stata oggi riconvertita in un suggestivo tracciato interdetto ai motori, di facile percorribilità e adatto a tutte le esigenze. Al finanziamento dell’opera ha provveduto la Regione Umbria, grazie ai fondi previsti dal Piano per lo sviluppo delle aree colpite dal terremoto (Piat) del 1997.

lavori sono stati eseguiti dall’A.T.I. Giovannini Costruttori-Forti s.r.l. e hanno permesso di recuperare c.a. 45 dei 52 Km complessivi (il tratto da Balza Tagliata a Serravalle di Norcia è riservato agli ammodernamenti della strada statale), in seguito a interventi di messa in sicurezza e miglioramento della viabilità e dei punti d’accesso.

Il nuovo itinerario ciclo-pedonale (a tratti adatto anche per l’escursionismo a cavallo) si configura come un asse fondamentale della rete di mobilità ecologica regionale e rappresenta una notevole opportunità di sviluppoper l’economia locale, in termini di turismo sostenibile e valorizzazione di attività e servizi.

Esempio felice di recupero di opere infrastrutturali in disuso, la Spoleto-Norcia farà felici gli amanti della mountain bike, i semplici ciclisti della domenica e le famiglie in cerca di svago e relax, permettendo anche ai turisti di ammirare le bellezze storico-artistiche dei due centri e dello splendido paesaggio che le circonda, in modo più responsabile e in totale armonia con la natura.

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Dove una volta passava il treno (Immagini via: www.laspoletonorciainmtb.it)

Il percorso appartiene al Demanio dello Stato ed è stato dato in concessione ad Umbria Mobilità. Parte dall’ex-stazione di Spoleto e dopo un breve tratto cittadino immette sul tracciato dell’ex-ferrovia. I primi nove Km sono segnati da pendenze morbide (4%) e possono esser facilmente percorsi anche dai più piccoli o meno esperti di bici.

La prima galleria sbuca in uno dei punti panoramici più spettacolari dell’intero tracciato: il viadotto del Cortaccione, alto 60 metri e lungo 120, formato da quattro campate che uniscono i due lati della valle. Dopo un’altra galleria, i ciclisti continuano a salire in mezzo ai boschi e si imbattono in numerosi ponti che offrono splendide viste.

Si arriva quindi ad uno dei punti più suggestivi ed emozionanti del percorso della vecchia ferrovia Spoleto-Norcia, meno adatto ai più paurosi o claustrofobici, la stretta e buia galleria di valico della Caprareccia, lunga quasi due Km e un tempo percorsa dai minatori.

Dopo il ritorno alla luce, il tracciato procede in discesa per circa sette Km tra ponti e gallerie, fino ad arrivare al bel paesino di  Sant’Anatolia di Narco. Da qui si susseguono altri 30 Km di salita agevole, che si snodano lungo colli verdeggianti e il corso del fiume Nera spesso in parallelo alla strada statale, sfiorando altri deliziosi centri quali Castel San Felice, Vallo di Nera, Borgo Cerreto, Triponzio e Serravalle. Eccoci quindi alla meta finale Norcia, un borgo rinomato come centro spirituale, apprezzato anche per le sue specialità alimentari (chi non ricorda il famoso tartufo nero?).

Cosa aspettate, allora? Inforcate le bici o indossate scarpe comode per godervi la pace di questi 52 Km di paradiso verde.

Vogliamo fare un giro in Europa? QUESTO è IL MIGLIOR PERCORSO CHE ABBIAMO TROVATO.

La nuova via ciclabile da Grado a Salisburgo è la migliore d’Europa

  • Se siete amanti della mountain bike e potete concedervi almeno una settimana di vacanza, la ciclovia italo-austriaca Alpe Adria Radweg potrebbe soddisfare ampiamente la vostra voglia di pedalare e visitare attrazioni turistiche.Il percorso cicloturistico di 400 Km, che congiunge Grado a Salisburgo e si snoda attraverso borghi pittoreschi e paesaggi incantevoli, è stato appena eletto come migliore pista ciclabile del 2015, insieme al Tour della Manica. Il premio è stato assegnato ad Amsterdam e rappresenta il giusto riconoscimento per questo itinerario su due ruote, giudicato il migliore tra i dodici realizzati di recente in Europa.

Il progetto “Ciclovia Alpe Adria Radweg” rappresenta un perfetto esempio di cooperazione transfrontaliera per lo sviluppo della mobilità sostenibile. Nato dalla collaborazione tra tre entri locali italo-austriaci (Regione Friuli Venezia Giulia, Land Salisburgo e Land Carinzia) – desiderosi di dar vita a un itinerario per le bici che oltrepassasse le Alpi e permettesse un collegamento tra la rete ciclabile centro europea e il mare Adriatico –  si è aggiudicato il bando di gara indetto per il Programma europeo di cooperazione transfrontaliera Interreg IV Italia-Austria 2013.

Le attività preparatorie di progetto sono partite nel 2008 e hanno individuato il percorso Salisburgo-Villach-Udine-Aquileia-Grado come migliore itinerario, data la possibilità di usufruire di piste ciclabili già realizzate o in corso di realizzazione, così come di una viabilità secondaria a bassa intensità di traffico nei tratti restanti. L’opera, costata in totale 1.200.000 euro, è stata possibile grazie alla condivisione delle attività dei partecipanti al progetto, che hanno collaborato proficuamente sia negli interventi infrastrutturali, che nell’elaborazione di un comune piano di comunicazione.

La passione suscitata da questo spettacolare itinerario ciclo-turistico internazionale, si legge nelle righe iniziali del depliant ufficiale stilato dall’Agenzia per il turismo del Friuli Venezia Giulia: «Da sempre le Alpi esercitano un fascino incomparabile sull’uomo. Se per secoli sono state un luogo inquietante, denso di pericoli e misteriose leggende, oggi sono una meta amata e agognata da escursionisti e ciclisti, una fonte di magia e di bellezza. La ciclovia Alpe Adria, una traversate delle Alpi da nord a sud, da Salisburgo al mare Adriatico, trasforma in realtà un antico sogno».

Ma come vivere al meglio questa via ciclabile da Grado a Salisburgo? Se volete partire da Salisburgo, la città di Mozart, il percorso toccherà la valle del Salzach e di Gastein fino a Bockstëin. Da questa località si prende un treno navetta che in 11 minuti conduce a Mallnitz (1.191 metri), da dove è possibile tornare a pedalare per dirigersi verso la Carinzia, dove il tracciato passa per alcune località al confine con l’Italia, quali Spittal sulla Drava, Villach e Arnoldstein. Il tratto italiano della ciclovia segue in parte il percorso di vecchie ferrovie dismesse e, dopo averci fatto apprezzare la bellezze naturalistiche di località ricche di storia quali Tarvisio, Pontebba, Gemona, Aquileia e Udine, si conclude a Grado, sulla costa del mare Adriatico.

Volendo percorrere in poco più di una settimana l’intero tragitto che dal mare Adriatico conduce fino al versante nord delle Alpi, gli organizzatori consigliano queste otto tappe in direzione Italia-Austria: 1) Grado-Udine; 2) Udine-Venzone; 3) Venzone-Tarvisio; 4) Tarvisio-Villach; 5) Villach-Spittal an der Drau; 6) Spittal an der Drau-Bad Gastein/Mallnitz; 7) Bad Gastein/Mallnitz-Bishofshofen; 8) Bishofshofen-Salisburgo. Nel complesso, il percorso è ben segnalato e attrezzato, non presenta particolari difficoltà e risulta accessibile a tutti.

All’inizio del 2015, sul territorio italiano sono stati completati 108 Km di ciclovia, 53 saranno terminati entro la fine dell’anno, mentre ne restano altri 23 da completare, più precisamente il tratto tra Resiutta e Venzone e l’attraversamento di Palmanova, Cervignano e Grado.

Nel Tarvisiano vi sono lavori in corso per far passare la ciclovia sul percorso finora inutilizzato della vecchiaferrovia Pontebbana. Più a sud, sarà aperta a breve la connessione tra Venzone e Gemona sempre grazie alla riconversione in pista ciclabile di un bel tratto di questa ferrovia dismessa, così che il percorso giungerà sino al sito naturalistico del laghetto Minisini e attraverserà la parte bassa di Gemona. Nei Comuni di Osoppo e di Buia si sta provvedendo a un lavoro di tabellazione del tracciato, nonché alla realizzazione di due brevi tratti ciclabili in sede propria. Osoppo, tra l’altro, ha chiesto e ottenuto il passaggio della ciclovia attraverso il bel centro del paese, al fine di una sua migliore valorizzazione turistica. Nel tratto da Buia a Udine si sta invece studiando un percorso alternativo all’Ippovia (o percorso In@Natura), poiché questa parte ufficiale del tracciato si è dimostrata difficile da recuperare e non adatta alla percorribilità con una semplice bici da turismo. Infine, un cantiere è presente all’ingresso di Cervignano, per completare nel più breve tempo possibile la pista ciclabile che conduce al paese.

Si parte dalla bella cittadina balneare di Grado sul mar Adriatico. Dopo una visita al grazioso centro storico, si percorre la ciclabile di recente realizzazione, che attraversa la laguna fino all’arrivo nei pressi di Belvedere. Da qui a Cervignano il percorso segue l’antico tracciato dell’ormai dismessa linea ferroviaria. A questo punto potete concedervi una visita al sito archeologico di Aquileia, fondato nel 181 a.C dai romani. Potrete così ammirare gli scavi che hanno permesso di tornare a godere della bellezza del foro, del porto e di numerose ville mosaicate. Da Cervignano si procede verso Palmanova, pedalando in parte sull’apposita pista ciclabile e per alcuni tratti su strade secondarie e poco trafficate. Quest’ultima località è una città fortificata a pianta stellata, fondata dalla Repubblica di Venezia nel 1593. Siamo sicuri che rimarrete piacevolmente colpiti dal fascino del percorso ciclabile che si snoda lungo i suoi bastioni. Il tratto  Palmanova-Udine risulta praticamente terminato: pedalerete sulla pista riservata alle due ruote e su strade secondarie, toccando vari borghi lungo la fertile pianura friulana.

Eccoci quindi a Udine, bella e accogliente città circondata da colline, vicina al mare e alla montagna e sita in una posizione privilegiata al centro del Friuli Venezia Giulia. Sottoposto al dominio della Repubblica di Venezia per più di tre secoli, il capoluogo friulano presenta varie attrazioni (il castello, il Duomo, la Loggia del Lionello, il Palazzo Arcivescovile ecc.) e un numero rilevante di opere del celebre artista Gianbattista Tiepolo, che qui dimorò e si formò artisticamente. Se siete amanti della gastronomia, concedetevi qualche pausa in una delle tante enoteche per gustarvi il “tajut” e altre specialità locali.

  • Dal centro storico di Udine, la ciclovia tocca il Parco del Cormor e segue poi il percorso In@Natura, che attraverso strade sterrate piuttosto degradate poste lungo la verde valle del torrente Cormor, giunge fino al centro di Buia. Da questa località vi muoverete lungo la piana di Osoppo e attraverserete il maggior fiume friulano, il Tagliamento, presso Braunlis. Dopo aver toccato altri borghi pittoreschi, a Pioverno imboccherete la ciclabile della montagna carnica FVG-8 e, una volta passato il ponte sul Tagliamento, vi ritroverete nello splendido paese di Venzone, unico esempio di cittadella murata medioevale in Friuli, dichiarato monumento nazionale di interesse storico e artistico nel 1965. Il terribile terremoto del 1976 è oggi un lontano ricordo: Venzone ha recuperato il suo fascino originario e vi incanterà coi suoi vicoli ed eleganti palazzi.
Colloredo di Montealbano: Ippovia Alpe-Adria

 Passato Venzone, il tracciato segue la viabilità ordinaria (SS13) fino a Resiutta, dove inizia la ciclovia “Senza confini” (FVG1), che corre lungo il percorso della vecchia ferrovia Pontebbana, attraversa molte gallerie e qualche viadotto e infine raggiunge il paese di  Pontebba, il centro maggiore della Valcanale, già abitata in epoca romana. Siete così arrivati al punto dove passava il confine italo-austriaco fino alla prima guerra mondiale, un’ottima base per escursioni nelle splendide valli montane o vari percorsi di trekking.

Oltrepassati il ponte sul torrente Pontebbana e la linea ferroviaria, dopo un tratto di strada secondaria vi immetterete di nuovo sul tracciato della vecchia ferrovia nei pressi di La Glesie-San Leopoldo, per immergervi nel tranquillo e rilassante paesaggio alpino della Valcanale. Superata la stazione termale dei Bagni di Lusnizza, rinomata per le sue sorgenti sulfuree, continuerete a pedalare in leggera salite tra boschi e baite, fino a raggiungere Malborghetto, una bella località montana vicina agli impianti sciistici di Tarvisio, ottimo punto di partenza per escursioni e passeggiate. Non mancate poi di visitare il cinquecentesco Palazzo Veneziano che ospita il museo etnografico, dove troverete tutta la storia e le tradizioni del territorio della Comunità montana Valcanale-Canal del Ferro. Il percorso prosegue poi verso Ugovizza e la Sella di Camporosso, il più basso valico delle Alpi coi suoi 816 metri. Oltrepassato il portale “conta ciclisti” nei pressi della partenza della funivia per il santuario del Monte Lussari – meta di pellegrinaggio sorta nel 1360 dove la tradizione vuole si sia verificata un’apparizione della Madonna – si scende verso Tarvisio, uno dei più importanti poli sciistici del Friuli Venezia Giulia, sito nella più grande foresta demaniale d’Italia (ben 24mila Ha), attraversata dal fiume Fella ed estesa sino al confine con Austria e Slovenia. Siamo qui in presenza di una delle aree naturalistiche e faunistiche più importanti del Paese, ricca di verdi boschi e ampie vallate.

Da Tarvisio il percorso prosegue verso l’Austria passando proprio attraverso questa meravigliosa foresta. Dopo una veloce discesa che congiunge Thörn-Maglern ad Arnlodstein, si svolta per imboccare la pista ciclabile carnica che ci porta nella ridente cittadina di Villach, la più “mediterranea” della Carinzia, non solo per le condizioni climatiche ma anche per l’architettura e l’ospitalità della gente. Circondata da monti e laghi, Villach è famosa per le sedute della gilda carnevalesca – da qui il suo nomignolo “roccaforte dei matti” –  e per la settimana dedicata alla festa patronale (29luglio-5 agosto). Il ponte sulla Drava è il punto di partenza ideale per un breve giro della città, dove meritano una visita la piazza principale (Hauptplatz), la  chiesa parrocchiale di St. Jakob e le bellissime ville ottocentesche.

Da Villach si risale la vallata della Drava lungo la ciclabile omonima, costituita in parte da tratti asfaltati e in parte da strada sterrata. Il percorso è prevalentemente pianeggiante, ad esclusione delle piccole salite che si trovano in corrispondenza delle centrali idroelettriche che sbarrano il corso del fiume. Superata la località di Mauthbrücken, la pista tende ad allontanarsi dal fiume e corre a fianco dell’autostrada e poi della ferrovia. Passato il villaggio di Sankt Peter, si arriva facilmente a Spittal an der Drau, dove vi consigliamo di visitare il museo di cultura popolare, ospitato all’interno del rinascimentale Palazzo Porcia.

Lasciata alle spalle Spittal, si prosegue lungo la ciclabile della Drava fino a Möllbrucke, dove si sale la vallata del fiume Möll seguendo le indicazioni della Glockner Radweg, il percorso cicloturistico che comprende tratti di ciclabile e strade secondarie poco trafficate. Ricordatevi di alzare gli occhi e ammirare lo spettacolo del paesaggio: attraverserete piccoli borghi, fattorie, boschi e piccole aree coltivate. Questa ciclopista termina a Obervellach, dove inizia l’impegnativa salita della strada statale 105 (pendenze del 12% per i primi due Km!), fino ad arrivare all’ingresso del Parco nazionale degli Alti Tauri. Da qui, una breve discesa conduce al grazioso villaggio diMallnitz. A questo punto, salite sul treno navetta e in soli 11 minuti sarete a Bockstëin.

Scesi dal treno, riprendete la vostra bici e lanciatevi in discesa sulla bella ciclabile che corre lungo il torrente Gasteiner. Giunti a Bad Gastein, concedetevi un po’ di svago e relax alle terme (tra le tante attrazioni lo scivolo acquatico da 70 metri), che sono addirittura collegate alla stazione tramite un passaggio panoramico di 150 metri! Dopo una leggera discesa si arriva al paese di Bad Hofgastein, caratterizzato da un bel lago balneare. Proseguendo ancora in discesa lungo la vallata, si passa sotto alcuni tunnel che conducono al villaggio di Lend. Da qui inizia la ciclabile dei tauri, che coi suoi saliscendi incrocia vari paesi (compreso St. Johann in Pongau con le sue splendide cascate), fino all’arrivo al centro storico di Bischoshofen.
Tra Bad Hofgastein e Bad GasteinPassata Bischoshofen, si prosegue lungo la ciclabile dei tauri (Tauernradweg) che si snoda sulla riva destra del fiume Salzach. Lungo il percorso merita una visita Werfen, nota per la splendida fortezza medioevale di Hoenwerfen, dove sono stati girati anche celebri film di Hollywood, nonché per l’Eisriesenwelt, ossia la grotta di ghiaccio più grande del mondo, un suggestivo monumento dove anche in estate la temperatura è quasi sempre sotto zero. Passata Werfen, si prosegue lungo le corsie d’emergenza della strada statale, riconvertite in piste ciclabili. Alcuni saliscendi si susseguono fino a Golling, dove rimarrete estasiati dalla Blantautal, una piccola vallata ricca di acque e delimitata da pareti rocciose.

Dopo aver ammirato le possenti cascate del Weissen Torren e quella di Golling (72 metri di altezza per 15mila litri al secondo di portata), strade secondarie più o meno ondulate vi porteranno al borgo di Hallein. Da qui potete riprendere le piste ciclabili che corrono lungo le sponde del Salzach, fino ad arrivare al traguardo di questo magnifico itinerario, la piazza Mozart di Salisburgo. Nella città austriaca non mancate di visitare anche lo splendido DomQuartier in stile barocco e il castello di Hellbrunn coi suoi giochi d’acqua.

da (tutto green)

In bici, per il piacere di stare in compagnia, in forma e in mezzo a tanta bellezza.