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Autore: Redazione

23-5-2015 a Fano (PU): Dal Caso Mattei alla Globalizzazione

Memmt Marche, Associazione Terre dell’Adriatico – Adrialand, Centro Libero Analisi e Ricerca (CLAR), organizzano, SABATO 23 MAGGIO ORE 17:30 incontro pubblico “Dal Caso Mattei alla Globalizzazione – verso un’Agricoltura locale sostenibile” presso Centro Ortofrutticolo, area CODMA – Rosciano di Fano (PU), in occasione della Fano Geo.

Relatori: Dott. Nino Galloni, Economista e membro effettivo del collegio dei sindaci dell’Inps; Prof. Alberto Marino, Autore del libro “Enrico Mattei deve morire! Il sogno senza risveglio di un paese libero”; Dott. Gaetano Sinatti, Presidente dell’ass. Terre dell’Adriatico. Moderatore: Dott. Tiziano Tanari, Imprenditore e referente economico Memmt.

La Tradizione: Origini e Manifestazione

C O N F E R E N Z A

Sabato 30 Maggio

dalle ore 18.00 alle 20.00

 il Dott. MARCO  MARCHETTI

(Psicologo-Psicoterapeuta, Scrittore ed

esperto in Tradizione, Esoterismo e Simbologia)

terrà una Conferenza sul tema:

“La Tradizione: Origini e Manifestazione”

presso la Libreria Ibis

(Centro Studi di Cultura Tradizionale)

Sita in Via Castiglione 11/b

Alla fine della Conferenza verrà presentato

il Corso di “Meditazione Profonda

secondo il Metodo Esicasta”

INGRESSO LIBERO E GRATUITO

Per ulteriori informazioni contattare:

Libreria Ibis: info@ibisesoterica – 051239818 

Marco Marchetti: marcomarchetti.rm@tiscali.it 0652373176 – 3383343449

Quantitative Easing

I volti del “Quantitative Easing” di Francoforte_______________________di Dino TARQUINI 

È oramai partito, dal giorno seguente la festa della donna, l’ingente piano di politica monetaria della BCE: l’acquisto di bond che passerà agli annali con il nome di “Quantitative easing”. Sessanta miliardi di euro al mese, fino a settembre 2016, per un totale di 1140 miliardi saranno iniettati nel sistema economico, con la speranza, per nulla celata (elemento non di poco conto, considerato il ruolo giocato dalle aspettative nell’economia) di rilanciare la crescita, ponendo fine alla cupa fase di politiche restrittive denominata dai mass media con l’ormai celebre quanto tetro termine di “austerity”.

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“Anziani” una risorsa da valorizzare

COMUNICATO STAMPA –  A Palazzo Ferrajoli gli studi di autorevoli scienziati sulle nuove frontiere della terza età

Giovedì 7 maggio 2015, a Palazzo Ferrajoli, si è tenuto il simposio: “Anziani, una risorsa da valorizzare” organizzato da Sara Iannone, presidente dell’associazione culturale “L’Alba del Terzo Millennio”, con il patrocinio della “Sapienza” Università di Roma.

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Tutela della privacy e diritto di accesso in ambito condominiale. Ne parla l’Avvocato Castagna

Si ritiene possa risultare di particolare interesse l’argomento in esame, soprattutto per gli amministratori di condominio. Per affrontarlo, bisogna senz’altro prendere le mossa dal codice della privacy (d.lgs.vo n. 196/2003), che disciplina la tutela dei dati personali.
Secondo tale codice, le diverse informazioni degli inquilini contenute negli archivi condominiali che vanno oltre il semplice elenco dei nominativi, devono essere trattate con particolari formalità, pena l’irrogazione di sanzioni di tipo amministrativo. Si tratta di una prescrizione volta ad evitare illegittime diffusioni di informazioni c.d. sensibili.

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Tra labirinti e meandri della burocrazia

LO STATO: UNA BARRIERA…. USCIRE DALL’UTOPIA è possibile ?_______________________di Enzo IEZZI *

Desideriamo affrontare un argomento che abbraccia vasti periodi del nostro recente passato, nonché il (mal-)costume sociale e nazionale di questo nostro Stato e dei suoi meandri, per cercare di esaminare possibili soluzioni. Dato che lo Stato siamo noi, siamo noi tutti che – in qualche modo – abbiamo contribuito a creare quel perverso e farraginoso meccanismo che ostacola ogni iniziativa e favorisce il massimo della corruttela, presente e passata. Riuscite ad immaginare cosa accadrebbe se nessuno tentasse più di corrompere nessuno? Chiara utopia o banale ovvietà ?

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Folgore No Limits. A Livorno vince lo Sport senza limiti anche per disabili

Livorno ha accolto, per il secondo anno consecutivo “Folgore no limits” la manifestazione dedicata a persone diversamente abili e organizzata dalla Brigata paracadutisti dell’Esercito Italiano  in collaborazione con il Comitato Italiano Paraolimpico.

Al centro della giornata dedicata la pratica sportiva e la sua grande potenzialità nel farsi, tra l’altro, strumento di integrazione sociale e reinserimento nella società. Una manifestazione che ha avvicinato al mondo della Folgore circa 900 studenti delle scuole livornesi che, grazie alle 30 associazioni intervenute,  hanno contemporaneamente conosicuto le iniziative create per migliorare la quotidianità dei disabili e delle loro famiglie.
La cerimonia dell’alzabandiera, ha lasciato spazio alla consegna del distintivo da paracadutista a Giacomo, ragazzo disabile di Livorno, che nei precedenti alla manifestazione, si è lanciato con il paracadute da un’altezza di 4.200 metri, vincolato ad un istruttore del Centro Addestramento Paracadutisti dell’Esercito Italiano.
30 postazioni e molto più di 30 buoni motivi per apprezzare l’evento e l’impegno delle associazioni che veicolano messaggi importanti attraverso lo sport e aiutano, con quest’ultimo, le famiglie delle persone disabili a rendere la vita dei propri cari più “normale”, attraverso una delle pratiche parasportive. Dal  Basket in carrozzina al sitting volley all’ippoterapia, il panorama sembra veramente vasto e variegato.

Sport e disabilità, due temi fortemente legati tra loro, che si intrecciano in un insieme di valori. Il collante non poteva che esser l’Esercito che in Italia meglio di ogni altra Figura istituzionale incarna, fa propri e mette in atto a favore della comunità la costanza, il sacrificio, la volontà, lo spirito di gruppo, ma soprattutto la stessa possibilità offerta a chiunque, di mettersi alla prova e superare le difficoltà: che siano con il proprio fisico, con la propria mente o per un bene superiore chiamato Nazione!

Intervista all’Ambasciatore dell’ Armenia

INTERVISTA all’ Ambasciatore  S. E. SARGIS GHAZARYAN  per il  centenario dell’inizio del genocidio armeno (1915-2015)__________________ a cura di Giuseppe PACCIONE *

 

1) Un secolo fa ci fu il genocidio del popolo armeno, ci può tracciare l’origine di tale atrocità?  A un secolo di distanza si può tracciare l’origine. L’origine del genocidio è sicuramente è da ricercarsi in quel piano geo-politico che, in qualche modo, si delineava già verso la fine dell’800 dell’Impero ottomano; in altri termini, dopo aver perso le province dei Balcani con la sommossa anche delle popolazioni arabe e, quindi, con il graduale e continuo restringimento dello spazio della protezione dell’Impero ottomano, emerge questa ideologia fatturanica che vedeva quel mondo turco fono a est che arrivava sino alle province nord occidentali tra La Cina e l’Anatolia, passando per l’Asia centrale e il Caucaso, il nuovo spazio vitale, in qualche modo, delineato nell’accezione hitleriana a questo spazio vitale per l’Impero ottomano. In quel contesto, in quella proiezione l’unico ostacolo, l’unica isola non turco fona, non musulmana era l’Armenia storica. Il piano è piuttosto certo. Bisogna eliminare quell’ostacolo e si aspetta un pretesto e allo stesso tempo non dimentichiamo che, invece, nella capitale dell’Impero, a Istanbul, c’è una intellighenzia armena piuttosto progressista che si forma nell’università europee, che in qualche modo torna a Istanbul e sono proprio quelli che vogliono una riforma profonda in termini moderni dell’Impero. Nel contempo, una classe economica e commerciale considerata abbastanza vibrante e che, pertanto, ci sono in qualche modo, in un momento in cui, poi, la Turchia entra nel primo conflitto mondiale vi è il pretesto in base al quale la maggior parte dei genocidi nell’900 vengono celati dietro ai conflitti mondiali. Il pretesto consisteva nella demonizzazione dell’armeno come l’origine dei mali dell’Impero ottomano e di conseguenza non attribuire all’armeno di sudditi e non affidabili secondo il movimento dei Giovani turchi. Spesso gli armeni contribuivano alla prosperità e al progresso dell’Impero ottomano. Quello è il momento in cui viene pianificato l’azione di genocidio, cioè viene messo in piedi una struttura ad hoc, denominata “organizzazione speciale” e, quindi, una rete dei governatori e degli appartenenti di esponenti al governo del partito dei Giovani Turchi.

2) Nel mondo attuale, il fenomeno del genocidio non è stato ancora cancellato.  L’esempio armeno potrebbe essere utile a far comprendere la pericolosità di questo fenomeno?  Sicuramente, sì! Negli studi dei genocidi, il caso armeno viene considerato come il proto genocidio. Mesi dopo l’inizio dell’azione del genocidio, il 24 aprile del 1915, viene specificata con l’arresto e la deportazione e l’eliminazione dell’intelligenza armena. Allo stesso tempo venivano chiamati alle armi, per la prima volta, nell’esperienza ottomana gli uomini armeni dell’età dai 18 ai 50 anni, che diede campo libero e semplice all’operazione del genocidio nei riguardi dei bambini, delle donne e degli anziani. In altre parole, il genocidio armeno certamente è quell’anello che lega la belle epoque al darwinismo sociale poi degli anni trenta e quaranta del secolo scorso in Europa. Per la prima volta, nel giugno del 1915, grazie all’intesa della Francia, della Russia e della Gran Bretagna, si usa l’espressione “crimine contro l’umanità”, proprio durante la condanna nell’azione del governo ottomano contro gli armeni. Il termine “genocidio” non esiste ancora, ma verrà coniato nel 1944 dal giurista polacco, di origine ebraica, Raphael Lemkin. Quest’ultimo è stato uno studioso del genocidio armeno e conia la fattispecie di reato, riferendosi in quel momento a quelli che erano i fatti noti nella pianificazione e implementazione del genocidio nei riguardi degli armeni. Quello è anche il termine giuridico che è alla base della “Convenzione delle Nazioni Unite per la Prevenzione e la Repressione del Crimine del Genocidio”, del 1948.

Perché è attuale ancora il genocidio armeno a cent’anni dai fatti? Per la ragione che ancor oggi vi è un negazionismo di Stato da parte degli eredi di quello che fu l’Impero ottomano e cioè l’attuale governo turco. Nel caso del genocidio armeno, rispetto agli altri genocidi del novecento, non si tratta di negazionismo di estremista di destra, ma si tratta di negazionismo che è estremamente pericoloso in questi termini ed è l’ultimo atto di un genocidio ovvero è quell’atto che rende il crimine reato incrementato, portato a conclusione con successo un crimine perfetto; quindi, negato e dimenticato e di conseguenza replicabile. Qua mi preme ricordare quelle parole di Adolf Hitler annunciate il 22 agosto del 1939, prima dell’invasione della Polonia, quando raduna il suo stato maggiore, quando li incita a essere irremovibili nell’azione anche nei riguardi dei civili, di essere feroci, di essere determinati. Qui nel suo discorso, domandandosi ironicamente chi dopo tutto si ricordava ancora dell’annientamento degli armeni? A questa domanda dovrebbe rispondere la società civile, come pure i governi. In altre parole, da una prospettiva contemporanea, la memoria per noi vuole essere più prescrittiva che descrittiva cioè quella memoria alla prevenzione dei genocidi.

3) L’ISIS (Islamic State Iraq & Syria)che avanza, come sta affrontando il problema del terrorismo l’Armenia?  Prima di tutto mi preme dire che l’Armenia da consumatore di sicurezza, negli ultimi 15 anni, si formato in un fornitore di sicurezza che si basa, per l’appunto, sul concetto della complementarietà e multilateralità di politica estera di sicurezza. In altre parole, l’Armenia ha contribuito e contribuisce ancora alla missione di pace nel Kosovo, era presente nella pacificazione dell’Iraq, dell’Afghanistan, siamo presenti con il contingente ONU sotto comando italiano (UNIFIL) nel Libano del sud, con una determinazione, appunto, di aumentare anche la nostra presenza in termini numerici in quella missione. In sostanza, ci assumiamo una responsabilità di fronte a una sfida e minaccia che certamente non è regionale, ma riguarda l’intera comunità internazionale. Dall’avvento di questa grottesca organizzazione che ne fa dell’assassinio una spettacolarizzazione. Naturalmente, voglio ricordare che le nostre comunità armene sono esposte a minacce nelle aree dove opera l’Isis, mi riferisco nei territori iracheni e siriani. Voglio inoltre rammentare che vi sono ancora 80 mila armeni diroccati ancora ad Aleppo (Siria), dove abbiamo ancora aperta la nostra sede consolare, dove i miei colleghi, eroicamente, continuano ancora a essere presenti per essere gli occhi e le orecchie della comunità internazionale, ma in termini delle questioni umanitarie.

4) Come sono i rapporti tra l’Armenia e l’Italia?  La ringrazio molto per questa domanda perché viene posta propria alla vigilia della visita ufficiale del Presidente della Repubblica d’Armenia Serž Sargsyan in Italia, questo mese. Sono rapporti che hanno duemila anni di storia. Iniziano nel 66 dopo Cristo, quando il Re armeno Tiridate I si recò a Roma per ricevere la corona da Nerone, che, poi, sono stati duemila anni di continue relazioni di solidarietà ricevuta ma, allo stesso tempo, di generoso contributo alla costruzione dell’Italia, come è conosciuta oggi. In altre parole, sono rapporti antichi. I rapporti formali, diplomatici fra il nostro Paese e il vostro s’instaurano molte settimane dopo la dichiarazione d’indipendenza nel 1991, quando l’URSS si stava sgretolando. Quest’anno, infatti, celebreremo i 24 anni dei rapporti diplomatici con l’Italia. Ad esempio, sul piano commerciale, negli ultimi 4 anni, l’interscambio, che è stato caratterizzato dalla recessione, dalle crisi economiche nel mondo, è aumentato del 92%. In Armenia vi operano più di una sessantina di imprese con capitale italiano. Circa la cooperazione culturale, abbiamo delle storie di successo straordinarie da raccontare.

 *Intervista già registrata a cura dell’ autore per il mensile de “La Gazzetta italo-brasiliana”

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Triologia Della Ricerca Nel Mondo Esteriore

Novità Settimo Sigillo

 

Triologia Della Ricerca Nel Mondo Esteriore

Settimo Sigillo


  
Serrano Miguel

Interpretazioni
pag. 456
euro 38,00
ISBN 978-88-61481-58-9

BROSSURA

Il volume contiene tre libri di Serrano: Nè per Mare né per Terra, Chi chiama nei ghiacci e Il Serpente del Paradiso, raccolti dall’Autore in un unico volume, in versione definitiva, con questo titolo.

 


 

Che Cosa e’ Il Fascismo?

Settimo Sigillo


  
Bardeche Maurice

Ideologia
pag. 232
euro 20,00
ISBN 978-88-61481-60-2

NUOVA EDIZIONE

Nuova edizione con prefazione di Rodolfo Sideri e postfazione di Mario Michele Merlino.
Il libro appare come un contributo alla qualificazione del Fascismo come ideale universale, aldilà delle sue versioni storiche e al di sopra delle sue concrete estrinsecazioni nazionali.
L’autore, che si definisce uno scrittore fascista, vuole ritrovare il contenuto vero del fenomeno storico-politico al quale si ispira, ripulito da ciò che le contingenze e la pratica di governo avevano aggiunto al suo significato e da ciò che la propaganda avversaria gli attribuisce.

 

Fresco di Stampa

 

 

Quadrifoglio Maggio

Programma di maggio presso l’OSPEDALE SANDRO PERTINI di Roma.

TUTTE  le  ATTIVITA’ SVOLTE dalla CAPPELLANIA VOLONTARIATO PASTORALE SANT ‘ELIA PROFETA e delle ASSOCIAZIONI di VOLONTARIATO che operano presso l’ospedale. Per visionare il dettaglio dei programmi, accedere tramite i relativi Link

Bando di concorso di arte al Pertini 2015

Quadrifoglio maggio 2015

Un nuovo servizio avviato dalla Regione Lazio in Ospedale ed iniziato venerdì 15 maggio: la presenza di 3 persone per l’accoglienza dei parenti che sostano nel “Pronto Soccorso”

Quella che storpia l’inno non è una nazione

I bambini hanno cantato l’Inno al modo che gli hanno insegnato, alla parola “vita”, Agnese, che di solito ha la stessa espressività di un uccello impagliato, si è commossa, Matteo ha naturalmente preso la palla al balzo, e giù con l’Italia che s’è desta e s’è aperta alla vita, ovvero alle magnifiche sorti e progressive dell’era di Renzi; il giorno seguente i blackbloc, anzi i quattro teppistelli, hanno risposto, la polizia ha osservato, Alfano si è felicitato con sé medesimo, ovvero col nulla,e siamo a posto, meglio vetrine e macchine bruciate, meglio la capitale dell’Expo devastata, che una sola graziosa capoccetta di delinquente spaccata. Perché noi siam pronti alla vita, no?

La verità? Non glien’è fregato niente pressoché a nessuno della storia dell’Inno smostrato. I giornali lo hanno catalogato come un grazioso aneddoto, qualche tg si è commosso con la signora Agnese, e quelli che hanno provato a indignarsi non contano niente, sono i famosi giornali berlusconiani, riusciti nell’arduo compito di essere insignificanti per lettori e pubblica opinione. Pure, i cantori dell’Era non hanno mancato di far notare che 1) si trattava di bambini; 2) noi siamo aperti alla vita,è l’Isis quello aperto alla morte; 3) l’Inno nazionale è brutto. Sono argomenti risibili e perfino volgari, pure persistenti, pure prova provata della nostra dannazione, dell’impossibilità di essere una nazione. La storia dell’Inno brutto è vecchia, ed è un dibattito unico al mondo, gli altri tenendosi quello che hanno allegramente, insegnandone il testo ai figli, i famosi bambini, cantandolo in tutte le pubbliche occasioni con convinzione. Noi no, è un dibattito che la sinistra italiana ha tenuto sempre vivo, riuscendo anche a proporre a lungo un cambio con Va Pensiero. Ora, è innegabile la bellezza del Coro del Nabucco, ma anche la sua inadeguatezza al compito, essendo il canto disperato di un popolo sconfitto, in catene, in esilio. Appunto. La sinistra italiana si cantava e ricantava l’Internazionale perché era anti italiana, vocazione mai sopita, anzi vivissima ai tempi della troika. In Parlamento preferiscono Bella Ciao, in un incubo di Resistenza eterna sempre senza verità, e discutono di obelischi da abbattere, che gli toccherebbe buttar giù mezzo Paese.

Oggi eccoci qua: tacco 14, effetto Diaz, l’accoglienza ai profughi un business mafioso, il presepe quasi proibito, le balle sulla ripresa economica, e l’Inno ad uso degli imbelli. Non c’è niente da fare perché gli italiani sono come drogati, capaci di essersi inorgogliti ad ascoltar che “siam pronti alla vita”, anche perché costa poco sforzo. La morte può essere un gesto d’amore che è meglio non praticare. Certo, si potrebbe proporre ad altre nazioni analoghe modifiche contemporanee e bimbesche dei rispettivi Inni. Che so, laddove si canta: “Di’, puoi vedere alle prime luci dell’alba ciò che abbiamo salutato fieri all’ultimo raggio del crepuscolo?Le cui larghe strisce e brillanti stelle, nella battaglia pericolosa, sui bastioni che sorvegliavamo, sventolavano valorosamente? E il bagliore rosso dei razzi e le bombe che esplodevano in aria hanno dato prova, nella notte, che il nostro stendardo era ancora là. Di’ dunque, sventola ancora la nostra bandiera adorna di stelle sulla terra dei liberi e la patria dei coraggiosi?”, potremmo proporre “le cui larghe strisce e brillanti stelle, nel gioco di società sui bastioni che dipingevamo, sventolavano graziosamente? E il bagliore rosso dei fuochi d’artificio e dei petardi che esplodevano in aria..” Ma anche e definitivamente ” sulla terra dei rom e la patria dei carini”.
Abolita invece la strofa che insiste che “il nostro motto è abbiamo fede in Dio”.

E la Marsigliese, che è bella tosta, roba di stragi e di ghigliottina, mica the delle cinque? Basta, è culto di morte, dove dice “Andiamo andiamo, che un sangue impuro bagni i nostri campi”, si ponga un bel “Brindiamo,brindiamo, che una bella birra bagni le nostre ugole”. Sono modernizzazioni che si impongono, è la volta buona. Anzi a pensarci, l’Inno per l’Italia di oggi lo possiamo prendere pari pari da una nazione vicina. Recita più o meno così : Dio salvi la nostra graziosa Regina, viva a lungo la nostra nobile Regina, Dio salvi la Regina, mandala vittoriosa, felice e gloriosa a regnare a lungo su di noi”. E non venitemi a dire che noi non ce l’abbiamo, una regina.

di Maria Giovanna Maglie.

 

Expo,Milano 2015, appuntamento con il mondo

IL MONDO SI E’ DATO APPUNTAMENTO A MILANO E, L’ ITALIA RESTA A GUARDARE

 Lo spreco alimentare, stando alle stime della Fao, fa segnare cifre da capogiro: ogni anno vanno in fumo l’equivalente di 750 miliardi di dollari in cibo, ovvero circa 1/3 delle calorie prodotte nel pianeta. Ciò significa che 14 milioni di km2 di terreno e 250 km3 di acqua vengono usati solo per produrre cibo che poi andrà perso.expo 2

Producendo, peraltro, 3,3 miliardi di tonnellate di Co2. Ma il dato più impressionante è un altro: se non esistesse spreco alimentare, nel mondo non esisterebbe neanche la fame. Tutto ciò che annualmente viene prodotto e non consumato basterebbe a sfamare tutta la parte di mondo che soffre di malnutrizione.

 Il convegno è poi la tappa di avvicinamento a #Food SavingBE – Bocconi Expo2015 Competition, la competizione internazionale che dal 24 giugno al 1 luglio porterà in Bocconi circa 140 studenti del mondo per discutere del tema e proporre soluzioni.

Con il sostegno dell’Institut Français.pavillon_france-2

Questo si legge sul sito del Governo Francese, in corsa per EXPO 2025. A Milano si parla di cibo o di nutrizione?

Chi va a visitare EXPO, parte per fare una gita fuori porta, perché non sa cosa fare nel fine settimana, per vedere i padiglioni dei paese esotici, per assaggiare cibi sconosciuti? Per dire :io ci sono stato?

 Avere un ruolo primario nel mondo nel risolvere il problema della fame è il sogno di ogni capo di stato, l’ unico neo in questo sogno è il risvegliarsi ogni tot anni, al momento di possibili speculazioni.

 Questo e altro è quello che pensano in molti, anche i tanti manifestanti, buoni? Cattivi?In tanti distruttori di beni privati, quei beni che molti cittadini hanno faticosamente costruito con il loro lavoro, con le loro tasse pagate con fatica, Avere un ruolo attivo in tutto questo per noi italiani è molto difficile, forse anche per tanti altri popoli ma, avere un evento sotto casa e, non avere i soldi per pagarsi biglietto di entrata, treno e albergo, per tutta la famiglia, può generare attacchi di isteria collettiva.MANIFESTANTI

Siamo in tanti, davanti alla tv a balbettare davanti agli scempi compiuti a Milano il primo Maggio. Siamo in troppi ad assolvere e i criminali protesi alla distruzione delle infrastrutture e delle occasioni di lavoro create da altri. 

 Dunque tifare per Expo è un dovere per chiunque voglia appoggiare questo paese e partecipare alla sua ripresa?

Expo è un’occasione unica per rilanciare il nostro paese nel mondo?

Quel che conta in definitiva è che sia finalmente cominciata l’esposizione universale. L’Italia “sta uscendo “con fatica da una lunghissima recessione che ha trasformato il paese in profondità: nel fuoco della crisi le aziende si sono ristrutturate e sono diventate più competitive, chi “non è stato capace di farlo semplicemente ha chiuso”.

 Serviva, dunque, un’occasione straordinaria per dare una meta alla parte più produttiva del paese, per trainare tutto il resto in un momento magico come questo, dove il petrolio costa poco, il dollaro costa meno del solito nel cambio col dollaro e la banca centrale europea aumenta la liquidità disponibile nel sistema con il QE. Le magie rimangono nei sogni, chissà se a EXPO in qualche padiglione, ben nascosta, magicamente apparirà la lampada di Aladino? I SOGNI SONO SEMPRE GLI ULTIMI A MORIRE

Adelfia Franchi

Turismo: da risorsa anticrisi a fattore permanente di sviluppo

Si terrà domani, martedì 5 maggio 2015, nella sala conferenze di Unioncamere – via delle Nazioni, 24 – Lamezia Terme, il seminario di interesse nazionale dal tema “Turismo: da risorsa anticrisi a fattore permanente di sviluppo”, organizzato dalla Cicas – Confederazione Imprenditori Artigiani Commercianti Turismo e Servizi – e da Cicas Turismo.

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da Roma, verso una “Lega Nazionale”

XXI APRILE,  la “LEGA a ROMA

 Il Natale di Roma ha accolto un Convegno molto interessante, svoltosi al Salone Margherita ed organizzato da Ugo Gaudenzi – quale Direttore del Quotidiano “Rinascita”. L’interesse è stato ampiamente dimostrato dall’affluenza notevole di pubblico per ascoltare le tesi di parlamentari, giuristi ed uomini di cultura sulla probabilità di una Lega che voglia perdere l’essenza sulla quale ha costruito la sua formazione, vale a dire il carattere strettamente nordista e lombardo, per diffondersi come partito a carattere nazionale, in tutta la penisola italiana.

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6-5-2015 a Roma: I Carabinieri e il Monferrato

Il prossimo mercoledì 6 maggio, alle ore 17:00, presso Palazzo Mattei a Villa Celimontana, via della Navicella 12, si terrà la presentazione del libro “I Carabinieri e il Monferrato – Otto personaggi fra Storia e Territorio” di Roberto Paravagna.

L’evento è patrocinato dall’Associazione Nazionale Carabinieri e dalla Società Geografica Italiana e sponsorizzato dal Consiglio Direttivo dei “Piemontesi a Roma”.

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15-5-2015 a Roma: Convegno – Il Registro delle Imprese

Venerdì 15 maggio, dalle 9 alle 13, presso la sede dell’Ordine in Piazzale delle Belle Arti, 2, ti terrà un incontro con i rappresentanti della Camera di Commercio  per approfondire gli argomenti di maggiore attualità relativi alla tenuta del Registro Imprese, tra i quali il formato XBRL per le note integrative.

Quesiti sui temi oggetto dell’incontro possono essere inviati alla casella di posta elettronica dirittoimpresa@odcec.roma.it

Programma e Iscrizioni