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Barbie the Icon

In arrivo a Roma dal Mudec di Milano “Barbie The Icon” e stupisce il posto nel quale sarà ospitata la particolare mostra.  Il luogo scelto, che dal 15 aprile al 30 ottobre, si trasformerà in un mondo “rosa” sarà il Vittoriano, il complesso espositivo all’ombra dell’Altare della Patria che ha ospitato alcuni tra i più grandi nomi e mostre di tono ben più alto.
Ora tocca a Barbie che così dimostra che anche l’universo ludico va preso sul serio.

La bambola più famosa del mondo non è più solo un semplice giocattolo ma, con il tempo, è diventata una sorta di modello di cultura attraverso vari tipi di bamboline anche controversi, dai vari colori della pelle agli stili, alle professioni più svariate fino agli ultimi “ritocchini” che riproducono le diverse corporature femminili e  che l’hanno resa più reale.

Il percorso espositivo si divide in cinque sezioni: la prima sala “Semplicemente Barbie” dove si trovano solo otto pezzi rappresentativi della storia dell’icona; poi la prima sezione vera e propria “Da Teenage Fashion Model Doll a Fashionist”; la seconda “I Can Be. Barbie Careers” che mostra Barbie attraverso le innumerevoli carriere intraprese; la terza parte è invece centrata invece sulla “Family” dagli animali domestici, alle sorelle al quasi altrettanto famoso fidanzato Ken; quarta sezione è “Dolls of the World” che mostra il forte legame con tutte le diverse culture infine “Barbie Divas”, il confronto della bambola con le icone femminili degli ultimi cinquant’anni.

Rispetto all’esposizione milanese quella romana si arricchirà di nuovi prestiti, con la serie di “Barbie Fashionista”, con i nuovi modelli “Curvy, Tall e Petit” e le wedding dolls della Coppia Reale inglese William e Catherine.

Oggetto di culto e di collezionismo la mostra vuole rendere omaggio ai 56 anni della sua vita perché oggi come oltre mezzo secolo fa Barbie continua a incarnare un sogno nobile, rimanendo un totem di fantasie e proiezioni.

Questo sogno, piuttosto un progetto di vita, è fare in modo che le bambine possano aspirare a diventare ciò che più desiderano, senza preclusioni, come ha continuato a ripetere per tutta la vita la sua ideatrice Ruth Handler, figlia di emigrati polacchi: «Con Barbie ogni donna ha sempre saputo di avere infinite possibilità».