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Bulgari lancia il progetto Valenza

Sarà la più grande manifattura di gioielleria d’Europa firmata Bulgari. A Valenza, nel distretto più famoso al mondo per l’oreficeria, si è aperto il cantiere che darà vita a un progetto di grande portata nel mondo del lusso. Per l’autunno del 2016 si annuncia l’apertura della nuova azienda che riunirà in una unica sede i due stabilimenti produttivi di Bulgari, che oggi sono divisi tra Valenza e Solonghello. Il progetto, illustrato nei giorni scorsi da Jean-Christophe Babin, l’amministratore delegato del gruppo, è degno della fama del marchio. L’area scelta è quella dove sorge la storica Cascina dell’Orefice che nell’800 ha rappresentato il primo insediamento orafo della zona. La struttura sarà rimessa a nuovo e ampliata con un prolungamento, totalmente trasparente, che ospiterà in futuro un museo su come nasce un gioiello. E questa villa, simbolo della tradizione di Valenza, che Bulgari userà come centro amministrativo, sarà affiancata da una avveniristica struttura per la produzione dei gioielli della maison. L’architettura è affascinante e ad alta complessità ingegneristica per garantire il massimo rispetto dell’ambiente ed evitare sprechi egergetici. E dunque totalmente “green”. Il complesso, che si sviluppa su tre piani e occupa una superficie di 14 mila metri quadrati, è circondato da una “pelle metallica” che garantisce la massima privacy ma consente a chi lavora all’interno di guardare il paesaggio circostante e godere di una illuminazione ottima.

«Questa nuova manifattura è un perfetto esempio di integrazione tra innovazione e tradizione» sottolinea Babin che per fare capire quanto importante sia l’investimento del gruppo su questa struttura parla di «diverse decine di milioni di euro». Una operazione di grande impatto da un punto di vista industriale, con importanti ricadute sia sul piano produttivo che occupazionale. «Nei prossimi anni triplicheremo la produzione di gioie lli» spiega Babin e per questo sono previste 300 nuove assunzioni che raddoppieranno le maestranze che lavorano per Bulgari a Valenza. Per scovare giovani artigiani dalle mani d’oro capaci di fondere, montare, incastonare e lucidare i preziosi della maison, si farà una operazione di recruiting ad ampio raggio, in tutta Italia. E poi per affinare la formazione si aprirà, all’interno della struttura, la prima “Bulgari Academy”, un scuola tecnica di alto livello che accoglierà gli studenti delle scuole e i neo assunti per speciali stage formativi.

Sul fronte del lusso la gioielleria sta vivendo un momento molto felice. «Il 2015 ci ha dato grandi soddisfazioni e i prossimi anni prevediamo un trend in ascesa» dice Babin, spiegando che quel che si produce a Valenza rappresenta la «gioielleria industriale ma sempre di livello medio- alto». Che tradotto significa, dall’anello da circa mille euro fino alle creazioni che hanno quotazioni intorno ai 400 mila euro, come ad esempio i celebri bracciali-serpenti, pezzi iconici della maison, con diamanti incastonati. Valenza però non ruba terreno all’alta gioielleria che resta una esclusiva dello storico atelier di Roma, dove, da sempre, si creano i pezzi unici, da sogno, con pietre preziose tra le più belle ed esclusive al mondo. Con quotazioni da capogiro.

Nella mappa del lusso di Bulgari, la voce gioielleria rappresenta, come ricorda Babin «più della metà del giro di affari». A seguire vengono gli orologi, prodotti in Svizzera, i profumi, realizzati a Lodi, e le borse, fatte in Toscana.

«La gioielleria è in crescita perché sugli acquisti gioca un elemento emozionale — racconta l’amministratore delegato — quando ci si sposa o quando si vuole celebrare un momento importante della propria vita si guarda al gioiello come a un bene che incarna un sentimento. E quell’oggetto oltre ad essere prezioso, mantiene il suo valore nel tempo e può essere trasmesso come un bene di famiglia». Non solo: la griffe ha un peso importante nella scelta di un gioiello. «Un tempo la gente aveva come riferimento il gioielliere di fiducia. Oggi, è la grande maison che con la sua creatività, qualità e prestigio fa da polo di attrazione per lo shopping». Nel mondo, Bulgari può contare su una rete di 300 boutique. E nella classifica, il Paese che ne ha di più è il Giappone, seguito da Cina, America, Italia e Corea.

articolo di Laura Asnaghi via La Repubblica