“Busti Femminili”
Le innovazioni conformiste di Laura Boldrini
Che la Presidente (e dico così) della Camera LAURA BOLDRINI voglia riconoscere alle donne la giusta parità d’onore, esprimendo l’interesse di collocare busti di donne celebri a Montecitorio, accanto a quelli maschili che fanno la parte del leone nelle sale, è assolutamente da elogiare, sebbene ci si auguri che questi busti possano rappresentare vere grandi donne, del livello di MARIA MONTESSORI, ANITA GARIBALDI, la Madre ciociara e simili, e non personaggi di moda, o straniere, o di parte.
Infatti fino a questo secolo le personalità femminili notevoli sono poche, sia perchè malvolentieri riconosciute, ma soprattutto perchè esse fin’ora hanno sempre agito all’ombra di grandi uomini, come collaboratrici e sostegni, senza occupare bene il primo piano della scena storica. La brava LAURA BOLDRINI dunque chi vorrebbe rammentare, osservando che le dà noia il fatto che a Montecitorio vi siano solo erme e teste maschili? Vorrebbe, ahimè, inserire fra le celebrità di stato qualcuno dell’arte come lei, tipo CARLA FRACCI, oppure la sua predecessora NILDE JOTTI, campionessa di tatto politico e di fedeltà al Governo Sovietico, o la pallida TINA ANSELMI, autrice, come ministro, di ben poco oltre la guida per il processo di Mani Pulite? Speriamo di no, che questa idea non sia una forzatura dimostrativa di essere a tutti i costi “à la page” delle idee conformi di una sinistra artefatta, così come l’italiano che la Presidente sostiene, che forse sarà aderente alla Crusca, ma non è aderente alla grammatica italiana, per la quale i sostantivi che esprimono una carica istituzionale o professionale sono per la maggior parte, e di eredità classica, neutri , ed è dunque inutile e buffo voler femminilizzarli a tutti i costi. Meglio dire “medico” di una donna dottoressa, piuttosto che “medichessa” ed è più musicale dire “ministro” più che “ministra”, con vago sentore di minestra.
Marilù Giannone