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Cenerentola “Made in Rome”

La sua fortuna è che Cenerentola non è un cartone animato, come fu nel primo film Disney del ’50. Stavolta le attrici sono in carne e ossa, e quindi da vestire. E’ nato così il tocco ‘made in Roma’ dei 20 costumi indossati nella favola della sguattera gentile che diventa principessa, firmati da Annamode, sartoria romana che in 70 anni ha lasciato il segno (e l’etichetta) sugli abiti di quasi tutti i film del Neorealismo, passando per ‘Matrimonio all’italiana’, ‘Ultimo tango a Parigi’, ‘La grande bellezza’ di Sorrentino e conquistando spesso Hollywood.

Per ‘Cinderella’ diretta da Kenneth Branagh e al cinema dal 12 marzo, la telefonata all’atelier del quartiere Prati è arrivata direttamente da Sandy Powell, costumista da Oscar che nella pellicola ha vestito la protagonista Lily James e la meravigliosa matrigna Cate Blanchett. Ad Annamode, con cui collabora da anni, ha commissionato 20 abiti per le scene del ballo e del mercato. ”Ci ha fornito stoffe di stampe africane, per lo più cotoni, e abbiamo realizzato abiti sulla base di prototipi originali del 1840-50”, racconta Simone Bessi, alla guida della sartoria fondata nel 1946 dalla nonna Anna Allegri, ‘emigrante’ pistoiese in cerca di fortuna a Roma. Arrivò per vendere biancheria e gonne dipinte a mano.

Riuscì a creare, insieme alla sorella Teresa (lei in vita, 86 anni), un regno a due piani: su uno l’atelier di moda, sull’altro i costumi per lo spettacolo. E’ nato così un ‘guardaroba’ di oltre 100 mila abiti dall’antica Roma a oggi, archiviati in un deposito a Formello, da cui pescare per film, fiction e opere teatrali. Per l’ultima Cenerentola sono serviti almeno 200 metri di stoffa e un mese e mezzo di lavoro delle 5 sarte del laboratorio, più gli altri collaboratori, per creare vestiti dai corpini stretti e profilati con maniche a sbuffo o a palloncino, balze e gonne a pieghe. Un trionfo di colori (dal giallo ocra al magenta, dall’avorio all’azzurro) e lavoro artigianale che ha poco da invidiare al resto dei costumi del film. Compresa la gonna sfoggiata da Ella al ballo, più di 200 metri di stoffa e 10 mila Swarovski che la illuminano: ”Certo che saremmo stati capaci di realizzarla anche noi, le capacità le abbiamo – commenta Bessi – Nel mondo del cinema l’Italia è ancora un punto di riferimento per sartoria, scarpe, accessori. Ci sono aziende storiche, anche con 150 anni di attività, che sono prime per conoscenza del mestiere. Da tutto il mondo vengono qui per realizzare i costumi dei film”.

Le conferme sono nel loro curriculum più recente: 200 vestiti per ‘Re Artù’, il doppio per ‘Robin Hood’ di Ridley Scott, un completo indossato da Brad Pitt in ‘By the sea’ prodotto dalla moglie Angelina o una trentina di abiti noleggiati per ‘Grand Budapest hotel’ per cui Milena Canonero ha appena vinto il suo quarto Oscar. ”Anzi, meno male che lavoriamo all’estero! Ormai il cinema italiano in costume è morto – denuncia il titolare – per responsabilità che vengono da lontano e legate ai tagli al Fondo unico per lo spettacolo”. Sperando nella ripresa, Bessi aspetta l’uscita di Cenerentola: ”Andrò a vederlo appena esce, anche per cercare i miei abiti. E’ una specie di gioco: quello l’ho fatto io, quello si vede poco…”.

(ANSA)

Cinema: quel tocco 'made in Roma' nei costumi Cenerentola