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FRA RITAGLI DI GIORNALI

Un vecchio articolo sul “Messaggero” del novembre scorso riporta il dato di ateismo nell’ex Germania dell’Est, con ampio commento ed ipotesi sui motivi che l’avrebbero causato. Un altro ritaglio più recente evidenzia un fatto ancora più angosciante: la situazione di molti giovani sbandati, accentrati quasi tutti nelle scuole private per incapacità o addirittura contegni violenti nei riguardi dei familiari e delle persone, come se un istituto privato di cultura fosse una succursale o un erede dei centri di cura psichiatrica.

E via così: elzeviri su artisti o su opere d’arte, i compositori dei quali talvolta rivelano ignoranza sul significato o sulle origini di essi, imponendo ad una costruzione il post Christum quando invece grida la presenza preromana nelle sue fondamenta, spremute faticose di elogi a qualche scrittore che non li merita, eccetera.
Non è per fare Catone il Censore, è per dolore che si parla di tutto questo, lo stesso dolore incompreso di fronte all’ennesima porcheria che qualche “grande” paese commette nei riguardi della nostra Nazione, obbligandoci per il parmigiano che dev’essere fatto di polvere di latte, o drogando il presentatore televisivo che, in un programma dedicato, include nella dieta mediterranea l’olio tunisino o spagnolo, quando gli esami chimici dicono che sono semplicemente buoni ma non ai livelli del nostro.
Perchè siamo arrivati a tutto questo, perchè l’Europa, ancora, ci emargina a secchione di ricezione di probabili terroristi, perchè si è diventati solo dipendenti dalle tecnologie ?
Le risposte sembrano essere tante, ma sono, invece una sola.
L’industria è una bellissima cosa, fin dal suo sorgere: ha permesso ai popoli condizioni di vita agevolata, ha prodotto tecnologie raffinate, da quelle dedicate alla sanità a quelle abitative, da quelle da tempo libero e divertimento a quelle della difesa e così’ via. Ma quali sono le contropartite, per un esame costi benefici?
L’industria ha creato il capitalismo e la reazione ad esso che si chiama comunismo. Non perchè l’industria sia un male in sé, ma nell’uso che se ne fa, avvinghiato come un edera al denaro, ed in entrambe le parti, veicolato dalle uniche due ideologie seguite: quella del Dio-Stato e quella del Liberismo.
La prima ha prodotto una società bloccata dal timore di atti polizieschi, denunce anche fra membri di una stessa famiglia, appiattimento di ogni iniziativa, egualitarismo verso il basso e la povertà. In essa l’uomo ha visto il suo simile come un soggetto senza valori, e non ha avuto remore nel compiere verso di questo atti violenti o meschini, ne è prova la percentuale delinquente di cittadini introdotti di recente in Italia dall’ex blocco di stati “socialisti” che può violentare, uccidere e distruggere per rapina come fosse una macchina senza anima. La seconda lo stesso, perchè ha visto l’uomo chiuso in sé e nei suoi intenti di arricchimento con qualsiasi mezzo, passando sopra chiunque e su qualsiasi sentimento umano. I due poli si equivalgono, il risultato è identico: l’infelicità completa.
Liberismo è solo indurre le persone a creare la propria fortuna con assoluta libertà di modi e di scelte, senza preparare per il raggiungimento della stessa opportune regole indispensabili: il confine, cioè il rapporto fra uomo e suo simile. Distruggere i confini vuol dire anche questo, ed è come impadronirsi di altri imponendo loro di soddisfare un’ entità astratta: lo stato.
Come ne sono usciti, dal comunismo, gli ex “oestli”? Con un’indifferenza malinconica, strusciando contro altri che solo occasionalmente sono interlocutori, e poi niente. Dov’è lo spirito, dov’è Dio? Care religioni del libro, Dio non è lontano, lassù nel cielo, Dio è dentro di noi: si allontana se siamo lontani dal nostro nucleo, almeno, umano. Cioè dal nostro potenziale di amore, creatività, comprensione, ed anche contrasto per fini umani.
Anche contrasto, si ripete, perchè bisogna reagire e difendersi da chi toglie i confini umani, cioè disincarna, e da chi ci vuole togliere, o comprare, le nostre eccellenze. Se il cancro è sviluppo di cellule distruttive, anche una politica sbagliata lo è, ed a questo bisogna rispondere con l’aggressione di elementi difensivi, non si può fare finta di niente o solamente piangere. Rivediamo le dottrine, e prendiamo ad esempio Gesù.
Diamo ai giovani i limiti, cioè i confini, senza avallare sorridendo i capricci, ma con fermezza e certezza di punizione, diamo agli stessi le ragioni di credere e di fondarsi un futuro: fiducia per superare gli ostacoli, colloquio per i salutari errori, e soprattutto, premi al merito.

Marilù Giannone