Giornata internazionale per l’ eliminazione della violenza contro le donne “Amori dalla cenere”
Amori dalla Cenere contro la violenza sulle donne. Una mostra fotografica, quella di Caterina Orzi alla Biblioteca della Camera dei Deputati, per lanciare un messaggio.Accanto alei, a promuovere l’iniziativa come testimonial, Lucia Annibali.
La rassegna si terrà a Palazzo San Macuto in Roma, alle ore 17 di martedì 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. “La mostra, a cura di Stefania Provinciali, è ricca di arte e di significati sociali, là dove la fotografia si fa espressione di una dinamica creativa e di bellezza, tanto da far emergere i significati più profondi della vita e del quotidiano. Le immagini, trentasei,allusive, propositive; pieni di luce e di effetti visivi, realizzate con una Canon Eos 1000, dove, unica interferenza creativa, è la luce. Fiori, ortaggi, oggetti vengono appoggiati dall’artista sul corpo, il proprio corpo, e poi riletti attraverso la luce del giorno, del mattino, della sera che dona riflessi, i colori, altera i cromatismi fino a donare all’immagine nuovo significato”.
La proposta nasce da un lungo percorso avviato dall’artista parmigiana che segue da tempo un obiettivo ben preciso: l’arte a disposizione degli altri, in primo luogo le donne quali portatrici di valori che devono essere comuni, di libertà, solidarietà e giustizia sociale, ma anche di responsabilità.
Un progetto, una storia d’arte e di vita. Sono questi gli elementi che raccontano la mostra fotografica «Amori dalla cenere» di Caterina, che possiamo visitare fino al18 dicembre di quest’anno, dedicata a tutti quelli che vorranno far passare un messaggio di non violenza, non solo sulle donne, ma di genere. Il luogo istituzionale è emblematico per un progetto che accomuna arte e società in maniera indissolubile, che rende all’arte un ruolo attivo di cambiamento e crescita del sentire umano.
La mostra organizzata e ideata dall’artista Caterina Orzi, è promossa dalla Fondazione Nilde Iotti e dalle Iniziative culturali e sociali della Camera dei Deputati, con il patrocinio dell’Assemblea legislativa Regione Emilia- Romagna e del Comune di Lampedusa e Linosa.
Sono sette le donne che hanno firmato questo progetto: l’onorevole Patrizia Maestri, la Presidente Commissione assembleare per la Parità Regione Emilia- Romagna, Roberta Mori, l’Assessore alle Pari Opportunità della Provincia di Parma, Marcella Saccani, l’artista Caterina Orzi, la critica d’arte Stefania Provinciali e Fabrizia Dalcò, della segreteria Assessore alle Pari Opportunità Provincia di Parma.
Lucia Annibali, autrice del libro «Io ci sono. La mia storia di “non” amore» e che, in un video di rara sensibilità, il cui titolo è lo stesso della mostra «Amori dalla cenere» (visibile sul sito della Gazzetta di Parma) ha colto, in un dialogo aperto con l’artista, le ragioni della rinascita che passa attraverso l’arte diventando espressione di vita.
Amore e cenere sono, infatti, uniti in quanto l’amore è collante di ogni azione mentre la cenere è materia in movimento, destinata a rinascere, come la fenice. Il linguaggio dell’arte può infatti essere interprete di valori così da rendere il fruitore partecipe di una crescita non solo femminile ma comune alla collettività.
Las Hermanas Mirabal – 54°Anniversario della Memoria Storica”
L’Onu, su indicazione nel 1981 di un gruppo di donne riunitesi in un consesso femminista a Bogotà, con risoluzione 54/134 del 1999, ha designato il 25 novembre come Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne invitando le Istituzioni e le Organizzazioni a porre in atto iniziative di contrasto ad ogni violenza di genere. La Giornata Internazionale contro la violenza sulle donneche oggi si celebra prende le mosse dal sacrificio, consumatosi nella Repubblica Dominicana, di tre giovani donne che furono assassinate il 25 novembre del 1960 perché si erano opposte alla tirannia del brutale governo di Rafael Leonidas Trujillo. Maria Argentina Minerva, Antonia Maria Teresa e Patria Mercedes, meglio conosciute come le sorelle Mirabal, intercettate dagli uomini del dittatore mentre si dirigevano a trovare i propri mariti in un carcere del Paese latino americano, furono portate nei campi, vennero uccise a bastonate, riportate in una macchina che fu spinta in un burrone per simulare una loro morte casuale. La vicenda, che da lì a poco si diffuse dalla piccola Ojo de Agua, nella provincia di Salcedo, in tutto il mondo, è divenuta il triste emblema delle violenza maschile che, ancora oggi, 54 anni dopo quell’accadimento, continua a perpetuarsi in tutto il mondo, anche in quello più civilizzato, declinandosi dal femminicidio alla violenza fisica, dallo stalking allo stupro, dalle violenze domestiche fino al mobbing sui posti di lavoro. Tutte espressioni distorte del potere diseguale tra donne e uomini che si esplica non solo nella ferocia degli atti ma anche, subdolamente, in una molteplicità di manifestazioni silenziose. Le sorelle Mirabal sono così divenute l’icona delle vittime di ogni forma di violenza perpetrata conto le donne di tutto il mondo e di tutti i tempi.
AdelfiaFranchi