in lode a un Titano
Auspicando l’avvento di un’ EUROPA CHE NON C’E’
Io non sono tedesca, anche se sono stata in Germania più volte. Io non sono mai stata simpatizzante di partiti pseudohitleriani, come quelli apparsi anche in USA. Io sono italiana, di quelli che apprezzano i Marò innocenti, i conterranei presi a calci dall’Europa per questioni di pesca, produzione di latte e formaggi; io vorrei fare altrettanto per quei grassi minushabens che rovinano la Barcaccia e ne escono innocenti. Io sono una cittadina italiana, per grazia ricevuta e non per inciucio globalistico imposto e, pertanto, voglio dire la mia.
Non vedo chiara questa bomba della Volkswagen che, per gli ispirati santoni vendoliani, vorrei ricordarne le origini a favore popolare, è infatti “l’auto del popolo”, l’utilitaria del lavoratore. Non vedo chiaro che questa bomba sia esplosa proprio nel bel mezzo del Salone di Francoforte, nel cuore di un assetto economico germanico che appare al vertice di ogni possibile aspirazione, e troppa storia studiata all’Università, troppa informazione avuta da giornali di ogni linea, per non dire partito, mi fanno suonare sinistramente simile a quella di settant’anni fa, quando ancora non ero neanche in mente di Dio.
Vedo una guerra, su basi economiche, senza armi che fanno fragore ma con la stessa potenzialità distruttiva, vedo la guerra che ha lasciato poverissima una Nazione, con la gente che andava in bici con una gamba sola, per capirci, con i personaggi di Heinrich Boell, (“io sono un Dio al quale più nessuno crede”, profetiche parole per il nostro momento liberista) e ragiono sulle cause.
Germania, amata dal mio Tacito, tranquilla fino a che il Reno non ha visto che scambi normali con i Romani, fino a quando popolazioni del calibro di Attila o venuti giù dalla Lituania non hanno scompaginato il loro modus vivendi della loro terra piatta, senza difese naturali, cacciandone le tribù. E queste hanno reagito lottando per difesa e per restare in vita, hanno dato di nuovo forma a quanto restava di romano chiamandolo Sacro Romano Impero di Nazione Tedesca a fianco di un Papa, hanno illuminato di forza e di poesia l’Europa del 1200 con Federico II°.
E così via, fino a Poincaré che non ha perdonato il loro ricompattarsi dopo la prima guerra mondiale con l’orribile, disumano Trattato di Versailles, che vedeva i tedeschi mangiare solo bucce di patate per pagare i debiti di origini belliche e strategiche già dalla prepotenza di Napoleone, che li vedeva, orgogliosi e sconfitti, sottoposti alle scaramucce dei vicini di confine Sudeta ed inascoltati nel lamentarne morti e feriti. Voglio riportarlo alle menti, voglio sottolineare a chi ha sfruttato la vittoria fino a farla divenire crimine, perchè è stato il punto di partenza della seconda Guerra, incorniciata dalla ingerenza finale di genti d’oltreoceano che con l’Europa non avevano nulla a che vedere come non avrebbero dovuto avere nulla a che vedere con Gheddafi. E questa ingerenza ha causato il caos.
Ed ora un bel caos economico: la “V.W” è lo specchio della potenza tedesca, e dunque, europea? Bene. Diamogli contro, facciamo ancora guerra, bombardiamo la Germania perché l’Europa non sia libera, perché non sia luterana, ma, magari, di un’altra religione del Libro che vuole possedere il mondo.
Facciamo caso: l’Italia è un eccellenza nell’acciaio? Ed allora chiudiamo le industrie del settore. L’Italia è la prima Nazione per la scienza dell’ alimentazione? Ed allora tiriamo fuori qualche magagna come l’improbabile diffusione delle mozzarelle blu, mentre l’ape americana, i pesci tropicali ed altro uccidano i nostri animali. La Germania è la più forte Nazione d’Europa?…….. Brrr che paura, il Nazismo oltreoceanico, l’assolutismo religioso, le mani dominanti nel mondo economico tremano, possono perdere, ed allora, via il global, via il gender, la reimportata mafia con tutto ciò che le è di supporto, via gli schiavi ignoranti che piangono davanti ai nostri urlanti pluriscarabocchiati fans: tiriamo fuori la nostra arma segreta, boys, uno scandalo finto o preparato tramite pedine, ma che serva alla bandiera, perché Mammona sogghigni.
Marilù GIANNONE