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“L’ Altro MSI” …. di ben “Altri Leader”

Dall’ analisi di un Libro, una ricostruzione storica di un Movimento

Presso “L’UNIVERSALE”, nella sede romana dell’Associazione Culturale in via Caracciolo, si è svolta una interessante “Tavola Rotonda” per rimettere nelle giusta luce parti e luoghi della nostra esistenza, velati da superficiali rumori di pubblicità e soliti argomenti. Il soggetto, fulcro della serata del 10 maggio, è stato un Partito Politico amato od odiato, senza mezzi termini, il Movimento Sociale Italiano.
Uscito dai marasmi del dopoguerra, il M.S.I. ha riunito i vari rami alla deriva della vita sociale italiana di quei tempi, grazie all’azione pervicace di alcuni grandi suoi rappresentanti: PINO ROMUALDI, ERNESTO MASSI, BEPPE NICCOLAI, ERNESTO DI MARZIO, DOMENICO MENNITTI, MARCO TARCHI, ed altri che hanno corredato queste grandi menti dei loro preziosi suggerimenti.
L’argomento è trattato nel libro qui presentato, “L’Altro MSI” di ANNALISA TERRANOVA (Edizioni Giubilei Regnani), ove viene illustrato come questi uomini politici abbiano rivestito, nel formare il nuovo partito, un ruolo diverso ma assolutamente basilare ed indispensabile. Così il critico Tarchi, o Massi che desiderava caratterizzarlo come un partito socialista, come infine Romualdi che seppe concentrare i caratteri più importanti e procedere effettivamente alla fondazione di questa entità politica per conservare ciò che di buono o valido vi era nel Fascismo. Il MSI dà un alternativa politica, secondo la relazione di UMBERTO CROPPI, per definire i moventi di questa preziosa composizione, all’ombra tetra staliniana che al termine della guerra vuole gestire l’Italia tramite il PCI, guidato da PALMIRO TOGLIATTI.  Il nuovo Partito “serve di stampella” alla DEMOCRAZIA CRISTIANA  – come sostiene lo stesso Croppi – e nel contempo riunisce sotto la sua bandiera tutti coloro che hanno la Patria a cuore e ne vogliono veramente salvaguardare la libertà, tracciando il cammino a diverse scuole politiche più o meno inclini al Nazionalismo o diretti a strategie miranti al popolo d’Italia che ci aveva creduto.
Fa seguito ROBERTO IACOPINI, giornalista de Il Secolo, che sottolinea l’importanza della pluralità degli intenti, per contribuire con diverse scuole di pensiero come quella di PINUCCIO TATARELLA, ad intraprendere un nuovo cammino dopo il Congresso di Fiuggi, assolutamente allontanatosi dal pensiero unitario – anche nella diversità dei punti di vista –  strenuamente voluto dal più grande Segretario di questo Partito – e dunque dell’M.S.I. originario e credibile – GIORGIO ALMIRANTE, indiscusso ed altissimo leader anche di Alleanza Nazionale, la veste più efficace e vincente di questo Partito.
Conclude la presentazione energicamente ROMANO VULPITTA, chiaro e limpido nel definire carichi e vantaggi di questo corpus politico sempre rimpianto nella sua interezza. Lo storico, già guida di Giovane Italia e ottima mente coordinatrice dei giovani del Tasso, dopo alcuni paragoni fra la certezza forse un poco carica dei giovani da lui seguiti e l’assoluta insicurezza degli attuali, sembra voler proporre un ritorno a quell’iter largo ed affascinante proposto da Almirante per recuperare una vera destra, ora che non ve n’è che parti strappate, per riprendere in salda mano la sorte del bellissimo ed abusato nostro Stivale.

MARILU’ GIANNONE 

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NOTE a MARGINE  –  E’ mio desiderio esporre alcuni commenti, solo a titolo strettamente personale, per aver vissuto un lungo spaccato di quegli anni veramente “formativi”.  Anni in cui il M.S.I. per fortuna (o purtroppo) rappresentava, forse, il solo punto di riferimento per coloro che credevano in determinati valori e sognavano una rivolta (non solo ideale) contro un c.d “mondo moderno”, contro una società mercantilistica, contro una politica internazionale basata sulla contrapposizione egemonica dei “due blocchi”….. Forse noi allora eravamo gli unici ed i primi a credere in una EUROPA, come una “Idea-Forte”.

Come molti della mia generazione (dicembre 1942), entusiasmato dal MSI  fin dagli anni della scuola media, successivamente “militante” nella sezione Roma Prati, ho amato il Movimento e poi ne sono rimasto profondamente disilluso. Mi ricordo come Segretari del MSI Arturo Michelini, Giorgio Almirante, Gianfranco Fini, Pino Rauti, poi nuovamente Fini …. e , poi, la definitiva “Fine”, con il suicida autoscioglimento di una intera “comunità umana” nel Popolo delle Libertà. Un suicidio che si sarebbe dovuto auto-imporre proprio lo stesso Fini, persona senza onore, che invece ha preferito divenire cittadino onorario di Montecarlo.

Oggi, dal mio punto di vista, ritengo essere un grave errore volersi ancora identificare nella Destra o nel Centro Destra o, peggio, nei “Moderati” sempre evocati da Berlusconi. Eliminiamo queste sigle, oramai vuote di significati e di contenuti, per portare avanti – anche trasversalmente e pragmaticamente – un impegno forte solo su determinati temi, quali: le nostre Tradizioni Identitarie, la Sovranità Nazionale e Monetaria, la Giustizia Sociale unita ad una vera concreta Solidarietà, nonché privilegiando una giusta Meritocrazia nei confronti di una appiattente “democrazia”.

Giuliano Marchetti