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LA DIALETTICA DEI TRE STOMACHI

Questa era l’acida definizione della filosofia hegeliana che ha più volte fatto sorridere contemporanei e studenti. La voglia di riadoperarla, modificata leggermente, è veramente irrefrenabile per la precisa e speculare evidenza del momento sociale e politico d’ Italia. Ciò può avvenire per tramite di un quieto ragionamento, tenendo presente il punto di partenza di una testata giornalistica, il Giornale, che lamenta il rovesciamento tributario di due classi, quella ricca che paga di meno ed i pensionati vessati a morte. Ci si affida in sostanza non alla testa di un corpo sociale per amministrarsi, ma ad un……fondo di esso. Vediamo altri aspetti: chi si difende e reagisce alla delinquenza è messo in gabbia, mentre l’aguzzino, dopo due o tre giorni, magari viene anche intervistato o gli viene offerta una lectio magistralis o un corso universitario. Ancora: chi non è colto, non è “fascista” come dice un testo di storia della Letteratura del Liceo, quindi il colto è penalizzato e l’incolto che non sa altro che i nomi della sua squadra è portato in palma di mano, con buona pace di chi vuol far il suo dovere mettendoci la faccia: ma in questo momento prevale il lato B, che fa malasanità e fa crollare case e strade. A scuola i ragazzi non seguono le lezioni per il chiasso dei compagni, che non può essere frenato in quanto essi “sono troppi” (e noi che… eravamo in trenta) e, se ciò avviene, la risposta è uno sbuffare o un continuare imperterriti la cagnara. Il professore non può imporsi, altrimenti è “violento” e causa “traumi”. Risultato: chi è interessato, chi fa il suo dovere o dovrebbe, viene relegato nello sforzo di seguire lezioni che sono di continuo spezzate, presi in giro come “secchioni”. Il professore viene poi giudicato da questi ragazzi come fannullone, dal…. basso della loro esperienza e dai… bassi clamori elogiativi delle droghe e di questo o quel “genio” dei giochi informatici e delle “app”.  Niente testa, insomma, siamo….. dietro, dietro che fa perdere stima e stipendio per le dialettiche governative dei…. lati B . Ma dove sei, progresso ? Pochi e sparuti partitini, il …. fondo del sistema politico, gridano forte e fanno leggi, a scapito delle … teste, che qui andrebbero specificate con ortaggi.

I sessi sono … ? Erano due, secondo la Creazione, ma una riccia aliena ha avuto quasi ragione dei numeri positivi e si è imposta con un numerino negativo, un numero sotto il cuore: fondoschiena visto che si parla di sesso. Non parliamo di educazione infantile, di sesso sbandierato troppo, tutto al vento, sulla creanza del non mangiare con le mani, di non sgomitare, di non far versi … e di prepotenze, di subornazione, bestemmie (non solo rispetto per qualunque fede, è da scaricatore di porto), bullismi, senza che questo ed altra simile evidenza venga regolata, sennò si creano i seguenti mali: discalculia, dislessia, ansia, depressione, lesioni cerebrali (!), panico, debolezze psicologiche spesso più dei tromboni educatori che dei soggetti. E poi gli stranieri, i nomadi, i marpioni passati per diversamente abili: per carità, tutti bravi, ma perché il cittadino originario viene dopo, in fondo ad essi? Purtroppo, la parte razionale, ragionevole, la testa, per i governi italiani non ha più valore. La società odierna segue e divinizza il lato B e la sua dialettica. Speriamo, per ogni riuscita presente e futura, che gli sia ordinato di non fare più disastri  e che la minoranza accetti il suo stato, e la maggioranza regoli senza sacrestie le ragioni della cima e lasci coperto il fondo.

Marilù Giannone