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L’Arte Ermetica

Quattro Storie Romane, narrate da Dalmazio Frau ______________ in una recensione di Marilù GIANNONE

Un brumoso mercoledì di fine febbraio si è illuminato nelle sale della libreria Arion di via Nazionale con una presentazione singolare e provocatoria, visti i tempi: L’Arte Ermetica, per le Edizioni Mediterranee, collana Arkeios.  L’autore, Dalmazio Frau, aveva già dato ampia veduta delle sue raffinate conoscenze artistiche, coinvolgendo un numero notevole di amici della Libreria Universale sulle poetiche religiose dei Cosmati, affini alla fede tradizionale basata sul pensiero pitagorico, espressa con i simboli geometrici.

In questa serata culturale, accompagnato dallo scrittore Claudio Lanzi, il Ricercatore ha dato la migliore mostra di quel sé che si infiamma alla rivelazione delle verità spirituali che ci attorniano talvolta sotto il velame della fretta, della distanza, della sfiducia verso gli altri. L’Arte Ermetica è il primo volume che esamina frontalmente il linguaggio dei pittori che non si è voluto decifrare, quello dei simboli oltre il pensiero cattolico, ed i soggetti sono più che affascinanti perchè fanno parte di quel mondo cinquecentesco che vide l’opera anticattolica di Martin Lutero, con tutte le oscurità sue proprie. Si tratta di quattro artisti, Hieronimus Bosch, Jan Van Eyck, Albrecht Duerer, Pieter Bruegel. Quattro germanici geni nell’Eterna Città nostra, ognuno con la sua storia, vale a dire con la sua esperienza, e con un dato in comune, cioè l’adesione, a Venezia, al pensiero neoplatonico.
Non è poco, se si pensa che il divergere di Martin Lutero dalle gesta dei Papi non era stato esaustivo per un naturale ricercatore di umanità quale è un artista, che aveva preferito far passare in secondo ordine la sua forma mentis nordeuropea in favore di quella più limpida del pensiero neoplatonico e mediterraneo.
Assecondando gli assunti migliori di questa filosofia, che vede contrastare Aristotele e rivalutare il legame con la natura e con le forze di essa plausibili ed efficaci nella vita quotidiana, Van Eyck legge Petrarca, Duerer passeggia per Venezia riccamente vestito ed interessato all’unione tentata da Pico della Mirandola delle tesi di Agostino con quelle di Platone, Bosch riempie di simboli (come anche gli altri) i suoi capolavori, Bruegel – mai pago –  percorre l’Italia tutta incantandosi a Napoli ed a Reggio, ma rivalutando a voce piena l’Alchimia come scienza,  precursore, di poco, e partecipe, del mutamento di essa in chimica iniziato da Paracelso.
Le opere dei quattro grandi si riempiono di specchi, di cavalieri geometricamente disposti, di matracci, di simboli dell’altro filosofo amato dai neoplatonici, Pitagora, con l’avallo delle ricerche di Ficino e Pletone, ma si fanno anche guidare dalla traduzione del Trismegisto voluta da Cosimo de’ Medici, indicando l’uomo come microcosmo eguale al macrocosmo e, più da vicino, l’uomo contenitore di Dio che è anche nel cielo, secondo l’assunto che recita che ciò che è in alto è anche in basso. Le incisioni e gli acquarelli di Duerer e dei suoi quasi conterranei (è l’unico tedesco) prendono una scansione prospettica più sicura, sulla falsariga dei dettami di Luca Pacioli (de divina proportione) libro che certamente non è sfuggito ai colleghi.
Bosch contrasta apertamente l’ Umanesimo mettendo in luce gli aspetti irrazionali e trascendenti dell’intelletto, e con acuta ironia mette in scena la viziosa imposizione delle regole morali dei religiosi, ed ecco i Sette vizi capitali, il Diluvio, le Visioni dell’aldilà ; lo specchio dei coniugi Arnolfini di Van Eyck è il punto di luce che li raccoglie e li disegna, i simboli alchemici ed esoterici sono sparsi in tutte le opere, accuratamente collocati non per volerli nascondere, ma per farli scoprire a chi vuole conoscere e per chiarire che essi sono una lettura del divino nel quotidiano.
Dalmazio Frau espone, chiarisce, commenta, l’interesse degli astanti è sensibile, e l’ascolto induce a rendersi conto che questo titolo è uno dei migliori dell’Editrice in questi mesi, il consiglio è acquistarlo e considerarlo un amico che affettuosamente ci toglie dai pensi quotidiani, anche perchè può essere riportata qui solo una piccola parte dell’esegesi.
L’iniziale curiosità per il titolo dell’evento porta ad una scoperta piacevole: Mediterranee, con Gremese, i titoli del quale aprono le porte ad altri argomenti , così come Armando e Palombi, è una delle quattro editrici di Roma, sulla piazza editoriale da molto tempo e con sicuro successo, case di diffusione culturale maturate a Roma, sapide e spumeggianti come vino vecchio italiano a denominazione di origine garantita.