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Lega Nord, prossimamente Lega Nazionale

IL CONGRESSO ROMANO

Sabato 24 gennaio si è tenuto il primo congresso della Lega a Roma – presso l’Hotel NH Vittorio Veneto, organizzato dalla coordinatrice Claudia Bellocchi, già candidata al Parlamento Europeo.
Il pubblico era numeroso al di là delle previsioni, spinto in parte dall’interesse per questo partito in marcia decisa, in parte per vedere fondate le proprie speranze per un nuovo modo di far politica, dicendo pane al pane senza timore di contrastare il galateo kennediano.
La speranza dei cittadini è, in verità, quella che vuole un governo senza traffici illeciti, truffe, mafia. I leghisti, trota a parte, sembrano essere oggi quelli più vicini al desiderio di essi, tanto è vero che il Partito è in netta ascesa e mette paura a molti: su Facebook gli oppositori si scatenano contro Salvini che dimostra molta presa sull’elettorato , ed una guida ineccepibile della Lega.
La linea del Partito è ampiamente ripetuta, anche se gli interventi dei rappresentanti di associazioni ed entità governative locali sono stati contenuti in pochi minuti per ciascuno. La linea del Partito è la liberazione d’Italia dall’invasione di rifugiati che sono diventati in alcune città pericolosi nuclei di delinquenza, d’insicurezza, di probabile jihaidismo, l’auspicato fermo all’austerità europea, che favorisce solamente le banche ed impoverisce fino all’indigenza qualsiasi categoria di italiano che non fa parte della nomenklatura o la fiancheggia. Pochi accennano alla cultura, ai pensionati, ma è vivacemente applaudito un rappresentante delle Forze dell’Ordine che delinea chiaramente lo stato di carenza paurosa di difesa della nostra augusta Nazione.
Di nuovo si fa appello al voto, affinchè gli industriali non vengano comunisticamente visti come affamatori, visto che è il cattocomunistico governo ad oberare di tasse e balzelli chiunque (non si programma più al cinema il disneyano Robin Hood, perchè?), ma non si è sentita una ipotesi di progetto di lavoro, nonostante il numero enorme di disoccupati.
Fa seriamente pensare il quadro dipinto da un altro rappresentante dell’Ordine in merito ai favori che si fanno alle imprese ed al commercio degli extracomunitari: ci sono ancora italiani? Nessuno reagisce?
Il Congresso si chiude promettendo altri meeting, ringraziando, salutando. Lascia un’impressione tremenda: il sottile fascino per una nuova buona dittatura e lo sgomento d’aver perso casa, lavoro, identità, Nazione.

                                                                                                                    Marilù GIANNONE