Martine Goeyens a Palazzo Ferraioli
MARTINE GOEYENS ______________ritratta da Marilù GIANNONE
Insolita, interessantissima esposizione nelle splendide sale di Palazzo Ferraioli in Roma dal 18 al 25 maggio: l’arte di Martine Goeyens. La mostra è probabilmente la prima a Roma della pittrice ed è stata organizzata da Sara Iannone Arcioni, tramite l’Associazione “L’ALBA del TERZO MILLENNIO”.
Martine Goeyens viene dal Belgio e fa delle terre del suo paese allegre fonti per un linguaggio di colori che colpisce o incanta l’osservatore. Altri soggetti commentano fasi del giorno, come stati d’animo o come coltre ottimista delle vicende umane. La critica la vede come impressionista, ma non è del tutto veritiero questo concetto; la pittura della Goeyens ricrea dalla lezione degli Impressionisti una nuova veduta artistica, perchè, pur avendo la stessa aspirazione alla luce di un Monet o di un Renoir si lascia portare dalla dominante del soggetto ritratto senza comprenderlo entro una cornice di regola, di studio cromatico.
La tecnica preferita è l’olio, ma “l’amour” che guida il suo pennello fuoriesce dalla riproduzione in piano per determinarsi anche in sculture, mosse e compiute su una vita completamente posseduta in sé e desiderosa di farsi comprendere. Allo stesso modo, i quadri sono eseguiti con pennellate varie, che rifuggono dalla precisione impressionistica per lo meno in generale, accostandosi semmai al tipo di esecuzione del Moulin de la Galette di Renoir. Il colore di Goeyens si lascia affascinare dalla forma da riprodurre sciogliendo qua e là la pennellata in tratto, in macchia, in segmento, in un distendersi o arricciarsi di brevi stesure. Sono quasi tutte vedute all’aria aperta, quando bisogna non indugiare per fermare ciò che colpisce sulla tela, ma in situazioni più circoscritte la tecnica si fa ancora una volta portavoce, lavorando di spatola abilmente, senza grumi eccedenti, senza presenze grasse che opprimerebbero la leggerezza luminosa del risultato.
Il colore, lingua della luce, è protagonista come per gli Impressionisti, questo è certo, ma Martine lo correda di una pienezza quasi sonora, facendo talvolta di un soggetto nordico una veduta mediterranea in un lago turchino, con un cielo blu chiaro o con un’esplosione di fiori in primo piano ad intitolare la lunga prospettiva di natura. Anche qui si può pensare allo stato d’animo che resta protagonista, come nei fiori delle amiche diversi a seconda della differente personalità di esse, come nelle malinconie brumose delle albe nordiche.
L’Impressionismo è la lingua più vicina all’artista belga, ma è superata dall’immediatezza di un sentimento di conquista del soggetto che piace , giungendo talvolta alla lontananza del disegno per la prevalenza assoluta della gioia e del dinamismo di una città resa con un vermiglio totale, come se in quel punto di raccolta umano ciò che crea “l’amour” fosse la vita stessa in tutti i suoi momenti, in tutti i suoi campi, un’immensa evidenza di relazioni felici.
Indubbio è il successo dell’esperimento di un divergere assoluto dall’ingombro di opere astratte o informali di cassetta, così come è chiaro il messaggio delle opere della Goeyens che inducono a meditare anche sul piano sociale se sia giusto perdere la realtà naturale di uomini, oggetti, paesaggi per grida inarticolate o messaggi piatti e contrastanti , e non sia, invece, più gratificante la ripresa, senza possibili ritorni, della partecipazione totale ed interpersonale delle voci e dei canti della realtà vitale sentita nella sua immediatezza, come l’artista sembra voler dichiarare.
Comunque si ponga la domanda, è certo che Martine Goeyens è una pittrice che va incontrata, per leggere nelle sue opere un’ auspicabile nuova via di espressione artistica.
L’esposizione si è svolta dal 18 al 25 maggio ed ha registrato un notevole afflusso di visitatori, di appassionati e di critici d’arte; nel giorno della inaugurazione si è registrata la presenza di numerosi vip, personalità della Roma bene, della Sinistra Radical chic, nonché della Nobiltà Nera.
Nella pomeridiana di venerdì 22 vi è stata una notevole partecipazione dei soci ed amici del Kiwanis Club Roma Giulio Cesare che, in tandem con l’Associazione “L’Alba del Terzo Millennio”, è spesso presente in manifestazioni che interessano i vari aspetti dello scibile, nel campo della cultura e della scienza, come già avvenuto nei recenti Convegni dell’Accademia Internazionale Mauriziana – il 30 aprile alla Casa dell’ Aviatore – e dell’ Università La Sapienza, svoltosi sempre a Palazzo Ferraioli il 7 maggio, ove il Rettore ha svolto una relazione sugli “Anziani” – che rappresentano una risorsa – nonché sui problemi della nutrizione e della obesità infantile.