Mosaico per un Sindaco
Il Corriere della Sera ha crudamente dimostrato che la Sindaco (scusatemi se conosco l’italiano più del medio basso boldrinio) per il suo discorso di apertura si è fatta servire un copia/incolla politichese dal suo team che, evidentemente, è derivato dallo spontaneismo anni settanta. Il fatto è stato anche lietamente rimarcato dal Foglio, ed a questo punto si è rimasti perplessi.
Perchè a breve distanza la Dama bruna del Campidoglio ha sfoderato indubbie e notevoli doti di chiarezza per difendersi dagli attacchi di un buon giornalista del campo avverso, a proposito della lutulenta situazione dell’ATAC . Inoltre è stato interessante notare che Vittorio Sgarbi di lei ha parlato in modo corretto, quasi contento, e questo desta qualche sorpresa.
Chi è la nostra prima cittadina e che cosa cerca di portare a termine, è domanda che offre una risposta ardua, nel limbo disordinato procurato dalla ignavia colposa di precedenti e dalla delinquenza infiltrata in ogni strato della cittadinanza, ma anche da alcune contraddizioni sue che lasciano spiacevolmente colpiti.
Non si capisce perchè non vuole le Olimpiadi a Roma, quando un esame costi/benefici va a favore di essa: il vero ostacolo sarebbe il magna-magna di appaltatori ed imbroglioni vari, che forse la Sindaco allora non è certa di saperli bloccare. E’ poi da ignorante invadere un luogo artisticamente più che pregevole come il Palatino da insulsi labari arcobaleno: Roma ha tanti posti dove fare immagine di soggetti che non ne hanno bisogno, se si sentono normali, e non devono averne, se vogliono assurgere con bassi requisiti ai vertici dello Stato, semprechè il mondo non debba camminare sulle mani ed agire con altre anatomie. Il Palatino offriva ai cives amanti della loro terra le eccellenze del pensiero e dell’attività dei nostri augusti progenitori, non i fondoschiena. E poi vi sono le questioni sull’emergenza rifiuti, sui trattamenti “speciali “ ad alcuni stretti collaboratori.
Ancora: è signorile, e scusate la parola che sembra tramontata, ma il Sindaco è una carica istituzionale, non una diva hollywoodiana, che si faccia fotografare in pigiama, che porti il figlioletto in aula, che dia mostra della sua vita privata, insomma? Che dimostrano queste sue plaisanteries? Che è una donna semplice? Che si sente alla stessa stregua di una donna di casa? Siamo fermi alle classi sociali e non guardiamo ad un grano di riservatezza doverosa per il mondo che la punta? Ne abbiamo abbastanza della signora Obama, e peggio, della signora Carlà: manteniamo i nostri colori, siamo italiani, abbiamo il senso del bello.
I cittadini sono divisi fra un amore tradotto da quello che hanno per Beppe Grillo, per carità, meritato, ed una totale disistima. A sentirla parlare, non si può non plauderla per il carattere, soprattutto quando parla senza canovaccio, ma le prime mosse non sono state affatto convincenti, intendo riferirmi ai suoi pensieri sulla scuola, che andrebbero semmai virati sui genitori che bloccano il traffico per accompagnare viziati rampolli, ed allora della Sindaco si accosta questo proposito a quella promessa, quella reazione a quello strafalcione, nella speranza sofferta che esca qualcosa di buono per questa capitale che è allo stremo: si sta formando un mosaico, nella viva intenzione di trovarsi gli angeli del Cavallini e non gli orrori senza fede degli affreschi a San Gregorio. Che Dio ci aiuti.
Marilù Giannone