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POLITICO SENZA POLITICA

Il teatro Quirino ha aperto la campagna elettorale di ALFIO MARCHINI il giorno 11 aprile, alle 19,30 e con un notevole afflusso di gente. Molti i curiosi, anche dichiarantisi fautori della scheda bianca, molti i politici anche se non apicali, di ogni partito.
L’introduzione è stata singolare: il doppiatore MASSIMO LODOLO che, per conto dell’On. ANDREA AUGELLO, ha diffuso le frasi di MARCELLO VENEZIANI: ”voglio bene all’Italia, anche se mi fa male vederla ridotta cosi. Essa è mia madre, mio padre, la mia terra, è dove sono i miei morti’”. Scaldati gli uditori, Augello ha brevemente disegnato la figura del candidato ed ha passato la parola a ROBERTA ANGELILLI, che sottolinea come l’importanza di Roma per l’Italia è infinita, ramificata dalla Nazione all’Europa e specchio della credibilità nostra all’estero. Ripete frasi già udite, come “andare a fondo dei problemi e rimettere al centro della nostra impresa Roma”, ma non si può negare, anche alla prova provata di films amatoriali, che la battaglia del suo gruppo sia stata continua, ardua, e talvolta vincente.
Si è impedito, ad esempio, che l’ex deprecato e nullo IGNAZIO MARINO potesse svendere i palazzi storici della Capitale, e si è fatta una ricerca accurata, ripresa, testata, dei mali di Roma, dalla sporcizia agli immigrati di dubbia intenzione, ripetendo ciò che tutti si chiedono: ”ma sono tutti uomini giovani e forti. Perchè non difendono casa loro?”. Films amatoriali, si è detto, testano fino a che punto la Eterna Urbe sia diventata un suk, un ricettacolo di indifferenza colposa e delinquenziale, dai vertici al lastrico.
A questo punto Alfio MARCHINI prende la parola ed esprime il programma, sentito già da altri, ma espresso con una foga e con una precisione da far ritenere che si abbia, dopo le parole, una certa quale determinazione all’azione: via i rom, via gli immigrati clandestini, via, soprattutto, la corruzione dilagante. Non dice come, ma si spera che circondi il Campidoglio con un nutrito reparto militare ed arresti tutti, dal primo all’ultimo, per tradimento, assenteismo, losca conduzione delle funzioni ed altro.
MARCHINI è un uomo vissuto accanto ad un terribile nonno stalinista, con il quale era in conflitto/stima, in amore/odio, che all’esordio del nipote nella vita attiva verso la candidatura gli ha svelato di essere un ammiratore di GIORGIO ALMIRANTE e di stimare quanto altri mai BENITO MUSSOLINI. Destra, Sinistra, la confusione senza ideologia e senza idee dell’attuale politica… MARCHINI ritorna alle basi, senza spirito di squadra, ma nel solo intento di far bene alla città ed ai suoi abitanti: non ha atteggiamenti già visti, parla diretto anche quando dice concetti prevedibili, e senza affettazione, forse senza colorite menzogne. E’ un uomo che, credibile o no, è ricco di buona volontà e di preparazione, è un politico, ma senza la già vista politica.

Marilù Giannone