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Qatar e lo “shopping” in Italia

I simboli della nuova Milano passano tutti al Fondo sovrano del Qatar, che diventa di fatto il proprietario del quartiere. La Qatar Investment Authority (QIA), che già dal 2013 possedeva il 40% del progetto di Milano Porta Nuova, ha deciso di salire al 100% del capitale che finora detenevano Hines Italia SGR, Unipol SAI, Coima, Galotti.

Il valore di mercato del progetto immobiliare iniziato nel lontano 2005 è di 2 miliardi di euro. È stato Manfredi Catella, amministratore delegato di Hines Italia SGR, società di sviluppo immobiliare che rappresenta il consorzio degli investitori iniziali, a dare l’annuncio, definendola “una delle transazioni più importanti in Italia e nel mondo degli ultimi tempi”. Massimo riserbo sul costo dell’acquisizione, una cifra “riservata ma importante”, di cui Catella si è limitato parlare in termini di rendimento. Secondo quanto spiegato da Catella il Qatar ha intenzione di mantenere la maggioranza del progetto per un “lungo periodo” (fino al 2030) essendo il fondo sovrano un investitore non finanziario.  In futuro, sempre secondo Manfredi Catella, eventualmente il capitale di Porta Nuova potrebbe essere aperto, in maniera minoritaria, anche ad altri fondi sovrani.

 Il cantiere di Porta Nuova è stato lanciato nel 2000 su un terreno gigantesco di 290.000 metri quadrati in precedenza dedicato ad attività ferroviarie. Molto ben collocato e dotato di molte infrastrutture all’avanguardia, fra le quali la vicina stazione di Porta Garibaldi, zone pedonali e piste ciclabili. Porta Nuova, che comprende 25 edifici ultramoderni, si presenta come un secondo centro città più modernista, il suo cuore è Piazza Gae Aulenti dove Banca UniCredit ha collocato il suo quartier generale, in un grattacielo dalla forma arcuata, firmato dall’architetto César Pelli e classificato come uno dei più alti d’Italia. Nei dintorni ci sono molte altre aziende, come gli uffici di Google, e una serie di negozi, caffè, un ristorante stellato ed infine un grande parco ancora non terminato. Il complesso comprende anche una parte residenziale di 380 unità abitative, fra le quali il doppio grattacielo “Bosco Verticale”, ideato dallo studio Boeri e premiato con il riconoscimento internazionale d’architettura “International Highrise Award” nel 2014. Inaugurato l’anno scorso e ancora parzialmente non occupato, l’edificio si distingue per le sue ampie terrazze traboccanti di arbusti e cespugli, irrigate da un impianto d’innaffiatura centralizzato.

GLI INVESTIMENTI DEL QATAR IN ITALIA

Porta Nuova non è il primo investimento che l’emiro del Qatar ha fatto  Italia. Nel 2012 il fondo sovrano ha rilevato dalla Colony Capital di Tom Barrack la Costa Smeralda con una spesa di circa 600 milioni, per quattro alberghi di lusso e terreni inedificati. Recentemente, una delle ultime operazioni di Qatar Investment Authority, il veicolo presieduto dallo stesso emiro Tamim bin Hamad al-Thani, è stato l’ingresso nel capitale di Inalca, la società del gruppo Cremonini, insieme al Fondo Strategico italiano, con un investimento di 165 milioni. Nel 2012, non direttamente con la QIA ma attraverso una  Mayhoola for Investment, i reali del Qatar hanno comprato la maison Valentino per la cifra di 700 milioni di euro. Tra gli immobili di pregio acquisiti dal Qatar (che possiede ormai partecipazioni azionarie in aziende di mezza Europa, ma soprattutto il 100% dei grandi magazzini londinesi Harrod’s e del Paris Saint-Germain, la squadra di calcio di Parigi), ci sono i più prestigiosi alberghi di Firenze: il “Four Season”, all’interno del Palazzo della Gherardesca, e lo storico “Grand Hotel Baglioni”. A Milano, Qatar Investment Authority si è concentrato sulle sedi delle banche: ha acquistato il palazzo di Via Santa Margherita che ospita gli uffici di Credit Suisse e ha partecipato ad un fondo costruito ad hoc per valorizzare un portafoglio di filiali di Deutsche Bank.

Nel novero dei progetti in Italia, c’è anche un ospedale. In Sardegna il progetto per l’ospedale ex “San Raffaele” di Olbia, che coinvolge la Qatar Foundation, ha subito recentemente un’accelerata: l’emiro del Qatar ha intenzione di investire 1,2 miliardi di euro per realizzare un centro di cura e di ricerca di eccellenza a livello internazionale.