Skip to main content

RADICI INDISTRUTTIBILI

Fortuna che, in tempi di snobismo multinazionale o ghigni distruttivi settesororiali ci sono le tradizioni regionali, veicolate da dialetti, danze, musiche, e queste ultime così magistrali da essere abbracciate nei confini della musica “classica”.
Il Teatro I PORTICI , dove è stata data la commedia di Scarpetta “Non è il momento”, sulle scene fino alla scorsa domenica 23 maggio, interpretata dalla Compagnia Teatrale “GLI AFFLIGGITORI” di MICHELE LOMBARDI ha le luci basse e la voce di Roberto Murolo, soffusa o cardiaca, conduce alla serenità dovuta per comprendere quest’opera.

Il testo in parte è stato reinterpretato da MICHELE LOMBARDI, che ne ha alleggerita la forma popolare in modo da coinvolgere anche chi è scarsamente portato al teatro vernacolo. La trama è un gioco di equivoci attorno ad un baldo giovane in ansia per non aver conosciuto i suoi genitori, che ad un certo punto si ritrova di averne più di due; commedia, questa, che ironizza un poco sulla situazione genitoriale del nostro confuso decennio, ma punta sul brio e la vivacità del nostro popolo. Gli attori sono ottimi e naturali, presi dall’impiego o lavoro diversi, fra loro vi è un ufficiale dei Carabinieri, GIULIO ECCHER, che è addirittura il migliore: la spontaneità, e la prestanza recitativa non possono che conquistare il pubblico, che infatti applaude più volte nel mentre dei fatti. Ma tutta la Compagnia è all’altezza di attori di grido, con la valenza superiore di recitare per gusto e senza réclames o appannaggi. E’ curatissima la resa degli ambienti e dei costumi e l’amalgama fra le parti recitanti è riuscito per una regia sicura . Si distingue la protagonista, MARIA LA SPINA, nei panni di una floreale signora affetta da terrore per i fulmini, punto di partenza dell’equivoco, per la scioltezza con la quale domina la difficile resa del personaggio.
I giornali per solito dedicano solo un trafiletto all’italico artista senza clamori che va invece scoperto e chiamato ad alta voce: se non ci fossero questi tipi di Associazioni artistiche come GLI AFFLIGGITORI resteremmo alle superficialità di cosiddetti elucubrati capolavori che non sanno altro che fare sbadigliare e sono adoperate solo per far girare bigliettoni fra nomi di moda.
Ma con questi piccoli gioielli lo sconforto del vedere uniformare ed ingrigire l’arte italiana nel global è scongiurato. Resta la volontà sorridente di tornare a scoprirne ancora, in omaggio alle belle e secolari radici dello Stivale che non moriranno mai.

MARILU’ GIANNONE

 

 

 

 

Marilù Giannone