Santuari Mediterranei fra Oriente ed Occidente
Da tempo si lamentano le condizioni misere della cultura in Italia e di Roma in particolare, e spesso non si può che convenire con questa opinione ma, per fortuna, vi sono momenti ed occasioni in grado o di smentirla o, meglio, di indurre alla speranza di un futuro migliore per la conoscenza, e questo evento vuol essere una dimostrazione.
Giovedì 8 settembre u.s. presso la sede della British School di via Gramsci è stato presentato il volume “Santuari Mediterranei fra Oriente ed Occidente”, raccolta di elaborati di Archeologia preparati e curati dalla Dottoressa ALFONSINA RUSSO TAGLIENTE, Sovrintendente del Polo Archeologico della Provincia di Roma e dell’Etruria Meridionale e dal Prof. CHRISTOPHER SMITH.
Il libro, notevole per l’accattivante veste editoriale e per la semplicità di consultazione, in quanto diviso per argomenti, porta a conoscenza l’esito aggiornato delle ricerche archeologiche più all’avanguardia, cioè quelle miranti a chiarire il significato di santuario, la sua costituzione, la relazione con i riti che vi si svolgevano, ed in più introduce nella mera e, per così dire, classica ricerca il contributo di un settore non sempre evidenziato, quale quello della relazione astronomica fra il santuario e la vita degli uomini che ci hanno preceduto.
Non è tutto: finalmente nella scienza archeologica, giovane disciplina dal grandissimo risultato artistico, etico, conoscitivo, trova il suo spazio uno studio sulla qualità economica dell’esistenza, in un dato luogo, del santuario stesso, sottolineando la causa ed il beneficio dell’ inserimento abitativo.
L’ opera eccellente di ALFONSINA RUSSO porta da sempre il Polo Museale di Valle Giulia ad essere fulcro di apprendimento e di elaborazione della conoscenza vera e profonda dell’uomo attraverso la parola e le forme degli antichi, ed anche in questo lavoro si fa strada, finalmente, un motivo spesso superficialmente citato da altri studiosi, cioè quella della “Grande Dea Madre” che, in questo studio, appare invece in tutta la sua grandezza ed estensione, bellissimo movente per ripensare agli attuali dissesti politici intorno ad un mare immenso che ha dato fecondità e crescita a Fenici, Etruschi, Sardi, Greci, ed altre popolazioni parimenti importanti, uniti per fede e solo talvolta per contrasti. Si ha così un breve discorso su Astarte a Malta, a Tartesso, a Cadice, a Cartagine, in Sardegna, spesso insieme alla figura del Dio Padre, ed in tutte le variazioni possibili relative alla civiltà che l’adorava.
Il volume oltre ai suoi valori strettamente riferiti alla ricerca specifica, è forse motivo di considerazione intorno a questo grandissimo specchio d’acqua che ha saputo unire e non dividere popolazioni diverse tramite il culto, la fede, la ricchezza ed il rispetto della natura.
Marilù Giannone