Villa Medici: 350 Anni
L’ Accademia di Francia
Confusione, manifestazioni, borse in caduta, povertà: questo ha dimostrato l’Europa delle Banche, quella sulla quale si è costituita l’Europa Unita.
Leggendo sul “Messaggero” che l’anno in corso è il trecentocinquantesimo della vita culturale, tranquilla e fruttuosa, della napoleonica Accademia di Francia a Roma, ….. si ha lampante la dirittura d’arrivo per un altro tipo di Unione, data la qualità e la provata durata, oltre ogni guerra, oltre ogni regime, di questa istituzione.
L’Europa, dalla storia comune, dalle diverse e comprensibili lingue, perchè simile è il pensiero degli Stati costituenti, deve basarsi sul progetto di un futuro possibile e proficuo prevalentemente sulla cultura, su ogni sua sfaccettatura, dalla scienza alle lettere.
Forse Napoleone, quando il 1803 l’ha voluta, pensava di porre alla guida del Pensiero europeo quello dei nostri gallici amici, ma Roma, l’Italia, gli hanno preso la mano, e pur cinti di alloro i geniali borsisti d’oltreconfine per la meraviglia delle loro creazioni, è sulla cultura nostra che viaggia il benessere europeo futuro.
Così lo sceneggiatore PHILIPPE PETIT, che su Villa Pamphilij raccomanda di “seguire le passioni a tutti i costi”, così il musicista FABRICE DENYS sulla vita romana quotidiana, o JULIE CHEMINAUD, filosofa, che discute fra le bellezze di Roma la sindrome di Stendhal, e MEHDI BELHAJ KACEM che commenta i “Trionfi”, ripescandone le traduzioni dal secolo XVI, ed il finlandese BRUNEL che commenta la sauna e le terme romane come benessere mentale e sociale. Per citarne solo pochi: non resta che, il giorno 1 luglio e fino il 14 agosto, andare a vedere questo ventaglio di eccellenze e riproporre un unione forse meno e disparatamente ricca, ma ferma e certa come quella proposta da Villa Medici, grazie alla sagacia della sua Direttrice, MURIEL MAYETTE-HOLTZ.
Marilù Giannone