Il tema della Sicurezza delle frontiere e migrazioni è stato al centro dell’incontro organizzato dalla Commissione europea – Rappresentanza in Italia, in occasione della pubblicazione del volume “L’idée d’Europe. L’identitè solidaire en question” e ospitato a Roma presso “Spazio Europa” di via IV Novembre. Di sfide da affrontare per giungere ad un’Europa che sia realmente unita ha parlato, Sandro Gozi, Sottosegretario agli Affari Esteri della presidenza del Consiglio. Nel ricordare che “l’Italia ha avuto grandi ispiratori, che hanno per primi dato il via al federalismo europeo, ma molto pochi interlocutori”, Gozi ha indicato ciò che il Paese può e deve fare: «È finito – ha detto – il tempo del solo dialogo, ora vogliamo e dobbiamo dare il nostro contributo per far ritrovare una nuova ispirazione all’Europa, che deve uscire dalla gabbia di finto umanismo da cui è stata vincolata per troppo tempo.» Secondo il Sottosegretario, per rilanciare l’Europa è necessario riappropriarsi degli obiettivi politici e degli impegni giuridici, cioè, il diritto alla solidarietà e il tema dei valori fondamentali, stando attenti ai veri nemici dell’Europa. Ostili sono coloro che, a detta di Gozi, «mirano solo ad un’Unione politica, vogliono chiudere le frontiere, alimentano la paura del diverso, concetto, questo, che sembra troppo lontano dall’identità europea di cui si parla anche nel volume “L’idée d’Europe. L’identitè solidaire en question”.» Ciò che deve motivare il governo italiano a voltare pagina e dare corpo all’agenda sociale europea è da ricercarsi nel clima diffuso di indifferenza nei confronti dell’Europa, un sentimento di eurodelusione particolarmente in crescita nel nostro paese. «L’Europa – ha sottolineato Gozi – deve parlare ai cittadini, ai quali occorre far capire il senso e le positività dello stare insieme. Se vogliamo esser all’altezza degli ispiratori della Carta di Roma, dobbiamo iniziare a costruire realmente un sistema di asilo politico comune,che deve andare di pari passo alle frontiere esterne: su questo anche l’Italia si gioca la credibilità. Contemporaneamente, con senso di lungimiranza, dobbiamo rilanciare in maniera più ampia il progetto politico europeo.» L’Europa, è risaputo, non ha tempo e occorre lavorare adesso per arrivare preparati al 2017. Il governo italiano è già da tempo impegnato per rilanciare l’integrazione europea che è per il Sottosegretario Gozi «l’unico modo per ritornare alla solidarietà e ritrovare il senso di identità europea, che in questi anni di austerità abbiamo in buona parte perso.»
Il tema della solidarietà , non chiama a riflettere solo l’Europa, ma tocca le singole coscienze. A dichiararlo è stato Alberto Sciumè, dell’Università di Brescia. «Nella traiettoria europea stiamo acquisendo la consapevolezza che l’Ue non solo non deve sfaldarsi ma deve ri-saldarsi per affrontare temi cruciali che solo in ambito di collaborazione e solidarietà può superare.»
È stato però Cosimo Risi, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, ad offrire un quadro chiaro della situazione europea: «La politica interna e quella estera sono la stessa cosa soprattutto in era di globalizzazione e la loro interazione è così forte che non sono scindibili. Allo stesso modo – ha concluso Risi – l’instabilità internazionale si riflette su quella interna e, in egual modo, la dimensione esterna diventa rilevante e incide sul panorama europeo.»
Il progetto “L’idea di Europa” che ha portato alla pubblicazione del volume “L’idée d’Europe. L’identité solidaire en question” e all’organizzazione del convegno su Sicurezza delle frontiere e migrazioni, è frutto della positiva collaborazione tra le Università di Ginevra (Global Studies Institute) e di Brescia (Dipartimento di Giurisprudenza), con la partecipazione della Fondation Jean Monnet (FJM) di Losanna. Lo studio rivela il grande potenziale di collaborazione tra gli attori sul tema portante dell’identità solidale europea. La crisi migratoria, le minacce del DAESH in Libia e altrove e le difficoltà dell’Eurozona spingono l’UE a interrogarsi sui propri fondamenti e in particolare sulla natura umanistica e solidale del progetto europeo.
Seppur interessante, la conclusione de dibattito, moderato dal curatore del volume, Federico Romanelli e arricchito dagli interventi di Emilio Dalmonte (Rappresentanza Commissione UE in Italia), Giancarlo Kessler (Ambasciatore di Svizzera in Italia), Nicolas Levrat (Università di Ginevra) e Paolo Quercia (Center for Near Abroad Strategic Studies), non ha però portato ad altro che ad analizzare la realtà e ipotizzare azioni che possano portare alla concretizzazione degli Stati Uniti d’Europa. Incontri a parte, la vera partita è quella che si sta giocando a livello europeo, che vede prevalere ancora troppo i nazionalismi dei singoli governi a scapito dell’unità europea ed un’azione comune su sicurezza delle frontiere ed emergenza migranti.