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Autore: Redazione

4-7-2015 a Civitella San Paolo: DAI POETI ARMATI ALLA GRANDE GUERRA

DAI POETI ARMATI ALLA GRANDE GUERRA

READING SULLA GRANDE GUERRA DI EMANUELE MERLINO CON GIUSEPPE ABRAMO

(Sabato 4 luglio – Civitella San Paolo – ore 18:00)

 

Dopo le fortunate date friulane e le tre romane – senza contare la trasferta Fiorentina del 3 luglio e quella a Taormina del 31 – il mio reading sulla Grande Guerra torna in scena.

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Il Terremoto nella Marsica – 100 anni fa

a  LECCE NEI MARSI,  intitolare una strada a Maria Pacifici 

Le celebrazioni dei 100 anni del terremoto nella Marsica hanno riportato all’attenzione degli  storici la nobile vicenda di Maria PACIFICI, ostetrica paganichese, che in mezzo alle macerie di Lecce nei Marsi fece nascere due gemellini. Fu in seguito insignita della Medaglia d’oro al Valor Civile e la sua vicenda é oggi raccontata anche nell’Antologia di cronache, foto, poesie e prosa dal titolo:” Cento anni fa… il Terremoto nella Marsica” di Giovanbattista PITONI, Presidente dell’Istituzione per le Celebrazioni del I° Centenario del terremoto nella Marsica.

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1-7-2015 a Milano: Fashion Global Summit

MANGIA COME TI VESTI

La rivoluzione sostenibile della moda che conquista il food

Milano Fashion Global Summit riunisce i più importanti esponenti del settore e altre eminenti personalità da tutto il mondo per discutere e analizzare le nuove opportunità e sfide che il settore della moda e dei luxury goods affrontano in un mercato in continua trasformazione. Il Summit si rivolge ai Capi d’impresa e alle Alte Direzioni aziendali ed è concepito, unico nel suo genere, come momento d’incontro tra il mondo della creazione, dell’industria, della distribuzione e della finanza.

Triennale di Milano – Teatro dell’Arte – Viale Emilio Alemagna 6, Milano

 

 

Commercio: battuta d’arresto delle vendite alimentari

 

Farsi domande non basta più, agire? Come? Poteva bastare organizzare una sagra alimentare come EXPO per far ripartire i consumi? Invogliare le persone  ad acquistare prodotti di qualità? No, la gente è sempre più povera, sempre meno in salute, sempre più arrabbiata. Lo spettro della miseria fa diventare tutti più cattivi, ognuno marca  il proprio territorio. Nei rifugiati, negli immigrati, vediamo noi stessi, negando di essere uguali a loro, perchè , forse  a breve , potremmo trovarci nelle stesse condizioni. Ogni paese  erge il proprio muro, una volta lo abbiamo abbattuto, chissà ; forse allora faceva comodo buttarlo giù. Sassi, mattoni, cemento: più facili da trovare che non il cibo, più facile tirar su un muro che dare un piatto di minestra. Nel frattempo, siamo in tanti a non fare più la spesa, quella buona, quella che una volta si chiamava : la spesa del contadino, poi diventata :MADE IN ITALY.  CRISI ALIMENTARE

 Commercio: battuta d’arresto delle vendite alimentari “made in Italy” 

La Cia commenta i dati sulle vendite al dettaglio diffusi dall’Istat. Il presidente Scanavino: occorre un progetto organico di interventi che passi in primis dal settore primario, attraverso aggregazione dell’offerta e delle filiere, innovazione e semplificazione. Solo così si potranno cogliere le potenzialità ancora inespresse dell’agroalimentare tricolore.

            Dopo tre mesi di crescita, tornano a diminuire le vendite di prodotti alimentari “made in Italy” che, nel mese di aprile rispetto allo scorso anno, perdono quasi un punto percentuale in valore (-0,8%) mentre gli acquisti delle famiglie in volume si riducono dell’1,8%. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori in merito ai dati Istat, spiegando che il calo dei consumi trova conferma nell’andamento tendenziale del fatturato dell’industria alimentare, crollato ad aprile del 4,6% rispetto a una sostanziale invarianza (-0,2%) del fatturato totale nazionale.

            Tutto ciò -spiega la Cia- si riflette inevitabilmente sul livello qualitativo degli alimenti acquistati con una tendenza a preferire i cibi “low-cost”. Quella dei discount alimentari è infatti l’unica tipologia di esercizio commerciale dove gli acquisti di prodotti agroalimentari continuano a correre (+2,2%), mentre nella grande distribuzione le vendite diminuiscono dello 0,7%, così come nei piccoli negozi dove il calo è ancora più significativo (-1,2%).

            “Rispetto al primo trimestre del 2015, quando i positivi risultati sul commercio al dettaglio facevano presagire una definitiva inversione di tendenza nelle dinamiche di acquisto -osserva il presidente nazionale della Cia Dino Scanavino- i dati di aprile fanno segnare una battuta d’arresto. Per ridare certezze future e far ripartire al più presto le vendite è urgente che le imprese agricole siano al centro dell’agenda economica nazionale”.FAME

            “L’agricoltura, essendo per sua natura particolarmente vulnerabile ed esposta alle emergenze e alla volatilità dei mercati, è una delle attività economiche che sta incontrando particolari difficoltà per uscire dalla crisi. Ciò che occorre -sottolinea Scanavino- è un progetto organico d’interventi necessario a rilanciare il ‘made in Italy’ agroalimentare. Un progetto che passi inevitabilmente attraverso l’aggregazione dell’offerta e la promozione di una più efficace organizzazione delle filiere; l’innovazione e la modernizzazione dell’assetto imprenditoriale; la semplificazione e la sburocratizzazione amministrativa; l’internazionalizzazione, senza trascurare il necessario processo di defiscalizzazione e di modernizzazione del mercato del lavoro”.

            Soltanto così, conclude il presidente della Cia, “si potranno cogliere le potenzialità ancora inespresse dell’agroalimentare italiano e, di pari passo, capitalizzare gli straordinari valori materiali e immateriali che caratterizzano e distinguono l’offerta del ‘made in Italy’ nel mondo, mettendoli a sistema in una prospettiva di rilancio e valorizzazione”.

A voi lettori una valutazione di tutto quel che accade nel mondo dell agroalimentare, visto dalla parte di chi, ogni giorno deve fare il conto con quel borsellino da aprire.

Adelfia Franchi

Macché Univesità !

Macché Università! Questa è la scuola per pochi __________________di Alessandro BERTIROTTI *

È tutta questione di… interessi non universali. Che le cose andassero male nell’Università italiana lo sappiamo ormai da tempo, e ve lo dice uno che la cosa la vive dall’interno, ma che fossero giunte sino a questo punto forse non si poteva presumerlo. Parlano però i dati e quelli presentati dal Miur sono eloquenti e chiari. Non voglio affrontare tutti i temi legati al perché di questa situazione nazionale, peraltro in linea perfetta con altri contesti culturali nei quali le cose vanno sempre peggio (con il patrocinio diretto ed indiretto della politica nazionale), mentre mi soffermerò su due punti essenziali.

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Salone del Libro – Torino 2015

Speciale Salone Internazionale del Libro di Torino 2015 > a cura di Riccardo ABBAMONTE

L’appuntamento annuale del Salone Internazionale del Libro di Torino, svoltosi dal 14 al 18 maggio al Lingotto e giunta quest’anno alla XXVIII edizione, è stata una sorta di capodanno librario. Una festa tra amici che si ritrovano per condividere interessi, passioni e curiosità, per discutere  insieme. Viviamo in un’epoca di solitudine di massa, perché il digitale tende a rinchiuderci in uno spazio virtuale, in cui i monologhi dell’io non producono un rapporto vero, una vera attenzione per gli altri. Il vero social network è stato il Lingotto, dove il dialogo, il confronto di opinioni, la disposizione all’ascolto sono stati di casa.

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“Ma la divisa di un altro colore”

 Pietro Neglie – “Ma la divisa di un altro colore” –  Fazi editore  

L’interesse per questo romanzo, opera prima di narrativa, nasce certo dalla personalità dell’autore  (allievo di De Felice, docente di storia contemporanea presso l’Università di Trieste,  per cinque anni direttore della Fondazione “Giuseppe Di Vittorio”, autore di numerosi saggi tra cui si ricorda Fratelli in camicia nera. Comunisti e fascisti dal corporativismo alla Cgil 1928–1948, il Mulino, 1996) ma anche dal suo costituire un  tentativo di esprimere in forma letteraria e creativa i convincimenti derivanti dai proprii studi fondendoli con i ricordi di famiglia.

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“Italia Populista”

Venerdì scorso, 12 giugno, alle 18.30, si è tenuta, organizzata – in maniera impeccabile -presso la libreria Fandango, dagli amici del CIRCOLO PROUDHON e dell’INTELLETTUALE DISSIDENTE la presentazione romana del libro di MARCO TARCHI – “ITALIA POPULISTA. Dal qualunquismo a Beppe Grillo” edito da il Mulino

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Nascono gli Agrichef per la cucina biodiversa

La Cia con Turismo Verde lancia il Primo Festival dell’Agriturismo. Si parte il 18 giugno con una serata toscolombarda. Il presidente di Cia Dino Scanavino: “Gli Agriturismo sono la dimostrazione che la filiera integrata e l’agricoltura multifunzionale producono il giusto reddito”. Cinzia Pagni, vicepresidente di Cia: “Dal campo al piatto: non è uno slogan, ma un’esigenza gastronomica sempre più avvertita dai consumatori che premiano gli Agriturismo un settore in forte crescita”.

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Recensioni al Salone del Libro di Torino

Recensioni Libri presentati alla XXVIII  Salone Internazionale di Torino – Lingotto Fiere – 14-18 maggio 2015 ____________________a cura di Riccardo ABBAMONTE

VIENE QUI DI SEGUITO PUBBLICATA UNA PARZIALE SELEZIONE DEI TESTI PRESENTI NEL SALONE INTERNAZIONALE, CON UNA BREVE RECENSIONE DELLE OPERE E BREVI NOTE SUGLI AUTORI. – In altro articolo, sempre a cura di Riccardo Abbamonte, viene fornita una panoramica delle giornate dal 14 al 18 maggio vissute a Torino.

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La nascita della MARINA MILITARE ITALIANA

“LA NASCITA DELLA MARINA MILITARE ITALIANA – Dalle Marine Preunitarie alla Marina Militare Italiana / di RICCARDO ABBAMONTE –  PAOLO SORBA EDITORE  *

Le origini della Marina militare italiana vanno ricercate nelle vicende, varie e appassionanti, che conducono alla formazione del Regno d’Italia attorno agli anni 1859-61: alleanza formale tra Regno di Sardegna e Francia; guerra all’Austria (II^guerra d’indipendenza); vittorie di Magenta, Solferino e San Martino e successiva conquista della Lombardia; armistizio di Villafranca; annessione della Toscana, dei ducati di Modena e Parma e delle Romagne; spedizione dei Mille, sbarco a Marsala e vittorie di Calatafimi, Milazzo, Volturno; intervento del regio esercito e liberazione delle Marche e dell’Umbria, a seguito della vittoria di Castelfidardo; incontro tra Garibaldi e Vittorio Emanuele e annessione del Sud alla monarchia sabauda; proclamazione del Regno d’Italia e morte repentina e prematura del Cavour, che insieme con Garibaldi è da considerare il vero artefice dell’unità nazionale. In quest’ambito la Marina militare del Regno di Sardegna (che a sua volta costituirà la base della futura Marina militare italiana), a cui si erano nel frattempo aggregate le scarse forze della Marina militare toscana e dei vari Corpi militari marittimi dell’Emilia, svolge un ruolo essenziale e sovente non adeguatamente evidenziato, se non da parte degli storici ufficiali, almeno nei confronti del grande pubblico, cui ha l’ambita pretesa di rivolgersi questo nostro lavoro. Esso si esplica innanzitutto attraverso un appoggio “discreto”, e tuttavia alla fine rivelatosi assi utile, nei confronti dell’impresa garibaldina, e nel contempo con una sottile opera di dissuasione e insieme di progressivo convincimento nei riguardi degli ufficiali della Marina militare borbonica (la quale, già minata da un profondo malessere interno, da parte sua non chiedeva di meglio che evitare lo scontro) a non avversare eccessivamente la marcia trionfale di Garibaldi nel Sud della penisola, anche in vista di una, a questo punto ormai più che probabile, prossima fusione in un’unica Marina militare nazionale ed unitaria.

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Da sempre innamorato del mare e della Marina, RICCARDO ABBAMONTE è giornalista, ed è anche quel che si può ben a ragione definire un “figlio d’arte”. Nasce infatti a La Spezia, una delle principali basi della Marina militare italiana, il 21.5.1952, figlio di un ufficiale della Marina militare che fin da giovanissimo aveva solcato il mare, visitando l’Egitto, l’Arabia Saudita, l’Etiopia, l’Eritrea, l’India, lo Sri Lanka, Singapore, Hong Kong, la Cina e il Giappone, prima di prender parte alla seconda guerra mondiale. Segue poi il padre, militare di carriera, nei vari spostamenti, per ragioni di servizio, da La Spezia a Taranto e a Roma. Nella capitale si laurea in Lettere col massimo dei voti, con una tesi in Storia del Risorgimento, dal titolo emblematico: “1860-1861. Dalle Marine preunitarie alla Marina militare italiana” (1979), frutto in buona parte di ricerche d’archivio. Subito dopo la laurea entra come correttore di bozze (come già Montanelli) nell’antico e prestigioso “Giornale d’Italia”, ove ben presto diventerà giornalista. In seguito è direttore di una rivista romana e scrive vari libri: “Sintesi di letteratura italiana dal 1800 a oggi” (1991), “Sfogliando l’attualità” (2009), fino alla recentissima serie di libri parascolastici: “Letteratura italiana” (3 voll.), “Storia” (5 voll.), “Filosofia” (3 voll.), ecc. Da anni collabora con varie case editrici e, tra un impegno di lavoro e l’altro, è alla fine riuscito a trovare il tempo di rielaborare la sua vecchia tesi di laurea, ancora inedita, dandone con l’occasione una veste più scorrevole e più consona a una lettura che sia non soltanto specialistica.

* Il Testo è stato presentato al 28° Salone Internazionale del Libro a Torino  11222191_1002435373102934_5325451981272177066_n

“Premio Symposium” per Arte, Musica; Poesia

Comunicato stampa

L’Accademia Costantina di Roma premia le Edizioni Pegaso

Grande riconoscimento per “La stanza di Beatrice” di Anna Verlezza

 

Venerdì 5  giugno, a Roma, in occasione della I^ Edizione del Premio Symposium” – Arte, Musica e Cultura svoltosi presso il Circolo Ufficiali delle Forze Armate a Palazzo Barberini, l’Accademia Costantina, presieduta dal Cav. Don Gennaro Rimauro di Villalta, ha premiato la scrittrice casertana Anna Verlezza per l’ultima fatica letteraria “La stanza di Beatrice” (Edizioni Pegaso).

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Battaglia alla Corte di Giustizia Europea sui compensi della riscossione di Equitalia

Riportiamo qui di seguito 2 articoli già pubblicati su “Il Giornale di Latina” riguardanti l’argomento in epigrafe, come segnalatici dallo Studio del Dr: Gianfranco Castellano – Commercialista in Latina, che riassumono la battaglia intrapresa dal nostro Collega contro Equitalia.  Non sarà di facile risoluzione, in quanto sono in gioco diversi miliardi di Euro che lo stato dovrebbe rimborsare ai cittadini qualora venisse riconosciuto questo diritto dei contribuenti, generalmente trattati dalle Istituzioni come “sudditi” e non come “cittadini”.

Articolo Pubblicato su IL GIORNALE DI LATINA del 03 GIUGNO 2015

Articolo Pubblicato su IL GIORNALE DI LATINA del 28 MAGGIO 2015

Le due ruote sono di moda, ci portano da Ostia a EXPO, Fiab e Questura fanno scuola

Oggi fa notizia solo quando muore …, si, quando muore un ciclista per molti è quasi un sollievo.

Ititoli dei giornali, quando la notizia viene riportata , di solito non è: muore una persona investita da un auto, è solo un ciclista, ingombrante, uno che rallenta il traffico, per tutti ha sempre torto, non rispetta le regole, è in contro senso, non ha le luci, ha attraversato sulle strisce pedonali senza scendere dalla bici, se poi a guidare quel veicolo è una donna , ahimè, irripetibile. Dal punto di vista umano sono aumentate e cambiate tante cose , andando in giro si avvertono situazioni di pericolo che, minacciano spesso di sovvertire in parte cose e progetti già fatti. Progetti che entrano nelle scuole , dove ci sono bambini che ancora sognano come regalo “la bici”. Bisogna guadagnarsela questa bici, come quando eravamo piccoli noi, e per averla bisogna studiare, seguire tante lezioni ,come? Con un progetto : “Segnal’Etica” della questura di Grosseto, in collaborazione con Fiab GrossetoCiclabile :

bimbi in bici

 

 PROGETTO “IN-SEGNAL’ETICA, IL RISPETTO DELLE REGOLE SU STRADA”

 

Negli ultimi tempi abbiamo assistito a dei gravi incidenti stradali che si sono verificati su strada in questo capoluogo, di fronte ai quali il forte senso di responsabilità civile e morale, prima ancora che giuridico, hanno indotto tutte le componenti sociali a partecipare fattivamente alla realizzazione dell’inziativa In-Segnal-Etica:Il rispetto delle regole su strada”proposta dall’Associazione Fiab GrossetoCiclabile, finalizzata a favorire la cultura della sicurezza tra i giovanissimimentare,

 

I risultati della seconda edizione del progetto “In-Segnal’Etica, il rispetto delle Regole su Strada”, iniziato a novembre 2014,sono stati presentati presso il Palazzo del Governo venerdì 29 maggio.
Tale progetto, promosso dalla Prefettura e realizzato dalla Questura e dall’Associazione FIAB Grossetociclabile, con il patrocinio dell’Ufficio Scolastico Regionale ed il sostegno del Comune di Grosseto  L’iniziativa, si collegava quest’anno con la 16° edizione di Bimbimbici, evento nazionale promosso anch’esso dalla FIAB e con il patrocinio del Ministero dell’Ambientefamiglia in bici

 

,Nei molteplici incontri con le scolaresche, della durata di 2 ore circa, tenuto dall’Ispettore Capo Margherita Procopio, quale incaricata e referente dell’iniziativa e,da un operatore tecnico dell’Associazione Fiab Grossetociclabile, che designato di volta in volta, hanno informato i giovani studenti sull’importanza del rispetto delle norme compartamentali su strada, del rispetto delle persone e dell’ambiente che li circonda, nonché di quanto sia assolutamente necessario imparare la segnaletica stradale, come si gira in bici in sicurezza e i pericoli a cui ci si può esporre sulle due ruote, ad esempio andando in bici di notte senza luci di posizione. Il tutto in modo giocoso e con un linguaggio adatto ai piccoli destinatari


«I bimbi e ragazzi della prima edizione (oltre 650, sono passati a più 1100 – dice il presidente di Grossetociclabile Angelo Fedi – si sono dimostrati molto attenti e ricettivi e ciò ci spinge a continuare con la sensibilizzazione, strada che abbiamo scelto di percorrere di fronte ai tanti incidenti che si verificano purtroppo troppo spesso.

 Sono tornati i 6 della pedalata Ostia – EXPO, del progetto Veni, Vidi…by Bici.

L’iniziativa ha avuto grande successo. Gli obbiettivi che il progetto si era proposto sono stati abbondantemente raggiunti, in termini di eco mediatica, mappatura del tracciato, incontri istituzionali e promozione del territorio.

Molti sono i gli articoli pubblicati che parlano del viaggio (basta fare una ricerca online), utili ad evidenziare e divulgare il problema della mancanza di ciclovie per il cicloturismo (specialmente nel Lazio). Da segnalare la prevista partecipazione a Buongiorno Regione (RAI 3) del 12/6. In mezza Italia, poi, sono stati distribuiti volantini dell’evento e del nostro municipio, per la promozione del territorio (sottolineando che c’è ancora qualcosa di pulito!).

Si sono avuti incontri con le autorità di Fiumicino, Ladispoli e Montalto di Castro, per sollecitare lo sviluppo delle ciclovie e conoscere i loro progetti. Per la stessa ragione si è avuta l’accoglienza, sia alla partenza da Ostia Antica che all’arrivo all’EXPO, della Regione Lazio, nella persona di Cristiana Avenali e del suo staff. Incontri per lo stesso tema con Roma Metropolitana, che in base alla relazione in preparazione, faranno partire degli studi sulle ciclovie laziali, in sinergia con i comuni interessati.

Il viaggio è stato bellissimo, a conferma che il cicloturismo è uno dei modi di viaggiare che ti rende consapevole dei luoghi che attraversi e ti permette quindi di conoscerli sul serio. La fatica si è fatta senz’altro sentire, ma non esageratamente. Si arrivava, con 110Km di media al  giorno, nel pomeriggio al luogo d’arrivo con i muscoli indolenziti e le parti molli offese dal sellino, ma subito pronti, dopo una doccia, a cercare il locale dove ritrovare le energie perdute e passeggiare la sera, magari andando presto a riposare per ricominciare il giorno dopo. Particolare problema è stata l’eccezzionale ondata di caldo, durata l’intera settimana, rendendo difficile pedalare da mezzogiorno in poi sotto i bollenti raggi del sole. A Grosseto i sei sono stati accolti e coccolati dall’associazione locale FIAB Grossetociclabile.

Tutto il percorso è stato tracciato, col navigatore, sottoforma di file gpx (clic qui per aprirlo con Google Earth) . E’ in preparazione una relazione dettagliata sui singoli tratti da consegnare agli enti competenti e a Bicitalia.

Grandioso l’EXPO, che è stato raggiunto in bici+treno insieme alla Presidente della FIABGiulietta Pagliaccio, che ha riservato una calorosa accoglienza ai sei ciclisti. Grazie all’accoglienza della Regione Lazio, interminabili file per visitare lo stupendo padiglione Italia, proseguendo poi, come normali visitatori, nella esplorazione degli altri padiglioni. Ovviamente il tempo è stato insufficiente per la visita della totalità della fiera, ma abbastanza per un consistente assaggio.

L’ultimo giorno, il 7 giugno, col pulmino e tutte le bici e bagagli caricati, si è tornati mestamente in autostrada a casa.

Si ringraziano tutti coloro che hanno collaborato, economicamente o col solo sostegno morale, ma sopratutto coloro che hanno promesso di lavorare in futuro per ampliare l’offerta cicloturistica.Ostia In Bici XIII

Referenti del progetto: Giuseppe Di Lorenzo / Angelo Arelli / Alemanno Barsocchi / Sergio Scolastici / Osvaldo Spione / Carlo Rizzari

LE DUE RUOTE SONO DI MODA ? LA BICI SI DECLINA AL FEMMINILE…

Siamo in tante a farlo, cosa? Ma che diamine, a seguire la moda, con una gonna, una scarpetta con suoletta di gomma, ma, perchè no, un tacchetto che ci rende meno maschiacce, su un mezzo di locomozione che da una statistica di FIAB, su 4 milioni di ciclisti, una buona fetta siamo donne.gucci

18 mila km le ciclabili mappate dalla federazione.Il mondo della moda fa festa con la bici, i telai si tingono di rosa, i manubri cambiano proporzioni, abbiamo braccia e mani più piccoli, in libreria spopolano libri con consigli per “donne in bici”.Trussardi, Gucci, Hermes, le griffes del fashion hanno riscoperto le due ruote.

 RISCOPRIRE LA BICI, FENOMENO SOCIALE?

I gruppi di ciclisti della domenica sono sempre più numerosi, per riscoprire il territorio, per creare un evento, per far si che non si dimentichi (Bici Bianca), (Salva Ciclisti)…In bici si può andare anche in vacanza, sono tantisimi gli alberghi che hanno il rifugio bici gratuito, si fanno percorsi misti;TRENO-BICI, sicuramente, a differenza di altri paesi europei, in Italia , su questo fronte c’è ancora molta strada da percorrere.moda e bici

I benefici in termini di salute sono molteplici,meno smog nelle nostre città, meno consumo di carburante, quindi , risparmio di soldi, e, vogliamo parlare del tempo?Mentre gli altri sono fermi in fila, noi , rigorosamente in fila indiana, li superiamo fino all’ incrocio, ci fermiamo al semaforo rosso, poi al verde, via— pedalando verso l’ ufficio…e, dalla borsa sbucano scarpe tacco 12…

Adelfia Franchi

Corruzione, finalmente in aula riforma codice appalti

In tempi di MAFIA CAPITALE tutto quello che porta verso la trasparenza è segnale positivo, riportiamo il comunicato stampa della Vice-presidente del Senato VaSCUOLE A PEZZIleria Fedeli.

La discussione finalmente iniziata in Senato, per il nuovo codice degli appalti, rappresenta un passaggio politico fondamentale con cui il Parlamento sarà in grado di attuare i principi espressi dalle direttive europee recepite, sostituendo il vecchio codice con un nuovo regolamento di gestione degli appalti pubblici che metta al centro la trasparenza: qualificare e ridurre le stazioni appaltanti, istituire presso l’ANAC un albo nazionale dei commissari di gara, vietare l’utilizzo della procedura del massimo ribasso per le gare di progettazione, semplificare gli oneri documentali a carico dei soggetti partecipanti, sono tutti punti fondamentali per cambiare e qualificare il nostro sistema, un sistema in cui le imprese dovranno e potranno garantire l’applicazione dei contratti nazionali di lavoro, il pagamento dei subappaltatori e tempi certi di consegna lavori”. 
È quanto dichiara, in una nota, la Vicepresidente del Senato Valeria Fedeli in merito alla discussione del disegno di legge recante delega al Governo per la riforma del Codice degli appalti, e aggiunge: 
“Seguendo i principi delle direttive europee recepite saremo in grado di superare l’affidamento di contratti attraverso procedure derogatorie, una patologia del sistema italiano fortemente legata ai fenomeni corruttivi”. 
“La trasparenza e la pubblicità delle procedure e delle gare – conclude Valeria Fedeli – costituiscono infatti quella tracciabilità indispensabile per il controllo degli appalti in tutto il loro percorso, e questo è un cambiamento fondamentale di cui il nostro Paese necessitava da tempo”.

Convegno a Roma con il Prof. Marco Tarchi

Cos’è il populismo?  il 12 giugno se ne discuterà a Roma

Cos’è il populismo? Un’ideologia? Uno stile politico? Una logica sociale? una strategia politica? una mentalità caratteristica? E soprattutto: esiste un movimento populista in Italia? Di questo e altro si discuterà con Marco Tarchi e Alessandro Giuli il 12 giugno alle 18,30 a Roma, Via dei Prefetti 22 (Spazio Fandango).“Fino a qualche tempo addietro, quantomeno, ai movimenti populisti e ai loro capifila, ritualmente accusati di inconfessate ambizioni e palesi atteggiamenti dittatoriali, si attribuiva la capacità di porre “giuste domande”, alle quali, va da sé, si diceva fornissero “cattive risposte”.

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Expo: l’agricoltura è il motore dello sviluppo sostenibile.

Ecco il decalogo “verde” della Cia per il Forum Internazionale

L’appello della Confederazione in occasione di “From Expo 2015 and beyond: agriculture to feed the planet”, il Forum dell’Agricoltura che si tiene a Milano oggi e domani: “Mettiamo il lavoro della terra al centro del nuovo modello di crescita. Va assicurato reddito alle imprese e protagonismo sociale agli agricoltori per tutelare la biodiversità e sfamare il pianeta, evitando l’omologazione ed esaltando i valori rurali”.

 

“Noi siamo i custodi del mondo buono e rivendichiamo un giusto reddito e il riconoscimento del nostro ruolo sociale”. E’ questo in sintesi il messaggio che la Cia-Confederazione italiana agricoltori, forte di oltre 900 mila soci, ha consegnato ai grandi della terra – oltre 50 ministri delle Risorse agricole – riuniti all’Expo di Milano nel primo Forum Internazionale dell’Agricoltura, dove il ministro italiano Maurizio Martina ha presentato la “Carta di Milano”. Una “Carta” a cui la Cia ha voluto contribuire con un lavoro d’indagine, di ascolto del mondo agricolo, di valutazione delle opportunità e delle criticità raccolto nel documento “Il Territorio come destino” E partendo da questo documento, la Cia ora prova a “dettare” ai rappresentanti delle istituzioni riuniti a Milano un vero e proprio decalogo per disegnare il futuro agricolo, convinta com’è che il diritto al cibo non sia un generico appello a risolvere l’emergenza alimentare, ma debba essere diritto al cibo buono, di qualità e identitario contro una visione dell’agricoltura capace di produrre solo commodity in mano alle multinazionali.

Il decalogo della Cia ha come titolo “l’agricoltura sostenibile”. E si riassume in questi punti qualificanti:

1-         L’Agricoltura è il motore dello sviluppo sostenibile

2-         L’Agricoltura tutela e mette in valore la biodiversità

3-         L’Agricoltura è identitaria e territoriale

4-         L’Agricoltore è custode del mondo

5-         L’Agricoltore ha diritto a un reddito sostenibile

6-         L’Agricoltore ha diritto al riconoscimento del suo ruolo sociale

7-         L’Agricoltura ha il dovere di provvedere al genere umano nel rispetto di tutte le specie vegetali e animali

8-         L’Agricoltura promuove e utilizza la ricerca al fine di migliorare le condizioni dell’uomo e della biosfera

9-         L’Agricoltura è protagonista di tutta la filiera alimentare e trae il suo reddito da questo protagonismo

10-       L’Agricoltura è un valore culturale, le pratiche agricole s’ispirano alle identità territoriali, gli agricoltori sono gli operatori di questo complesso valoriale.

Da qui bisogna ripartire per disegnare una mappa del nuovo sviluppo mondiale -osserva la Cia- capace di soddisfare da un lato la richiesta di cibo e, dall’altro, di preservare le risorse naturali. Pratiche come il “land grabbing”, come la privatizzazione delle risorse idriche, come la riduzione delle specialità agricole a commodity, come il disconoscimento dell’origine dei prodotti agricoli e agroalimentari sono l’estrinsecazione di un modello di sviluppo che depaupera il pianeta e non risolve la questione alimentare.

La Cia è fermamente convinta che solo “l’economia verde”, e cioè un modo di produrre che incorpora il concetto del limite e contemporaneamente esalta le specificità territoriali e le identità colturali nel rispetto della biodiversità, sia la risposta possibile alla questione alimentare e debba essere il profilo della nuova agricoltura che uscirà da questo Forum Internazionale. E’ provato, infatti, che continuare a insistere sul modello quantitativo senza introdurre la centralità del valore agricolo non risolverà affatto la questione alimentare ma, anzi, innescherà nuovi conflitti e ancor maggiori diseguaglianze.MADE IN ITALY

La Cia ha dunque l’orgoglio di candidare il modello agricolo italiano a paradigma del nuovo orizzonte mondiale agricolo, dimostrando che un’agricoltura intensiva, ma rispettosa della biodiversità, un’agricoltura che si fa custode dell’ambiente e del patrimonio di civiltà che esso contiene e determina, un’agricoltura protagonista dell’intera filiera dal campo alla tavola non solo è ambientalmente sostenibile, ma può e deve essere economicamente sostenibile. Com’è scritto nel “Territorio come destino” e come dovrà essere sancito dalla “Carta di Milano”. L’auspicio della Cia è, perciò, che i grandi della terra si mettano in ascolto del cuore verde del mondo e facciano dell’agricoltura il centro di tutte le politiche mondiali.

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Un portale per denunciare: bullismo, discriminazioni, violenza; si chiama: LGBT (… & Genders)

A seguito di una valutazione del Consiglio Direttivo della Associazione PantheonEditrice della “CONSUL PRESS” il presente articolo (già pubblicato a firma di una nostra Collaboratrice – Adelfia Franchi – in data 8 giugno raggiungendo 180 visite) è stato rimosso oggi 22.6 dal web, in quanto in assoluta dissociazione e divergenza con la impostazione culturale della stessa Associazione, nonché con determinati concetti riguardanti sia la tradizione, sia altri principi etici a cui sempre la medesima Associazione fa riferimento – come, tra l’altro, sancito nel proprio statuto.  

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Ombre sulla Cooperativa “Deposito Locomotive San Lorenzo”

Per 90 soci romani sia allontana il sogno di una casa e quello di riavere i soldi versati

Il 16 dicembre del 2012, il presidente Santino Dei Giudici riceveva l’ambito premio “Maestro dell’Economia” per la capacità, l’impegno e la longevità dimostrate alla guida della cooperativa Deposito Locomotive San Lorenzo. In quell’occasione, nel raccontare la storia della cooperativa, lo stesso presidente sottolineava i risultati ottenuti a partire dal 1964 (data di fondazione) fino a quel momento. Un viaggio che, come dichiarava il presidente, «non si è mai interrotto, puntando diritto ad uno scopo: rispettare gli impegni presi con i soci e consegnare loro un’abitazione.»
Questo fino al 2014, anno in cui inizia forse a vacillare la stabilità tanto elogiata qualche anno prima dal premiato Dei Giudici. Sembra non esser servito a nulla neanche il salvataggio che l’allora presidente della cooperativa “29 Giugno”, Buzzi (ora coinvolto nello scandalo Mafia Capitale), presentava nel corso della sua relazione annuale come «grande altro risultato» raggiunto in piena collaborazione con Legacoop: «il salvataggio, cioè, della cooperativa Deposito Locomotive San Lorenzo, storica cooperativa edilizia aderente a Legacoop, dalla quale abbiamo acquistato – diceva Buzzi ai presenti – 14 appartamenti in zona Case Rosse nel Municipio IV da destinare alle nostre attività assistenziali.»
Nel corso dei quattro anni precedenti all’intervento attuato a favore della Cooperativa, quando, cioè, le cose sembravano andar bene, 90 soci versarono circa 50mila euro, che per molti rappresentavano i risparmi di una vita, nella speranza di poter godere di una casa di proprietà.
Ed è proprio la speranza, l’unica cosa ad esser rimasta ai soci nel 2015. I 14 malcapitati, infatti, si sono trovati, a loro insaputa, senza soldi e senza casa, ed invece di ricevere aggiornamenti sullo stato dei lavori, sono venuti a conoscenza che la cooperativa alla quale appartenevano e nella quale avevano investito i propri risparmi, era stata messa in liquidazione. Azione di liquidazione coatta amministrativa, decretata dal Ministero dello Sviluppo economico e riportata in Gazzetta Ufficiale (n. 73 del 28 marzo 2015), dove viene riscontrata (da analisi della visura camerale aggiornata) una massa debitoria di € 23.638.721,00 ed un patrimonio netto negativo di € -135.906,00.
Ciò che più colpisce, sta nelle righe successive, dove si legge che viene decretata la liquidazione anche in considerazione dell’assolvimento dell’obbligo «di cui all’art. 7 della legge 7 agosto 1990, n. 241, dando (cioè) comunicazione dell’avvio del procedimento a tutti i soggetti interessati e (posto) che il legale rappresentante della società ha comunicato formalmente di non avere alcuna controdeduzione da produrre».
Strano, solo che ad esser ignari di tutto questo fossero proprio i diretti interessati che – ad oggi – non hanno ancora avuto spiegazioni, così come i loro “compagni” di disavventura che, alla stessa Cooperativa, avevano versato una cifra pari a 1milione e 500mila euro per l’acquisto di un appartamento posto su tre piani. Solo alcuni soci della cooperativa Deposito San Lorenzo ricevettero, a luglio del 2014, una raccomandata, l’unica nella storia della Coop, per una riunione straordinaria (anche questa unica nella storia della cooperativa), nella quale si informavano in presenti dei problemi economici della Deposito San Lorenzo, le cui casse risultavano completamente vuote. In quell’occasione i soci vennero tranquillizzati – come dichiara la dr.ssa Laura Tafaro, una delle vittime di questa vicenda. «A luglio – precisa la Tafaro ci informarono della situazione e ci proposero la liquidazione volontaria, prospettataci come soluzione indolore per noi soci, che ci avrebbe permesso di scegliere direttamente il soggetto liquidatore e ricevere indietro tutti i soldi». E mentre gli interessati erano in attesa di novità, avveniva il peggio e cioè la decisione della liquidazione coatta.
«Ci sentiamo presi in giro – afferma amareggiata la Tafaro e soprattutto abbandonati. Come è possibile che nessuno si interessi a tante famiglie che stanno rischiando di perdere i propri soldi e di non avere più casa? Purtroppo nessuno, a livello istituzionale, se ne sta occupando: dal Sindaco al presidente della Regione, sembra che la cosa non tocchi affatto! Per non parlare dei vari presidenti della Legacoop che si sono fin’ora succeduti.»
In questa articolata e oscura vicenda, ci si aspetterebbe che almeno il presidente della Lega delle Cooperative, Mauro Lusetti, scendesse in campo a favore dei soci di una delle sue affiliate (si ricorda che la cooperativa Deposito San Lorenzo fa parte della Legacoop), che invece continuano a non avere risposte.
I malcapitati cittadini, preoccupati ma allo stesso tempo decisi a proseguire, chiedono solo, anche tramite il web (www.truffatidallacooperativa.it), che si faccia chiarezza sul caso, che si affronti seriamente il problema, si restituiscano i soldi ai legittimi proprietari e si individuino i responsabili di quella che sta sempre più assumendo la forma di azione premeditata e organizzata a tavolino a favore di pochi.
Non chiedono molto, i soci della ormai “ex” Cooperativa Deposito Locomotive San Lorenzo, che stanno vivendo da mesi con la paura di aver perso tutto e di esser rimasti solo con l’amaro sogno di una casa di proprietà.

Roberta Spinelli