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Uomini & “bestie”

Un vero Martire a Dacca

I “musi neri” eliminati dalla Forze Armate del Bangladesh, dopo aver torturato ed ucciso i “crociati” che non conoscevano il Corano, sono l’ennesima dimostrazione della catastrofe che può fare una qualunque religione quando diventa estremismo. Nessun paese ne è esente, sia in questo secolo, che nei secoli passati, fin dai Fenici che buttavano i bambini, per onorare il loro Dio, fra le braccia caustiche del suo simulacro.

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4 Luglio …. The Indipendence Day

 “NON SI POSSONO IMPUNEMENTE DEPREDARE I RISPARMI DEI CITTADINI ” – un pezzo  di GIAMPAOLO PANSA, ripreso da Liberoquotidiano.it  di Lunedì 4 luglio * … con alcune note della Consul Press 

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Non credevo di invecchiare con la paura di diventare povero. Invece sta accadendo proprio questo. Quando ero più giovane, l’ultimo dei miei pensieri riguardava la mancanza di denaro. Non me ne preoccupavo. Lavoravo per grandi giornali che non avevano problemi di cassa. E offrivano a chi era ritenuto utile e bravo stipendi generosi che i miei giovani colleghi di oggi non percepiranno mai.

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…Nel “LVI Anniversario”

       NOIPERCHE’ L’EUROPA VIVA !!!

Orgoglio ed emozione, in una gioiosa atmosfera, hanno caratterizzato il 56° Anniversario  della Fondazione di Avanguardia Nazionale.

Numerosissima la partecipazione di Veterani e Giovani  Camerati  che hanno voluto condividere  la vivacità di questa ricorrenza con i componenti delle delegazioni di ex militanti di Avanguardia Nazionale provenienti da tutta Italia.

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Il CESI ed il Referendum Costituzionale

La nostra Redazione ha ricevuto dal CESI – Centro Nazionale Studi Politici ed Iniziative Culturali – il Manifesto sul referendum costituzionale, con le motivazioni ufficiali in merito alle posizioni assunte per il NO, come elaborate dal proprio Comitato Direttivo, d’intesa con il Comitato Scientifico e che viene qui di seguito integralmente pubblicato. (*)

Come  ben noto, il CESI è da tempo impegnato sul campo nell’elaborazione di posizioni comuni e di coordinamento di attività con altri comitati per il NO, già costituiti o costituenti.. Il Manifesto sintetizza la specificità delle motivazioni del CESI,  contribuendo così a chiarire senza ambiguità le proprie ragioni, in un contesto in cui ogni sostenitore del NO ha le proprie, non sempre articolate e motivate come quelle espresse  dal CESI.  Tale Manifesto non dev’essere considerato un mero prodotto di studio, bensì un contributo vivo e articolato da spendere durante la campagna referendaria in atto. E’ con questo spirito che la Segreteria del Cesi invita i propri Soci a diffonderlo quanto più possibile nella cerchia delle personali conoscenze, così come nel frattempo verrà fatto nell’ambito dei vari gruppi di coordinamento dei diversi comitati cui il CESI sta partecipando.

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Libia: una riserva di sicurezza per tutta l’Europa

Riflessioni a margine del Convegno dell’Istituto Affari Internazionali

Ancora una volta, qualora ce ne fosse il bisogno, dobbiamo rilevare come la capacità d’analisi geopolitica dell’Istituto Affari Internazionali abbia centrato l’obbiettivo: la dimensione internazionale di quanto è accaduto e di quanto accade in Libia.

Innegabile la ripercussione ad onde concentriche delle crisi nordafricane, prima fra tutte quella libica, che colpisce nell’immediato l’Europa ed in particolare l’Italia ed è foriera, nel futuro di tutti i paesi del Mediterraneo e non solo, di sviluppi di grande impatto negativo, qualora non si riesca a raggiungere la necessaria stabilizzazione di quell’area.

Presso la Residenza di Ripetta, per l’iniziativa dell’I.A.I., martedì 14 giugno si è svolto il convegno “crisi Libia, una mappa per uscirne”, nel corso del quale, con l’intervento preciso e dettagliato del Ministro degli Affari Esteri, Paolo Gentiloni, si è messo a fuoco quell’insieme di contrasti interni che, a tutt’oggi, hanno in grande parte , impedito la normalizzazione del Paese. Il Governo Serraj, salvo alcuni progressi, meglio piccoli passi verso l’affermazione di una propria autorità non ha ottenuto quel consenso sperato quando nel Dicembre 2015, si giunse agli accordi di Skhirat, in cui, la diplomazia italiana si fece parte dirigente nella complessa mediazione.

Ma a rendere la partita ancor più ostica di quanto si fosse presentata sono le diverse posizioni degli attori esterni: oltre all’appoggio a quella o quell’altra delle fazioni libiche di alcuni Stati della regione, non manca il contrasto fra le potenze esterne al Nordafrica; Europa Stati Uniti e Russia, sebbene abbiano fornito l’appoggio necessario alla soluzione ONU per l’insediamento del Governo Serraj. Ciascuna delle parti, a giudicare dalla lentezza con la quale si procede al superamento delle controversie, mira alla più favorevole, per loro, sistemazione, rendendo il teatro politico e militare quantomai frammentato.

Effettivamente un governo come quello di Serraj, monco di sovranità in quanto legittimato dalle decisioni delle Nazioni Unite, senza un animus riscontrabile all’interno della Libia. Lo stesso Trattato Italo-Libico di amicizia e cooperazione stipulato nell’ormai lontano 2008, sembra non trovare più sostegno utile per la sua permanenza in vigore. Dobbiamo, dunque, come Italia, procedere ad una verifica su tutti gli accordi diplomatico-commerciali sottoscritti bilateralmente nel tempo ? Pensiamo sia necessario senza omettere la priorità della salvaguardia del Paese nordafricano.

Nell’attuale “ balance of power”, la Libia corre il pericolo della divisione: forze esterne, alcune europee, mirano alla frammentazione che potrebbe concretizzarsi nella costituzione di tre stati indipendenti, corrispondenti alle regioni della Tripolitania, della Cirenaica e del Fezzan favorendo alternativamente, gli interessi di potenze esterne in particolare nel campo economico-commerciale.

Questo porterebbe ad una insanabile contrapposizione ed ad una impossibile concertazione diplomatica, dando campo libero allo scontro delle molteplici radicate e potenti tribù locali. Attenzione, la Libia, nel momento più difficile per questa Europa in bilico per direttive germanico centriche e pressioni separatistiche, è un caposaldo di sicurezza, una irrinunciabile fonte di mantenimento dell’economia continentale, visto come la storia europea non transita più dal Nord, ma dal Sud verso il Nord, ponendo il bacino mediterraneo al centro di ogni problematica, dal terrorismo all’emigrazione, dall’alternativa bellica alla pace.

Alessandro P. Benini

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Un doloroso problema della scuola

………QUANDO LA FAMIGLIA  E’  LATITANTE  

Tutti i quotidiani d’Italia hanno un articolo sulla scuola,sui programmi di studio, sull’educazione scolastica, ecc., ecc.,. E’ deprimente osservare che se ne parla soltanto, senza programmare e, soprattutto, senza indicare un vero e proprio rimedio. Che si aspetta? Si attende solo superficialmente un orientamento politico e non si affronta il problema che non è politico, ma è civile. Se si vuole un cittadino preparato ed onesto, se è vero che questo – come si diceva nel secolo scorso – si forma sulle ginocchia della madre, la causa dell’eterna lamentela sulla scuola è da ricercare anche nella famiglia.

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un “Referendum” ed un “Trattato”

SCENARI EUROPEI  del prossimo referendum costituzionale

Alla vigilia del grande dibattito sul referendum  del prossimo ottobre è opportuno inserire una considerazione sugli scenari europei in cui s’ inquadra l’attuale riflessione costituzionale. In altre parole quello che sembra un appuntamento ispirato al rispetto  della dialettica democratica e parlamentare, non può non misurarsi con i cambiamenti sopravvenuti nella nostra Carta costituzionale con l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona. Al popolo italiano  infatti viene consentito di esprimersi sulle modifiche apportate dal governo Renzi al dettato di una Carta costituzionale che nei fatti è superata da quanto disposto dal Trattato di Lisbona.

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L’Era del “Post Umano” dopo circa 15 mesi dal Convegno de “L’Intellettuale Dissidente”

Senza  la  LUCE  del  SOLE

Il CORRIERE della SERA ha riportato il giorno 3 giugno, a firma da MONICA RICCI SARGENTINI, un lungo articolo su un incontro in un Hotel in Roma che ha visto un gruppo di esseri, si crede, umani riuniti per avere un figlio da una madre surrogata.
Quello che spiace di questa amara esposizione è che per l’uomo della strada è tutto normale, è tutto liscio: vale solo ciò che si vuole, e pazienza se il modo è agghiacciante.

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Consacrazione di Diaconesse

NUOVE DIACONESSE nella CHIESA ORTODOSSA ITALIANA 

L’Arcivescovo della Chiesa Ortodossa Italiana AutocefalSua Beatitudine Alessandro I (al secolo Alessandro Meluzzi), unitamente a padre Filippo Ortenzi, Eparca del Lazio e delle Terre di Roma, ed altri membri del clero, provvederà alla consacrazione di numerose Diaconesse

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Elezioni romane

Elezioni romane

(di Stelio W. Venceslai)

 

Domenica si vota Roma. Poche volte le elezioni sono state così incerte come adesso. La gente non è convinta. Vorrebbe cambiare ma non sa come fare. Tra le mani ha sempre gli stessi nomi, tutti vogliosi della stessa greppia. L’80% dei Romani avrebbe preferito un Commissario al Comune per almeno un altro anno.

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Sara

La ConsulPress,  sorta  con una spiccata vocazione verso tematiche economiche, tributarie, aziendali, culturali – ed indirizzata al mondo dei “Professionisti e Consulenti d’ Impresa” –  fin dal suo inizio nel 1996 in forma cartacea e poi nel 2006, con l’entrata nel mare della rete, pur ampliando i suoi interessi, non ha mai voluto occuparsi di cronaca nera … ma c’è sempre un’eccezione.

Quanto accaduto a Sara Di Pietrantonio, una solare studentessa romana di 22 anni, nei giorni scorsi nella periferia di Roma, ha sconvolto tutti  sia per la crudeltà con cui è stato effettuato il crimine da un innamorato (?) respinto, sia per l’indifferenza di chi sarebbe potuto intervenire ….. ed allora, eccezionalmente, la redazione ha voluto inserire nella sezione “ATTUALITA” questo scritto in memoria della giovane. Si è scelto quasi di sussurrarle le parole di una celebre canzone di Antonello Venditti, poi si è voluto ricordarla per la sua tragica fine.

Sara, svegliati è primavera.

Sara, sono le sette e tu devi andare a scuola,

Sara, prendi tutti i libri e accendi il motorino

e poi attenta, ricordati che aspetti un bambino.

Sara, se avessi i soldi ti porterei ogni giorno al mare,

Sara, se avessi tempo ti porterei ogni giorno a far l’amore,

ma Sara, mi devo laureare, e forse un giorno ti sposerò,

magari in chiesa, dove tua madre sta aspettando per poter piangere un po’

Sara, tu va dritta non ti devi vergognare,

le tue amiche dai retta a me lasciale tutte parlare

Sara, è stato solo amore, se nel banco no c’entri più,

tu sei bella, anche sei vestiti non ti stanno più.

Sara, mentre dormivi l’ho sentito respirare,

Sara, mentre dormivi ti batteva forte il cuore,

Sara, tu non sei più sola, il tuo amore gli basterà,

il tuo bambino, se ci credi nascerà

Sara, Sara, Sara …

 Antonello Venditti

 

  *** *** ***

Sara, svegliati è primavera. …

Quante volte guardandoti negli occhi ti avranno cantato questa canzone.

E tu, udendo quelle parole, quante volte avrai sorriso o ti sarai un po’ infastidita.

E’ primavera, ma tu sei caduta in un sonno a cui non c’è risveglio.

Anche tu, avresti voluto aspettare un bambino.

Anche tu avresti voluto vedere che i vestiti non ti stavano più.

Anche tu non saresti stata più sola.

Sara, Sara, Sara vorrei che tu ti svegliassi da quel sonno.

E’ primavera, poi arriverà l’estate e tu saresti andata al mare.

Un vile,Vincenzo, ha acceso un sigaretta e ti ha dato fuoco.

Ha bruciato anche la tua auto per cancellare tutte le prove.

E’ fuggito, ma un occhio l’ha visto ed ha registrato tutto.

Si è creato un alibi, ha tentato di negare, ma quell’occhio l’ha inchiodato.

Hai sofferto Sara, forse l’hai pure perdonato, come avevi fatto altre volte.

Ma Vincenzo va condannato.

Tutte le fiamme dell’inferno non basteranno per pagarlo di quello che ti ha fatto.

Degli ignavi sono transitati per quella strada dove chiedevi aiuto.

Quell’occhio ha visto anche loro.

Ti hanno visto, non si sono fermati, sono andati avanti.

Ti potevano salvare? Chi sa!

Che anche loro siano avvolti dalle fiamme dell’inferno.

Sara, sei la Giovanna d’Arco dei nostri giorni.

Hai creduto nell’amore.

Non avresti mai pensato che Vincenzo ti avrebbe fatto questo.

Non sei santa, ma sei certamente martire.

Alessandro Ricci

 

 

“un perdente di successo”

Giorgio Albertazzi ci ha lasciato

Alla veneranda età di 92 anni Giorgio Albertazzi ci ha lasciato, in Tv sono state trasmesse vecchie interviste andate in onda quando l’attore era ormai più che ottantenne, i quotidiani hanno riempito intere pagine con interviste a critici e ad attori e registi che avevano avuto il piacere di lavorare con lui.

Al cordoglio di un paese si è aggiunto anche il presidente della Repubblica Mattarella che, in una dichiarazione diffusa dall’ufficio stampa del Quirinale, così si è espresso. “Con Giorgio Albertazzi scompare uno dei massimi interpreti del teatro e del cinema italiano contemporaneo. Attore versatile e innovativo, ha saputo unire nella sua lunga carriera tradizione e modernità. Le sue interpretazioni dei grandi classici restano una pietra miliare nella storia dello spettacolo. Albertazzi, che ha dedicato al teatro l’intera esistenza, è stato punto di riferimento e maestro per generazioni di attori e registi”:

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In ricordo di un Maestro

In ricordo del Maestro Giorgio Albertazzi, che dire … certo un personaggio, talvolta scomodo, di grande importanza nel mondo della Cultura non solo teatrale ma tout court; una figura di spicco che ha attraversato la Storia d’Italia traghettando diverse generazioni di spettatori tra le quinte, sotto i riflettori, sulle tavole del palcoscenico perché lui il Teatro lo viveva in ogni angolo più remoto e poco importano le provenienze o le simpatie politiche.

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“Linea di Onore”

Ogni uomo, ogni creatura, forse, ha una sorta di richiamo sottile e mai invadente, ma ostinato, che lo porta ad un tipo di vita unico ed irripetibile. Quella voce non sempre è  la scelta di una professione, ma è un’intima coerenza con il rapporto che egli ha con il percorso esistenziale.
GIORGIO ALBERTAZZI aveva come richiamo la linea d’onore.

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A Favore del “SI”

Una “Costituzione” che non merita essere difesa !

RECITA L’ ART. 1 – “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul Lavoro  … “   – In effetti, questa è una affermazione che può significare tutto e, pariteticamente, idonea a non spiegare nulla.

Mi ricordo che, quando ero ancora studente diplomando (Roma 1961, V° anno nel blasonato Istituto “Duca degli Abruzzi”, nella allora “mitica sezione A”), il nostro Docente di materie giuridiche ed economiche – Prof. Salvatore Marino – durante una lezione di diritto pubblico, commentando sarcasticamente tale enunciazione della Costituzione, ci fece osservare come uno Stato non potesse, ovviamente, “fondarsi sull’ Ozio”.

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LA DIALETTICA DEI TRE STOMACHI

Questa era l’acida definizione della filosofia hegeliana che ha più volte fatto sorridere contemporanei e studenti. La voglia di riadoperarla, modificata leggermente, è veramente irrefrenabile per la precisa e speculare evidenza del momento sociale e politico d’ Italia. Ciò può avvenire per tramite di un quieto ragionamento, tenendo presente il punto di partenza di una testata giornalistica, il Giornale, che lamenta il rovesciamento tributario di due classi, quella ricca che paga di meno ed i pensionati vessati a morte.

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MARCO PANNELLA

Giacinto, il suo vero nome, troppo floreale per il suo piglio guerriero e d’avanguardia, che sfidava tutto e tutti al novanta per cento col sorriso sulle labbra: solo la luce mutevole degli occhi lasciava capire che sarebbe scattato per una risposta, un’iniziativa, un contrasto gridato, lanciato, buttato addosso a ciò che non approvava.

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