TEMPLARI e TEMPLARISMO _________________ un ‘opera sui Cavalieri in una analisi di Marilù Giannone
Con questo titolo accattivante e l’intenzione di mettere ordine fra gli innumerevoli testi divulgativi e no tale argomento esce sul mercato del libro: “Templari e Templarismo” commentato dal Professor Luciano Fortunato Sciandra. Il lavoro è stato composto anni or sono dal Conte Gastone Ventura, che si vanta discendere da una nota stirpe di Templari, per cui dimostra una profonda conoscenza della genesi e della storia dei Bianchi Mantelli, che esamina senza escludere alcuna esegesi composta a seguito della sospensione dell’Ordine, avvenuta per imposizione del re di Francia Filippo il Bello e per mano del Papa Clemente V°.
Si tratta quindi di un lavoro lungo e attento, che il Prof. Sciandra lascia nella precisione voluta dall’autore e commenta brevemente all’inizio spiegando le ragioni di questa revisione. Il curatore lascia spazio al lungo elenco di nomi che si sono accordati per la creazione dell’ Ordine e nota via via quanto esso nei secoli si sia diversificato, poiché dopo la sua sospensione i Maestri ed i Cavalieri, rimasti dopo la grande strage, hanno trovato luoghi diversi di ricostituzione e dunque di reinterpretazione parziale degli atti costitutivi originari. Ciò spesso ha dato luogo ad ipotesi di intenzioni e metodi che nulla hanno a che vedere con il vero Templare, vale a dire al sottofondo della sua opera composto da occultismi e negromanzie che sono solo frutto di volontà di aumentare il commercio di vari libri o di soddisfare le pruderies di qualche lettore afflitto dal proibizionismo della religione ufficiale che ha portato alla comprensione sbagliata di tante associazioni spirituali.
Lo studioso, che commenta il testo, cita nomi e gradi fin dai creatori dell’Unione dei Poveri Cavalieri di Cristo, evidenzia il pieno accordo e la protezione del Pontefice nelle mani del quale sorse questa importantissima Entità di monaci e guerrieri, lascia invariata la tesi secondo la quale uno di essi, il nobile Hugues de Payns non fosse salernitano, bensì francese, fondata sul fatto che l’accordo di questi monaci e militari fosse nato da francesi ed in Francia. Dunque un membro di terra lontana e fuori dal quadro operativo di essi è veramente impossibile accettare come fondatore. Passa poi a nominare i vari studiosi che si sono occupati di indagare la fine e la diaspora dei Templari, dopo l’assassinio di Jacques de Molay, specificandone l’importanza e lo scopo, che è quello di caratterizzare il fine di ognuno di questi gruppi cadetti: alcuni più propensi al sostegno della corona, come l’Ordine Templare di Kilwinning, altri più aperti all’assistenza come il gruppo del Portogallo e di Spagna, altri ancora ansiosi di un riconoscimento di vera discendenza della Casa Madre ormai smembrata.
In sostanza si nota che l’Ordine, lungo il tempo, si è via via modificato fino a perdere la natia spiritualità sottoscritta da Bernardo di Chiaravalle e fino a diventare un corpo di consessi di nobili cavalieri essenzialmente proposti per il combattimento, dando adito così ad essere interpretati in modo errato, visto che la perdita della spiritualità confluì con la scusa per perseguitarli, e cioè con l’accusa di satanismo e simili data da Filippo il Bello e proseguita dai nemici dell’Ordine nei secoli. L’unico dato dubbio che il Professor Sciandra lascia è che i Templari non furono mai sciolti dal Corpo, ma soltanto sospesi, altrimenti, oltre a varie precisazioni storiche sulla base delle fonti (Guaita, o Charpentier, ad esempio) si sarebbero potuti ricostituire con estrema difficoltà. Si rammenta che nobili come Sinclair o Bruce avallarono la presenza e l’attività dei gruppi cadetti, senza essere in alcun modo osteggiati né da filo papisti, né da filo francesi … e così si nota anche nella cattolicissima Spagna.
Manca curiosamente nel testo la citazione della celebre e tragica battaglia di Hattin che vide sterminato l’esercito templare da parte dei Turchi. I Cavalieri fecero scudo all’esercito regolare in difficoltà e furono praticamente ma eroicamente annientati. Inutile aggiungere che i lavori di Franco Cuomo e di Enzo Valentini ne riportano una breve ma esaustiva descrizione. Templari e Templarismo sfata poi l’altra leggenda del grido di battaglia (Non nobis, domine…) che sarebbe solo la frase di chiusura dell’atto costitutivo di Bernardo e non riporta che come occasionale nomina la parola Baphomet, termine che invece servì da scusa all’accusatore di Filippo il Bello. “Baphomet”, dal greco “baphuoo” (battezzo) è il Battista, testimone altissimo dell’opera spirituale dei Templari, la testa mozza del quale è presa a simbolo di fedeltà, di sacrificio, di profondo legame con Dio, distorto nel senso dagli scherani reali che la lessero come un improbabile ed improponibile Maometto.
Un’ ultima nota è la discussa provenienza dal Templarismo della Massoneria. Il testo la nega, ma molti studiosi la interpretano, cioè non avallano la provenienza della Massoneria dai Templari, ma ammettono che molti dei loro credo siano confluiti in essa, soprattutto nella linea di pensiero scozzese.
L’opera di Sciandra è una raccolta chiarificatrice dei dati esposti dal Conte Ventura ed in più ha il pregio di venire consultata in modo semplice nei vari paragrafi d’argomentazione e dunque si tratta di un’opera che è di valido aiuto per tutti gli studiosi dei Cavalieri del Tempio e per tutti quegli amatori dell’Ordine che non vogliono essere offesi nella loro ricerca da lavori compiuti tanto per fare cassetta.