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Luxury Summit 2015: made in Italy, reshoring e internet

Presente e futuro del lusso «made in Italy», le sfide dell’innovazione digitale, le opportunità e le complessità del reshoring sono al centro del Luxury Summit 2015, organizzato per il settimo anno consecutivo dal Sole 24 Ore nella sede milanese del gruppo, in via Monte Rosa 91. Un evento che per la prima volta sarà distribuito in due mattinate, il 10 e l’11 giugno, alle quali si potrà assistere gratuitamente, previa registrazione all’indirizzo https://eventi.ilsole24ore.com/luxury-2015

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Expo: l’agricoltura è il motore dello sviluppo sostenibile.

Ecco il decalogo “verde” della Cia per il Forum Internazionale

L’appello della Confederazione in occasione di “From Expo 2015 and beyond: agriculture to feed the planet”, il Forum dell’Agricoltura che si tiene a Milano oggi e domani: “Mettiamo il lavoro della terra al centro del nuovo modello di crescita. Va assicurato reddito alle imprese e protagonismo sociale agli agricoltori per tutelare la biodiversità e sfamare il pianeta, evitando l’omologazione ed esaltando i valori rurali”.

 

“Noi siamo i custodi del mondo buono e rivendichiamo un giusto reddito e il riconoscimento del nostro ruolo sociale”. E’ questo in sintesi il messaggio che la Cia-Confederazione italiana agricoltori, forte di oltre 900 mila soci, ha consegnato ai grandi della terra – oltre 50 ministri delle Risorse agricole – riuniti all’Expo di Milano nel primo Forum Internazionale dell’Agricoltura, dove il ministro italiano Maurizio Martina ha presentato la “Carta di Milano”. Una “Carta” a cui la Cia ha voluto contribuire con un lavoro d’indagine, di ascolto del mondo agricolo, di valutazione delle opportunità e delle criticità raccolto nel documento “Il Territorio come destino” E partendo da questo documento, la Cia ora prova a “dettare” ai rappresentanti delle istituzioni riuniti a Milano un vero e proprio decalogo per disegnare il futuro agricolo, convinta com’è che il diritto al cibo non sia un generico appello a risolvere l’emergenza alimentare, ma debba essere diritto al cibo buono, di qualità e identitario contro una visione dell’agricoltura capace di produrre solo commodity in mano alle multinazionali.

Il decalogo della Cia ha come titolo “l’agricoltura sostenibile”. E si riassume in questi punti qualificanti:

1-         L’Agricoltura è il motore dello sviluppo sostenibile

2-         L’Agricoltura tutela e mette in valore la biodiversità

3-         L’Agricoltura è identitaria e territoriale

4-         L’Agricoltore è custode del mondo

5-         L’Agricoltore ha diritto a un reddito sostenibile

6-         L’Agricoltore ha diritto al riconoscimento del suo ruolo sociale

7-         L’Agricoltura ha il dovere di provvedere al genere umano nel rispetto di tutte le specie vegetali e animali

8-         L’Agricoltura promuove e utilizza la ricerca al fine di migliorare le condizioni dell’uomo e della biosfera

9-         L’Agricoltura è protagonista di tutta la filiera alimentare e trae il suo reddito da questo protagonismo

10-       L’Agricoltura è un valore culturale, le pratiche agricole s’ispirano alle identità territoriali, gli agricoltori sono gli operatori di questo complesso valoriale.

Da qui bisogna ripartire per disegnare una mappa del nuovo sviluppo mondiale -osserva la Cia- capace di soddisfare da un lato la richiesta di cibo e, dall’altro, di preservare le risorse naturali. Pratiche come il “land grabbing”, come la privatizzazione delle risorse idriche, come la riduzione delle specialità agricole a commodity, come il disconoscimento dell’origine dei prodotti agricoli e agroalimentari sono l’estrinsecazione di un modello di sviluppo che depaupera il pianeta e non risolve la questione alimentare.

La Cia è fermamente convinta che solo “l’economia verde”, e cioè un modo di produrre che incorpora il concetto del limite e contemporaneamente esalta le specificità territoriali e le identità colturali nel rispetto della biodiversità, sia la risposta possibile alla questione alimentare e debba essere il profilo della nuova agricoltura che uscirà da questo Forum Internazionale. E’ provato, infatti, che continuare a insistere sul modello quantitativo senza introdurre la centralità del valore agricolo non risolverà affatto la questione alimentare ma, anzi, innescherà nuovi conflitti e ancor maggiori diseguaglianze.MADE IN ITALY

La Cia ha dunque l’orgoglio di candidare il modello agricolo italiano a paradigma del nuovo orizzonte mondiale agricolo, dimostrando che un’agricoltura intensiva, ma rispettosa della biodiversità, un’agricoltura che si fa custode dell’ambiente e del patrimonio di civiltà che esso contiene e determina, un’agricoltura protagonista dell’intera filiera dal campo alla tavola non solo è ambientalmente sostenibile, ma può e deve essere economicamente sostenibile. Com’è scritto nel “Territorio come destino” e come dovrà essere sancito dalla “Carta di Milano”. L’auspicio della Cia è, perciò, che i grandi della terra si mettano in ascolto del cuore verde del mondo e facciano dell’agricoltura il centro di tutte le politiche mondiali.

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App to you?…Perchè no !

Non siamo negli Stati Uniti ma sembrerebbe una storia tutta stelle e strisce, App to you Azienda operante nel settore tecnologico di ultima generazione “parla” interamente Italiano con una filosofia orientata oltreoceano ma ben radicata e piantata nel Made in Italy; in un momento difficile per tante Aziende ed Imprenditori fa piacere sentire storie di chi invece nonostante la crisi stia raccogliendo successi e conferme, tanto più quando a far questo sono delle neo- nate realtà, start- up che compiuto il primo vagito ora si dicono pronte ad aggredire un mercato in espansione.

Rimandiamo al Comunicato Stampa ricevuto dall’Azienda attraverso l’Ufficio Stampa, Barbara Molinario. 

Cristian Arni per Consulpress

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Dagli USA all’Italia, dal garage alla Borsa. Quando “start-up” diventa sinonimo di successo

 

App to you festeggia 3 anni di attività.

 LR Lorenzo Pellegrini e Nicola Camillo fondatori di App to you

 

Forse non fanno più notizia le startup americane della Silicon Valley acquisite da Facebook e Google per milioni di dollari, ma la vera notizia è che anche in Italia oggi, come non mai, è possibile ripercorrere tali successi.

E’ il caso di App to you, startup italiana al 100%, la cui mission recita “Supportiamo le persone e le imprese nella messa a punto del loro progetto imprenditoriale a partire dai loro obiettivi”.

A Roma, i due giovani fondatori Nicola Camillo e Lorenzo Pellegrini stanno riscrivendo le regole del Business attraverso lo strumento dell’innovazione.

App to you il 1 giugno ha festeggiato il compleanno, al terzo anno di vita dà lavoro ad un team di oltre 20 persone, per lo più giovani under 30, e cresce al ritmo del 150% ogni anno.

“App to you è la boutique dell’innovazione in grado di aiutare tanto gli startupper quanto le multinazionali ad utilizzare gli strumenti dell’ICT, del Marketing e del Mobile per andare sul mercato con rinnovato vigore”, dichiara Nicola Camillo, CEO di App to you.

Lorenzo Pellegrini, General Manager di App to you, aggiunge: “App, Web, Proximity Marketing e Realtà Aumentata sono strumenti che sappiamo modulare insieme al Cliente per delle soluzioni estremamente efficaci e vincenti”.

L’alto coefficiente tecnologico, la competenza e la volontà di riscrivere le regole fanno sì che Start Up come App to you crescano e diventino partner consolidati di multinazionali, pubblica amministrazione, grandi aziende tanto quanto di altri startupper che inseguono il sogno, sempre più concreto e raggiungibile, di poter diventare il prossimo fenomeno globale che infiammerà i media e le borse mondiali.

Tra i clienti la H3G Tre Italia, ESA Agenzia Spaziale Europea, Esri Italia. Tra le App realizzate grande successo per TeatroPocket; la app per l’Aeroporto di Firenze; la app MIR Spiro dedicata ai medici per effettuare il test della spirometria a domicilio; quella per la settimana della moda di AltaRoma; CasaApp, la app per chi cerca casa, e molte altre.

App to you: il punto di incontro tra chi ha idee e chi sa sviluppare le soluzioni per realizzarle, diffonderle e renderle di successo.

www.apptoyou.it

 

Cibo e Identità Locali

Cibo e identità locali – Sistemi agroalimentari e rigenerazione di comunità .- Sei esperienze lombarde a confronto a cura di CORTI, DE LA PIERRE, AGOSTINI   (Centro Studi  Valle Imagna)

Quindici anni fa non  esistevano più l’asparago rosa di Mezzago,  il grano saraceno autoctono di Teglio (all’origine dei famosissimi pizzoccheri ), la produzione del prestigioso mais “spinato”, il più antico della Lombardia. Nel contempo  erano in grave decadenza il vigneto Pusterla/Capretti di Brescia (il più grande vigneto urbano d’Europa) e la produzione, ormai quasi “clandestina”, del tradizionale “stracchino all’antica” di Corna Imagna mentre vinceva la dura resistenza durata vent’anni di tredici produttori del “bitto storico” condizionato dalle qualità di erbe consumate dalle mucche e dalle capre sugli alpeggi e che può essere conservato e stagionato per oltre dieci anni al contrario di quello del  Bitto Dop prodotto sulla base di un disciplinare del 1996 che ne ha allargato la zona di produzione e modificato  il metodo rendendo facoltativo l’utilizzo del latte di capra.

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Divisioni sul ‘made in’ molto pericolose

Ue,Valeria Fedeli, vice -presidente del Senato: Divisioni sul ‘made in’ molto pericolose 

“Le divisioni sul ‘made in’ emerse ancora oggi a Bruxelles tra i 28 paesi sono molto pericolose, perché la mancanza di reciprocità nelle regole commerciali tra l’Europa e il resto del mondo continua a danneggiare sia importanti settori del nostro sistema industriale che i criteri di sicurezza e informazione dei consumatori”. 

Lo dichiara, in una nota, la Vicepresidente del Senato Valeria Fedeli a proposito di quanto emerso al termine del dibattito pubblico del Consiglio Ue competitività, e aggiunge: “Condivido pienamente le preoccupazioni espresse dal Viceministro Carlo Calenda, che sta negoziando per l’Italia il dossier ‘made in’, perché nel pacchetto sulla sicurezza dei prodotti è indispensabile siano tutelati almeno quei settori che riscontrano le maggiori difficoltà in termini di concorrenza sleale e mancanza di rintracciabilità dei prodotti”. MADE IN ITALY

“Proprio mentre l’Italia realizza, finalmente, un segno distintivo unico per le proprie produzioni agroalimentari – conclude Valeria Fedeli – per migliorare l’export e contrastare l’italian sounding, cioè l’illegittima evocazione dell’italianità di prodotti non italiani, non riuscire ad ottenere, dopo dieci anni di discussione, regole certe sull’identificazione delle merci importate, rappresenterebbe un’occasione mancata per tutti i cittadini e le imprese d’Europa per realizzare, veramente, una corretta competizione globale”. 

L’eleganza del cibo

Una grande mostra per celebrare a Roma il connubio perfetto tra la nutrizione, tema dominante dell’EXPO 2015 di Milano, e la creatività Made in Italy. “L’eleganza del cibo. Tales about food and fashion”, promossa dall’ Assessorato alla Cultura e al Turismo di Roma – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, dalla Regione Lazio, da Unindustria – Unione degli Industriali e delle imprese di Roma, Frosinone, Latina, Rieti Viterbo, con il Patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e di EXPO Milano 2015 e con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura, sarà ospitata da martedì 19 Maggio a domenica 1 Novembre presso i Mercati di Traiano – Museo dei Fori Imperiali, un sito archeologico di rara bellezza, prestigioso per storia e per eleganza architettonica, scelto per raccontare la contaminazione tra le culture della moda e della nutrizione, due aspetti del patrimonio nazionale tra i più apprezzati e conosciuti al mondo.

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Donne in campo: Agricoltura al femminile

L’agricoltura approda all’Expo con Donne in Campo della Cia. Sono loro ad accompagnare Vandana Shiwa in una cerimonia che è al contempo simbolica e rituale (l’inaugurazione del Bidiversity Park, l’area che narra al mondo l’immenso patrimonio naturale dell’Italia. 
Un patrimonio che consente oggi all’agricoltura italiana e alle imprese aderenti alla Cia di detenere il primato europeo delle coltivazioni biologiche.
Il Biodiversity Park  realizzato da Bolognafiere e di cui la Confederazione Italiana Agricoltori è main partner si articola in un percorso sensoriale emozionale didattico in cui è rappresentata tutta la flora italiana (ricordiamo che l’Italia con un trentesimo della superficie europea detiene il 50% della biodiversità vegetale e il 30% di quella animale) , in un museo della biodiversità e in uno shopping center dove i visitatori dell’Expo possono acquistare i prodotti biologici e farne esperienza di degustazione.

La cerimonia di inaugurazione del Biodiversity Park di oggi ha visto la partecipazione di Duccio Campagnoli, Presidente BolognaFiere – Paolo Carnemolla, Presidente FederBio – Cinzia Pagni, Vice presidente Vicario Cia-Confederazione Italiana Agricoltori – Fabio Brescacin, Presidente EcorNaturaSì – Lucio Cavazzoni, Presidente Alce Nero – Charikleia Minotou, Presidente Ifoam Agriobiomediterraneo – Andrea Olivero, Vice Ministro Politiche Agricole Alimentari e Forestali con delega all’Agricoltura Biologica. donne in campo

A seguire si è svolta  la “Cerimonia dei semi”. Ed è stata questa l’occasione per ripercorrere un rito antico e riaffermare l’origine della sacralità dell’agricoltura. Si ripete quattromila anni dopo la celebrazione della Grande Madre in un contesto di assoluta contemporaneità qual è l’Expo a significare che l’agricoltura è il filo di continuità dell’esistenza e dell’evoluzione dell’uomo in rapporto  con la natura.  Vandana Shiwa Presidente Navdanya International “Il Manifesto Terra Viva e l ’Agricoltura Biologica” dopo la sua prolusione incentrata sul tema “La biodiversità nelle mani delle donne”  ha messo a dimora nella terra del Biodiversity Park alcuni semi rari. Con lei ci saranno le Donne in Campo della Cia. Saranno Mara Longhin  Presidente Nazionale di Donne in Campo Cia, Serena Giudici Coordinatrice Nazionale, Barbara Fidanza Presidente Donne in Campo Liguria, Renata Lovati Presidente Donne in Campo della  Lombardia e Chiara Nicolosi Coordinatrice della Lombardia, Daniela Vannelli Vice Presidente di Donnei n Campo della Toscana e Anna Maria Dini Coordinatrice Toscana, Pina Terenzi Presidente di Donne in Campo del  Lazio, Gea Turco Presidente di Donne in Campo della Sicilia e Mara Baldo Presidente di Donne in Campo Trentino a mettere a dimora semi che arrivano dalle loro regioni. Questa cerimonia collettiva ha inteso mettere in luce come alle donne sia affidato il futuro dell’agricoltura sostenibile in un segno di continuità con il passato. 

Come sottolinea la Cia, “Questa è l’occasione per far risaltare il protagonismo delle imprenditrici agricole. L’agricoltura è il settore dove le donne trovano maggiore spazio per fare impresa ma sappiamo anche che l’impresa al femminile è quella che produce maggiore valore aggiunto e contemporaneamente che ha cicli produttivi più sostenibili. Le nostre “Donne in Campo”  sono oggi al vertice delle Fattorie didattiche, degli Agriturismo, ma anche al vertice delle imprese più fortemente orientate al biologico, alla difesa delle colture rare, alla promozione e valorizzaione dell’agricoltura multiruolo e dell’agricoltura custode.Ripetere all’Expo il rito della semina è il gesto attraverso il quale rivendicare che la fertilità, la vita, il rapporto con il naturale sono nelle mani delle donne e si coltivano con le mani delle donne. E il frutto di questo lavoro è un futuro più armonico per l’umanità. L’Expo si è datta per paroa dordine “nurire il pianeta energie per la vita” ebbene domani nell’area del Biodiversity Park si compie il più autentico degli atti che servono proprio a questo: il mettere a dimora da parte delle donne nuova vita che è la perpetuazione della vita stessa”.prodotti_tipici_toscani-600x350

Ma la cerimonia di cui sono protagoniste Donne in Campo insieme con Vidana Shiwa è stata anche l’occasione per rivendicare la centralità dell’impresa femminile in agricoltura. Basti dire che ben il 9% delle imprenditrici, infatti, opera nel settore primario, a fronte di una quota che tra gli uomini si ferma 6,6%.. Anche negli anni della crisi il trend di nuove imprese agricole avviate da donne è crescente: sono aumentata in cinque anni di quasi il 13 per cento compensando gli abbandoni. E vi è una particolarità: le imprese condotte da donne sono le più creative, quelle dove i criteri gestionali sono più manageriali. Il tratto di marcata modernità delle imprese agricole femminili è dato dalla spiccata multifunzionalità. In particolare, la multifunzionalità si concretizza nelle aziende gestite dalle donne in alcuni ben precisi ambiti, specialmente quelli più innovativi per il settore, come ad esempio le fattorie didattiche (fatte 100 le imprese agricole con fattorie didattiche annesse, 33,6 hanno un capo azienda donna), gli agriturismi (32,3), le attività ricreative e sociali (31,1) e la prima trasformazione dei prodotti vegetali (29,2), mentre non è affatto radicata la tendenza a svolgere lavoro per conto terzi (7,8), sistemazione di parchi e giardini (11,1) o produzione di energie rinnovabili (16,3). La produzione media dell’impresa agricola condotta da una donna risulta superiore a quella facente capo ad un uomo (28 mila e 500 euro nel 2011 contro circa 24 mila e 800 euro); ma lo scarto aumenta vertiginosamente se si considerano le aziende multifunzionali.
In conclusione l’agricoltura al femminile produce più valore, è multifunzionale, è innovativa, è orientata al bio e a tutto tondo esprime il valore dell’agricoltura custode. Esattamente quel valore che è rappresentato in Expo dal Biodiversity Park.

OroArezzo

Sul fronte della creatività e della tecnologia ha dimostrato nel tempo di saper mantenere il primato mondiale. Sul fronte della competitività internazionale, l’industria italiana della gioielleria e oreficeria prova a ingranare la quinta, per lasciarsi alle spalle le delusioni di fine 2014 arrivate soprattutto dagli Emirati Arabi (primo mercato di sbocco l’anno scorso, con 1,2 miliardi di euro in calo del 3,3%), compensate solo in parte dal boom di Hong Kong (+120% a 650 milioni di euro) e dal buon andamento degli Stati Uniti. 

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Expo,Milano 2015, appuntamento con il mondo

IL MONDO SI E’ DATO APPUNTAMENTO A MILANO E, L’ ITALIA RESTA A GUARDARE

 Lo spreco alimentare, stando alle stime della Fao, fa segnare cifre da capogiro: ogni anno vanno in fumo l’equivalente di 750 miliardi di dollari in cibo, ovvero circa 1/3 delle calorie prodotte nel pianeta. Ciò significa che 14 milioni di km2 di terreno e 250 km3 di acqua vengono usati solo per produrre cibo che poi andrà perso.expo 2

Producendo, peraltro, 3,3 miliardi di tonnellate di Co2. Ma il dato più impressionante è un altro: se non esistesse spreco alimentare, nel mondo non esisterebbe neanche la fame. Tutto ciò che annualmente viene prodotto e non consumato basterebbe a sfamare tutta la parte di mondo che soffre di malnutrizione.

 Il convegno è poi la tappa di avvicinamento a #Food SavingBE – Bocconi Expo2015 Competition, la competizione internazionale che dal 24 giugno al 1 luglio porterà in Bocconi circa 140 studenti del mondo per discutere del tema e proporre soluzioni.

Con il sostegno dell’Institut Français.pavillon_france-2

Questo si legge sul sito del Governo Francese, in corsa per EXPO 2025. A Milano si parla di cibo o di nutrizione?

Chi va a visitare EXPO, parte per fare una gita fuori porta, perché non sa cosa fare nel fine settimana, per vedere i padiglioni dei paese esotici, per assaggiare cibi sconosciuti? Per dire :io ci sono stato?

 Avere un ruolo primario nel mondo nel risolvere il problema della fame è il sogno di ogni capo di stato, l’ unico neo in questo sogno è il risvegliarsi ogni tot anni, al momento di possibili speculazioni.

 Questo e altro è quello che pensano in molti, anche i tanti manifestanti, buoni? Cattivi?In tanti distruttori di beni privati, quei beni che molti cittadini hanno faticosamente costruito con il loro lavoro, con le loro tasse pagate con fatica, Avere un ruolo attivo in tutto questo per noi italiani è molto difficile, forse anche per tanti altri popoli ma, avere un evento sotto casa e, non avere i soldi per pagarsi biglietto di entrata, treno e albergo, per tutta la famiglia, può generare attacchi di isteria collettiva.MANIFESTANTI

Siamo in tanti, davanti alla tv a balbettare davanti agli scempi compiuti a Milano il primo Maggio. Siamo in troppi ad assolvere e i criminali protesi alla distruzione delle infrastrutture e delle occasioni di lavoro create da altri. 

 Dunque tifare per Expo è un dovere per chiunque voglia appoggiare questo paese e partecipare alla sua ripresa?

Expo è un’occasione unica per rilanciare il nostro paese nel mondo?

Quel che conta in definitiva è che sia finalmente cominciata l’esposizione universale. L’Italia “sta uscendo “con fatica da una lunghissima recessione che ha trasformato il paese in profondità: nel fuoco della crisi le aziende si sono ristrutturate e sono diventate più competitive, chi “non è stato capace di farlo semplicemente ha chiuso”.

 Serviva, dunque, un’occasione straordinaria per dare una meta alla parte più produttiva del paese, per trainare tutto il resto in un momento magico come questo, dove il petrolio costa poco, il dollaro costa meno del solito nel cambio col dollaro e la banca centrale europea aumenta la liquidità disponibile nel sistema con il QE. Le magie rimangono nei sogni, chissà se a EXPO in qualche padiglione, ben nascosta, magicamente apparirà la lampada di Aladino? I SOGNI SONO SEMPRE GLI ULTIMI A MORIRE

Adelfia Franchi

Noi Italiani

Il presidente del gruppo Tod’s, Diego Della Valle, lancia Noi Italiani,  un progetto destinato a svolgere un ruolo di primo piano nel Paese con interventi nel sociale, coinvolgendo imprenditori e classe dirigente.

Diego Della Valle ha annunciato la nascita della nuova iniziativa in occasione dell’inaugurazione di una mostra al Pac del fotografo inglese David Bailey, promossa dalla stessa Tod’s come omaggio a Expo. 

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Dalla spiga al piatto: alla Forestale si parla di Pasta di qualità

La Pasta simbolo del made in Italy nel mondo, regina delle tavole degli italiani e delle migliori pellicole di Totò, è stata la protagonista della mattinata organizzata dal Corpo Forestale dello Stato, che ha visto riunirsi a Roma ricercatori, medici, esperti del settore, produttori e storici per fare il punto e confrontarsi su un tema che, forse solo a tavola, conoscono tutti.

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Appello della Vicepresidente del Senato Valeria Fedeli per salvare l’opificio di San Leucio

Roma, 22/04/2015

Made in Italy, Fedeli : Salviamo l’opificio di San Leucio 
“Sapete cosa hanno in comune le stanze Quirinale e la sala Ovale della Casa Bianca? I saloni di Buckingham Palace, la residenza imperiale di San Pietroburgo e gli alti soffitti del Vaticano? Le meravigliose sete, i broccati e i damascati prodotti dall’Antico Opificio di San Leucio.SETIFICIO

Oltre due secoli fa, mesi prima che Thomas Jefferson stilasse la dichiarazione di indipendenza americana, l’Opificio era già attivo nella lavorazione di alcuni fra i tessuti più belli prodotti al mondo. Oggi, purtroppo, San Leucio sta vivendo un momento di difficoltà che rischia di impoverire il Made in Italy di uno dei suoi piccoli grandi poli di eccellenza portando con sé anche importanti ricadute occupazionali”. 

È quanto si legge nell’appello della Vicepresidente del Senato Valeria Fedeli per salvare l’opificio di San Leucio, che oggi rischia di chiudere. Nel testo, inoltrato oggi a Claudio Marenzi, Presidente Sistema Moda Italia, Carlo Capasa, Presidente Camera Nazionale della Moda, e Mario Boselli, Presidente Onorario Camera Nazionale della Moda, si legge inoltre: 
“È fondamentale sostenere l’appello rivolto dalle maestranze artigiane e dalle amministrazioni locali agli imprenditori, alle organizzazioni del commercio e del turismo, al mondo delle associazioni a tutela del patrimonio culturale del Paese. Serve individuare rapidamente degli investitori credibili – italiani o esteri – in grado di rilevare lo stabilimento e la produzione, salvaguardando l’esperienza dei nostri artigiani tra i più qualificati.SETIFICIO3

Dobbiamo tutti insieme adoperarci per trovare chi, avendo a cuore questa eccellenza, che è patrimonio comune e occasione di sviluppo per l’Italia, vi investa. Per questo ritengo necessario che ci si mobiliti per la difesa e il rilancio di questa produzione; nella storia di eccellenza dell’opificio di San Leucio è indicata la strada per sostenere il nostro futuro di qualità”. 
 A causa di un’ordinanza di sfratto esecutivo, chiuderà definitivamente l’Antico opificio serico di San Leucio, gestito dalla famiglia De Negri. Avevano iniziato a lavorarvi nel 1895, perpetuando la grande eredità di  artigianato maturato proprio negli stessi locali dell’antico complesso industriale casertano, voluto da re Ferdinando IV di Borbone, con l’obiettivo di lavorare tessuti di seta qualitativamente superiori a quelli francesi, prodotti a Lione. Le stoffe De Negri hanno fatto il giro del mondo, arrivando ad arredare le sale di Montecitorio, alcuni paramenti papali e le pareti della Casa Bianca. “Chiude l’ultima seteria ancora attiva  Colonia della Seta fondata dai Borbone nel diciottesimo secolo”,   la Campania e l’intero Paese perderanno l’ultima testimonianza di una realtà culturale e sociale irripetibile, una pietra miliare della storia dell’artigianato italiano”. L’ordinanza di sfratto è stata emessa dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere.

Un altro pezzo di storia e arte campana che se ne va. Dopo 120 anni di gloria  di arte e moda italiana, tutto finisce in mano al mercato cinese, la famiglia Negri spera nel Sindaco Del Gaudio che ha dichiarato:”Chiederò al governo un accordo di programma che preveda un’area da dedicare al comparto”  

Adelfia Franchi

 

 

NaturArte. Un week-end con i vip in Basilicata tra natura, cultura, sport e tradizioni

Manca ormai poco per l’appuntamento con NaturArte, Il “festival della natura” più famoso dei Parchi della regione Basilicata, che alla sua seconda edizione si svolgerà nel week-end del 24-25-26 aprile, tra il borgo di Lagonegro, il Monte Sirino e Il Micromondo – Parco Tematico Sulla Geologia.

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L’incantevole magia della natura del Monte Sirino, potrà essere vissuta a pieno percorrendo, domenica 26 aprile, il sentiero trekking di NaturArte, sulle sponde del lago Laudemio (il lago glaciale più a sud d’Europa) o il percorso in mountain bike lungo i sentieri più impervi della montagna. I visitatori conosceranno e scopriranno luoghi affascinanti in compagnia di una guida speciale. Si tratta del conduttore e autore Rai Massimiliano Ossini, che, aiutato dalle guide esperte, condurrà i visitatori sulle alture delle montagne dove, con il presidente AIDAP Andrea Gennai, si darà luogo ad un dibattito 2.0, sui temi della natura e della biodiversità.  A conclusione della passeggiata e dell’incontro all’aria aperta, i presenti brinderanno con Ossini e Gennai, gustando un estratto di benessere, ideale e consigliato per tutte le età. Sarà l’inizio di un secondo viaggio, questa volta di gusto, grazie alle prelibatezze culinarie preparate al momento con prodotti locali.

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NaturArte accenderà i riflettori sull’antico borgo di Lagonegro, ai confini con la Campania che, pochi sanno, conserva tele e affreschi rupestri di grande valore artistico. Tra queste la tela attribuita al Mattia Preti, allievo del Caravaggio, raffigurante i Santi Domenico e Francesco. Una delle sue opere più importanti è stata custodita nel Convento di San Francesco di Lagonegro e verrà esposta, per l’occasione, nello storico Palazzo Corrado. Suggestivo anche l’affresco rupestre medioevale di San Michele Arcangelo.

Lagonegro, oltre a custodire grandi tesori, è ha dato i natali a molte personalità rilevanti. Tra questi il famoso geologo Giuseppe De Lorenzo, al quale si attribuisce il manoscritto autografo, prima traduzione di un testo buddista. Sarà proprio la vita di De Lorenzo il filo conduttore della Tavola Rotonda nella sede de Il Micromondo di Nemoli dove figure istituzionali ed esperti di settore discuteranno dell’importanza dei geositi come attrattori turistici.

Evento nell’evento, NaturArte darà spazio anche ad Artigianando realizzato con l’obiettivo di metter in risalto le specificità artigianali dell’area. Orologiai, lattonieri collaboratori del famoso architetto Renzo Piano, ma anche i più innovativi cake designer esporranno i loro capolavori nella rassegna dell’artigianato dalla storia antichissima.

La musica, come nelle precedenti edizioni, sarà, accanto alla natura, elemento immancabile di NaturArte. Con il suo piano, il famoso pianista e polistrumentista Giacomo Aula, sarà il protagonista indiscusso dell’evento Sofisticando in musica. Da non perdere anche i Libero ArbiTRIO, che si presenteranno ai visitatori di NaturArte con brani ispirati dai luoghi natii. Seguirà lo spettacolo del gruppo Smania Uagliuns che in una metamorfosi con la natura si esibiranno nell’Anfiteatro “Nicola Pesce” di Nemoli.

Programma di NaturArte 2015 dal sito: www.naturartebasilicata.it

 

Il territorio come destino, un percorso italiano di sviluppo

Expo: la Cia presenta “Il territorio come destino”, il contributo degli agricoltori italiani alla “Carta di Milano”

 

A Roma, nella Biblioteca del Senato, la Confederazione chiude il ciclo di iniziative “ad hoc” con un documento “di idee” per la costruzione di un modello economico, sociale e produttivo sostenibile. Il presidente Scanavino: “Di fronte alle sfide del futuro, risulta determinante il valore multifunzionale del settore, che innesca processi sempre più integrati con l’ambiente, il turismo, la cultura, il welfare”. Usare meno risorse per produrre di più con il supporto di ricerca e innovazione; accostare alle filiere dei grandi numeri reti “a maglie strette” adattate ai territori; rovesciare il rapporto città-campagna assumendo una dimensione “multideale”. Solo in Italia nei prossimi 10/15 anni le attività connesse all’agricoltura sposteranno oltre 40 miliardi con la prospettiva di garantire entro il 2020 più di 200 mila nuovi posti di lavoro.

 

Per arrivare a “nutrire il pianeta” di fronte alla competizione globale, agli scenari del cambiamento e alle sfide del futuro, la soluzione “non è un mondo senza agricoltori, un’agricoltura consegnata alle multinazionali alimentari, alle società finanziarie e ai fondi di investimento, ma un mondo con agricolture ‘plurali’ e con agricoltori più protagonisti, in grado di innescare processi più integrati con l’ambiente, il turismo, la cultura, il welfare, tra città e campagna, tra produttori e consumatori”. Con queste parole il presidente nazionale della Cia Dino Scanavino ha presentato, oggi a Roma nella Sala degli Atti parlamentari alla Biblioteca del Senato, “Il territorio come destino”, un documento di sintesi del ciclo di iniziative che la Confederazione ha portato avanti nell’ultimo anno quale contributo degli agricoltori italiani alla “Carta di Milano”, il manifesto programmatico che rappresenterà l’eredità “morale” di Expo 2015.

Da Mantova a Bologna, da Napoli a Firenze, passando per Campobasso, Urbino, Fontanafredda, Gallipoli e Orvieto, la Cia nei suoi incontri ha discusso dei punti di forza ma anche delle criticità del settore primario, ha analizzato i dati e ricercato con istituzioni e rappresentanti della politica e del mondo accademico e imprenditoriale spunti e riflessioni utili per “identificare i caratteri di un modello economico, sociale e produttivo a cui auspicabilmente riferirsi nel futuro -ha dichiarato Scanavino- valido non soltanto a livello italiano ed europeo, ma per altre aree del Pianeta”.

Quel che è venuto fuori è che, rispetto alle nuove sfide che si prospettano, ancora una volta si rivela determinante il valore multifunzionale dell’agricoltura che “oltre ad assicurare la produzione di alimenti, svolge un ruolo cruciale nella produzione di beni di pubblica utilità -si legge nel documento- come l’affermazione e la salvaguardia della qualità dei paesaggi, il mantenimento della biodiversità, la stabilità del clima e la capacità di mitigare disastri naturali quali inondazioni, siccità e incendi”. Ma soprattutto “la sfida enorme che si pone di fronte all’umanità e che soprattutto gli agricoltori del pianeta dovranno contribuire a vincere è quella di usare meno risorse, per produrre di più, garantendo la sicurezza alimentare mondiale” e in questa sfida “sarà imprescindibile il ruolo dell’innovazione e della ricerca per contrastare e gestire i cambiamenti climatici, per utilizzare tecniche produttive più sostenibili, diminuendo l’impatto delle proprie attività, preservando la qualità e la fertilità del suolo per le future generazioni e utilizzando al meglio le acque” e anche “per approfondire meglio (scientificamente ed eticamente) le conseguenze del ricorso alle modificazioni genetiche”.

Ma l’agricoltura non insegna solo questo: “L’Italia, con il suo diversificato territorio, le sue mille storie e culture, sfata sul piano produttivo l’idea che l’agricoltura legata alle filiere dei grandi numeri sia più produttiva di quella delle maglie strette. Infatti essa o è estensiva (modelli nord americani) con basse rese e grandi superfici o intensiva, con forti input chimico ed energetici (modelli europei sempre più insostenibili). Ma soprattutto le filiere dei grandi numeri, basati su modelli standardizzati che non sanno adattarsi ai territori -si legge nel documento della Cia- spesso creano marginalità e abbandono”. E’ chiaro, quindi, che “sempre di più, tutte le comunità dovranno presidiare con grande attenzione i propri equilibri attraverso filiere e reti ‘a maglie strette’ in cui l’afflusso delle grandi derrate alimentari e la presenza dei grandi mercati sia integrato con produzioni (alimentari e non) coerenti con la vocazione, l’identità e la gestione organizzata del territorio, la possibilità di usufruire dei suoi paesaggi, della sua storia, delle sue strade, delle sue attrazioni, delle sue energie. Questo è vero nelle regioni dell’Africa centrale, come in quelle delle grandi aree metropolitane orientali e statunitensi, come nelle nostre regioni europee, così cariche di culture”.

E ancora, di fronte alla sfida del cambiamento, “l’agricoltura deve rovesciare il tradizionale e (non più) subalterno rapporto città-campagna”, sottolinea il documento confederale, assumendo una “dimensionemultideale in cui, al di là dei prodotti alimentari e dei servizi materiali e immateriali, si afferma la centralità e il contributo dei valori per costruire un diverso modello di sviluppo, di società, di relazione tra i cittadini che pone al centro di ogni proposta l’uomo e il suo territorio. Essa, cioè, si fa carico delle più ampie problematiche della contemporaneità, riorganizzando la capacità di produrre in modo sostenibile, di assicurare equamente il cibo ridandogli valore e affermandolo come diritto, contribuendo attivamente all’educazione alimentare quale presupposto per contrastare le diverse forme di spreco alimentare, di gestire capillarmente le risorse naturali, di impostare un nuovo welfare”.

Insomma, “non esiste un futuro senza agricoltura -ha detto il presidente della Cia-. Il nostro contributo alla Dichiarazione finale di Expo è calato in una realtà che ci dice già questo”. Solo in Italia infatti l’agricoltura e l’agroalimentare producono un fatturato vicino ai 300 miliardi l’anno. Sono oltre 20 mila gli agriturismi disseminati sul territorio e oltre 80 mila le aziende che sviluppano molteplici attività, dalla produzione di energie agli agri-nidi, dalle fattorie sociali e didattiche alla manutenzione delle aree verdi anche urbane. Già oggi questo “movimento” multifunzionale produce molto, ma ci sono ampi margini di crescita economica ed è ragionevole stimare che nei prossimi 10/15 anni le attività connesse all’agricoltura sposteranno più di 40 miliardi di euro l’anno con la prospettiva di garantire entro il 2020 tra i 200 mila e i 300 nuovi posti di lavoro. Quindi “alimentazione, salute, occupazione, sostenibilità, diritti universali, equità e coesione sociale -ha concluso Scanavino-. Questo è il contributo dell’agricoltura al futuro che vogliamo”.luca sani

Oltre al presidente Dino Scanavino, sono intervenuti la vicepresidente vicario del Senato Valeria Fedeli; il presidente commissione agricoltura Camera dei Deputati Luca Sani; il presidente del Comitato scientifico di Expo 2015 Claudia Sorlini; il vicesindaco di Milano Ada Lucia De Cesaris e il professore Francesco Adornato dell’Università di Macerata.

Riportiamo integralmente l’ intervento della Vice Presidente del Senato Valeria Fedeli – XVII Leg.
Senato della Repubblica, Palazzo Madama

che gentilmente ci ha fatto pervenire in redazione.

“Autorità, Signore e Signori,

è per me un piacere essere qui oggi, in rappresentanza del Senato, per aprire i lavori di questo convegno, che costituisce la conclusione di un percorso iniziato lo scorso anno e che ha toccato le diverse tematiche che riguardano il comparto agro-alimentare italiano. Un percorso che ha attraversato idealmente il nostro Paese e che vedrà il suo naturale coronamento nella straordinaria esperienza dell’Expo, che si sta per aprire a Milano.

Il settore agro-alimentare costituisce il secondo settore industriale in Italia, dopo quello metalmeccanico, e rappresenta ben il 4% del PIL nazionale, fatturando 133 miliardi di euro e impegnando 1,3 milioni di persone. E’ un comparto che, nonostante la particolare congiuntura economica che stiamo attraversando, è particolarmente vitale e che, anzi, può rappresentare un importante volano di crescita economica per il futuro del nostro paese”.

Ciò che caratterizza, da sempre, il modello produttivo agricolo italiano è la dimensione familiare, la continuità con la tradizione e, nello stesso tempo, l’innovazione. Caratteristiche peculiari che hanno favorito un’eccezionale differenziazione dei nostri prodotti, conosciuti in tutto il mondo per la loro eccellenza.”

Adelfia Franchi

Xylella: dall’embargo francese una minaccia reale per l’ agricoltura italiana

Xylella: dall’embargo francese una minaccia reale per l’economia pugliese e l’immagine del “made in Italy”

 Il presidente della Cia Dino Scanavino: no allarmismi per evitare possibili reazioni a catena su altre produzioni e provvedimenti analoghi di altri paesi Ue. Servono interventi urgenti a livello nazionale e comunitario per scongiurare la situazione e indennizzare gli agricoltori colpiti. 

 L’embargo della Francia su 102 specie vegetali a rischio Xylella rappresenta una minaccia reale per l’economia pugliese e, più in generale, per l’immagine dell’agricoltura italiana. Lo afferma il presidente della Cia Dino Scanavino, commentando il decreto del ministero dell’Agricoltura francese già pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, a poche ore dall’incontro in Salento tra il ministro Martina e le associazioni di categoria.

Si tratta di una decisione presa unilateralmente da uno Stato Membro al limite delle regole comunitarie -osserva Scanavino- che rischia di innescare un pericoloso effetto domino che andrebbe ad aggravare una situazione già di per sé difficile.ulivo

Ecco perché -continua il presidente nazionale della Cia- ora più che mai bisogna tenere alta l’attenzione per evitare possibili reazioni a catena e ingiustificati allarmismi nei confronti delle spedizioni pugliesi di altri prodotti oltre alle piante già inserite nel provvedimento del ministro Le Foll. Anche perché l’export della Puglia verso la Francia di uva, agrumi, alberi da frutto, pomodori, piante aromatiche, frutta tropicale vale circa 40 milioni di euro e rappresenta il 14% del totale nazionale. Se poi si aggiungono anche le colture agricole non permanenti (inclusi i cereali) e le piante vive,  il valore supera i 60 milioni di euro. Un patrimonio agricolo strategico che non può essere messo a rischio e che deve essere difeso con forza nelle sedi opportune.

È urgente quindi -sottolinea Scanavino- che le istituzioni ora intraprendano tutte le iniziative nei confronti delle autorità francesi e comunitarie, per evitare di aggravare un’emergenza sanitaria di proporzioni senza precedenti. Inoltre, è altrettanto urgente l’adozione di misure di sostegno, in ambito nazionale ed europeo, per gli agricoltori che con sacrificio stanno rispettando gli impegni del Piano del commissario Silletti per contrastare il dilagare dell’emergenza e non compromettere la sostenibilità economica delle loro aziende.

A essere in gioco -evidenzia il presidente della Cia- è sia l’economia di un’intera regione che fa dell’agricoltura e dell’olivicoltura la principale leva di sviluppo, sia il valore paesaggistico legato alla presenza di ulivi secolari di inestimabile valore ambientale. xylella

Ragionando in prospettiva, infine, deve essere messa in atto una strategia comune che, attraverso un progetto di riforma degli strumenti di prevenzione e gestione delle crisi, possa consentire agli agricoltori di minimizzare l’esposizione al rischio cui sono soggetti. Le crisi nel settore agroalimentare, siano esse sanitarie, climatiche o di natura commerciale -conclude Scanavino- sono diventate sempre più frequenti e diffuse e le conseguenze sono spesso drammatiche per l’economia di interi territori.

ESPORTAZIONI PER ANNO DELLA PUGLIA  VERSO LE FRANCIA (VALORE)

 

Export (euro)

Incidenza puglia/Italia (%)

Prodotti di colture agricole non permanenti

20.992.023

12%

Prodotti di colture permanenti

39.132.272

14%

Piante vive

704.841

1%

 

UE, nuove regole nel mondo alimentare

Etichettatura carni, da oggi scatta l’obbligo d’origine anche per suini, ovi-caprini e volatili.

Risultato importante, ma restano fuori i conigli

 Il presidente della Cia Dino Scanavino: una scelta obbligata e non più rinviabile. Non abbassare mai la guardia in materia di trasparenza alimentare.450969175-310x206CARNI VARIE

Da oggi l’etichettatura delle carni europee sarà finalmente più chiara e trasparente. Con l’entrata in vigore del regolamento Ue n.1337/2013, che applica parte della normativa comunitaria in materia di informazioni alimentari ai consumatori, le carni suine, ovi-caprine e dei volatili non potranno più essere vendute in forma anonima senza che ne sia indicato il luogo di provenienza e di macellazione. Una conquista importante che completa e arricchisce di contenuti un percorso lungo e difficile avviato dall’Unione europea 15 anni fa con l’etichettatura delle carni bovine in risposta alla crisi della “mucca pazza”. Restano fuori dall’obbligo dell’indicazione d’origine solo i conigli, per i quali non esiste ancora un riferimento normativo. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori.

“Ora partire da questo risultato per continuare a tutelare la sicurezza e la trasparenza alimentare iniziando dalle produzioni che, a oggi, restano ancora escluse dalla normativa europea sull’origine dei prodotti agricoli”, è l’appello lanciato dal presidente nazionale della Cia Dino Scanavino. “Una scelta obbligata e non più rinviabile sia per assicurare competitività agli agricoltori e per premiare i loro sforzi, attraverso l’indicazione esclusiva del luogo di origine e il divieto di etichette anonime -spiega Scanavino- sia per rispondere alle attese dei tanti consumatori che sono sempre più interessati a fruire delle informazioni che accompagnano i prodotti al momento della loro scelta di acquisto”.

I cittadini, infatti, sono sempre più attenti all’etichettatura -ricorda la Cia-. Se in Europa è considerata prioritaria da 7 cittadini su dieci, secondo i nostri dati la percentuale in Italia arriva al 92 per cento.

“Per essere trasformata in valore, la distintività della produzione agroalimentare italiana, che ha pochi eguali nel mondo, necessita di riconoscimento da parte dei consumatori e trasferimento lungo la filiera produttiva. In questa direzione -conclude il presidente della Cia- le forme di tutela, come quella dell’etichettatura del luogo di origine delle carni che da oggi sarà obbligatoria su tutto il mercato unico europeo, possono rappresentare un importante strumento di valorizzazione e di sviluppo economico per imprese e aree rurali”.

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Vinitaly: ottimo risultato

Obiettivo centrato per il Vinitaly che si è chiuso dopo quattro intensi giorni. Molti gli eventi e l’affluenza, 150 mila visitatori, ed in crescita il numero di Paesi di provenienza con maggiori presenze da sudest asiatico, Messico e nord Africa grazie anche al richiamo dell’olio extravergine di oliva, esposto alla Sol&Agrifood.

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Cenerentola “Made in Rome”

La sua fortuna è che Cenerentola non è un cartone animato, come fu nel primo film Disney del ’50. Stavolta le attrici sono in carne e ossa, e quindi da vestire. E’ nato così il tocco ‘made in Roma’ dei 20 costumi indossati nella favola della sguattera gentile che diventa principessa, firmati da Annamode, sartoria romana che in 70 anni ha lasciato il segno (e l’etichetta) sugli abiti di quasi tutti i film del Neorealismo, passando per ‘Matrimonio all’italiana’, ‘Ultimo tango a Parigi’, ‘La grande bellezza’ di Sorrentino e conquistando spesso Hollywood.

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l’Expo 2015 – Milano

Il 2015 è l’anno dell’Expo a Milano sul tema “Nutrire il pianeta”

_______________________________________di RICCARDO ABBAMONTE

Il 2015 è l’anno dell’Expo a Milano. Il tema di questa edizione è quello attualissimo di “Nutrire il pianeta”. In un momento storico in cui oltre l’80% della popolazione mondiale vive in nazioni che utilizzano più di quanto i loro ecosistemi possono produrre in modo rinnovabile, il punto è quello di nutrire tutti i popoli della Terra. In questo senso l’Esposizione Universale di Milano vanta contenuti di portata storica per tutti. In questa occasione Milano diventa davvero una vetrina mondiale. Per questo sono attesi 20 milioni di visitatori e in effetti a fine 2014 si contavano già 10 milioni di biglietti venduti. L’auspicio è anche che l’avvenimento internazionale faccia da traino all’economia del nostro paese, grazie a investimenti e turisti.

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