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Prima festa Porco Cignale

Il Porco Cignale riconquista i palati della Tuscia.

… Mentre l’Antico Borgo La Commenda ritrova i suoi antichi splendori!

Di Simona Mingolla

 

Grande successo di pubblico per la prima Festa del Porco Cignale della Tuscia, svoltasi presso l’Antico Borgo La Commenda (Loc. Commenda, 98 – dalla Cassia Nord, direzione Marta) nel corso dell’intera giornata del 30 agosto. Organizzata da Il Marrugio arl (azienda agricola proprietaria del neo-allevamento di questa razza ripristinatasi dall’incidentale incrocio fra un cinghiale e delle scrofe di cinta senese che vengono allevate allo stato brado) in collaborazione con Tuscia Events, la festa ha riservato sorprese su tutti i fronti.

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Nuova Delhi. Il Marò Girone colpito da febbre Dengue. Condizioni stabili

Si riaccendono i riflettori sul caso Marò e questa volta a causa di un virus che ha colpito il 2° Capo Salvatore Girone. Meno fortunato del suo collega Latorre, il militare, ormai trattenuto a Nuova Delhi da tre anni, non è potuto rientrare in Italia, nonostante abbia contratto la febbre di Dengue.
Ricoverato presso una struttura ospedaliera a Nuova Delhi, il Fuciliere di Marina è assistito da due medici militari appartenenti all’Esercito e alla Marina Militare. I due professionisti italiani, dal loro arrivo avvenuto il 28 agosto, si sono attivati visitando Girone e incontrando i colleghi indiani che lo stanno seguendo. Le condizioni del fuciliere di Marina non destano particolari preoccupazioni e la malattia sta seguendo il normale decorso.
Di origine virale, la dengue è causata da quattro virus molto simili (Den-1, Den-2, Den-3 e Den-4) ed è trasmessa agli esseri umani dalle punture di zanzare che hanno, a loro volta, punto una persona infetta. Non si ha quindi contagio diretto tra esseri umani, anche se l’uomo è il principale ospite del virus. Il virus circola nel sangue della persona infetta per 2-7 giorni, e in questo periodo la zanzara può prelevarlo e trasmetterlo ad altri. Nell’emisfero occidentale il vettore principale è la zanzara Aedes aegypti, anche se si sono registrati casi trasmessi da Aedes albopictus. La dengue è conosciuta da oltre due secoli, ed è particolarmente presente durante e dopo la stagione delle piogge nelle zone tropicali e subtropicali di Africa, Sudest asiatico e Cina, India, Medioriente, America latina e centrale, Australia e diverse zone del Pacifico. Negli ultimi decenni, la diffusione della dengue è aumentata in molte regioni tropicali.
Come spiegato in una nota inviata Dall’ufficio Generale Del Capo Di Stato Maggiore, l’invio di due medici militari rientra nell’iter seguito quando un militare in servizio all’estero abbia problemi e non sia presente una struttura sanitaria militare nazionale a cui appoggiarsi come accade nei vari teatri operativi.

Vasco Magrini – Aviatore

EFFEMERIDI per un ASSO dell’ AVIAZIONE  –   Il 30 luglio 1961 durante una manifestazione aviatoria morì a Luni, vicino a Sarzana (La Spezia) Vasco Magrini del quale si può vedere un bel busto marmoreo all’Aeroporto fiorentino di Peretola.  Fu un asso della Caccia italiana nella Prima e nella Seconda guerra mondiale, compreso l’ultimo periodo della scelta repubblicana dell’ultimo fascismo. 

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Il “Porco Cignale” incuriosisce la Tuscia

Il “Porco Cignale” incuriosisce la Tuscia:

il 30 agosto finalmente la possibilità di gustarlo!

All’Antico Borgo La Commenda una giornata di assaggi e spettacoli.

di Simona Mingolla

Mancano pochissimi giorni allo svolgimento della Prima Festa del Porco CIGNALE e la curiosità (come emerge dai messaggi, richieste e scambi di idee sui nostri social) cresce a dismisura in merito all’assaggio delle preparazioni di questa carne dal sapore e “consistenza” unici!

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Sette stranierei per i musei italiani

Musei italiani, si gira pagina. su 20 nuovi direttori, 7 sono stranieri e tra gli italiani alcuni ritornano “in patria” dopo prestigiose esperienze all’estero. Primo commento del ministro per i Beni e le attività culturali, Dario Franceschini: «Si volta pagina. Sono scelte di altissimo valore scientifico che colmano anni di ritardi».

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Gender …. nostro (?) prossimo futuro ???

A proposito del “Prossimo amore”

Sull’ inserto culturale de “Il Sole-24 Ore” di Domenica 9 Agosto, fa a lungo pensare un breve articolo sul “Gender Study”,  argomento quanto mai di moda in questi ultimi tempi. Poichè la pagina ove esso è ospitato (“Scienza e Filosofia”) è di notevole interesse, spiace sentirvi stridere la poca chiarezza e la timorosa esposizione del problema da parte dell’autrice dell’articolo, Nicla Vassallo …. che sia dovuto al politicamente corretto, nostra tristissima catena? 

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I Ragazzi ….& “lo Sballo”

RAGAZZI …..

Qualche anno fa fece scalpore un libro scritto da un buon autore americano, Evan Hunter, avente come oggetto la vita in una scuola superiore di una località di provincia statunitense, “il seme della violenza”. Oggi il libro ritorna in mente a proposito delle dimissioni del Sindaco di Gallipoli, a seguito di una frase pronunciata a commento dei morti per “sballo” nelle discoteche, vale a dire l’aver attribuito alla cattiva educazione familiare l’estremismo e l’irresponsabilità dei ragazzi.  Perché, bisogna dirlo, lo “sballo” non è che una sola faccia dell’immenso poliedro della personalità dell’adolescente o del giovane: così come egli esagera nel bere o nel provare nuovi stimoli di eccitazione, lo stesso rompe ogni confine di buon rapporto umano nelle relazioni con gli altri e si rivela in egoismi, aggressioni, distruzioni.

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MTV passa a SKY

Era il 1° agosto 1981 e sulle note simboliche di “Video Killed the Radio Star” dei The Buggles iniziava negli Stati Uniti la storia di MTV, un canale che ha rappresentato molto di più di una rete televisiva, capace com’è stata nel tempo di creare e sviluppare un immaginario per più di una generazione.

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Ad recordationem et memoriam di Maria Pacifici

MARIA PACIFICI –  A PAGANICA (AQ), il 25 luglio 2015, intitolata una piazza ad una “eroica ostetrica“, Medaglia d’Oro al Valor Civile,  che nel 1915 fece nascere due gemelli da una Mamma, perita sotto le macerie nel TERREMOTO DELLA MARSICA

di GOFFREDO PALMERINI *

 L’AQUILA – Anche il tempo, che nel pomeriggio di sabato 25 luglio minacciava uno dei violenti rovesci di mezza estate, alla fine è stato clemente, cedendo al doveroso rispetto verso la memoria di MARIA PACIFICI, davvero un’eroina durante il terremoto del 13 gennaio del 1915 che alle 7e 52 distrusse Avezzano e la Marsica. A PAGANICA (L’AQUILA), suo paese natale, ricorrendo il centenario di quella immane tragedia che fece oltre trentamila vittime, ora la memoria collettiva della comunità potrà finalmente trasmettere ai posteri l’esempio etico d’una donna umile, ma forte e tenace come solo l’asprezza di questi luoghi dell’Abruzzo montano ha saputo per secoli plasmare.

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Togliersi i tacchi?

Togliersi i tacchi?

L’invito di Harper Lee a una studentessa e il dibattito che divide le femministe La frase «Se ti danno fastidio, non usarli». La frase della scrittrice dopo anni di discussioni

 «Sono davvero graziosi».«Grazie».«Ma come fai a camminarci? Non sono scomodi?».«Sì, signora».«Bene, se vuoi, toglili e basta».Cinque parole e Harper Lee archivia il dibattito su tacchi alti e femminismo. Lo scambio di battute arriva in coda ad un pezzo del New York Times in cui Roy Hoffman rievoca l?incontro fra sua figlia Meredith e la scrittrice del Buio oltre la siepe alla cerimonia di consegna di un premio universitario. La ragazza stravede per lei. Si è preparata all?incontro con cura, vuole fare bella figura e ora è lì, con le scarpe nuove. La cerimonia corre senza intoppi. Uscendo, Meredith si trova inaspettatamente Harper Lee alle spalle: sta guardando i suoi tacchi. «Sono scomodi? Se vuoi, toglili e basta». Fosse così facile. Strumenti di empowerment femminile per sentirsi più belle, toste e sicure (la versione di Meredith), o gesto patetico di autolesionismo (la versione di Harper)? I tacchi alti sono una di quelle piccole, stupide cose capaci di far litigare le femministe. Fra di loro. Con gli uomini. Con le altre donne. La questione di fondo è: è da donne intelligenti, impegnate, mediamente consapevoli del proprio valore indossare i tacchi alti? Domanda che ci porta dritte alla successiva: cosa è intelligente/impegnato/femminista? Cosa non lo è? Sarebbe tutto più facile se esistesse una lista con le cose concesse e quelle non concesse. Ma non è così. Nessuna lista della spesa per facilitarci le cose. «Io che amo le scarpe con il tacco alto e leggo in media 45 libri all?anno dove mi colloco? Oca o donna colta?», si chiede la scrittrice Licia Troisi sul suo blog. Ecco, il punto è questo. La scarpa è un oggetto culturale complesso (l?artista messicana Elina Chauvet ha scelto le scarpe rosse per la sua installazione contro la violenza di genere che ha fatto il giro del mondo). Quelle con il tacco alto sono un simbolo e a non tutte piace ciò che rappresentano. «Ricchezza, buon gusto, forma fisica, potere», per Alison Wolf, la teorica delle Donne Alfa. E lo stesso per Polly Vernon, autrice di Ammettilo. Mi detesti perché sono magra , portabandiera del nuovo femminismo hot per il quale, in definitiva, la soluzione sta nel darci pace e nell?abbracciare la femminilità come la nostra più grande forza. Dentro il femminismo, Meredith potrebbe avere dalla sua Elisabeth Badinter, la francese di La strada degli errori , che rimprovera il movimento di essersi arroccato nel separatismo e nella lotta contro il sesso maschile ( main sponsor dei tacchi alti), «abbandonando l?universalismo della rivendicazione dei pari diritti, ancora lontano dal successo». Ma «quando rivendichi un diritto negato, rifiuti la prevaricazione e pretendi ciò che ti spetta, non puoi essere graziosa», ribatte Laurie Penny, 30 anni, columnist di New Statesman (la Badinter potrebbe essere sua nonna). E non puoi essere graziosa, ben pettinata, col tacco alto perché sei arrabbiata nera, ribelle, «non provocante ma provocatoria», continua battagliera la Penny.«Se la scarpa con il tacco femminilizza, quale scarpa virilizza?», si chiedeva Maria Nadotti. Esiste una scarpa neutra che faccia saltare la dualità di genere? È quella la scarpa che tutte/i vorremmo, per ogni istante della nostra giornata? (senza parlare della scarpa bifida, fantastica invenzione di Martin Margiela, che simula lo zoccolo di un cavallo e che spazza via non solo le differenze di genere, ma anche quelle fra le specie).Una sfilza di domande. Hadley Freeman, columnist del Guardian , scrive salomonica che «mentre il messaggio generale del femminismo, l?uguaglianza, è universale, i tacchi alti insieme a tutti gli altri dati che riguardano la vita di ciascuno (il matrimonio, la maternità, ciò che si fa in camera da letto) variano da donna a donna, da individuo a individuo. Ed è giusto così».Il femminismo ha dato alle donne la libertà di decidere cosa fare della propria vita, dunque possono ben scegliere quali scarpe indossare. «Ed è per questo che le nostre antenate sono morte per noi (beh, questo e il voto) ? continua Freeman: perché possiamo scegliere in tutta pace quale altezza di tacco mettere». Se è scomodo, decidere di scendere e basta.

Articolo di Monti Daniela via il Corriere della Sera

Aumentano i furti in appartamento: 10 consigli da Confabitare

Secondo una recente analisi riferita al primo semestre del 2015, i furti negli appartamenti stanno aumentando notevolmente se paragonati allo stesso periodo dell’anno precedente. A lanciare l’allarme è Confabitare, un’associazione a carattere nazionale di proprietari immobiliari, la cui analisi vede Bologna al primo posto nella classifica dei furti con un balzo del 32,3%, seguita da Milano con il 31%, Torino con il 28,2%, e Roma con il 27,3%. Ultima in classifica è la città di Bari, con un 14% in più.

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Maurice Duverger…. la politica come scienza

Il 5 giugno 1917 nasce ad Angoulême, Maurice Duverger,  futuro scienziato della politica.
Negli anni ’30 è militante del Parti Populaire Français (PPF), il più importante dei partiti “fascisti” francesi, nel quale è anche responsabile della sezione giovanile a Bordeaux.
Durante il Governo Pétain e l’Occupazione, è docente nella Facoltà di Legge nell’Università di Poitiers e insegna anche nell’Institut d’études Corporatives et Sociales, scuola quadri per la formazione delle élites della Révolution nationale.

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Cosa c’è nella Nutella?

A vederla così, la crema alla nocciola più famosa, ha ben poco di irresistibile. Come riportato da Il Fatto Alimentare la Nutella ritratta da Verbraucherzentrale Hamburg, organizzazione tedesca che si occupa di consumi e informazione, non fa di certo pronunciare la famosa frase “che mondo sarebbe senza Nutella”.

Due redattrici, hanno messo prima sul tavolo e poi nel barattolo tutti gli ingredienti presenti in etichetta ed è uscito un barattolo che di cioccolato e di goloso ha poco e niente, solo tanto zucchero bianco e olio di palma e pochissimo cacao, latte e nocciole.

Non è la prima volta che si mette in dubbio la bontà del prodotto Ferrero, tanto che l’azienda dolciaria ha cercato di mettere le mani avanti, e nel sito dedicato c’è tutto il racconto sull’origine dei suoi ingredienti. Si scopre che tutto lo zucchero utilizzato non è esclusivamente bianco, raffinato: il 75% è zucchero di barbabietola e il restante 25% è zucchero di canna raffinato. Poi, “L’olio di palma – dicono alla Ferrero, sul loro sito – rende la Nutella cremosa ed esalta il gusto degli altri ingredienti. E proviene da Malesia, Papua Nuova Guinea e Brasile, da piantagioni certificate RSPO”.

“Alla Ferrero va il merito di essere stata la prima azienda italiana a preoccuparsi della sostenibilità di questo ingrediente, ma questo non basta – dice Roberto La Pira, direttore de Il Fatto Alimentare – come consumatori vorremmo avere la possibilità di scegliere. Invece continuiamo a trovare in vendita quasi esclusivamente prodotti con olio di palma. Dopo la nostra petizione 15 catene di supermercati si sono impegnate a ridurre o eliminare il grasso tropicale dai loro prodotti, altre lo hanno tolto come Misura e Gentilini e altre ancora come Barilla si sono impegnate a ridurne l’utilizzo, ma sono ancora poche. Sappiamo che è un processo lungo e complesso cambiare la ricetta di un prodotto, ma si può fare tranquillamente senza grossi problemi. Nel frattempo abbiamo solo una mossa a disposizione, oggi sappiamo dove c’è l’olio di palma e possiamo evitare di comprare i prodotti”.

Guida per un sicuro e-commerce

‘Utente avvisato mezzo salvato’: è questo lo slogan della Polizia di Stato per la protezione dello shopping online. Dall’esperienza acquisita nella tutela dai rischi di truffe online, nasce dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni una guida con consigli pratici e suggerimenti per acquistare in rete con maggiore tranquillità.

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“Io sono originale”, le associazioni unite contro la contraffazione

 lug. 2015) – Grandi eventi in programma per “Io Sono Originale”, l’iniziativa finanziata dal Ministero dello Sviluppo economico Direzione Generale per la Lotta alla Contraffazione – UIBM e realizzata dalle associazioni dei consumatori (ACU, Adiconsum, Adoc, Adusbef, Asso-consum, Assoutenti, Altroconsumo, Casa del Consumatore, Cittadinanzattiva, Codacons, Codici, Confconsumatori, Federconsumatori, Lega Consumatori, Movimento Consumatori, Movimento difesa del Cittadino, Unione Nazionale Consumatori, Utenti Radio Televisivi), che mette in campo attività di informazione e di sensibilizzazione per i cittadini sulla contraffazione e sulla tutela della proprietà industriale.MINISTERO  ECONOMICO

Per questa campagna di comunicazione nazionale, “Io Sono Originale” girerà l’Italia con un coinvolgente road show e divertenti flash mob  per arrivare dritto al cuore e alla mente delle persone con il suo importante messaggio: la contraffazione è un fenomeno che va combattuto, fa male alla nostra economia e alla nostra salute, scegliere prodotti originali è invece sinonimo di sicurezza e di garanzia.

Il primo a partire sarà il road show, un tour che toccherà 19 città italiane per un totale di 20 eventi pubblici. Con l’obiettivo di coinvolgere il maggior numero di persone, gli eventi saranno organizzati in luoghi di grande aggregazione e durante manifestazioni pubbliche. Il road show non passerà inosservato: gazebo, totem e un pick up personalizzato “Io Sono Originale” compongono la struttura mobile dove si potranno ricevere materiali informativi sulla lotta al falso e simpatici gadget. Non mancheranno inoltre spettacoli e giochi per i bambini.

Dopo il primo flash mob dello scorso 29 giugno a Milano, i prossimi appuntamenti saranno a Brindisi, Como, Parma, Marsala e Viareggio. Prima di ogni evento verranno allestiti dei punti informativi che potranno fornire informazioni sul progetto e distribuire materiale sulla contraffazione. I flash mob, cui daranno il là scuole di street-dance locali, coinvolgeranno i consumatori in un frenetico ballo collettivo.

Per la comunicazione dell’iniziativa verrà realizzata anche una campagna di guerrilla marketing “green” che nelle zone prossime all’evento segnalerà la presenza dei punti informativi e del flash mob. Sfruttando la sola azione dell’acqua verrà impresso sui marciapiedi e nelle piazze il logo dell’iniziativa per una comunicazione spettacolare e “ecologica”.

I calendari del road show e dei flash mob sono disponibili sul sito www.iosonoriginale.it.

Autore: Unione Nazionale Consumatori

Ferrovie dismesse e piste ciclabili:turismo sostenibile

L’Italia ha un cuore verde, ricco di bellezze naturali, patrimoni artistici, spiritualità e prodotti tipici: l’Umbria. Caratteristiche ideali per una valorizzazione turistica slow e sostenibile.

Rientra in questo ambito la recente inaugurazione della pista ciclo-pedonale Spoleto-Norcia, seguita al recupero della vecchia ferrovia Spoleto-Norcia, dismessa nel 1968, dopo 42 anni di onorata carriera.

Si trattava di un vero capolavoro di ingegneria ferroviaria, con un susseguirsi di gallerie, ponti e viadotti lungo il percorso di 52 Km (pendenze massime del 45 per mille), che univa il Comune noto per il Festival dei Due Mondi alla città natale di San Benedetto.

Quella linea secondaria a scartamento ridotto, immersa nel verde delle vallate, è stata oggi riconvertita in un suggestivo tracciato interdetto ai motori, di facile percorribilità e adatto a tutte le esigenze. Al finanziamento dell’opera ha provveduto la Regione Umbria, grazie ai fondi previsti dal Piano per lo sviluppo delle aree colpite dal terremoto (Piat) del 1997.

lavori sono stati eseguiti dall’A.T.I. Giovannini Costruttori-Forti s.r.l. e hanno permesso di recuperare c.a. 45 dei 52 Km complessivi (il tratto da Balza Tagliata a Serravalle di Norcia è riservato agli ammodernamenti della strada statale), in seguito a interventi di messa in sicurezza e miglioramento della viabilità e dei punti d’accesso.

Il nuovo itinerario ciclo-pedonale (a tratti adatto anche per l’escursionismo a cavallo) si configura come un asse fondamentale della rete di mobilità ecologica regionale e rappresenta una notevole opportunità di sviluppoper l’economia locale, in termini di turismo sostenibile e valorizzazione di attività e servizi.

Esempio felice di recupero di opere infrastrutturali in disuso, la Spoleto-Norcia farà felici gli amanti della mountain bike, i semplici ciclisti della domenica e le famiglie in cerca di svago e relax, permettendo anche ai turisti di ammirare le bellezze storico-artistiche dei due centri e dello splendido paesaggio che le circonda, in modo più responsabile e in totale armonia con la natura.

spoleto norcia ciclabile

Dove una volta passava il treno (Immagini via: www.laspoletonorciainmtb.it)

Il percorso appartiene al Demanio dello Stato ed è stato dato in concessione ad Umbria Mobilità. Parte dall’ex-stazione di Spoleto e dopo un breve tratto cittadino immette sul tracciato dell’ex-ferrovia. I primi nove Km sono segnati da pendenze morbide (4%) e possono esser facilmente percorsi anche dai più piccoli o meno esperti di bici.

La prima galleria sbuca in uno dei punti panoramici più spettacolari dell’intero tracciato: il viadotto del Cortaccione, alto 60 metri e lungo 120, formato da quattro campate che uniscono i due lati della valle. Dopo un’altra galleria, i ciclisti continuano a salire in mezzo ai boschi e si imbattono in numerosi ponti che offrono splendide viste.

Si arriva quindi ad uno dei punti più suggestivi ed emozionanti del percorso della vecchia ferrovia Spoleto-Norcia, meno adatto ai più paurosi o claustrofobici, la stretta e buia galleria di valico della Caprareccia, lunga quasi due Km e un tempo percorsa dai minatori.

Dopo il ritorno alla luce, il tracciato procede in discesa per circa sette Km tra ponti e gallerie, fino ad arrivare al bel paesino di  Sant’Anatolia di Narco. Da qui si susseguono altri 30 Km di salita agevole, che si snodano lungo colli verdeggianti e il corso del fiume Nera spesso in parallelo alla strada statale, sfiorando altri deliziosi centri quali Castel San Felice, Vallo di Nera, Borgo Cerreto, Triponzio e Serravalle. Eccoci quindi alla meta finale Norcia, un borgo rinomato come centro spirituale, apprezzato anche per le sue specialità alimentari (chi non ricorda il famoso tartufo nero?).

Cosa aspettate, allora? Inforcate le bici o indossate scarpe comode per godervi la pace di questi 52 Km di paradiso verde.

Vogliamo fare un giro in Europa? QUESTO è IL MIGLIOR PERCORSO CHE ABBIAMO TROVATO.

La nuova via ciclabile da Grado a Salisburgo è la migliore d’Europa

  • Se siete amanti della mountain bike e potete concedervi almeno una settimana di vacanza, la ciclovia italo-austriaca Alpe Adria Radweg potrebbe soddisfare ampiamente la vostra voglia di pedalare e visitare attrazioni turistiche.Il percorso cicloturistico di 400 Km, che congiunge Grado a Salisburgo e si snoda attraverso borghi pittoreschi e paesaggi incantevoli, è stato appena eletto come migliore pista ciclabile del 2015, insieme al Tour della Manica. Il premio è stato assegnato ad Amsterdam e rappresenta il giusto riconoscimento per questo itinerario su due ruote, giudicato il migliore tra i dodici realizzati di recente in Europa.

Il progetto “Ciclovia Alpe Adria Radweg” rappresenta un perfetto esempio di cooperazione transfrontaliera per lo sviluppo della mobilità sostenibile. Nato dalla collaborazione tra tre entri locali italo-austriaci (Regione Friuli Venezia Giulia, Land Salisburgo e Land Carinzia) – desiderosi di dar vita a un itinerario per le bici che oltrepassasse le Alpi e permettesse un collegamento tra la rete ciclabile centro europea e il mare Adriatico –  si è aggiudicato il bando di gara indetto per il Programma europeo di cooperazione transfrontaliera Interreg IV Italia-Austria 2013.

Le attività preparatorie di progetto sono partite nel 2008 e hanno individuato il percorso Salisburgo-Villach-Udine-Aquileia-Grado come migliore itinerario, data la possibilità di usufruire di piste ciclabili già realizzate o in corso di realizzazione, così come di una viabilità secondaria a bassa intensità di traffico nei tratti restanti. L’opera, costata in totale 1.200.000 euro, è stata possibile grazie alla condivisione delle attività dei partecipanti al progetto, che hanno collaborato proficuamente sia negli interventi infrastrutturali, che nell’elaborazione di un comune piano di comunicazione.

La passione suscitata da questo spettacolare itinerario ciclo-turistico internazionale, si legge nelle righe iniziali del depliant ufficiale stilato dall’Agenzia per il turismo del Friuli Venezia Giulia: «Da sempre le Alpi esercitano un fascino incomparabile sull’uomo. Se per secoli sono state un luogo inquietante, denso di pericoli e misteriose leggende, oggi sono una meta amata e agognata da escursionisti e ciclisti, una fonte di magia e di bellezza. La ciclovia Alpe Adria, una traversate delle Alpi da nord a sud, da Salisburgo al mare Adriatico, trasforma in realtà un antico sogno».

Ma come vivere al meglio questa via ciclabile da Grado a Salisburgo? Se volete partire da Salisburgo, la città di Mozart, il percorso toccherà la valle del Salzach e di Gastein fino a Bockstëin. Da questa località si prende un treno navetta che in 11 minuti conduce a Mallnitz (1.191 metri), da dove è possibile tornare a pedalare per dirigersi verso la Carinzia, dove il tracciato passa per alcune località al confine con l’Italia, quali Spittal sulla Drava, Villach e Arnoldstein. Il tratto italiano della ciclovia segue in parte il percorso di vecchie ferrovie dismesse e, dopo averci fatto apprezzare la bellezze naturalistiche di località ricche di storia quali Tarvisio, Pontebba, Gemona, Aquileia e Udine, si conclude a Grado, sulla costa del mare Adriatico.

Volendo percorrere in poco più di una settimana l’intero tragitto che dal mare Adriatico conduce fino al versante nord delle Alpi, gli organizzatori consigliano queste otto tappe in direzione Italia-Austria: 1) Grado-Udine; 2) Udine-Venzone; 3) Venzone-Tarvisio; 4) Tarvisio-Villach; 5) Villach-Spittal an der Drau; 6) Spittal an der Drau-Bad Gastein/Mallnitz; 7) Bad Gastein/Mallnitz-Bishofshofen; 8) Bishofshofen-Salisburgo. Nel complesso, il percorso è ben segnalato e attrezzato, non presenta particolari difficoltà e risulta accessibile a tutti.

All’inizio del 2015, sul territorio italiano sono stati completati 108 Km di ciclovia, 53 saranno terminati entro la fine dell’anno, mentre ne restano altri 23 da completare, più precisamente il tratto tra Resiutta e Venzone e l’attraversamento di Palmanova, Cervignano e Grado.

Nel Tarvisiano vi sono lavori in corso per far passare la ciclovia sul percorso finora inutilizzato della vecchiaferrovia Pontebbana. Più a sud, sarà aperta a breve la connessione tra Venzone e Gemona sempre grazie alla riconversione in pista ciclabile di un bel tratto di questa ferrovia dismessa, così che il percorso giungerà sino al sito naturalistico del laghetto Minisini e attraverserà la parte bassa di Gemona. Nei Comuni di Osoppo e di Buia si sta provvedendo a un lavoro di tabellazione del tracciato, nonché alla realizzazione di due brevi tratti ciclabili in sede propria. Osoppo, tra l’altro, ha chiesto e ottenuto il passaggio della ciclovia attraverso il bel centro del paese, al fine di una sua migliore valorizzazione turistica. Nel tratto da Buia a Udine si sta invece studiando un percorso alternativo all’Ippovia (o percorso In@Natura), poiché questa parte ufficiale del tracciato si è dimostrata difficile da recuperare e non adatta alla percorribilità con una semplice bici da turismo. Infine, un cantiere è presente all’ingresso di Cervignano, per completare nel più breve tempo possibile la pista ciclabile che conduce al paese.

Si parte dalla bella cittadina balneare di Grado sul mar Adriatico. Dopo una visita al grazioso centro storico, si percorre la ciclabile di recente realizzazione, che attraversa la laguna fino all’arrivo nei pressi di Belvedere. Da qui a Cervignano il percorso segue l’antico tracciato dell’ormai dismessa linea ferroviaria. A questo punto potete concedervi una visita al sito archeologico di Aquileia, fondato nel 181 a.C dai romani. Potrete così ammirare gli scavi che hanno permesso di tornare a godere della bellezza del foro, del porto e di numerose ville mosaicate. Da Cervignano si procede verso Palmanova, pedalando in parte sull’apposita pista ciclabile e per alcuni tratti su strade secondarie e poco trafficate. Quest’ultima località è una città fortificata a pianta stellata, fondata dalla Repubblica di Venezia nel 1593. Siamo sicuri che rimarrete piacevolmente colpiti dal fascino del percorso ciclabile che si snoda lungo i suoi bastioni. Il tratto  Palmanova-Udine risulta praticamente terminato: pedalerete sulla pista riservata alle due ruote e su strade secondarie, toccando vari borghi lungo la fertile pianura friulana.

Eccoci quindi a Udine, bella e accogliente città circondata da colline, vicina al mare e alla montagna e sita in una posizione privilegiata al centro del Friuli Venezia Giulia. Sottoposto al dominio della Repubblica di Venezia per più di tre secoli, il capoluogo friulano presenta varie attrazioni (il castello, il Duomo, la Loggia del Lionello, il Palazzo Arcivescovile ecc.) e un numero rilevante di opere del celebre artista Gianbattista Tiepolo, che qui dimorò e si formò artisticamente. Se siete amanti della gastronomia, concedetevi qualche pausa in una delle tante enoteche per gustarvi il “tajut” e altre specialità locali.

  • Dal centro storico di Udine, la ciclovia tocca il Parco del Cormor e segue poi il percorso In@Natura, che attraverso strade sterrate piuttosto degradate poste lungo la verde valle del torrente Cormor, giunge fino al centro di Buia. Da questa località vi muoverete lungo la piana di Osoppo e attraverserete il maggior fiume friulano, il Tagliamento, presso Braunlis. Dopo aver toccato altri borghi pittoreschi, a Pioverno imboccherete la ciclabile della montagna carnica FVG-8 e, una volta passato il ponte sul Tagliamento, vi ritroverete nello splendido paese di Venzone, unico esempio di cittadella murata medioevale in Friuli, dichiarato monumento nazionale di interesse storico e artistico nel 1965. Il terribile terremoto del 1976 è oggi un lontano ricordo: Venzone ha recuperato il suo fascino originario e vi incanterà coi suoi vicoli ed eleganti palazzi.
Colloredo di Montealbano: Ippovia Alpe-Adria

 Passato Venzone, il tracciato segue la viabilità ordinaria (SS13) fino a Resiutta, dove inizia la ciclovia “Senza confini” (FVG1), che corre lungo il percorso della vecchia ferrovia Pontebbana, attraversa molte gallerie e qualche viadotto e infine raggiunge il paese di  Pontebba, il centro maggiore della Valcanale, già abitata in epoca romana. Siete così arrivati al punto dove passava il confine italo-austriaco fino alla prima guerra mondiale, un’ottima base per escursioni nelle splendide valli montane o vari percorsi di trekking.

Oltrepassati il ponte sul torrente Pontebbana e la linea ferroviaria, dopo un tratto di strada secondaria vi immetterete di nuovo sul tracciato della vecchia ferrovia nei pressi di La Glesie-San Leopoldo, per immergervi nel tranquillo e rilassante paesaggio alpino della Valcanale. Superata la stazione termale dei Bagni di Lusnizza, rinomata per le sue sorgenti sulfuree, continuerete a pedalare in leggera salite tra boschi e baite, fino a raggiungere Malborghetto, una bella località montana vicina agli impianti sciistici di Tarvisio, ottimo punto di partenza per escursioni e passeggiate. Non mancate poi di visitare il cinquecentesco Palazzo Veneziano che ospita il museo etnografico, dove troverete tutta la storia e le tradizioni del territorio della Comunità montana Valcanale-Canal del Ferro. Il percorso prosegue poi verso Ugovizza e la Sella di Camporosso, il più basso valico delle Alpi coi suoi 816 metri. Oltrepassato il portale “conta ciclisti” nei pressi della partenza della funivia per il santuario del Monte Lussari – meta di pellegrinaggio sorta nel 1360 dove la tradizione vuole si sia verificata un’apparizione della Madonna – si scende verso Tarvisio, uno dei più importanti poli sciistici del Friuli Venezia Giulia, sito nella più grande foresta demaniale d’Italia (ben 24mila Ha), attraversata dal fiume Fella ed estesa sino al confine con Austria e Slovenia. Siamo qui in presenza di una delle aree naturalistiche e faunistiche più importanti del Paese, ricca di verdi boschi e ampie vallate.

Da Tarvisio il percorso prosegue verso l’Austria passando proprio attraverso questa meravigliosa foresta. Dopo una veloce discesa che congiunge Thörn-Maglern ad Arnlodstein, si svolta per imboccare la pista ciclabile carnica che ci porta nella ridente cittadina di Villach, la più “mediterranea” della Carinzia, non solo per le condizioni climatiche ma anche per l’architettura e l’ospitalità della gente. Circondata da monti e laghi, Villach è famosa per le sedute della gilda carnevalesca – da qui il suo nomignolo “roccaforte dei matti” –  e per la settimana dedicata alla festa patronale (29luglio-5 agosto). Il ponte sulla Drava è il punto di partenza ideale per un breve giro della città, dove meritano una visita la piazza principale (Hauptplatz), la  chiesa parrocchiale di St. Jakob e le bellissime ville ottocentesche.

Da Villach si risale la vallata della Drava lungo la ciclabile omonima, costituita in parte da tratti asfaltati e in parte da strada sterrata. Il percorso è prevalentemente pianeggiante, ad esclusione delle piccole salite che si trovano in corrispondenza delle centrali idroelettriche che sbarrano il corso del fiume. Superata la località di Mauthbrücken, la pista tende ad allontanarsi dal fiume e corre a fianco dell’autostrada e poi della ferrovia. Passato il villaggio di Sankt Peter, si arriva facilmente a Spittal an der Drau, dove vi consigliamo di visitare il museo di cultura popolare, ospitato all’interno del rinascimentale Palazzo Porcia.

Lasciata alle spalle Spittal, si prosegue lungo la ciclabile della Drava fino a Möllbrucke, dove si sale la vallata del fiume Möll seguendo le indicazioni della Glockner Radweg, il percorso cicloturistico che comprende tratti di ciclabile e strade secondarie poco trafficate. Ricordatevi di alzare gli occhi e ammirare lo spettacolo del paesaggio: attraverserete piccoli borghi, fattorie, boschi e piccole aree coltivate. Questa ciclopista termina a Obervellach, dove inizia l’impegnativa salita della strada statale 105 (pendenze del 12% per i primi due Km!), fino ad arrivare all’ingresso del Parco nazionale degli Alti Tauri. Da qui, una breve discesa conduce al grazioso villaggio diMallnitz. A questo punto, salite sul treno navetta e in soli 11 minuti sarete a Bockstëin.

Scesi dal treno, riprendete la vostra bici e lanciatevi in discesa sulla bella ciclabile che corre lungo il torrente Gasteiner. Giunti a Bad Gastein, concedetevi un po’ di svago e relax alle terme (tra le tante attrazioni lo scivolo acquatico da 70 metri), che sono addirittura collegate alla stazione tramite un passaggio panoramico di 150 metri! Dopo una leggera discesa si arriva al paese di Bad Hofgastein, caratterizzato da un bel lago balneare. Proseguendo ancora in discesa lungo la vallata, si passa sotto alcuni tunnel che conducono al villaggio di Lend. Da qui inizia la ciclabile dei tauri, che coi suoi saliscendi incrocia vari paesi (compreso St. Johann in Pongau con le sue splendide cascate), fino all’arrivo al centro storico di Bischoshofen.
Tra Bad Hofgastein e Bad GasteinPassata Bischoshofen, si prosegue lungo la ciclabile dei tauri (Tauernradweg) che si snoda sulla riva destra del fiume Salzach. Lungo il percorso merita una visita Werfen, nota per la splendida fortezza medioevale di Hoenwerfen, dove sono stati girati anche celebri film di Hollywood, nonché per l’Eisriesenwelt, ossia la grotta di ghiaccio più grande del mondo, un suggestivo monumento dove anche in estate la temperatura è quasi sempre sotto zero. Passata Werfen, si prosegue lungo le corsie d’emergenza della strada statale, riconvertite in piste ciclabili. Alcuni saliscendi si susseguono fino a Golling, dove rimarrete estasiati dalla Blantautal, una piccola vallata ricca di acque e delimitata da pareti rocciose.

Dopo aver ammirato le possenti cascate del Weissen Torren e quella di Golling (72 metri di altezza per 15mila litri al secondo di portata), strade secondarie più o meno ondulate vi porteranno al borgo di Hallein. Da qui potete riprendere le piste ciclabili che corrono lungo le sponde del Salzach, fino ad arrivare al traguardo di questo magnifico itinerario, la piazza Mozart di Salisburgo. Nella città austriaca non mancate di visitare anche lo splendido DomQuartier in stile barocco e il castello di Hellbrunn coi suoi giochi d’acqua.

da (tutto green)

In bici, per il piacere di stare in compagnia, in forma e in mezzo a tanta bellezza.

Legambiente presenta il rapporto ecomafie

Legambiente presenta il nuovo rapporto Ecomafia: “Il 2015 è lo spartiacque: con la legge sugli ecoreati chi inquina pagherà”

 29.293 reati accertati per un giro d’affari pari a 22 miliardi di euro Nel 2014 il business dell’ecomafia cresce ancora. Aumentano le infrazioni nel settore dei rifiuti (+26%) e del cemento (+4,3) alimentate dal fenomeno della corruzione. Numeri eclatanti nell’agroalimentare, che fattura 4,3 miliardi di euro per 7.985 illeciti e nel racket degli animali che colleziona 7.846 reati . Puglia in testa alla classifica regionale degli illeciti. Il Lazio è sempre la prima regione del centro Italia, la Liguria  è la prima del Nord. Lombardia al top per le indagini sulla corruzione. Il Presidente della Repubblica Mattarella ha inviato un messaggio di saluto: “Il rispetto dell’ambiente è essenziale per la coesione sociale e per la ripresa del Paese”

Finalmente gli ecocriminali saranno costretti a pagare.Dopo 21 anni di battaglie, la legge n. 68 del 22 maggio 2015, ha introdotto i delitti contro l’ambiente nel Codice Penale. Questa edizione 2015 del rapporto Ecomafia, realizzato col contributo di Cobat, ed edito dalla casa editrice Marotta e Cafiero, non può che aprirsi quindi con un grido di gioia e con la speranza che questo 2015 sia uno spartiacque, l’anno in cui le ecomafie e l’ecocriminalità cominceranno ad essere contrastati con gli strumenti repressivi adeguati.

Intanto, il 2014 si è chiuso con un bilancio davvero pesante:29.293 reati accertati, circa 80 al giorno, poco meno di 4 ogni ora, per un fatturato criminale che è cresciuto di 7 miliardi rispetto all’anno precedente raggiungendo la ragguardevole cifra di 22 miliardi, cui ha contribuito in maniera eclatante il settore dell’agroalimentare, con un fatturato che ha superato i 4,3 miliardi di euro.

Cresce l’incidenza criminale nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa (Puglia, Sicilia, Campania e Calabria), dove si è registrato più della metà del numero complessivo di infrazioni (ben 14.736), con 12.732 denunce, 71 arresti e 5.127 sequestri. Si registra un calo dei reati in Campania (-21% circa), dovuto forse ai tanti riflettori accesi di recente sulla regione, e un aumento degli illeciti in Puglia, col 15,4% dei reati accertati (4.499), 4.159 denunce e 5 arresti. Numeri dovuti al capillare lavoro di monitoraggio e controllo svolto in tutta la regione dalle forze dell’ordine (in particolare da Carabinieri, Guardia di finanza e Corpo forestale dello Stato), coordinate operativamente da diversi anni grazie a un Accordo quadro promosso e finanziato dalla Regione Puglia. Crescono i reati nel ciclo dei rifiuti (+ 26%) e le inchieste sul traffico organizzato di rifiuti (art.260 Dlgs 152/2006), che arrivano addirittura a 35. Aumentano anche gli illeciti nel ciclo del cemento: 5.750 reati (+4,3%), realizzati soprattutto in Campania e poi in Calabria, Puglia e Lazio

Numeri e storie di corrotti, clan e inquinatori, sono state illustrate oggi a Roma da Legambiente per la presentazione del rapportoEcomafia 2015, alla presenza di Rossella Muroni, direttrice nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, Alessandro Bratti, presidente della Commissione di inchiesta sul ciclo dei rifiuti, Donatela Ferranti, presidente della Commissione giustizia della Camera, Salvatore Micillo, copromotore della legge sugli ecoreati, Andrea Orlando, Ministro della Giustizia, Serena Pellegrino, copromotrice della legge sugli ecoreati, Ermete Realacci, presidente della Commissione ambiente della Camera e copromotore della legge sugli ecoreati, Franco Roberti, procuratore nazionale antimafia. Durante la presentazione è stato letto anche messaggio di saluto inviato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che sottolinea: “ricostruire un equilibrio tra territorio e società, tra sviluppo e cultura, tra ambiente e diritto della persona è anzitutto la grande impresa civica a cui ciascuno di noi è chiamato con responsabilità. Il rispetto dell’ambiente è essenziale per la coesione sociale e per la ripresa del Paese”.ECOMAFIA3

“Quella del 2015 è una data straordinaria – ha dichiarato la direttrice nazionale di Legambiente Rossella Muroni -, l’anno della legge che introduce finalmente nel codice penale uno specifico Titolo dedicato ai delitti contro l’ambiente, che punisce chi vuole fare profitti a danno della salute collettiva e degli ecosistemi. Uno strumento fondamentale per combattere anche quella zona grigia, dove impera la corruzione che è diventata il principale nemico dell’ambiente a causa delle troppe amministrazioni colluse, degli appalti pilotati, degli amministratori disonesti e della gestione delle emergenze che consentono di aggirare regole e appalti trasparenti. La corruzione può servire per ottenere un determinato provvedimento o più semplicemente per far voltare dall’altra parte l’occhio vigile del funzionario, l’ultimo e traballante anello di una lunga catena di legalità. C’è bisogno allora dell’applicazione della legge sugli ecoreati – ha concluso Rossella Muroni –, ma anche di un complessivo cambio di passo, verso un paradigma economico più giusto e in grado di sollecitare nuova fiducia, partecipazione e trasparenza, perché non ci si rassegni a pensare al malaffare come a un male senza rimedi”.

Di questo parla anche Raffaele Cantone, Presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, che nell’intervista di Toni Miracontenuta nel rapporto afferma: “Gli appalti pubblici nel settore dell’ambiente sono tra quelli più esposti alla corruzione e alla criminalità organizzata”. I dati in questo senso parlano da soli.Sono ben 233 le inchieste ecocriminali in cui la corruzione ha svolto un ruolo cruciale, concluse con l’arresto di 2.529 persone e la denuncia di 2.016, grazie al contributo di 64 procure di diciotto regioni. La Lombardia è la prima regione dove il fenomeno corruttivo si è maggiormente diffuso con 31 indagini, seguita subito dopo dalla Sicilia con 28 inchieste, la Campania con 27, il Lazio con 26 e la Calabria con 22. Dal Mose di Venezia ad alcuni cantieri dell’Alta velocità, dai Grandi eventi alle ricostruzioni post terremoto, dalla gestione dei rifiuti all’enogastronomia e alle rinnovabili, il fenomeno è purtroppo nazionale.ECOMAFIA2

Analizzando le tipologie di reato, Ecomafia 2015 evidenzia, come già detto, un boom di infrazioni accertate nel ciclo dei rifiuti, che superano la soglia delle 7mila, per la precisione 7.244, quasi 20 al giorno. Alto è stato anche il numero di inchieste di traffico organizzato di rifiuti (art. 260 Dlgs 152/2006), ben 35 nel 2014, facendo salire il bilancio a 285 a partire dal 2002. Impressionante anche il quantitativo di rifiuti sequestrati in questo ultimo anno e mezzo: in appena 16 inchieste di questo tipo sono stati bloccati da provvedimenti giudiziari più di tre milioni di tonnellate di veleni.

I traffici di rifiuti corrono anche lungo le rotte internazionali dove a farla da padrone sono i materiali di scarto destinati illegalmente al riciclo o a un approssimativo recupero energetico: rottami di auto e veicoli soprattutto (38%) per il recupero dei materiali ferrosi, scarti di gomma e/o pneumatici (17,8%), e poi metalli, plastica, Raee e tessili.

Crescono anche i reati accertati nel settore del cemento, 5.750 (+ 4,3%), mentre la Campania si conferma regione con il più alto tasso di illegalità, seguita da Calabria, Puglia e Lazio. A questi dati vanno aggiunte le stime sull’abusivismo edilizio elaborate dall’Istituto di ricerca Cresme Consulting, che nel 2014 sarebbe quantificabile in circa 18mila nuove costruzioni fuori legge, circa il 16% del nuovo costruito, con un giro d’affari che supera abbondantemente il miliardo di euro.

Nel 2014 il settore più redditizio per le organizzazioni criminali è stato quello agroalimentare, il cui fatturato, tra sequestri e finanziamenti illeciti ha superato i 4,3 miliardi (l’anno prima era intorno ai 500 milioni) per 7.985 reati accertati. Nel racket degli animali le forze dell’ordine hanno verbalizzato ben 7.846 reati tra bracconaggio, commercio illegale di specie protette, abigeato, allevamenti illegali, macellazioni in nero, pesca di frodo, combattimenti clandestini e maltrattamenti, con la denuncia di 7.201 persone, l’arresto di 11 e il sequestro di 2.479 tra animali vivi e morti. La Sicilia è la regione dove se ne sono contati di più. Se cala poi il numero degli incendi aumenta però la superficie boschiva finita in fumo, che dai 4,7mila ettari del 2013 arriva ai 22,4 dello scorso anno, quasi 5 volte tanto. Non mancano i reati ai danni di aree tutelate da vincoli paesaggistici e archeologiche, musei, biblioteche, archivi, mercati, fiere e altri luoghi a rischio. Nel 2014 sono stati 852 i furti d’opere d’arte accertati dalle forze dell’ordine. Furti che hanno portato alla denuncia di 1.558 persone e all’arresto di 15. L’attività più ricorrente tra quelle legate all’archeomafia è quella della ricettazione. Come gli altri anni il Lazio si conferma la regione con il maggior numero di reati, seguita da Emilia Romagna, Campania e Toscana.

Il 2014 è stato un anno di lavoro intenso per le Forze dell’Ordine che hanno raggiunto risultati sorprendenti nella lotta all’ecomafia. Il Corpo forestale dello Stato, insieme ai corpi regionali, come gli scorsi anni ha portato alla luce il numero più alto di infrazioni, 14.135, più del 48% del totale (con 11.214 denunce, 74 arresti e 3.778 sequestri). Risultati che fanno apparire ancora più incomprensibile la decisione del Governo di smembrare questo Corpo per inglobarlo in un’altra forza di polizia. Spicca anche il lavoro svolto dai vari nuclei della Guardia di finanza, che seguendo l’odore dei soldi sporchi è sempre più spesso sulla scia degli ecocriminali: con 3.027 reati accertati ha messo a segno più del 10% del totale nazionale, raggiungendo numeri alti  anche per l’alto numero di denunce, 6.131, di sequestri, 3.027, e di arresti, 31.

I professionisti dell’ecomafia. L’ecomafia cresce (324 i clan monitorati ad oggi), oltrepassa i confini nazionali, vede i suoi interessi economici aumentare e assume sempre più la forma di una vera e propria impresa al cui interno operano figure professionali precise e definite. C’è il trafficante dei rifiuti che ha reso questa attività illegale un affare dove a guadagnarci sono tutti gli anelli della catena, dai trasportatori agli industriali, dai tecnici agli intermediari con le istituzioni e agli utilizzatori finali che sotterrano i rifiuti nelle cave dismesse o nei terreni agricoli. C’è l’imprenditore edile che favorisce il controllo diretto delle famiglie mafiose sugli appalti più “succulenti”, contribuendo alla devastazione dei luoghi più belli dell’Italia. L’uomo del supermarket o cassiere dei boss è colui che, attraverso le casse dei supermercati, ricicla ingenti quantità di denaro per conto della mafia. Da semplici prestanome a veri e propri tesorieri, questi imprenditori della grande distribuzione, negli ultimi vent’anni hanno fondato imperi economici in Sicilia, in Calabria e in Campania all’ombra dei clan. Tra le figure chiave troviamo ilpolitico locale, eletto grazie ai voti o al sostegno economico delle famiglie mafiose, che una volta in carica si deve sdebitare, prendendosi cura dei loro interessi. Spesso si tratta addirittura di politici “regolarmente” affiliati a un clan. Ma c’è anche il funzionario pubblico, meglio noto come “colletto bianco”, figura che svolge un ruolo fondamentale negli uffici delle pubbliche amministrazioni e degli enti, quando si tratta di rilasciare un permesso a costruire, un’autorizzazione, una licenza. Poi ci sono iltecnico, l’esperto e il consulente, figure coltivate in passato in seno alla famiglia mafiosa, oggi facilmente reclutabili sul mercato, spesso superprofessionisti utili per estendere il raggio dei propri business. Una novità assoluta è rappresentata dallosviluppatore, professionista legato agli affari illeciti della green economy, esperto conoscitore dei meccanismi di sviluppo delle rinnovabili. In ultimo, ma non meno importanti compaiono il truffatore agroalimentare che, ai danni della salute dei consumatori, etichetta e vende prodotti di scarsissima qualità, scaduti o addirittura nocivi, sotto false diciture; il contrabbandiere di cuccioli che si macchia dei reati di compravendita illegale, occupazione di suolo pubblico, accattonaggio, truffa e maltrattamento di animali; il mercante di archeo mafia che, avvalendosi di squadre di cercatori, saccheggia i siti archeologici per rivendere anfore e statuette sul mercato nero degli appassionati del genere.RINNOVABILI

“Finalmente – ha dichiarato il presidente nazionale di LegambienteVittorio Cogliati Dezza – i reati ambientali saranno adeguatamente puniti. L’approvazione del Ddl dopo 21 anni di attesa rappresenta sicuramente un salto di civiltà e una vittoria che avremmo voluto condividere con le tante realtà che fino ad oggi hanno dovuto fare i conti anche con la concorrenza sleale dell’imprenditoria criminale. Ma così non è stato. Confindustria, dopo aver fatto di tutto per insabbiare e snaturare la legge, ha reagito alla sua approvazione come ad un indegno attacco all’imprenditoria italiana, senza capire che solo una netta separazione tra economia sana ed economia illegale può rilanciare l’indubbio ruolo positivo dell’imprenditoria, e sprecando un’ottima occasione per valorizzare le imprese sane. Peccato: sarebbe stato un bel segnale per il futuro del Paese che oggi paga costi altissimi, in termini economici ma anche sanitari e sociali, per aver garantito finora l’impunità agli inquinatori. Infine oltre al ddl ecoreati, vogliamo ribadire che la buona politica e un sistema di controlli efficace sono il miglior antidoto per debellare le ecomafie, ecco perché ci auspichiamo che nei prossimi mesi sia varata la legge di riforma del sistema delle agenzie ambientali, ancora ferma in Parlamento, e si metta mano alla Legge Obiettivo e alla nuova regolamentazione degli appalti”.

 

Al seguente link è possibile scaricare le infografiche di Ecomafia 2015

https://bit.ly/Infografiche_ecomafia2015

 

 Il rapporto Ecomafia è stato realizzato, come ogni anno, grazie al contributo delle forze dell’ordine: L’Arma dei carabinieri, il Corpo forestale dello Stato e delle regioni e delle province a statuto speciale, la Guardia di finanza, la Polizia di Stato, le Capitanerie di porto, l’Ufficio antifrode dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, le Polizie provinciali, la Direzione Investigativa Antimafia, la Direzione nazionale antimafia.

 

Il rapporto ECOMAFIA 2015, Corrotti, clan e inquinatori. I ladri di futuro all’assalto del Belpaese, pubblicato da Marotta e Cafiero editori è in vendita a 18,00 euro.

Da questa edizione Ecomafia cambia pelle e diventa multimediale. Il volume è infatti accompagnato da un dvd contenente i videoreportage tematici prodotti in collaborazione con la International Filming Organization e numerosi contenuti extra, tra cui un’opera a fumetti sulle agromafie. I numeri del crimine ambientali regione per regione, le notizie di attualità e numerosi approfondimenti sono disponibili sul portale www.noecomafia.it.

Il prossimo autunno l’opera “multilinguaggio” sarà completata da uno spettacolo teatrale sugli interessi dei clan nell’agroalimentare.LEGAMBIENTE

 

 

la classifica regionale dell’illegalità ambientale nel 2014
regione infrazioni accertate % su totale nazionale denunce arresti sequestri
1 Puglia ↑ 4.499 15,4% 4.159 5 2.469
2 Sicilia = 3.797 13% 2.769 13 667
3 Campania ↓ 3.725 12,7% 3.636 37 1.202
4 Calabria = 2.715 9,3% 2.168 16 789
5 Lazio = 2.255 7,7% 2.022 6 540
6 Sardegna ↑ 1.869 6,4% 3.903 20 472
7 Toscana ↓ 1.695 5,8% 1.726 8 397
8 Liguria = 1.526 5,2% 1.704 8 217
9 Veneto ↑ 965 3,3% 1.048 3 302
10 Lombardia ↓ 941 3,2% 1.019 10 364
11 Marche ↑ 767 2,6% 813 1 263
12 Emilia Romagna ↓ 743 2,5% 832 4 166
13 Abruzzo = 742 2,5% 718 2 175
14 Umbria ↑ 670 2,3% 586 0 118
15 Basilicata ↓ 602 2,1% 426 1 114
16 Friuli V.  Giulia ↑ 507 1,7% 533 0 197
17 Piemonte ↓ 469 1,6% 631 2 106
18 Trentino A. Adige = 412 1,4% 325 3 66
19 Molise = 349 1,2% 254 0 113
20 Valle d’Aosta = 45 0,2% 60 0 14
  TOTALE 29.293 100% 29.332 139 8.751

Fonte: elaborazione Legambiente su dati forze dell’ordine, Capitanerie di porto e polizie provinciali (2014)

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Bambini e adolescenti nel mondo: We World index

WeWorld Index 2015, il rapporto sulla condizione dei bambini e adolescenti nel mondo

Un indice sintetico per misurare il valore dell’inclusione, partendo da donne e bambini che rappresentano il 70% della popolazione.

34 indicatori, 167 nazioni, 1 indice sintetico per misurare il valore dell’inclusione, partendo da donne e bambini che rappresentano il 70% della popolazione mondiale ma ancora  oggi sono le categorie sociali più a rischio di esclusione. E’ il WeWorld INDEX 2015, il primo rapporto sulla condizione di bambine, bambini,  adolescenti e donne nel mondo con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale presentato alla Farnesina da WeWorld Onlus, organizzazione no profit che opera in Italia e nel Sud del Mondo per la tutela dei diritti di donne e bambini.

WeWorld INDEX 2015 presta una specifica attenzione al benessere di bambine, bambini, adolescenti e donne, partendo dall’assunto che il progresso di una società dovrebbe essere misurato non solo attraverso indicatori economici, ma anche analizzando le condizioni di vita dei soggetti più deboli o comunque più a rischio di esclusione.

“Un’analisi mondiale utile ad individuare le priorità anche per i bambini e gli adolescenti che vivono in Italia. Uno dei motivi che dovrebbe convincere i decisori politici ad agire con urgenza per mettere in piedi un sistema di contrasto alla povertà e alle condizioni di disagio delle famiglie è la tragica constatazione, che in una situazione come quella italiana caratterizzata da scarsa mobilità sociale risulta ancora più evidente:  la povertà si eredita.” ha commentato il Garante Spadafora.

Con il termine “inclusione”, si intende un concetto  multidimensionale, che non riguarda solo la sfera economica, ma tutte le dimensioni del sociale (sanitaria, educativa, lavorativa, culturale, informativa, di sicurezza, ambientale). L’esclusione è un concetto molto più ampio di povertà che comprende disoccupazione, accesso all’istruzione e ai servizi sanitari, le condizioni abitative la sicurezza personale e collettiva…

“Abbiamo dato importanza ad aspetti che incidono profondamente sulle possibilità di vita di una persona: la sicurezza, il livello di inquinamento, l’alfabetizzazione degli adulti”. Dichiara Marco Chiesara, Presidente di WeWorld – “Alcune di queste categorie agiscono in maniera diretta rispetto all’inclusione, altri hanno effetti più diretti di quanto possa sembrare a prima vista. Per questo crediamo che tutti questi valori, insieme, ci permettano di ottenere una misurazione puntuale dell’inclusione. Alcune delle principali cause di esclusione, infatti, non vengono mai prese in considerazione. Indipendentemente dalla ricchezza di un Paese, vivere in un contesto con un tasso di omicidi alto o in una nazione che ha subito conflitti ha ricadute profonde sul tessuto sociale, in particolare su donne, bambini, bambine e adolescenti.”2.2.Contichiariegaranzie1

“L’affermazione dei diritti delle donne, degli adolescenti e dei bambini rappresenta una priorità per la Cooperazione Italiana. E’ essenziale che questi restino al centro della nuova Agenda globale dello sviluppo che sarà definita quest’anno nel quadro delle Nazioni Unite” –  ha commentato Giampaolo Cantini, Direttore Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del MAECI  – “Gli obiettivi di sviluppo del millennio hanno permesso di  migliorare condizioni di partenza molto arretrate per un gran numero di bambini e adolescenti e per stimolare un miglioramento della condizione della donna. Ma si tratta di un’Agenda che non è stata appieno realizzata. Ci dobbiamo dare oggi obiettivi e mete più ambiziosi verso la costruzione di uno sviluppo più equo ed inclusivo per tutti: nessuno deve restare indietro”.

Un aspetto innovativo del lavoro è che Il WeWorld Index, nel 2015 alla sua prima edizione, si concentra sul forte nesso tra diritti dell’infanzia e parità di genere. Pur continuando a considerare donne e bambini come soggetti distinti, dotati di diritti propri, di cui sono state individuate alcune dimensioni – e relativi indicatori – l’aspetto innovativo del rapporto consiste nel considerare l’interdipendenza tra donne e bambini, valutandone congiuntamente alcune condizioni di vita con specifici indicatori, che riguardano entrambe le categorie.  Sono proprio donne e bambini, che insieme rappresentano il 70% della popolazione, le categorie più a rischio di esclusione sociale. Il destino di donne e bambini è, inoltre, innegabilmente correlato: il benessere dei bambini dipende strettamente dal benessere di chi se ne prende cura. Migliorare la condizione delle donne, quindi, rappresenta anche un primo passo per contrastare la povertà di bambini, bambine e adolescenti. Inoltre migliorando la condizione dei bambini, in particolare delle bambine, si creano le premesse per una migliore inclusione delle donne.