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Il mondo profumato della Soliani. Vizi e virtù di un’artista divina

Una donna che ha e può tutto: così si presenta e appare Hilde Soliani, agli occhi di chi la incontra per la prima volta. Sicura, visionaria e ambiziosa, una vera “prima donna”, nubile d’oro nata e cresciuta in una famiglia borghese di Parma, abituata sin da piccola a frequentare ambienti di cultura, a mangiar bene e non farsi mancare nulla. Educata da una mamma imprenditrice stacanovista e coccolata dell’affetto di un padre con il quale ha creato un rapporto simbiotico che li ha uniti fino alla morte di lui, portatole via da un tumore, ma che vive con lei e in lei.
Occhi verdi e un sorriso che non si dimentica, Hilde continua a raccontare la storia della sua vita che sembra ancora non aver scritto che per metà; un libro, il suo, che sfoglia e rilegge ogni qual volta racconta episodi del suo passato e aneddoti legati alle sue creazioni ed illuminazioni. Dal carattere fiero e deciso, al punto da metter in soggezione chi le parla, la Soliani, artista indipendente appartenente a quella categoria di persone che non deve chiedere mai, che non si abbassa alle logiche del mercato né svende la sua arte e che sembra avere più vite dei gatti, è in realtà un’instancabile romantica, una donna sensibile, dolce ma non smielata, che, proprio grazie a quella sua capricciosa insoddisfazione, ha trovato, nel suo passato, la strada per il futuro. Dopo quarant’anni di attività in azienda come consulente di marketing internazionale, le è bastato un solo anno sabbatico per stravolgere completamente la sua vita. Ritornata in teatro, dove vi rimane per dieci lunghi anni, inizia a disegnare gioielli e, riprendendo un’arte di famiglia, a realizzare profumi. Mai avrebbe pensato di diventare erede di un grande tesoro: il naso della nonna, una capacità olfattiva di catturare fragranze e di farle vivere in profumi che sono per lei sempre la massima espressione di libertà.
Iniziato quasi per gioco e come svago, in breve tempo, il mondo dei profumi, è diventato tanto predominante al punto di trasformarsi, esso stesso, in parte integrante della sua vita. Ogni profumo, rivela, racchiude un momento o una tappa della sua vita e, per dirla con le sue parole, «rappresenta la compensazione alle mie mancanze e per questo suscita in me, di volta in volta, una specifica emozione”. Bastano alcuni esempi per capire esattamente cosa intende. «Dopo due anni dalla decisione di abbandonare il lavoro in azienda ebbi un incidente bruttissimo. Ricordo che fumavo sigari e nell’ultimo anno tabacco. Dopo l’incidente mi mancava così tanto fumare che mi sono fatta un profumo che sapesse di tabacco e caffè che poi ho dedicato al mio papà, si chiama infatti Bell’Antonio, che ho inserito nella linea Teatro, l’ho fatto sempre in parallelo a quello della cucina e mi ricordava quando a Parma, mio padre mi portava alle opere liriche. Erano giornate fredde, invernali dove la gente vestita bene fumava la pipa o il sigaro e io sentivo in lontananza il profumo del caffè provenire dal bar. Poi, entrati in teatro, ci si accomodava in loggione dove si andava per ascoltare buona musica e, tra una pausa e l’altra, mangiare il buon salame di Parma e la malvasia».
Colmare le mancanze e vivere in libertà: questi gli ingredienti che rendono così personali i profumi di Hilde, che – come una sarta – “cuce” addosso alle persone che incontra, profumi come fossero seconde pelli. È il caso, ad esempio della sua terza linea, creata nel 2008, un connubio alchemico tra profumi e cucina, perché, come ha sempre dichiarato Hilde: «I cibi si mangiano prima con il naso e gli occhi e poi si assaporano con la bocca». È mai nome fu più appropriato che Gusto e libertà, perché la Soliani – da amante e intenditrice di cucina – quando si reca nei ristoranti cerca di instaurare un rapporto quasi intimo con la creazione dello chef e, come al primo appuntamento, se scocca la scintilla e il piatto le “lascia qualcosa”, lei ripaga racchiudendo quell’emozione in un profumo che regala allo chef, quasi a volerlo ringraziare per quel dono emotivo ricevuto.
«I profumi, i miei – prosegue la regina dei fiori e delle fragranze – sono parte della mia anima, delle mie passioni, delle mie tragedie o felicità, dei sentimenti che cambiano a seconda del momento. Il profumo è, a mio avviso, un elemento superiore che, come dico a chi mi pone domande sull’argomento, è “elemento dell’anima”, perché serve per farci sentire bene con noi stesse. È uno strumento di comunicazione ed è per noi un’autodifesa, perché anticipa il nostro arrivo e, contemporaneamente, serve per la nostra immagine e per noi stessi, perché ci aiuta a sentirci meglio in ogni contesto, che sia familiare, professionale o sociale. Per questo dico sempre che anche la casalinga deve usare il profumo e metter il rossetto.» Rossetto e champagne sono le due cose alle quali Hilde non rinuncerebbe mai e per nulla al mondo.
La Soliani ha la dote di tenere l’ascoltatore con un piede nel passato e uno nel futuro. Nell’Hilde pensiero, la vita è una palestra di esperienze, che devono esser sempre nuove perché «se lavoriamo sul passato, si rimane sulla tristezza che porta solo malore, mentre occorre esser sempre sereni nella vita». Quindi un suo profumo tipo, magari chiamato Hilde, che la rappresenta e ne racchiude l’esistenza, dovrebbe esser dolce con un tocco di ironia, data dalla fragranza di mandarino piuttosto che arancio, perché, come ci rivela: «Amo gli agrumi, in particolare, limone e bergamotto, così come i dolci e i formaggi; una dolcezza alla quale si arriva e che si gusta solo passando dall’amarezza». Vale a tavola così come nella vita. Il suo profumo tipo, infatti, dovrebbe esser un dolce-salato come la sua unica e vera storia d’amore, misto a frizzante, come una buona bottiglia di champagne e con un tocco amaro dato dal caffè. Per lei la vita è un po’ questo: «dolce-amara e con tante bollicine che, come in una bottiglia di champagne, vanno dal basso verso l’alto e rappresentano infinità, riservatezza, espansività… ma soprattutto tendono verso il cielo!».
Nel corso dell’intervista, la dura e decisa Soliani, lascia il passo alla dolce Hilde, il cui tono si fa più mesto nel parlare di suo padre, del sogno, di una medium, e di un viale di tulipani rossi e gialli. Un presagio, racchiuso in sogno fatto al mare, in Sicilia, in una soleggiata giornata di Novembre.
Il sogno premonitore vedeva protagonista il padre. Da lì a breve avrebbe creato il suo primo profumo, “Il tuo Tulipano Rosso”, che dopo tredici anni rimane in vetta alle classifiche e il più venduto al mondo. Dopo cinque anni, precisamente nel 2008, è nato “Il tuo Tulipano Giallo”, altra perla della Soliani, che però si contende il secondo posto nella classifica con “Stelle di Ghiaccio”, dedicato ad un suo amore, che si è per lei rivelato, gustoso come lo champagne, ma freddo come il ghiaccio. Una storia finita male al punto che, come si fa nella vita, la Soliani non ha solo tagliato con l’uomo che l’aveva fatta soffrire, ma si è sbarazzata, vendendolo, ciò che glielo ricordava: il profumo a lui dedicato.
Un strada in salita, fatta di tanti successi e molte cadute, arricchita da esperienze che hanno portato la Soliani ad un grande cambiamento: il passaggio dall’io di un ego forte, al “Lui”, un compagno che tutti vorremmo e al quale si deve il merito d’aver trasformato la donna del marketing in artista dalla sensibilità divina. Una crisi mistica che l’ha avvicinata sempre più alla chiesa, abbracciando l’ordine francescano e passando dal nero al bianco, colore che predomina nelle sue performance. La donna che non si accontenta e che “può tutto”, non poteva fermarsi ai profumi e, anzi, utilizza questi ultimi, unitamente alla musica, per comunicare con la gente, in luoghi che spesso hanno poco a che fare con laboratori in cui si creano i profumi. D’altronde lei ama le sfide e soprattutto, diciamolo, ama avere successo ed esser circondata da persone spesso non conosciute, con le quali, ogni volta, si mette alla prova, quasi a voler autoconfermare una forte fede e la capacità di cambiare le persone… anche se per poche ore!
Non stanca, la Soliani, artista apprezzata soprattutto all’estero, ha già un’agenda piena per i prossimi due anni. In questo 2016, ci si dovrà preparare ad effetti speciali a partire dal look che ha affidato al visual-artist di fama internazionale, Rosario Valerio Maria Costantino, e che vedrà predominare il bianco, il verde ed il fucsia, in una mise realizzata con l’aiuto del maestro Ettore Matera. Punterà, ancora, a consolidare il marchio per poi aprire, entro il 2017, il primo Store monomarca a Londra. Non poteva, ovviamente, rinunciare a conquistare il grande e piccolo schermo con un format, che lega profumi e cucina, ancora in fase embrionale dal titolo “Senshilde – Dalla Cucina all’Anima”, che sarà, con la raccolta delle riflessioni condivise nel corso delle sue numerose performance, una delle vere grandi rivoluzioni firmate Soliani.
Siamo certi che riuscirà in tutto, come ha fatto fin’ora. E non potrebbe esser il contrario per una perfezionista, protetta dall’Altissimo e mossa da una fede che le permette di conquistare chiunque parlando con il linguaggio del cuore, guardando le persone negli occhi e regalando sorrisi. Tre elementi che uniti ad una viva curiosità che la spinge a non accontentarsi e ad esser sempre “affamata” di nuove esperienze, la rendono irresistibile proprio come i suoi profumi!

“Saperi & Sapori” dalle Regioni d’Italia

Con  la Festa dell’Epifania  Il Marrugio dà il via a nuove iniziative ! Per il 2016 un nuovo ciclo culturale-gastronomico: “Da Ragione in Regione”______________________ di Simona MINGOLLA

Siamo appena entrati nel 2016 e l’Azienda Agricola Il Marrugio parte subito con le novità! Infatti, dopo i positivi riscontri ricevuti con i Convivi all’Antico Borgo La Commenda (i noti incontri “cult-eno- gastronomici” che si svolgono nei saloni dell’antica dimora, proprietà dell’Azienda suddetta, ed in cui esperti di storia ed arte del nostro territorio “condividono” il loro sapere in cene con menu ad hoc, a base soprattutto delle produzioni bio dell’azienda) parte un nuovo ciclo di eventi. La location, questa volta, sarà il Ristorante dell’Agriturismo Il Marrugio in cui, una volta al mese, si preparerà un “pranzo (o cena a seconda del periodo) – spettacolo” richiamando la cucina tipica di una regione italiana.

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MISE: nasce il Comitato Moda e Accessorio

E’ stato costituito il Comitato della Moda e dell’Accessorio italiano per definire le linee guida per lo sviluppo del comparto. Una nota del Ministero dello Sviluppo Economico informa che faranno parte del Comitato tutti i protagonisti dell’ecosistema della moda, che comprende i settori del tessile, della moda e degli accessori: Altagamma, Altaroma, Centro di Firenze per la Moda Italiana, Camera Nazionale della Moda Italiana, Federazione Italiana Accessorio Moda e Persona (Fiamp), Milano Unica, TheMicam, Mido, Mifur, Mipel, Origin, Pitti, Vicenza Oro/Oro Arezzo, Sistema Moda Italia.

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A Napoli in mostra “Gift & Chic”

Ognuna di loro ha una sua storia e ha già maturato in modo individuale una propria esperienza professionale. Si sono incontrate durante il percorso formativo del “Vivaio Donna”, indetto dal comune di Napoli per promuovere l’imprenditorialità femminile, e hanno deciso di unirsi per promuovere insieme le loro creazioni formando il brand Connessioni Creative.
“Gift & Chic” è un evento che mira a promuovere la creatività, gli oggetti fatti a mano e il Made in Italy di 13 creative partenopee.

Sabato 19 dicembre dalle ore 16.00 alle ore 22.00

Villino Manina di Napoli in Vicoletto Cimarosa 5.

Bulgari lancia il progetto Valenza

Sarà la più grande manifattura di gioielleria d’Europa firmata Bulgari. A Valenza, nel distretto più famoso al mondo per l’oreficeria, si è aperto il cantiere che darà vita a un progetto di grande portata nel mondo del lusso. Per l’autunno del 2016 si annuncia l’apertura della nuova azienda che riunirà in una unica sede i due stabilimenti produttivi di Bulgari, che oggi sono divisi tra Valenza e Solonghello.

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Il “caffè” da sorseggiare in Paradiso

Pietro …. e ‘na tazzulella ‘e caffè

Un tempo, un po’ di secoli prima di noi, quando non c’era il cinema, la televisione, le fiction, la pubblicità, erano i disegni, le pitture, gli affreschi nei palazzi signorili di nobili, di cardinali e di futuri papi, ma anche nelle chiese, nelle basiliche a illustrare e a raccontare delle storie familiari, militari, religiose.

In quel tempo nelle chiese alcuni disegni, pale d’altare, affreschi lungo le pareti raccontavano la vita di santi, la loro conversione, il loro martirio, altri disegni e affreschi invece raccontavano quello che sarebbe potuto accadere a quei fedeli che non osservavano i comandamenti della chiesa; non è che volevano incutere terrore a quelli che entravano, volevano illustrare quale era la via per raggiungere la salvezza e la vita eterna.

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Abruzzo a New York

ABRUZZO IN MOSTRA A NEW YORK, AL WESTCHESTER ITALIAN CULTURAL CENTER

 in partenza per gli States, un Ambasciatore d’Abruzzo a New York e Boston

L’AQUILA – 2.10.2015 –  E’ pronto a partire per gli STATES Goffredo Palmerini, dove sarà ambasciatore d’Abruzzo dal 6 al 16 ottobre a New York e Boston. Sarà impegnato in diversi eventi culturali – nel mese che New York dedica alla cultura italiana con un ricco calendario di appuntamenti – e alle manifestazioni del Columbus Day più famoso d’America. L’evento più importante sarà l’exibit “Abruzzo & Molise, Yesterday and Today”, una mostra delle eccellenze culturali, storiche, artistiche, oltre a tradizioni ed enogastronomia delle due regioni, in programma dall’8 ottobre al 20 novembre 2015 presso il Westchester Italian Cultural Center di New York (www.wiccny.org), sede della FONDAZIONE GENEROSO POPE,  intitolata al grande magnate e filantropo italoamericano cui si deve la nascita, nel 1929, del Columbus Day

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“Ruralità & Gusto” a Roma…. da una “Terra del Sole”

TERRA  DEL  SOLE”

Nei giorni 12 e 13 settembre, il sole d’Italia si è fermato a piazza Buenos Ayres, a fianco della Chiesa degli Argentini. Presso la porta d’ingresso un tavolinetto lasciava squillare il rosso di un sei-sette pomodori, l’oro di una bottiglia d’olio, un piatto pieno di dolcetti e di assaggini contornato da rametti di basilico. Ingresso libero, dopo la scala breve un anfiteatro di tavoli diffondevano ancora più colori e profumi: la Lucania invitava ad una saporita e calda accoglienza.

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Street food all’italiana: la tendenza è gourmet

La farinata ligure, il lampredotto fiorentino, la piadina romagnola, lo sfincione siciliano. Le ricette, spesso povere, della tradizione italiana ritornano in auge perché lo street food fa tendenza, spesso riviste in versione gourmet da chef stellati e giovani cuochi legati al proprio territorio d’origine.

Cibo da strada sì, ma di qualità e ad aggiudicarne il successo è il cliente tipo: il “metro eater”. Vita frenetica, poco tempo a disposizione, il metro eater mangia tra un impegno e l’altro e ha due priorità: velocità e qualità. E’ questa la nuova tendenza del “mobile eating”, analizzata da Bibite Sanpellegrino attraverso un’analisi che ha avuto come obiettivo quello di capire come si stanno trasformando i luoghi e le modalità di consumo del cibo nella società contemporanea.

Secondo 8 esperti su 10 la ragione principale del successo dello street food risiede nel fatto che oggi le persone danno prioritaria importanza alla qualità rispetto alla quantità (81%), e ricercano con maggiore frequenza le ricette tradizionali anche reinterpretate in chiave moderna o da chef rinomati (72%), realizzate con ingredienti di qualità (59%). Tutte caratteristiche offerte dalle sempre più numerose api adibite a food-truck che puntano proprio su questa tipologia di cibo, il metro food.Icona di questo fenomeno sono le api itineranti (85%), di cui gli italiani vanno in cerca per acquistare cibo gourmet da gustare tra un impegno e l’altro.

Ma chi sono questi metro eater? Secondo gli esperti interpellati si tratta di individui dinamici che non amano la sedentarietà (74%), molto attenti agli aspetti salutari legati all’alimentazione (68%) e all’origine delle materie prime (67%), attivi sui social network (64%) dove amano condividere le foto (58%) del loro metro food preferito. Ma anche a livello internazionale sono numerosi i casi che testimoniano questa tendenza: a New York ad esempio gli chef del Rouge Tomate, un rinomato ristorante dell’Upper East Side premiato con una stella Michelin, sono “scesi in strada” creando uno street menu stellato per il “Rouge Tomate Cart in the Park”, posizionato all’ingresso dello zoo di Central Park. Anche a Reykjavik in Islanda, il metro food non ha rivali: la guida Michelin infatti segnala i Bæjarins Beztu Pylsur, gli hot dog apprezzati anche da Bill Clinton e Anthony Bourdain.Secondo l’antropologa dell’alimentazione Lucia Galasso, i luoghi di ritrovo per condividere il momento del pasto sono in costante evoluzione: “La storia alimentare torna a vivere in strada, anche se è più giusto dire che non l’ha mai abbandonata”.”Prima si mangiava per strada perché le case erano piccole, spesso invivibili, dei rifugi e non le dimore con tutti i comfort che abbiamo oggi – continua Galasso – La strada era luogo di lavoro, di relazione, avveniva tutto lì. Oggi mangiare fuori è divenuto non solo uno status symbol ma anche il vettore attraverso il quale comunichiamo agli altri i nostri valori alimentari, non a caso esiste un’insegna per ogni nostra passione culinaria”.

via Il Tempo

 

A Moliterno (PZ), dibattito sul Canestrato I.G.P.

Domenica 9 agosto 2015, dalle ore 10:30 alle 12:30, in occasione della XXXIV edizione della Sagra del Canestrato, si è svolta presso la Bibliomediateca “G. Racioppi” Palazzo Valinoti di P.za Vittorio Veneto – Moliterno (Potenza), la tavola rotonda dal titolo “Il Canestrato IGP di Moliterno: la produzione e le nuove forme di commercializzazione”. Il dibattito, che ha avuto come tema il famoso formaggio ad indicazione geografica protetta, si è aperta con i saluti istituzionali di Giuseppe TANCREDI (Sindaco di Moliterno) e con l’introduzione ai lavori del Presidente del Parco Nazionale Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese Domenico TOTARO. Nel corso del dibattito sono intervenuti diversi operatori ed aziende che hanno trattato temi importanti quali la creazione di consorzi di prodotto, la promozione, il concetto di impresa innovativa e l’utilizzo di nuove tecniche di commercializzazione attraverso la rete. Grande spazio è stato inoltre destinato agli aspetti scientifici del tema grazie alla presenza di svariati ricercatori delle università italiane e di istituti di ricerca come l’ALSIA, che ha contribuito al progetto del “Canestrato di Moliterno”. Alla tavola rotonda, moderata dal giornalista Vincenzo PETRAGLIA, sono intervenuti: Antonio Maria IMPERATRICE (Responsabile ALSIA), Nicola MASTRANGELO (Presidente del Consorzio Canestrato IGP), Marco SARACENO (Imprenditore Azienda agricola “Fattorie Donna Giulia”), Gioacchino POLETTO (Tutor UE e Software Architect Consulente RScom Agency) e – in collegamento via Skype – Roberta SPINELLI (Consulente Comunicazione Integrata e Digital Strategist RScom Agency).

Made in Cina V/ Made in Italy

 

 G. d. F.  –  ASSESTATO UN DURO COLPO AL MERCATO DEL FALSO  – A ROMA in via Nomentana 591, nella SEDE DEL  COMANDO della G.d.F. , martedì 28 luglio il PROCURATORE della REPUBBLICA MICHELE PRISTIPINO e il COM.te PROV.le GIUSEPPE MAGLIOCCO – Generale di Brigata – hanno esposto in conferenza stampa l’eccezionale esito positivo di una operazione delle Fiamme Gialle conclusasi nelle prime ore mattutine per contrastare i falsi “Made in Italy” che danneggiano oltre ogni misura i nostri settori della produzione e del commercio.

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Italia su Misura

Nasce Italia-sumisura.it a tutela dell’artigianato artistico

Dalla moda agli accessori, dai gioielli agli orologi, passando per le produzioni di musica e spettacoli fino agli arredi per giardino.

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Expo&Territori: un progetto per le eccellenze della Lucania

Dopo il successo ottenuto lo scorso 7 luglio con la tavola rotonda organizzata nell’ambito dell’iniziativa Expo & Territori ed incentrata su “Miti e Riti dell’Appennino Lucano: dall’Uomo Albero alla Transumanza”, il Parco Nazionale Appennino Lucano continuerà, fino ad ottobre, a promuovere le eccellenze naturali, enogastronomiche e territoriali anche a Milano, attraverso  una rassegna di eventi realizzati con la Regione Basilicata.

Un progetto, quello di Expo & Territori, che gode, tra gli altri, del sostegno del Ministero dell’Ambiente e che prevede una serie di incontri itineranti, dentro e fuori Expo.

Dai Miti e Tradizioni alla “Valorizzazione del prodotto tipico”, titolo, quest’ultimo, del secondo degli appuntamenti in programma per il 25 luglio a Viggiano. Numerosi gli ospiti attesi, ma due soli saranno i veri protagonisti che conquisteranno il pubblico: si tratta del Vino dell’Alta Val D’Agri e del Prosciutto di Mersicovetere.

PNAL

La moda saluta Elio Fiorucci

E così inspiegabilmente un creativo di nome Elio Fiorucci se ne è andato silenziosamente in una giornata di piena estate; è accaduto probabilmente nel corso del week end, non si avevano più sue notizie da un paio di giorni, oggi 20 Luglio la triste scoperta da parte dei primi soccorritori, Fiorucci è stato rinvenuto nella sua casa milanese privo di vita.

Riconosciuto a livello globale per la sua creatività e le capacità comunicative il marchio Fiorucci diventa immediatamente un mix esplosivo di fantasia, colori e divertimento.

Il suo apprendistato avvenne a fianco del padre prima di mettersi in proprio nel settore della moda; lo sguardo aperto verso il futuro gli consentirono di apprezzare quanto proveniva da oltralpe sul finire degli anni sessanta particolarmente attento alle tendenze che spingevano dal mondo anglosassone, l’Inghilterra era il faro di punta in fatto di creatività e fashion style: a volte accattivante altre provocatorio altre ancora più sobrio.

E’ il 1967 quando apre il primo negozio proprio nella sua città, da quel momento una strada tutta in ascesa che lo portarono ad affermarsi come marchio riconosciuto in tutto il mondo esportando il proprio stile nei suoi Store aperti nelle principali capitali internazionali.

Fiorucci inizia a significare così un fatto di costume tutto Made in Italy fortemente influenzato dalle tendenze giovanili di tutto il mondo di cui si fa portavoce, apprezzato inoltre dal jet set internazionale, ricordiamo che tra i tanti estimatori proprio il padre della Pop Art: Andy Wharol.

Trent’anni di lavoro e successo tutto italiano poi l’impegno personale a favore degli animali per un mondo più etico a partire dalla scelta di diventare vegetariano fino all’adesione al manifesto La coscienza degli animali.

Il Sindaco di Milano, Giuliano Pisapia ha dichiarato all’Ansa “La notizia della scomparsa di Elio Fiorucci mi ha colto di sorpresa e ne sono profondamente rattristato. Fiorucci, un grande stilista, non era creativo solo nella moda, ma comunicava a tutto il mondo proprio attraverso la sua creatività. Elio era anche un amico con cui ho condiviso pensieri, progetti, visione della città

Come distruggere l’industria alimentare italiana

L’U.E. contro il “MADE in ITALY”_________________________di Torquato CARDILLI *

Uno dei proverbi che abbiamo ascoltato sin dalla tenera età “non è tutto oro quel che luccica” ripetutoci dagli anziani con l’intento di metterci in guardia da possibili imbrogli materiali, affettivi, spirituali che possono capitare quando si è superficiali nelle valutazioni, è un detto antichissimo. Risale addirittura a Esopo ed ha avuto una larga diffusione, prima nel mondo letterario e poi nell’uso comune, per essere stato inciso da Shakespeare sullo scrigno che lo spasimante principe del Marocco offre a Porzia, nell’opera il mercante di Venezia. Ma in Europa pare che non sia più così. A Bruxelles hanno scoperto la pietra filosofale per trasformare le sostanze ed arricchire i soliti noti.

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Latte in polvere: no allarmismo, pericoloso per il “made in Italy” agroalimentare

 Il formaggio fatto senza latte, diciamolo forte, non ci piace,ognuno di noi, siamo abituati, sia che lo acquistiamo al supermercato, o al negozio di quartiere, ad annusare, assaggiare, vedere da dove arriva, se regionale, la nostra è meglio della vostra, il campanilismo si fa sentire.Da Pienza alla Sardegna, dal pecorino romano al parmigiano, poco importa, importante è: che non sia un intruglio senza latte, senza scadenza, senza paese d’ origine, senza profumi e sapori, sapori di casa nostra. La rabbia degli allevatori noi consumatori la sentiamo poco, forse ci giunge troppo ovattata, forse i nostri politici pensano che ai consumatori non interessa? Le reazioni di chi lavora nel settore agroalimentare dovrebbero essere più forte secondo i consumatori che si incontrano fuori dai supermercati.Questa volontà di globalizzare e standardizzare quasi tutto, rendendo possibile gli acquisti delle materie prime ovunque capiti e da chiunque, sta attaccando il nostro patrimonio, che fino ad ora è stato l’ unico al mondo.

Queste le dichiarazioni del Presidente della Cia:

Il presidente della Cia Scanavino: sbagliato diffondere notizie superficiali che mancano del necessario approfondimento. Il latte in polvere è vietato nella produzione dei formaggi Dop e, comunque, per gli altri prodotti resta l’obbligo di indicarne un eventuale utilizzo tra gli ingredienti.

        Il polverone mediatico che si sta creando intorno al divieto di utilizzare il latte in polvere per i prodotti lattiero-caseari “rischia di innescare preoccupanti allarmismi tutti a svantaggio del made in Italy agroalimentare”. Lo afferma il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori, Dino Scanavino, commentando la vicenda della lettera con cui la Commissione Ue ha richiamato l’Italia a correggere la legge n.138 del 1974.

formaggi in polvere

            “Sarebbe opportuno che tutte le organizzazioni di categoria facessero chiarezza sulla questione e richiamassero alla razionalità, anziché spaventare i consumatori con paure spesso infondate -prosegue Scanavino-. È bene chiarire innanzitutto che il latte in polvere non può essere utilizzato, a prescindere, per la produzione di prodotti a denominazione di origine protetta. Parmigiano, Grana Padano, Mozzarella di bufala, Pecorino, Asiago, Provolone e tutti gli altri 50 prodotti caseari ‘made in Italy’ restano estranei a questa vicenda”.

            Sono queste le produzioni che utilizzano gran parte del latte trasformato e dove i disciplinari non prevedono il latte in polvere. Per gli altri prodotti, qualora anche le prossime riunioni a Bruxelles dovessero tradursi in un nulla di fatto per l’Italia, resta l’obbligo di indicare un eventuale utilizzo di latte in polvere tra gli ingredienti.

            “Certamente -continua il presidente della Cia- si può e si deve discutere riguardo alle modalità con cui gli ingredienti sono indicati sulle etichette dei formaggi e sulla possibilità di incidere per modificare la normativa europea. Ma cosa ben diversa è l’atteggiamento e l’azione di alcuni preoccupati unicamente a diffondere allarmismo. Eppure quelli che oggi infondono paure sono gli stessi che hanno sostenuto il progetto per il polverizzatore del latte nel Nord Italia. Se ci fosse un po’ più di coerenza -conclude Scanavino- magari si riuscirebbe a difendere e a tutelare le imprese agricole, anziché metterne a rischio la redditività attraverso la diffusione di informazioni e notizie superficiali e che mancano del necessario approfondimento”.

Riportiamo infine il commento del Ministro  delle Politiche Agricole Maurizio Martina”difendere fino in fondo la qualità del sistema lattiero caseario italiano e la trasparenza delle informazioni da dare ai consumatori”

 I consumatori sono sempre più attenti alla qualità, vogliono , nonostante la crisi, prodotti curati.

Bruxelles negli ultimi anni ha preso il vizio di venire a fare la spesa a casa nostra:il vino senza uva, la nutella senza nocciole e burro di cacao e, ora vogliono anche il nostro buon formaggio, a quando le pere?

Adelfia Franchi

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La pasta italiana in “cabina di regia”

 

Cabina di regia della pasta: Agrinsieme, iniziativa nuova e positiva

 Il coordinamento che raggruppa Cia, Confagricoltura, Copagri e l’Alleanza delle cooperative italiane agroalimentari commenta l’iniziativa dei Ministri Martina e Guidi: “Lavorare per la qualità, per una migliore organizzazione della filiera e una maggiore penetrazione sui mercati a vantaggio del reddito degli agricoltori”

 Agrinsieme accoglie con soddisfazione l’istituzione della “Cabina di regia sulla pasta”. Si tratta -spiega Agrinsieme- di uno strumento che andrà meglio valutato alla prova dei fatti, ma che risponde all’esigenza di una migliore organizzazione della filiera della pasta e di maggiore penetrazione del prodotto sul mercato internazionale.

La pasta -continua il coordinamento- rappresenta per l’agroalimentare made in Italy nel mondo, un must da valorizzare al massimo. Lo strumento della Cabina -aggiunge Agrinsieme- può fare da apripista per altri comparti, rendendo effettivamente più coese e funzionali le filiere con un’equa redistribuzione del valore lungo tutti i segmenti. Negli ultimi anni la parte agricola ha registrato una forte perdita di reddito, che spiega il calo strutturale delle superfici investite a grano duro nel nostro Paese.

L’Italia si pone l’obiettivo di aumentare sempre più il fatturato dell’export agroalimentare e l’iniziativa inerente la pasta può tornare utile al fine. La pasta -sostiene Agrinsieme- si fa con il grano e questo lo producono gli agricoltori. Il prodotto di qualità si fa con il grano di qualità e questo si produce se c’è adeguata redditività anche per le imprese agricole, cosa che in questi anni è mancata.

 A livello mondiale l’Italia è ancora il maggior produttore di pasta con 3,4 milioni di tonnellate, ma una quota crescente di questa domanda è soddisfatta dall’offerta di pasta non italiana (USA, Brasile, Turchia, Russia, ecc.) o sottratta alla produzione italiana dal cosiddetto fenomeno dell’Italian sounding. Recuperare quote di mercato alla produzione nazionale e consolidare la posizione di preminenza nel mercato mondiale, attraverso la leva della qualità: questo l’obiettivo finale della Cabina di Regia. Le misure promosse dalla Cabina di Regina sono gli strumenti attraverso i quali il sistema produttivo assieme al Governo intende raggiungere questo obiettivo. Quella di oggi è stata la riunione di insediamento, cui hanno preso parte i componenti della Cabina di Regia, ossia: due presidenti delegati (Stefano Firpo – MiSE e Luca Bianchi – Mipaaf)

 Sarà importante secondo Agrinsieme prestare maggiore attenzione anche alla ricerca e innovazione, ambito in cui l’Italia rischia di perdere un ruolo perché la ricerca genetica è ormai in mano alle multinazionali e alla Francia.

Agrinsieme riconosce ai Ministri Guidi e Martina il merito dell’intento, propedeutico per un’inversione di rotta nel comparto, che da molto tempo non ha goduto della dovuta attenzione. La Cabina di regia è, per Agrinsieme, un’iniziativa nuova e positiva. Agrinsieme garantisce totale impegno nella direzione dell’organizzazione di prodotto, effettivo apporto e contributo. Una prima occasione per concretizzare il lavoro della Cabina di regia potrebbe essere senz’altro la grande vetrina dell’Expo, in tal senso Agrinsieme si propone alle istituzioni per individuare iniziative e modalità per dare slancio al potenziale della filiera della pasta.

 

Commercio: battuta d’arresto delle vendite alimentari

 

Farsi domande non basta più, agire? Come? Poteva bastare organizzare una sagra alimentare come EXPO per far ripartire i consumi? Invogliare le persone  ad acquistare prodotti di qualità? No, la gente è sempre più povera, sempre meno in salute, sempre più arrabbiata. Lo spettro della miseria fa diventare tutti più cattivi, ognuno marca  il proprio territorio. Nei rifugiati, negli immigrati, vediamo noi stessi, negando di essere uguali a loro, perchè , forse  a breve , potremmo trovarci nelle stesse condizioni. Ogni paese  erge il proprio muro, una volta lo abbiamo abbattuto, chissà ; forse allora faceva comodo buttarlo giù. Sassi, mattoni, cemento: più facili da trovare che non il cibo, più facile tirar su un muro che dare un piatto di minestra. Nel frattempo, siamo in tanti a non fare più la spesa, quella buona, quella che una volta si chiamava : la spesa del contadino, poi diventata :MADE IN ITALY.  CRISI ALIMENTARE

 Commercio: battuta d’arresto delle vendite alimentari “made in Italy” 

La Cia commenta i dati sulle vendite al dettaglio diffusi dall’Istat. Il presidente Scanavino: occorre un progetto organico di interventi che passi in primis dal settore primario, attraverso aggregazione dell’offerta e delle filiere, innovazione e semplificazione. Solo così si potranno cogliere le potenzialità ancora inespresse dell’agroalimentare tricolore.

            Dopo tre mesi di crescita, tornano a diminuire le vendite di prodotti alimentari “made in Italy” che, nel mese di aprile rispetto allo scorso anno, perdono quasi un punto percentuale in valore (-0,8%) mentre gli acquisti delle famiglie in volume si riducono dell’1,8%. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori in merito ai dati Istat, spiegando che il calo dei consumi trova conferma nell’andamento tendenziale del fatturato dell’industria alimentare, crollato ad aprile del 4,6% rispetto a una sostanziale invarianza (-0,2%) del fatturato totale nazionale.

            Tutto ciò -spiega la Cia- si riflette inevitabilmente sul livello qualitativo degli alimenti acquistati con una tendenza a preferire i cibi “low-cost”. Quella dei discount alimentari è infatti l’unica tipologia di esercizio commerciale dove gli acquisti di prodotti agroalimentari continuano a correre (+2,2%), mentre nella grande distribuzione le vendite diminuiscono dello 0,7%, così come nei piccoli negozi dove il calo è ancora più significativo (-1,2%).

            “Rispetto al primo trimestre del 2015, quando i positivi risultati sul commercio al dettaglio facevano presagire una definitiva inversione di tendenza nelle dinamiche di acquisto -osserva il presidente nazionale della Cia Dino Scanavino- i dati di aprile fanno segnare una battuta d’arresto. Per ridare certezze future e far ripartire al più presto le vendite è urgente che le imprese agricole siano al centro dell’agenda economica nazionale”.FAME

            “L’agricoltura, essendo per sua natura particolarmente vulnerabile ed esposta alle emergenze e alla volatilità dei mercati, è una delle attività economiche che sta incontrando particolari difficoltà per uscire dalla crisi. Ciò che occorre -sottolinea Scanavino- è un progetto organico d’interventi necessario a rilanciare il ‘made in Italy’ agroalimentare. Un progetto che passi inevitabilmente attraverso l’aggregazione dell’offerta e la promozione di una più efficace organizzazione delle filiere; l’innovazione e la modernizzazione dell’assetto imprenditoriale; la semplificazione e la sburocratizzazione amministrativa; l’internazionalizzazione, senza trascurare il necessario processo di defiscalizzazione e di modernizzazione del mercato del lavoro”.

            Soltanto così, conclude il presidente della Cia, “si potranno cogliere le potenzialità ancora inespresse dell’agroalimentare italiano e, di pari passo, capitalizzare gli straordinari valori materiali e immateriali che caratterizzano e distinguono l’offerta del ‘made in Italy’ nel mondo, mettendoli a sistema in una prospettiva di rilancio e valorizzazione”.

A voi lettori una valutazione di tutto quel che accade nel mondo dell agroalimentare, visto dalla parte di chi, ogni giorno deve fare il conto con quel borsellino da aprire.

Adelfia Franchi

Nascono gli Agrichef per la cucina biodiversa

La Cia con Turismo Verde lancia il Primo Festival dell’Agriturismo. Si parte il 18 giugno con una serata toscolombarda. Il presidente di Cia Dino Scanavino: “Gli Agriturismo sono la dimostrazione che la filiera integrata e l’agricoltura multifunzionale producono il giusto reddito”. Cinzia Pagni, vicepresidente di Cia: “Dal campo al piatto: non è uno slogan, ma un’esigenza gastronomica sempre più avvertita dai consumatori che premiano gli Agriturismo un settore in forte crescita”.

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