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Il “bacio” di Giove e Venere

Dall’inizio del mese, subito dopo il tramonto, alzando lo sguardo al cielo, si notano due punti vicinissimi e molto luminosi che sembrano quasi entrare in rotta di collisione. Non sono due stelle, ma due pianeti; sono Giove, il gigante del nostro sistema solare e Venere e di certo non si scontreranno!

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Gli Italiani vogliono una vita “smart”

Insoddisfatti delle infrastrutture digitali delle città ma con grandi aspettative nelle potenzialità che può avere la ‘networked society’. Il tutto unito a una forte fiducia nei media online rispetto a quelli tradizionali, ma con una gran cautela nell’utilizzo dei dati personali. E’ questo il risultato dello studio “Gli italiani e la società connessa” promosso da Ericsson e realizzato dalla Luiss Business School nel mese di aprile 2015 e presentato in Franciacorta.

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Correre o camminare…l’importante è farlo con stile e comfort

( fonte immagine stylelops.com)

Running o walking che dir si voglia, la comodità è la regola; il comfort e l’agilità, la leggerezza e lo stile partono dal basso…si in questo caso poi è proprio il caso di dirlo dalla base: i piedi, troppe volte sottovalutati, maltrattati addirittura ignorati quale pendice terminale del nostro corpo, sono invece, come apprendiamo dalla medicina orientale, una delle zone del nostro corpo da tenere in maggiore considerazione.

Se da un lato la riflessologia plantare ci mostra la mappatura degli organi interni attraverso la quale esercitare digitopressione o opportuni massaggi per procurare opportuni benefici all’organismo dall’altro non possiamo ignorare come tutto il peso della struttura fisica gravi proprio su essi, ancorandoci a madre terra; è proprio grazie ai piedi  che ci muoviamo, corriamo, passeggiamo, ci spostiamo, saltiamo…senza dimenticare come proprio i piedi sono da sempre una delle zone erogene in grado di accendere e stimolare l’eros, attraverso i quali esprimere la propria personalità, eleganza e gusto…insomma, conteniamoci e riportiamo il discorso, è proprio il caso di dirlo, sui suoi passi, infatti proprio in questi giorni Il prossimo weekend, il 20 e 21 giugno, la Rampa Prenestina di via Aquilonia, ospiterà infatti la terza edizione di “Ginnika Sneakers Expo 2015.

Ecco quanto apprendiamo dal sito dell’Ansa riportato in calce, buona passeggiata o corsa che sia !

Cristian Arni per Consulpress

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(fonte www.ansa.it)

Ginnika, tutte le sneaker del mondo. In mostra a Roma 1500 paia  suddivise per tema e stile: basket, skate, running, vintage.  Tra i prezzi pregiati dell’esposizione ci saranno le celebri collaborazioni del rapper di Chigaco Kayne West con Nike e Louis Vuitton. Sarà in mostra la Nike Air Yeezy, forse la sneaker più significativa dell’ultimo decennio e anche la Loius Vuitton Don, scarpa in versione luxury in edizione limitatissima diventata oggetto di culto tra i collezionisti di mezzo mondo. Dalle collaborazioni con il mondo della musica si arriva anche a quelle con il cinema: protagoniste dell’esposizione di Ginnika 2015 anche le Nike Air Mag, scarpe divenute celebri nella pellicola Ritorno al Futuro 2 con il loro design all’avanguardia. In attesa che Nike rilasci a breve la versione autoallacciante, proprio come accadeva nel film cult, questa sneaker uscita nel 2010 sarà protagonista dei due giorni alla Rampa Prenestina. Fra le 1500 paia in mostra, più di 200 saranno targate Jordan con alcune pezzi pregiati imperdibili per gli appassionati del genere: dalle Jordan 5 Quai 54, fino alle “Fragment Design x Jordan 1” disegnate da Fujiwara passando per le “Jordan 12 Flu Game” che MJ indossò nella celebre gara 5 di finale contro Utah nel 1997, giocando con 40 di febbre e riuscendo a mettere a referto addirittura 38 punti.

Le due ruote sono di moda, ci portano da Ostia a EXPO, Fiab e Questura fanno scuola

Oggi fa notizia solo quando muore …, si, quando muore un ciclista per molti è quasi un sollievo.

Ititoli dei giornali, quando la notizia viene riportata , di solito non è: muore una persona investita da un auto, è solo un ciclista, ingombrante, uno che rallenta il traffico, per tutti ha sempre torto, non rispetta le regole, è in contro senso, non ha le luci, ha attraversato sulle strisce pedonali senza scendere dalla bici, se poi a guidare quel veicolo è una donna , ahimè, irripetibile. Dal punto di vista umano sono aumentate e cambiate tante cose , andando in giro si avvertono situazioni di pericolo che, minacciano spesso di sovvertire in parte cose e progetti già fatti. Progetti che entrano nelle scuole , dove ci sono bambini che ancora sognano come regalo “la bici”. Bisogna guadagnarsela questa bici, come quando eravamo piccoli noi, e per averla bisogna studiare, seguire tante lezioni ,come? Con un progetto : “Segnal’Etica” della questura di Grosseto, in collaborazione con Fiab GrossetoCiclabile :

bimbi in bici

 

 PROGETTO “IN-SEGNAL’ETICA, IL RISPETTO DELLE REGOLE SU STRADA”

 

Negli ultimi tempi abbiamo assistito a dei gravi incidenti stradali che si sono verificati su strada in questo capoluogo, di fronte ai quali il forte senso di responsabilità civile e morale, prima ancora che giuridico, hanno indotto tutte le componenti sociali a partecipare fattivamente alla realizzazione dell’inziativa In-Segnal-Etica:Il rispetto delle regole su strada”proposta dall’Associazione Fiab GrossetoCiclabile, finalizzata a favorire la cultura della sicurezza tra i giovanissimimentare,

 

I risultati della seconda edizione del progetto “In-Segnal’Etica, il rispetto delle Regole su Strada”, iniziato a novembre 2014,sono stati presentati presso il Palazzo del Governo venerdì 29 maggio.
Tale progetto, promosso dalla Prefettura e realizzato dalla Questura e dall’Associazione FIAB Grossetociclabile, con il patrocinio dell’Ufficio Scolastico Regionale ed il sostegno del Comune di Grosseto  L’iniziativa, si collegava quest’anno con la 16° edizione di Bimbimbici, evento nazionale promosso anch’esso dalla FIAB e con il patrocinio del Ministero dell’Ambientefamiglia in bici

 

,Nei molteplici incontri con le scolaresche, della durata di 2 ore circa, tenuto dall’Ispettore Capo Margherita Procopio, quale incaricata e referente dell’iniziativa e,da un operatore tecnico dell’Associazione Fiab Grossetociclabile, che designato di volta in volta, hanno informato i giovani studenti sull’importanza del rispetto delle norme compartamentali su strada, del rispetto delle persone e dell’ambiente che li circonda, nonché di quanto sia assolutamente necessario imparare la segnaletica stradale, come si gira in bici in sicurezza e i pericoli a cui ci si può esporre sulle due ruote, ad esempio andando in bici di notte senza luci di posizione. Il tutto in modo giocoso e con un linguaggio adatto ai piccoli destinatari


«I bimbi e ragazzi della prima edizione (oltre 650, sono passati a più 1100 – dice il presidente di Grossetociclabile Angelo Fedi – si sono dimostrati molto attenti e ricettivi e ciò ci spinge a continuare con la sensibilizzazione, strada che abbiamo scelto di percorrere di fronte ai tanti incidenti che si verificano purtroppo troppo spesso.

 Sono tornati i 6 della pedalata Ostia – EXPO, del progetto Veni, Vidi…by Bici.

L’iniziativa ha avuto grande successo. Gli obbiettivi che il progetto si era proposto sono stati abbondantemente raggiunti, in termini di eco mediatica, mappatura del tracciato, incontri istituzionali e promozione del territorio.

Molti sono i gli articoli pubblicati che parlano del viaggio (basta fare una ricerca online), utili ad evidenziare e divulgare il problema della mancanza di ciclovie per il cicloturismo (specialmente nel Lazio). Da segnalare la prevista partecipazione a Buongiorno Regione (RAI 3) del 12/6. In mezza Italia, poi, sono stati distribuiti volantini dell’evento e del nostro municipio, per la promozione del territorio (sottolineando che c’è ancora qualcosa di pulito!).

Si sono avuti incontri con le autorità di Fiumicino, Ladispoli e Montalto di Castro, per sollecitare lo sviluppo delle ciclovie e conoscere i loro progetti. Per la stessa ragione si è avuta l’accoglienza, sia alla partenza da Ostia Antica che all’arrivo all’EXPO, della Regione Lazio, nella persona di Cristiana Avenali e del suo staff. Incontri per lo stesso tema con Roma Metropolitana, che in base alla relazione in preparazione, faranno partire degli studi sulle ciclovie laziali, in sinergia con i comuni interessati.

Il viaggio è stato bellissimo, a conferma che il cicloturismo è uno dei modi di viaggiare che ti rende consapevole dei luoghi che attraversi e ti permette quindi di conoscerli sul serio. La fatica si è fatta senz’altro sentire, ma non esageratamente. Si arrivava, con 110Km di media al  giorno, nel pomeriggio al luogo d’arrivo con i muscoli indolenziti e le parti molli offese dal sellino, ma subito pronti, dopo una doccia, a cercare il locale dove ritrovare le energie perdute e passeggiare la sera, magari andando presto a riposare per ricominciare il giorno dopo. Particolare problema è stata l’eccezzionale ondata di caldo, durata l’intera settimana, rendendo difficile pedalare da mezzogiorno in poi sotto i bollenti raggi del sole. A Grosseto i sei sono stati accolti e coccolati dall’associazione locale FIAB Grossetociclabile.

Tutto il percorso è stato tracciato, col navigatore, sottoforma di file gpx (clic qui per aprirlo con Google Earth) . E’ in preparazione una relazione dettagliata sui singoli tratti da consegnare agli enti competenti e a Bicitalia.

Grandioso l’EXPO, che è stato raggiunto in bici+treno insieme alla Presidente della FIABGiulietta Pagliaccio, che ha riservato una calorosa accoglienza ai sei ciclisti. Grazie all’accoglienza della Regione Lazio, interminabili file per visitare lo stupendo padiglione Italia, proseguendo poi, come normali visitatori, nella esplorazione degli altri padiglioni. Ovviamente il tempo è stato insufficiente per la visita della totalità della fiera, ma abbastanza per un consistente assaggio.

L’ultimo giorno, il 7 giugno, col pulmino e tutte le bici e bagagli caricati, si è tornati mestamente in autostrada a casa.

Si ringraziano tutti coloro che hanno collaborato, economicamente o col solo sostegno morale, ma sopratutto coloro che hanno promesso di lavorare in futuro per ampliare l’offerta cicloturistica.Ostia In Bici XIII

Referenti del progetto: Giuseppe Di Lorenzo / Angelo Arelli / Alemanno Barsocchi / Sergio Scolastici / Osvaldo Spione / Carlo Rizzari

LE DUE RUOTE SONO DI MODA ? LA BICI SI DECLINA AL FEMMINILE…

Siamo in tante a farlo, cosa? Ma che diamine, a seguire la moda, con una gonna, una scarpetta con suoletta di gomma, ma, perchè no, un tacchetto che ci rende meno maschiacce, su un mezzo di locomozione che da una statistica di FIAB, su 4 milioni di ciclisti, una buona fetta siamo donne.gucci

18 mila km le ciclabili mappate dalla federazione.Il mondo della moda fa festa con la bici, i telai si tingono di rosa, i manubri cambiano proporzioni, abbiamo braccia e mani più piccoli, in libreria spopolano libri con consigli per “donne in bici”.Trussardi, Gucci, Hermes, le griffes del fashion hanno riscoperto le due ruote.

 RISCOPRIRE LA BICI, FENOMENO SOCIALE?

I gruppi di ciclisti della domenica sono sempre più numerosi, per riscoprire il territorio, per creare un evento, per far si che non si dimentichi (Bici Bianca), (Salva Ciclisti)…In bici si può andare anche in vacanza, sono tantisimi gli alberghi che hanno il rifugio bici gratuito, si fanno percorsi misti;TRENO-BICI, sicuramente, a differenza di altri paesi europei, in Italia , su questo fronte c’è ancora molta strada da percorrere.moda e bici

I benefici in termini di salute sono molteplici,meno smog nelle nostre città, meno consumo di carburante, quindi , risparmio di soldi, e, vogliamo parlare del tempo?Mentre gli altri sono fermi in fila, noi , rigorosamente in fila indiana, li superiamo fino all’ incrocio, ci fermiamo al semaforo rosso, poi al verde, via— pedalando verso l’ ufficio…e, dalla borsa sbucano scarpe tacco 12…

Adelfia Franchi

Playmobil in lutto…ma il divertimento continua

E’ con un po’ di tristezza che apprendiamo la notizia che i Playmobil sono rimasti orfani dopo la scomparsa di Horst Brandstatter, colui che ha contribuito alla produzione dei famosi pupazzetti di plastica alti quasi 8 cm con i volti sorridenti che hanno fatto la gioia di tanti bambini in tutto il mondo.

Un gioco divertente, sano, educativo e stimolante per la fantasia di quanti sono cresciuti in compagnia dei famosi pupazzetti nati da un’idea del designer Hans Beck, motore creativo dell’azienda bavarese fondata nel 1876.

Due/ tre generazioni buone hanno per lo meno trascorso la maggior parte del tempo divisi a giocare con gli omini dalla buffa capigliatura e con, quelli che potremmo considerare un po’loro cugini, i Lego.

Compagni di mille avventure calate nei più diversi scenari e contesti: dal castello, agli indiani, dai Cow- Boy, ai pirati, dando così vita e sfogo alla fantasia di migliaia di ragazzini che soprattutto negli anni a cavallo tra i settanta e gli ottanta hanno in un certo senso contribuito alla fortuna dell’azienda bavarese che nel 2014 ha visto ammontare il proprio fatturato al top dell’industria mondiale con ricavi pari a 595 milioni di euro.

Un’azienda che conta 3.700 dipendenti che deve la maggior parte del suo successo proprio grazie a due scelte più che fortunate: i Playmobil appunto e prima ancora nel 1958 il lancio sul mercato della produzione dell’Hula Hoop di plastica; infatti la ditta specializzata in giocattoli trasformò la produzione dei giocattoli dal metallo ai giocattoli di plastica.

Un divertimento sano e genuino, lontano anni luce dal mondo dell’elettronica, un gioco manuale in un’epoca dominata dal touch- screen, un gioco analogico contro nell’era del digitale.

Uno dei punti di forza dell’azienda è stato quello di mantenere salde le radici della stessa ben piantate in Europa in un periodo dominato dall’attrazione della produzione dislocata in mercati più competitivi.

Una popolazione di personaggi che arrivano grosso modo a 2,7 miliardi di figurazioni distribuiti in circa 100 paesi in tutto il mondo, con oltre 30 temi di gioco diversi; dicevamo un gioco di ruolo sano per la fantasia e la creatività del bambino promuovendone lo sviluppo intellettivo visto che calandosi nel ruolo possono sperimentare ruoli e situazioni diverse.

Un divertimento che forse dovrebbero riscoprire anche gli adulti andando in soffitta a rispolverarli e ricordarsi com’era divertente giocare con loro.

 

Un portale per denunciare: bullismo, discriminazioni, violenza; si chiama: LGBT (… & Genders)

A seguito di una valutazione del Consiglio Direttivo della Associazione PantheonEditrice della “CONSUL PRESS” il presente articolo (già pubblicato a firma di una nostra Collaboratrice – Adelfia Franchi – in data 8 giugno raggiungendo 180 visite) è stato rimosso oggi 22.6 dal web, in quanto in assoluta dissociazione e divergenza con la impostazione culturale della stessa Associazione, nonché con determinati concetti riguardanti sia la tradizione, sia altri principi etici a cui sempre la medesima Associazione fa riferimento – come, tra l’altro, sancito nel proprio statuto.  

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“Facce” nuove per il Food

L’industria del food «ha bisogno di facce per raccontare storie nuove, a maggior ragione in un’epoca in cui lo storytelling è il collante della comunicazione», dice Gabriele Troilo, responsabile del master online della Sda Bocconi «Managing food&beverage companies». E solo «partendo dall’importanza di un volto associato ai marchi» può essere spiegata anche l’ultima, discussa operazione nostalgia che negli Stati Uniti vede protagoniste le catene McDonald’s e Kentucky Fried Chicken. 

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Whistleblowing con SenzaBarcode. Al tempo di Mafia capitale, rotazioni e bavagli alla PA.

Venerdì 29 maggio, alle ore 17 in via delle Vergini 18, III piano stanza 327, SenzaBarcode presenta ufficialmente “Whistleblowing SenzaBarcode” la nuova sezione del sito che, attraverso Globaleaks, consentirà ai cittadini e dipendenti della Pubblica Amministrazione di segnalare episodi di corruzione o malagestione della Cosa Pubblica.

Globaleaks consente, attraverso il browser TOR, non solo di inviare segnalazioni completamente anonime -è impossibile risalire all’indirizzo IP del segnalante- ma di interagire con il ricevente -la redazione di SenzaBarcode- dando la possibilità di inviare materiale multimadiale (pdf, mp3, jpg etc), oltre alla possibilità di verificare lo stato di avanzamento della segnalazione o finanche cancellarla.corruzione

A supporto della redazione ci saranno legali che vaglieranno le notizie inviate. Negli USA, grazie ai whistleblower, sono state recuperate circa l’85% delle somme oggetto di frodi, oltre 55 miliardi di dollari dal 1986. Ogni anno queste segnalazioni permettono di recuperare 6 miliardi di dollari. Se questo sistema fosse stato applicato in Italia quale sarebbe stata la sorte di Mafia Capitale e dei suoi protagonisti o dei tanti scandali legati alla corruzione?E’ su questo interrogativo che SenzaBarcode ha deciso di dotarsi del sistema Globaleaks.

Presenteranno Whistleblowing SenzaBarcode:
Per Centro Studi Hermes per la Trasparenza e i diritti civili digitali: 
Emmanuele Somma
Per Radical Digital Frontiers: Diego Sabatinelli
Per Trasparency International: Enrico Gallina
Per la parte Legale di SenzaBarcode: Avvocato Alessandro Gerardi
Dal Capidoglio: Fabrizio Ghera capogruppo Fratelli d’Italia – Alleanza 
Nazionale-Marcello De Vita del M5S- Emanuele Besi, Avvocato.
Per la parte sindacale
USI: Serenetta Monti
SULPL: Stefano Giannini
Modera il direttore editoriale di SenzaBarcode Sheyla Bobba
Sono stati invitati tutti i rappresentanti politici di Regione e Comune 
di ogni schieramento e l’Ambasciatore John Phillips.Ilavori sararro ripresi da Radio Radicale.

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Rom a Torino …. nuovo obiettivo: il canile dell’Enpa

Dalla newsletter di Marco Tarchi   Giovedì 21.5 sul sito del Corriere della Sera è comparsa la notizia qui sotto ripresa dalla fonte diretta dell’E.N.P.A – Ente Nazionale Protezione Animali. Dopo poche ore era scomparsa. Il sito de La Repubblica non l’ha neanche pubblicata. Quello de La Stampa parla genericamente di “atti di vandalismo”. Oltre al ricatto della commozione, il fronte politico-mediatico che fa del cosmopolitismo il suo ideale totalizzante impiega anche la censura. Lo sapevamo, ma è bene continuare a tenerlo a mente. (M.B.)

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Emergenza Siria

RACCOLTA UMANITARIA NAZIONALE “EMERGENZA SIRIA 2015”

Dopo il significativo successo della campagna umanitaria del 2014, concretizzatasi con l’invio in Siria di due ambulanze, strumentazioni mediche ed oltre due quintali di medicinali, consegnati dai volontari direttamente alle autorità nazionali siriane, anche quest’anno la nostra associazione offre la possibilità di aiutare concretamente il popolo siriano.

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Serata dedicata al “grande” FRED BUSCAGLIONE

NOI DURI Opera live OS CLUB

 

La sera del 20 Maggio presso l’Os Club in Via delle Terme di Traiano, 4/A alle ore 21.00 evento dedicato all’intramontabile Fred Buscaglione, una serata di  Cabaret e canzoni sulla vita del grande Artista alla quale parteciperanno noti personaggi dello Spettacolo e della Televisione.

Dagli esordi di Fred nelle orchestrine a Torino, al periodo della guerra, alla fame di artista squattrinato costretto a girare per i fumosi Night club di mezza Europa passando a raccogliere con il cappello, dove però affina le doti musicali ed emerge la chiara vocazione teatrale cabarettistica che contraddistingue i suoi brani più famosi. L’incontro in uno dei viaggi della circense Fatima Robin’s che poi diventerà sua moglie. E poi arriva impetuoso il successo con le “criminal song“, di cui resterà  in parte sopraffatto e vittima del personaggio “Fred Buscaglione il duro dal cuore tenero”, costretto ad ammiccare e portare whiskey nel taschino, circondato da pupe, lustrini e paillettes, che sanciranno anche la rottura con il suo unico vero amore Fatima. Bruciando le tappe arriverà ad essere la più grande star del firmamento musicale italiano sul finire degli anni ’50, quando l’ascesa inarrestabile viene irrimediabilmente interrotta in una fredda notte di novembre, quando la sua Thunderbird si schianta contro un camion, proiettando immediatamente Fred verso la leggenda degli artisti maledetti.

Il tutto viene affrontato in perfetto stile Buscaglione, irriverente, ammiccante, in una calda e leggera atmosfera da cabaret, le cui protagoniste indiscusse saranno però le canzoni.

Le sorprese però non finiscono qui, dopo lo spettacolo e la torta a seguire serata swing e un omaggio a chi rappresenterà meglio gli anni 50 ovviamente vestito a tema.

 

La violenza non ha orari…I centri anti-violenza si

29.700 persone scomparse in Italia, dal 1974 al 30 giugno 2014: di cui più di 15mila sono minorenni. E solo nelle Marche, sono più di 500. E’ questa la lista nera stilata dal numero di emergenza nazionale che delinea un quadro tutt’altro che rassicurante sul numero delle persone scomparse in Italia e con particolare attenzione alla regione Marche e al territorio Piceno. E a denunciare uno scenario agghiacciante che sembra non avere fine è Giancarlo Piermartiri, manager esperto in sicurezza e direttore commerciale della ditta Life Care Angelo Protettore di Ripatransone, che negli ultimi mesi è stato ospite in varie trasmissioni televisive del territorio Piceno e relatore di convegni sul tema della sicurezza e della violenza di genere in molte città italiane. “Abbiamo delle statistiche che ci arrivano direttamente dal numero di emergenza nazionale – dice Piermartiri – e che sono davvero critici: a livello Italia – dati di settembre 2014 – sono state piu’ di 100 mila le richieste di aiuto, richieste che per il 90% sono arrivate da donne in difficolta’.
Un altro dato importante, di cui nessuno parla, e’ che, solo nelle Marche, sono ben oltre 500 le persone che risultano scomparse. I dati sono terrificanti, ma oltre all’esigenza di informazione e formazione per combattere questo fenomeno, ora esiste anche uno strumento che agisce nell’immediato. Il nostro è un dispositivo salvavita di fondamentale importanza nella prevenzione della violenza ma, soprattutto, in quella di genere. Nelle sue varie declinazioni – prosegue il manager – lo strumento, che non è più grande di una scatola di fiammiferi, si collega automaticamente, tramite un dispositivo LBS, chiamando 5 numeri di telefono in caso di emergenza. Nel caso di immediato pericolo si collega, a sua volta, alle utenze telefoniche preimpostate, lanciando l’allarme”. Si tratta, dunque, di un’azienda unica in Europa che produce e commercializza prodotti contro la violenza, quali stupri, femminicidio, bullismo, stalking ma anche furti, aggressioni a danno di donne, bambini ed anziani, e che “combattono – spiega ancora Piermartiri – alcuni tipi di incidenti automobilistici, causati da patologie che sono la causa del 63% degli incidenti stessi”.
Ma il manager della Life Care Angelo Protettore, guarda oltre. E non lesina aspre critiche ad alcune istituzioni locali e ad associazioni antiviolenza iscritte e non al 1522, numero telefonico della rete nazionale antiviolenza:” Ci vorrebbe più attenzione su questi temi da parte delle istituzioni – attacca Piermartiri -. Il Ministro Alfano, nel settembre scorso, aveva ordinato alle istituzioni locali italiane, e anche ai Provveditorati agli Studi, di organizzare ed installare un numero di emergenza. Ma, ad oggi, nulla ancora è stato fatto. Negli ultimi mesi, inoltre, abbiamo condotto una indagine, chiamando a tappeto tutte le associazioni antiviolenza, presenti ed iscritte e non al 1522. Alcune hanno risposto con simpatia che chiunque abbia necessità di essere soccorso, può contare sull’associazione, ma solo dalle 12 alle 14 di ogni mercoledì. Siamo fuori dalla realtà – conclude il manager -. La violenza, purtroppo, non aspetta e non ha orari”
.Giancarlo Piermartiri Life care foto 1
In foto
Da sinistra: Valeria Grasso, imprenditrice palermitana che da anni ha denunciato i suoi estorsori, icona della giustizia italiana
Giancarlo Piermartiri

la nuova UNAIT al “nastro di partenza”

 

COMUNICATO STAMPA  –  Si è riunita a Roma, mercoledì 29 aprile 2015, sotto la presidenza ad interim di Giorgio Ventura, l’Assemblea dei Soci Fondatori della nuova UNAIT, a seguito dei precedenti incontri preliminari, per proseguire l’iter necessario ad avviare la nuova struttura organizzativa della UNAIT, con l’adesione delle seguenti Associazioni / Federazioni e, precisamente: CICAS – ASSOAPI – FENAILP – ITALIA IMPRESA – ASSOFEDERA – CONFITIP. 

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Tutela della privacy e diritto di accesso in ambito condominiale. Ne parla l’Avvocato Castagna

Si ritiene possa risultare di particolare interesse l’argomento in esame, soprattutto per gli amministratori di condominio. Per affrontarlo, bisogna senz’altro prendere le mossa dal codice della privacy (d.lgs.vo n. 196/2003), che disciplina la tutela dei dati personali.
Secondo tale codice, le diverse informazioni degli inquilini contenute negli archivi condominiali che vanno oltre il semplice elenco dei nominativi, devono essere trattate con particolari formalità, pena l’irrogazione di sanzioni di tipo amministrativo. Si tratta di una prescrizione volta ad evitare illegittime diffusioni di informazioni c.d. sensibili.

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Intervista all’Ambasciatore dell’ Armenia

INTERVISTA all’ Ambasciatore  S. E. SARGIS GHAZARYAN  per il  centenario dell’inizio del genocidio armeno (1915-2015)__________________ a cura di Giuseppe PACCIONE *

 

1) Un secolo fa ci fu il genocidio del popolo armeno, ci può tracciare l’origine di tale atrocità?  A un secolo di distanza si può tracciare l’origine. L’origine del genocidio è sicuramente è da ricercarsi in quel piano geo-politico che, in qualche modo, si delineava già verso la fine dell’800 dell’Impero ottomano; in altri termini, dopo aver perso le province dei Balcani con la sommossa anche delle popolazioni arabe e, quindi, con il graduale e continuo restringimento dello spazio della protezione dell’Impero ottomano, emerge questa ideologia fatturanica che vedeva quel mondo turco fono a est che arrivava sino alle province nord occidentali tra La Cina e l’Anatolia, passando per l’Asia centrale e il Caucaso, il nuovo spazio vitale, in qualche modo, delineato nell’accezione hitleriana a questo spazio vitale per l’Impero ottomano. In quel contesto, in quella proiezione l’unico ostacolo, l’unica isola non turco fona, non musulmana era l’Armenia storica. Il piano è piuttosto certo. Bisogna eliminare quell’ostacolo e si aspetta un pretesto e allo stesso tempo non dimentichiamo che, invece, nella capitale dell’Impero, a Istanbul, c’è una intellighenzia armena piuttosto progressista che si forma nell’università europee, che in qualche modo torna a Istanbul e sono proprio quelli che vogliono una riforma profonda in termini moderni dell’Impero. Nel contempo, una classe economica e commerciale considerata abbastanza vibrante e che, pertanto, ci sono in qualche modo, in un momento in cui, poi, la Turchia entra nel primo conflitto mondiale vi è il pretesto in base al quale la maggior parte dei genocidi nell’900 vengono celati dietro ai conflitti mondiali. Il pretesto consisteva nella demonizzazione dell’armeno come l’origine dei mali dell’Impero ottomano e di conseguenza non attribuire all’armeno di sudditi e non affidabili secondo il movimento dei Giovani turchi. Spesso gli armeni contribuivano alla prosperità e al progresso dell’Impero ottomano. Quello è il momento in cui viene pianificato l’azione di genocidio, cioè viene messo in piedi una struttura ad hoc, denominata “organizzazione speciale” e, quindi, una rete dei governatori e degli appartenenti di esponenti al governo del partito dei Giovani Turchi.

2) Nel mondo attuale, il fenomeno del genocidio non è stato ancora cancellato.  L’esempio armeno potrebbe essere utile a far comprendere la pericolosità di questo fenomeno?  Sicuramente, sì! Negli studi dei genocidi, il caso armeno viene considerato come il proto genocidio. Mesi dopo l’inizio dell’azione del genocidio, il 24 aprile del 1915, viene specificata con l’arresto e la deportazione e l’eliminazione dell’intelligenza armena. Allo stesso tempo venivano chiamati alle armi, per la prima volta, nell’esperienza ottomana gli uomini armeni dell’età dai 18 ai 50 anni, che diede campo libero e semplice all’operazione del genocidio nei riguardi dei bambini, delle donne e degli anziani. In altre parole, il genocidio armeno certamente è quell’anello che lega la belle epoque al darwinismo sociale poi degli anni trenta e quaranta del secolo scorso in Europa. Per la prima volta, nel giugno del 1915, grazie all’intesa della Francia, della Russia e della Gran Bretagna, si usa l’espressione “crimine contro l’umanità”, proprio durante la condanna nell’azione del governo ottomano contro gli armeni. Il termine “genocidio” non esiste ancora, ma verrà coniato nel 1944 dal giurista polacco, di origine ebraica, Raphael Lemkin. Quest’ultimo è stato uno studioso del genocidio armeno e conia la fattispecie di reato, riferendosi in quel momento a quelli che erano i fatti noti nella pianificazione e implementazione del genocidio nei riguardi degli armeni. Quello è anche il termine giuridico che è alla base della “Convenzione delle Nazioni Unite per la Prevenzione e la Repressione del Crimine del Genocidio”, del 1948.

Perché è attuale ancora il genocidio armeno a cent’anni dai fatti? Per la ragione che ancor oggi vi è un negazionismo di Stato da parte degli eredi di quello che fu l’Impero ottomano e cioè l’attuale governo turco. Nel caso del genocidio armeno, rispetto agli altri genocidi del novecento, non si tratta di negazionismo di estremista di destra, ma si tratta di negazionismo che è estremamente pericoloso in questi termini ed è l’ultimo atto di un genocidio ovvero è quell’atto che rende il crimine reato incrementato, portato a conclusione con successo un crimine perfetto; quindi, negato e dimenticato e di conseguenza replicabile. Qua mi preme ricordare quelle parole di Adolf Hitler annunciate il 22 agosto del 1939, prima dell’invasione della Polonia, quando raduna il suo stato maggiore, quando li incita a essere irremovibili nell’azione anche nei riguardi dei civili, di essere feroci, di essere determinati. Qui nel suo discorso, domandandosi ironicamente chi dopo tutto si ricordava ancora dell’annientamento degli armeni? A questa domanda dovrebbe rispondere la società civile, come pure i governi. In altre parole, da una prospettiva contemporanea, la memoria per noi vuole essere più prescrittiva che descrittiva cioè quella memoria alla prevenzione dei genocidi.

3) L’ISIS (Islamic State Iraq & Syria)che avanza, come sta affrontando il problema del terrorismo l’Armenia?  Prima di tutto mi preme dire che l’Armenia da consumatore di sicurezza, negli ultimi 15 anni, si formato in un fornitore di sicurezza che si basa, per l’appunto, sul concetto della complementarietà e multilateralità di politica estera di sicurezza. In altre parole, l’Armenia ha contribuito e contribuisce ancora alla missione di pace nel Kosovo, era presente nella pacificazione dell’Iraq, dell’Afghanistan, siamo presenti con il contingente ONU sotto comando italiano (UNIFIL) nel Libano del sud, con una determinazione, appunto, di aumentare anche la nostra presenza in termini numerici in quella missione. In sostanza, ci assumiamo una responsabilità di fronte a una sfida e minaccia che certamente non è regionale, ma riguarda l’intera comunità internazionale. Dall’avvento di questa grottesca organizzazione che ne fa dell’assassinio una spettacolarizzazione. Naturalmente, voglio ricordare che le nostre comunità armene sono esposte a minacce nelle aree dove opera l’Isis, mi riferisco nei territori iracheni e siriani. Voglio inoltre rammentare che vi sono ancora 80 mila armeni diroccati ancora ad Aleppo (Siria), dove abbiamo ancora aperta la nostra sede consolare, dove i miei colleghi, eroicamente, continuano ancora a essere presenti per essere gli occhi e le orecchie della comunità internazionale, ma in termini delle questioni umanitarie.

4) Come sono i rapporti tra l’Armenia e l’Italia?  La ringrazio molto per questa domanda perché viene posta propria alla vigilia della visita ufficiale del Presidente della Repubblica d’Armenia Serž Sargsyan in Italia, questo mese. Sono rapporti che hanno duemila anni di storia. Iniziano nel 66 dopo Cristo, quando il Re armeno Tiridate I si recò a Roma per ricevere la corona da Nerone, che, poi, sono stati duemila anni di continue relazioni di solidarietà ricevuta ma, allo stesso tempo, di generoso contributo alla costruzione dell’Italia, come è conosciuta oggi. In altre parole, sono rapporti antichi. I rapporti formali, diplomatici fra il nostro Paese e il vostro s’instaurano molte settimane dopo la dichiarazione d’indipendenza nel 1991, quando l’URSS si stava sgretolando. Quest’anno, infatti, celebreremo i 24 anni dei rapporti diplomatici con l’Italia. Ad esempio, sul piano commerciale, negli ultimi 4 anni, l’interscambio, che è stato caratterizzato dalla recessione, dalle crisi economiche nel mondo, è aumentato del 92%. In Armenia vi operano più di una sessantina di imprese con capitale italiano. Circa la cooperazione culturale, abbiamo delle storie di successo straordinarie da raccontare.

 *Intervista già registrata a cura dell’ autore per il mensile de “La Gazzetta italo-brasiliana”

2015-03-05 19.00.49

Quella che storpia l’inno non è una nazione

I bambini hanno cantato l’Inno al modo che gli hanno insegnato, alla parola “vita”, Agnese, che di solito ha la stessa espressività di un uccello impagliato, si è commossa, Matteo ha naturalmente preso la palla al balzo, e giù con l’Italia che s’è desta e s’è aperta alla vita, ovvero alle magnifiche sorti e progressive dell’era di Renzi; il giorno seguente i blackbloc, anzi i quattro teppistelli, hanno risposto, la polizia ha osservato, Alfano si è felicitato con sé medesimo, ovvero col nulla,e siamo a posto, meglio vetrine e macchine bruciate, meglio la capitale dell’Expo devastata, che una sola graziosa capoccetta di delinquente spaccata. Perché noi siam pronti alla vita, no?

La verità? Non glien’è fregato niente pressoché a nessuno della storia dell’Inno smostrato. I giornali lo hanno catalogato come un grazioso aneddoto, qualche tg si è commosso con la signora Agnese, e quelli che hanno provato a indignarsi non contano niente, sono i famosi giornali berlusconiani, riusciti nell’arduo compito di essere insignificanti per lettori e pubblica opinione. Pure, i cantori dell’Era non hanno mancato di far notare che 1) si trattava di bambini; 2) noi siamo aperti alla vita,è l’Isis quello aperto alla morte; 3) l’Inno nazionale è brutto. Sono argomenti risibili e perfino volgari, pure persistenti, pure prova provata della nostra dannazione, dell’impossibilità di essere una nazione. La storia dell’Inno brutto è vecchia, ed è un dibattito unico al mondo, gli altri tenendosi quello che hanno allegramente, insegnandone il testo ai figli, i famosi bambini, cantandolo in tutte le pubbliche occasioni con convinzione. Noi no, è un dibattito che la sinistra italiana ha tenuto sempre vivo, riuscendo anche a proporre a lungo un cambio con Va Pensiero. Ora, è innegabile la bellezza del Coro del Nabucco, ma anche la sua inadeguatezza al compito, essendo il canto disperato di un popolo sconfitto, in catene, in esilio. Appunto. La sinistra italiana si cantava e ricantava l’Internazionale perché era anti italiana, vocazione mai sopita, anzi vivissima ai tempi della troika. In Parlamento preferiscono Bella Ciao, in un incubo di Resistenza eterna sempre senza verità, e discutono di obelischi da abbattere, che gli toccherebbe buttar giù mezzo Paese.

Oggi eccoci qua: tacco 14, effetto Diaz, l’accoglienza ai profughi un business mafioso, il presepe quasi proibito, le balle sulla ripresa economica, e l’Inno ad uso degli imbelli. Non c’è niente da fare perché gli italiani sono come drogati, capaci di essersi inorgogliti ad ascoltar che “siam pronti alla vita”, anche perché costa poco sforzo. La morte può essere un gesto d’amore che è meglio non praticare. Certo, si potrebbe proporre ad altre nazioni analoghe modifiche contemporanee e bimbesche dei rispettivi Inni. Che so, laddove si canta: “Di’, puoi vedere alle prime luci dell’alba ciò che abbiamo salutato fieri all’ultimo raggio del crepuscolo?Le cui larghe strisce e brillanti stelle, nella battaglia pericolosa, sui bastioni che sorvegliavamo, sventolavano valorosamente? E il bagliore rosso dei razzi e le bombe che esplodevano in aria hanno dato prova, nella notte, che il nostro stendardo era ancora là. Di’ dunque, sventola ancora la nostra bandiera adorna di stelle sulla terra dei liberi e la patria dei coraggiosi?”, potremmo proporre “le cui larghe strisce e brillanti stelle, nel gioco di società sui bastioni che dipingevamo, sventolavano graziosamente? E il bagliore rosso dei fuochi d’artificio e dei petardi che esplodevano in aria..” Ma anche e definitivamente ” sulla terra dei rom e la patria dei carini”.
Abolita invece la strofa che insiste che “il nostro motto è abbiamo fede in Dio”.

E la Marsigliese, che è bella tosta, roba di stragi e di ghigliottina, mica the delle cinque? Basta, è culto di morte, dove dice “Andiamo andiamo, che un sangue impuro bagni i nostri campi”, si ponga un bel “Brindiamo,brindiamo, che una bella birra bagni le nostre ugole”. Sono modernizzazioni che si impongono, è la volta buona. Anzi a pensarci, l’Inno per l’Italia di oggi lo possiamo prendere pari pari da una nazione vicina. Recita più o meno così : Dio salvi la nostra graziosa Regina, viva a lungo la nostra nobile Regina, Dio salvi la Regina, mandala vittoriosa, felice e gloriosa a regnare a lungo su di noi”. E non venitemi a dire che noi non ce l’abbiamo, una regina.

di Maria Giovanna Maglie.

 

#NoExpo una vergogna italiana

Vergogna. Solo questo è il commento per descrivere quello sta succedendo in queste ore a Milano. Un’altra città italiana presa d’assedio per non si sa bene quale motivo e quale protesta; poco tempo fa per una partita è stata messa a ferro e fuoco Roma provocando danni irreparabili alla Barcaccia

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La Libertà

Libertà, libertà ed ancora libertà!   …. “Libertà va cercando, ch’é si cara come sa chi per lei vita rifiuta” (Dante – Purgatorio, Canto I°) __________una dissertazione di Giovanni PIPI

Parola usata come intercalare e che ricorre sempre più spesso per dar significato a discorsi privi di contenuto, intrisi di infondatezze, ma ampiamente ricchi di ipocrisia e falsità. D’altronde se la parola “libertà” fosse usata nel proprio intrinseco significato, dai tanti ciarlatani  che se ne riempiono la bocca, non consentirebbe loro negare le conquiste sociali, il crescente benessere individuale e collettivo, nonché  il prestigio internazionalmente riconosciuto all’Italia  raggiunto nel “tanto deprecato” passato.

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La Monsanto e il silenzio della scienza che ci uccide

Il pesticida più diffuso in Italia e nel mondo è probabilmente cancerogeno! Lo dice uno studio di alcuni dei migliori scienziati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ma la Monsanto sta facendo di tutto per ottenere il ritiro della ricerca e lasciare il prodotto sul mercato. Secondo gli esperti l’unico modo per far prendere seriamente questa ricerca alle nostre istituzioni è una immediata mobilitazione globale.

Gli enti che regolano l’uso dei pesticidi sono in generale poco trasparenti e spesso influenzati dalle grandi multinazionali del settore chimico, ma proprio in questi giorni l’Unione Europea sta decidendo sui permessi per l’uso di questo pesticida, il glifosato. E lo stesso sta accadendo in USA, Canada e Brasile mentre Olanda, Sri Lanka e El Salvador si stanno già muovendo per vietarlo.

Togliamo subito questo veleno dai nostri supermercati! E dalle nostre acque (in Italia il glifosato e i suoi derivati si trovano nel 46% delle acque di superficie!), dai nostri campi, dalle nostre strade. Firma anche tu e condividi la petizione con tutti:

https://secure.avaaz.org/it/monsanto_dont_silence_science_loc_eu/?tyTAtbb

La Monsanto userà tutto il suo potere per mettere a tacere questa ricerca. Questo pesticida è il prodotto di punta del suo impero OGM: da solo gli fa guadagnare 6 miliardi di dollari all’anno. Dicono che secondo altre ricerche è sicuro. Ma lo studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità è stato realizzato da 17 dei più grandi esperti di tumori al mondo usando analisi indipendenti.

Per assurdo invece gli enti che regolano questi pesticidi usano in gran parte gli studi commissionati dalle stesse multinazionali che li producono. Studi segreti, visto che non vengono resi pubblici perché contengono “informazioni commerciali confidenziali”. E poi c’è il conflitto di interessi: quasi il 60% dei componenti dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare ha legami diretti o indiretti con le aziende del settore! Per questo il rapporto dell’OMS rischia di essere ignorato, e per questo dobbiamo agire subito e in massa. monsanto

Alcuni Paesi hanno già vietato il glifosfato. E ora che Unione Europea, Stati Uniti, Canada e Brasile stanno decidendo cosa fare, abbiamo un’opportunità incredibile per fare sì che l’uso di questo veleno sia sospeso in tutto il mondo.

50 anni fa il DDT, un altro pesticida sempre della Monsanto, era ovunque. Poi è arrivato un libro che ha cambiato la storia, “Primavera silenziosa”, dimostrando che il DDT poteva causare il cancro. Ci vollero comunque 10 anni per vietarne la produzione. Se oggi il glifosato ci sta uccidendo, non possiamo permetterci di aspettare altri 10 anni. Chiediamo che si agisca subito. Unisciti e diffondi la petizione:

https://secure.avaaz.org/it/monsanto_dont_silence_science_loc_eu/?tyTAtbb
Sappiamo che si può fare. Abbiamo aiutato a ottenere una moratoria in tutta Europa contro i pesticidi che causavano la morte delle api, e a fermare un’enorme fabbrica di semi della Monsanto in Argentina. Ora dobbiamo difendere noi stessi. Il pianeta ha bisogno di un’agricoltura sempre più sana e sostenibile, e questa battaglia può segnare una svolta storica.

Con speranza,
Bert, Marigona, Antonia, Oliver, Alice, Emily, Danny, Nataliya, Ricken e tutto il team di Avaaz
MAGGIORI INFORMAZIONI
Il diserbante più usato al mondo è cancerogeno (Corriere della Sera)
https://www.corriere.it/ambiente/15_aprile_08/glifosato-erbicida-cancerogeno-ogm-dcc46586-dde0-11e4-9dd8-fa9f7811b549.shtml
Erbicidi e cancro, l’ultima battaglia della Monsanto (Europae)
https://www.rivistaeuropae.eu/interno/agricoltura-pesca/erbicidi-e-cancro-lultima-battaglia-della-monsanto/
I conflitti di interesse di chi valuta il glifosato (Rinnovabili.it)
https://www.rinnovabili.it/ambiente/conflitti-interesse-glifosato-333/
«Il Glifosate è autorizzato ci atteniamo al Ministero» (Quotidiano Nazionale)
https://www.ilgiorno.it/brescia/erbicida-cancerogeno-1.814566
Maggiori informazioni in inglese:
https://avaazmedia.s3.amazonaws.com/Roundupsources.pdf